martedì 29 maggio 2012

Di Gennaro Ricordi??Come ha fatto il governo a nominarti ancora??Cassazione, alla Diaz violenza inusitata


Cassazione, alla Diaz violenza inusitata

28 maggio, 20:17
Cassazione, alla Diaz violenza inusitata
l blitz delle forze dell'ordine alla scuola Diaz di Genova, la sera del 21 del 2001, al G8 durante il quale perse la vita il giovane manifestante Carlo Giuliani, fu "eseguito con inusitata violenza dai 300 agenti operanti, pur in assenza di reali gesti di resistenza" da parte dei 93 no-global arrestati e portati nella caserma Bolzaneto dove "subiscono altri atti di prevaricazione", anche dalla polizia penitenziaria.
Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni del proscioglimento dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, ora sottosegretario con delega all'Intelligence, che la corte d'Appello - il 17 giugno 2010 - aveva condannato a un anno e quattro mesi di reclusione per aver istigato alla falsa testimonianza l'ex questore Francesco Colucci, insieme all'ex capo della Digos Spartaco Mortola, condannato a un anno e due mesi e anche lui assolto. Il fascicolo di De Gennaro e Mortola, che hanno scelto il rito abbreviato, è il primo capitolo del G8 ad approdare alla Suprema Corte - anche se nato per ultimo - ed, essendo corredato dalle due sentenze di merito già emesse nei confronti dei 25 agenti e dirigenti della polizia colpevoli del pestaggio alla Diaz, la Cassazione ne ha potuto prendere visione e maturare un giudizio "sul piano della ricostruzione storica degli eventi".
Questo in attesa che il processo principale del G8, quello sulla "macelleria messicana" avvenuta alla Diaz, si celebri il prossimo 11 giugno, quando è fissata la prima udienza innanzi alla Quinta sezione penale del 'Palazzaccio'. Intanto, comunque, i supremi giudici - nella sentenza 20656 - affermano che "le indagini di polizia giudiziaria, rapidamente promosse dalla Procura di Genova, consentono, alla luce delle concordi dichiarazioni dei manifestanti, delle testimonianze assunte e di molti reperti video-fotografici e documentari, di chiarire subito i profili di abusività e ingiustificata durezza dell'azione portata a compimento nella scuola".
La Cassazione ricorda subito che il presupposto del blitz si basa sulla "accertata falsità del ritrovamento di due bottiglie molotov" nella Diaz, mendacio "asseverato nella maggior parte dei verbali di arresto" dei 93 no-global. In pratica, la storia delle molotov è servita alla polizia solo per legittimare "falsamente 'a posteriori' l'arresto in flagranza" degli ospiti della Diaz. Venendo a De Gennaro, la Suprema Corte rileva che il verdetto di appello è "caratterizzato da elementi il più delle volte soltanto congetturali se non apodittici", di cui sono traccia i frequenti "non può non ritenersi" o frasi come "un astratto contributo". Tutto il processo si riduce ad una circostanza - riassume la Cassazione - se sia stato lui a mandare Roberto Sgalla, allora capo delle relazioni esterne della polizia, alla Diaz, la sera dell'irruzione, o se Sgalla abbia ricevuto la chiamata da Colucci.
I supremi giudici osservano che dagli atti emerge che Colucci - il quale inizialmente disse che fu De Gennaro ad esortarlo a chiamare Sgalla e poi ritrattò la deposizione, dopo abboccamenti con lo stesso De Gennaro e Mortola - fece una prima chiamata a Sgalla e dopo a De Gennaro, il che farebbe presumere che fu l'ex questore a dire all'addetto stampa di andare alla Diaz, tanto più che il Capo della Polizia "ben più agevolmente e con l'autorevolezza del suo ruolo avrebbe potuto mettersi in contatto con Sgalla senza l'intermediazione del questore".
Nessuno, però, sottolinea l'alta Corte si è preso la briga, durante il processo, di chiedere a Sgalla da chi avesse ricevuto l'ordine: si tratta però di una faccenda "destituita di ogni profilo di seria pertinenza". De Gennaro era al corrente del blitz, tanto che autorizzò l'uso anche di contingenti dei carabinieri, ricorda la Cassazione, ma non diede ordini sulle modalità dell'irruzione - non c'é nessuna prova - anzi raccomandò prudenza. Per Colucci il processo è in corso e deve spiegare perché cambiò versione sulla catena di comando la sera del blitz nel quale 93 uomini e donne inermi, giornalisti compresi, furono massacrati di botte e sbattuti in carcere.

