mercoledì 30 maggio 2012

San Paolo Gabriele novello martire di verità e trasparenz


San Paolo Gabriele novello martire di verità e trasparenza

 
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Non so se il Sig. Paolo Gabriele, l’aiutante di camera di Ratzinger, sia o meno responsabile di aver sottratto o divulgato il contenuto di lettere indirizzate e/o pervenute al Papa. Se lo avesse fatto, però, meriterebbe non il carcere – in cui è stato sollecitamente ristretto su impulso dei discendenti diretti dei tribunali dell’Inquisizione – ma un monumento o, visto che stiamo parlando comunque di un cattolico, di una immediata santificazione a furor di popolo. Col suo comportamento, infatti, il maggiordomo del Papa non ha fatto altro che gettare un po’ di luce – anche se in realtà pochissima – sulla Vera natura e sui Veri scopi perseguiti da quella che ho definito in due pubbliche udienze dinanzi al CSM e al Tribunale dell’Aquila come la più grande associazione per delinquere e la più grande banda di falsari che sia mai esistita sul pianeta Terra: la Chiesa Cattolica.
Il contenuto dei documenti diffusi dal Nuzzi non hanno nulla di nuovo o di sconvolgente, perché confermano quello che tutti coloro che non sono avvezzi all’ ipocrisia hanno sempre detto e scritto: e cioè che il Vaticano s.p.a. non ha nulla a che vedere con la religione o con la cosiddetta “spiritualità” né, tantomeno, con un dio Uno e Trino, ma fondamentalmente Quattrino. La Chiesa è in realtà un’associazione affaristica che persegue da millenni, attraverso metastatiche collusioni mafiose con i poteri politici, delle finalità esclusivamente lucrose, speculando sulla credulità popolare. L’unico torto di Paolo Gabriele è quello di aver fornito ai media ulteriori prove documentali di quanto la Chiesa Cattolica “nulla ci azzecchi” con gli dei e con la religione: ed è questo il vero motivo per il quale è stato arrestato dal novello tribunale dell’Inquisizione, in attesa di esser fatto cristianamente ardere, come Giordano Bruno, su un rogo fornito dal braccio secolare della Chiesa, cioè dall’Italia.
I giornali e i Tg della Repubblica Pontificia Italiana hanno candidamente affermato che Paolo Gabriele è stato arrestato dai giudici del Vaticano e rischia 30 anni di reclusione secondo il codice penale di quell’augusto Stato: nessun giornalista od opinionista o vaticanista della Colonia Pontificia, però, osa indignarsi del fatto che per l’omologo reato di violazione, sottrazione o soppressione della corrispondenza, l’art. 616 del codice penale italiano non preveda alcuna facoltà di arresto e, anzi, contempli la semplice sanzione della multa da €. 30 ad €. 516, alternativa alla reclusione sino a un massimo di un anno. E nessun giornalista od opinionista ha osato indignarsi del fatto che la Chiesa Cattolica -che si dimostra così sollecita e inflessibile nel punire chi ha osato sottrarre la corrispondenza del Papa- non ha invece sanzionato i preti che negli ultimi settanta anni hanno sodomizzato i bambini a livello planetario ma, anzi, li ha protetti omertosamente, sottraendoli alle responsabilità penali e civili. Nessun cosiddetto giornalista od opinionista si è ovviamente indignato – in questa Colonia Pontifica – che un soggetto come il Papa, che si è autoproclamato legale rappresentante di dio sul nostro pianeta e che ogni domenica diffonde, a suo dire, la Vera Verità all’Angelus, abbia poi dei segreti da occultare e nascondere al mondo intero e ai suoi fedeli! E nessuno si indigna che la Chiesa, che dovrebbe dare ai suoi fedeli l’esempio supremo di trasparenza e di Verità, chiuda nelle segrete coloro che null’altro hanno fatto se non di tentare di diffondere un po’ di trasparenza e di Verità sull’operato, tutt’altro che commendevole, della Chiesa Cattolica.
Ben venga, dunque, che il braccio secolare della Chiesa – e cioè la Repubblica Pontificia Italiana – accatasti altre fascine – ovverosia apra le nostre patrie galere – a San Paolo Gabriele, novello martire della Verità, anche se non paragonabile, per spessore morale, a Giordano Bruno.

