venerdì 10 febbraio 2012


i geni fanno paura ai mediocri

Quel fascicolo FBI su Steve Jobs

Quel fascicolo FBI su Steve Jobs
© Sean Gallup/Getty Images News
APPROFONDISCI: FBI: STEVEN PAUL JOBS
Era il 1985 quando l'FBI iniziò a raccogliere informazioni su Steve Jobs, ma all'inizio era considerato una "vittima": fu preso di mira da un ricattatore che minacciò di farlo saltare in aria se non gli avesse versato un milione di dollari. Fu con la presidenza Bush senior e la possibile candidatura del manager Apple all'US President's Export Council che le indagini si approfondirono fino ad arrivare all'odierno fascicolo di 191 pagine.
Chi l'ha letto tutto lo definisce "più interessante e divertente della biografia ufficiale" (che già non era apologetica e mostrava anche i lati oscuri del protagonista), vuoi perché di Jobs emergono - paradossalmente portati in luce da amici e conoscenti che avrebbero dovuto "difenderlo" agli occhi dell'FBI - una grande taccagneria, disonestà, commenti come "il suo carattere moraleè discutibile" e "egli possiede integrità solo quando gli conviene". 
Ma al di là del pessimo carattere del patron Apple l'FBI è andata a scavare anche nel passato, indagando sul suo abuso di droghe pesanti negli anni Sessanta e Settanta, i cattivi voti a scuola e quella figlia avuta in età giovane da una compagna di studi e mai riconosciuta se non negli ultimi anni. In sostanza Jobs è descritto come un "visionario manipolatore" con il pregio di avere forti qualità da leader e di non possedere "parenti in Paesi comunisti".

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