Pdl fa quadrato, mozione sfiducia in Aula forse il 5


Pdl fa quadrato, mozione sfiducia in Aula forse il 5

Il partito lo difende ma c'è chi lo dà per politicamente finito
Mentre l'opposizione è in attesa che l'ufficio di presidenza della Regione Lombardia fissi mercoledì prossimo la data (sarà probabilmente il 5 o il 12 giugno ndr) per la discussione della mozione di sfiducia nei confronti di Roberto Formigoni presentata pochi giorni fa da Pd, Sel e Idv, il Pdl fa quadrato attorno al presidente della Regione dopo le ultime rilevazioni, respinte con sdegno dallo stesso Formigoni, dal faccendiere Pierangelo Daccò davanti all'autorità giudiziaria, secondo cui al governatore avrebbe pagato cene e vacanze in cambio di "vantaggi" ed "entrature"
Pubblicamente, il Pdl difende presidente. Oggi il tavolo regionale del partito lombardo ha approvato un documento in cui ha espresso la "massima fiducia e sostegno all'azione del presidente Formigoni e della Giunta Regionale lombarda". Una presa di posizione netta: "l'attacco contro Formigoni è tanto strumentale quanto feroce e infondato". Ma lontano dai microfoni molti ammettono che si tratta di una sorta di una difesa d'ufficio: all'indomani della sconfitta elettorale una caduta di Formigoni sarebbe quanto mai inopportuna. Ma politicamente, osserva chi nel Pdl non è di stretta osservanza ciellina, il "celeste" appare "al tramonto". E se non ora, "magari fra tre mesi", potrebbe essere lasciato solo. A difenderlo senza indugi rimane, in particolare, chi tra i più fedeli amici e collaboratori ha il proprio destino strettamente collegato con quello del governatore.
Anche Raffaele Cattaneo, l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità si è schierato con Formigoni, osservando che non è indagato: "Il presidente Formigoni che conosco io non è quello che leggo in questi giorni sui giornali. Da 17 anni lo frequento quotidianamente e lo conosco da 25 come persona". Per Cattaneo "Formigoni che lavora dalla mattina presto alla sera tardi, incalza costantemente i suoi collaboratori perché le cose vengano fatte bene e ancora meglio e che ha prodotto risultati che sono sotto gli occhi di tutti". E ancora: "Capisco che ci possa essere un profilo di opportunità su dove è andato in vacanza, ma confondere questo per dire che la Lombardia è al capolinea è veramente inaccettbile", ha aggiunto Cattaneo.
Formigoni, che oggi non ha avuto appuntamenti pubblici, ha ridabito la sua posizione a due giornalisti che lo hanno intercettato all'uscita di una riunione dei vertici lombardi del Pdl in viale Monza: "Mentite voi - ha detto rivolto ai cronisti del Fatto quotidiano e di Repubblica tv - Prendete delle cose che sono false e le vendete ai vostri lettori come se fossero vere. Ho spiegato con assoluta chiarezza, dite la verità una volta o l'altra". Una conferma implicita della suo punto di vista espresso ieri in una lettera aperta, che ha definito l'ultima replica "agli infiniti nuovi particolari verosimili, inverosimili o di fantasia di atti coperti da segreto istruttorio e riguardanti interrogatori di persone detenute".


San Carlo, il paese destinato a sprofondare dopo il sisma


San Carlo, il paese destinato a sprofondare dopo il sisma 

La piccola frazione di San Carlo, nel comune ferrarese di Sant'Agostino è tra le più colpite dal sisma del 20 maggio. Ma il paese è anche vittima di un fenomeno geologico inarrestabile: sta sprofondando nel sottosuolo


San Carlo è una piccola frazione nel Comune di Sant'Agostino, in provincia di Ferrara, uno dei più colpiti dal sisma del 20 maggio. Oltre agli inevitabili crolli tuttavia, a San Carlo sta avvenendo un fenomeno geologico tanto inquietante quanto inarrestabile: trovandosi proprio in corrispondenza di una faglia, l'energia scaturita dal terremoto ha spezzato in due una strada del centro della cittadina, dove sono emersi cumuli di sabbia e limo come per effetto di un geyser.
Questo fenomeno è detto liquefazione della sabbie e può occorrere in presenza di suoli molto sabbiosi: quando un sisma rompe la falda acquifera, il terreno si riempie d'acqua e si disperde dove trova spazio, lasciando un vuoto che fa cedere il suolo.
È quello che sta succedendo a San Carlo e, come scrive Elvira Serra per il Corriere della Sera, per i 1.800 abitanti si tratta di un vero dramma:
"San Carlo è una frazione fantasma. Le persone evacuate 250. «Ma in tanti se ne sono andati da parenti o amici e quelli non riusciamo a censirli», spiega il vicesindaco di Sant'Agostino Roberto Lodi, che ci accompagna con due pompieri dentro l'area transennata. Niente gas, restano solo luce e acqua. Il gruppo Hera, che gestisce il servizio, non ha mai dichiarato la non potabilità. Ma neppure gli amministratori si azzardano a berla senza prima averla fatta bollire. E anzi questo ha causato una segnalazione ai carabinieri per procurato allarme da parte di Lorenzo Baruffaldi, che ora si sfoga: «Se l'assessore non la beve perché dovremmo farlo noi? E se ci viene il tifo?»".