Terremoto/Boschi vergognati e ascolta Giuliani


Non si puo' morire di terremoto! Intervista a Giampaolo Giuliani

Non si può morire di terremoto
(11:12)
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Giampaolo Giuliani è in grado di anticipare di 6-24 ore il manifestarsi di un terremoto. La sua ricerca sui precursori sismici ha salvato la vita a quanti, nel 2009 in Abruzzo e in questi giorni in Emilia Romagna, hanno dato ascolto ai suoi allarmi.
Il terremoto uccide per ignoranza. Spesso non si conosce il livello di rischio sismico della regione nella quale si vive. Più spesso non si sa come comportarsi in caso di allarme terremoto. Se il meteo ci dice che domani pioverà, terremo a portata di mano l'ombrello. Ma se non viene nemmeno annunciato il rischio di un forte terremoto, perché il Comune non ci dice come comportarci? Serve la Prevenzione Civile, non solo la Protezione Civile.
Intervista a Giampaolo Giuliani, sismologo e ricercatore dei precursori sismici:
I sedicenti esperti mi fanno infuriare
Sono particolarmente arrabbiato questa mattina, perché sento i commenti alla televisione di quelli che si dichiarano essere esperti e non li condivido. Quella zona non è a bassa sismicità. È un falso. Il fatto che per tanti anni non si siano verificati dei terremoti non significa niente. Addirittura non era segnata come fascia a rischio sismico, quando nel 1800, nel 1500, nel 1900 negli anni intorno al 1960/70 si sono verificati dei forti terremoti su quel territorio. Questo doveva quantomeno considerato come un territorio a grande rischio sismico, come è dimostrato ora, dove fare delle prevenzioni sulla popolazione. Questo non sta avvenendo, in tutta Italia, in nessun posto!
"Le stronzate che dicono fanno morire le persone!"
La protezione civile interviene dopo il forte terremoto. Questo non si è capito bene in Italia ancora oggi, la prevenzione significa preparare intanto le persone, se muoiono le persone chi le ricostruisce le cose che cadono? Noi da 30 anni non abbiamo mai fatto prevenzione sul territorio, sugli edifici, sulle costruzioni che sono i luoghi dove gli uomini vanno a lavorare e possono morire a causa del terremoto. La cosa più grave è che non abbiamo insegnato a quegli uomini come ci si difende e come si riconoscono i terremoti forti pericolosi e l’arrivo di un terremoto, questo è ancora più grave. La cosa più grave ancora è che quei signori, quegli esperti che parlano in televisione e dicono di essere i più grandi esperti al mondo sui terremoti e dicono di essere impreparati, non è accettabile!
Ci sono delle gravi responsabilità, ce le trasciniamo dietro da 20 anni e queste responsabilità ci faranno fare ancora altri morti, perché devo essere io la campana stonata del coro? Grazie. " Giampaolo Giuliani

DOPO IL TERREMOTO, DA TWITTER APPELLO A NAPOLITANO SU PARATA 2 GIUGNO


DOPO IL TERREMOTO, DA TWITTER APPELLO A NAPOLITANO SU PARATA 2 GIUGNO

30 maggio 2012 – Il passaparola suTwitter e’iniziato poco dopo la notizia del nuovo sisma in Emilia: la parata del 2 giugno va annullata e i 3 milioni di euro risparmiati siano destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. L’iniziativa, con l’hashtag#no2giugno, ha raccolto numerosissime adesioni e non solo sul web: politici di diversi schieramenti hanno appoggiato la mobilitazione.
Dopo che Cecilia Strada era stata tra le prime ad aderire, Emergency ha invitato i suoi sostenitori a scrivere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E sono in molti a chiedere anche aBenedetto XVI di rinunciare alla visita a Milano. “Egregio Presidente Giorgio Napolitano Lei ha chiesto ai giovani di aprire porte e finestre, anche qualora le trovassero chiuse. Le chiediamo con tutto il rispetto di dare l’esempio: apra porte e finestre alla solidarieta’” e “annulli la parata”, si legge nel messaggio che Emergency ha fatto circolare.
Centinaia i messaggi su Twitter che chiedono di rinunciare alla sfilata ai Fori Imperiali mentre in tanti, compreso il Popolo Viola, hanno avviato raccolte di firme dirette sempre al Quirinale. Bipartisan il sostegno alla campagna #no2giugno, mentre la prima reazione dal governo e’ stata piu’ che fredda. “Non so se la soppressione della parata puo’ avere un effetto positivo”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Primo a sostenere la mobilitazione spontanea e’ stato Nichi Vendola. “Italia attraversata da lutti, disperazione, paure. Inopportuno fare ora parata militare 2 giugno.
Altri modi per celebrare Repubblica”, ha scritto il leader di Sel. “E’ una follia sperperare tanti soldi per la parata militare del 2 giugno”, ha spiegato Antonio Di Pietro, “in un momento cosi’ difficile per il nostro Paese, colpito da una gravissima crisi economica e flagellato in queste ore dal terremoto, e’ opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarieta’”. “Chiediamo di annullare la parata del 2 giugno e usare quei fondi e quei reparti militari per le zone del terremoto”, ha detto Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista.
“E’ giusto chiedere l’annullamento della parata del 2 giugno”, ha assicurato Angelo Bonelli, leader dei Verdi.Contro la parata anche la Lega nord che ha rivolto un appello ad evitare sprechi, con una dichiarazione congiunta dei capigruppo di Camera e Senato, Gianpaolo Dozzo e Federico Bricolo. “In questo momento di grande dolore e difficolta’ riteniamo opportuno e doveroso destinare ai territori colpiti, come gia’ richiesto da alcuni nostri colleghi di gruppo, tutte le risorse gia’ programmate per la parata e le altre celebrazioni collegate al 2 giugno”, hanno spiegato.
Francesco Storace e’ sulla stessa linea. “Credo che di fronte alla portata delle immagini relative al terremoto abbia ragione chi sostiene di celebrare sobriamente l’anniversario del 2 giugno”, ha detto. Un no all’annullamento e’ arrivato invece dal Pdl. “Non e’ con la sospensione della parata del 2 giugno che si aiuta l’Emilia devastata e ferita a morte dal sisma”, ha commentato Osvaldo Napoli. E favorevole a mantenere le iniziative e’ anche Fli.
“Mi piacerebbe che la parata del 2 giugno fosse aperta dai sindaci delle zone terremotate come segno tangibile di solidarieta’ e unita’ nazionale nel momento dell’emergenza”, ha detto Gianfranco Paglia.