mercoledì 4 luglio 2012

Il ritorno del River Plate


Il ritorno del River Plate

3 luglio 2012
Christian Elia
Le storie come questa, di solito, finiscono male. Sono così belle, che se diventano anche vere, nobilitate magari dal lieto fine, rischiano di apparire artefatte.
David Trezeguet ha voluto scriverne una, rischiando, quando ha accettato l’offerta del River Plate di andare a giocare nella seconda divisione argentina. Ma dove si incrociano la strada di un grande centravanti, uno dei protagonisti della grande Francia campione del mondo nel 1998 e d’Europa nel 2000, giocatore capace di vincere tutto in patria con il Monaco e in Italia con la Juventus, segnando valanghe di reti, e quella di uno dei club storici d’Argentina?
La storia del River inizia nel 1901, agli albori della leggenda del calcio. I legni britannici all’ancora della Darsena di Buenos Aires sono portatori di uomini e merci, usi e costumi. Tra questi, come accadeva dall’altra parte del’oceano in Italia, a Genova, anche del football. I marinai scendevano a terra e tra una bevuta e un giro al bordello, si sfidavano al gioco del calcio sui moli di tutto il mondo. Uno dei fondatori del club, racconta la leggenda, tale Martínez, guardava rapito quel gioco affascinante. Una catasta di casse rapì la sua attenzione: c’era scritto The River Plate (dizione inglese di Rio de la Plata). Ecco il nome. Il quartiere era quello della Boca, a forte presenza di immigrati italiani. Nel 1905, sugli stessi moli, nacque il Boca Juniors, mentre il River quasi subito traslocò nel quartiere Nunez, zona residenziale nella Buenos Aires settentrionale.
Il River Plate, da quel 1901, ne ha fatta di strada. Sono 33 i titoli argentini vinti, due le Coppa Libertadores (la Champions latinoamericana), una Coppa Intercontinentale strappata alla Steaua Bucarest. Una bacheca scintillante, con un ospite inatteso: un campionato Primera B Nacional, l’equivalente argentino della nostra serie B. Proprio così, un titolo vinto a giugno 2012, dopo la prima retrocessione della storia del club, avvenuta l’anno scorso accompagnata da un vero e proprio dramma collettivo. I tifosi vivono un anno da incubo, che va dal 26 giugno 2011, giorno del drammatico spareggio con il Belgrano, terminato 1-1 dopo la sconfitta per 2-0 nella gara d’andata che sancisce la prima retrocessione dei los millionarios (nomignolo del River), al 23 giugno 2012, quando il River torna nell’Olimpo del calcio argentino battendo per 2-0 l’Almirante Brown. Ed è Trezeguet a firmare una doppietta, sancendo un finale struggente come un tango di Gardel.
David Trezeguet non passava al Monumental, mitico stadio del River, per caso. Trezegoal, come lo chiamano tutti, è nato a Rouen, nella Francia profonda, ma la sua famiglia deve andare lontano per essere felice. Partire, emigrare. Ancora moli e bastimenti, come cento anni prima, uomini e merci che costruiscono ponti tra le due sponde dell’oceano. Jorge Trezeguet, suo padre, lavora duro, s’innamora della bella Beatriz, argentina, la sposa. Tornano in Francia per la nascita di David, nel 1977, ma è in Argentina che tornano, in Argentina che David diventa uomo e calciatore. La prima squadra a credere in lui è il Platense, squadra dove esordisce a soli sedici anni.
Il Monaco non si lascia sfuggire quel ragazzo talentuoso, che si muove in area di rigore come un predatore famelico. Segna di testa, di destro, di sinistro. Una carriera luminosa, una bacheca da far invidia. Poi l’inevitabile viale del tramonto. La Juventus, che pure ha seguito nell’unico anno di serie B della storia della Vecchia Signora, pur grata, lo scarica. Trezegoal si diverte un anno in Spagna, ma chi pensava a una pensione dorata si sbaglia, perché lui segna ancora a raffica. Molti club europei, alcuni dei quali fanno la Champions, provano a prenderlo. Lui dice no grazie. Come anni prima, seguendo la Juve in B, David preferisce una sfida differente. Torna dove tutto è iniziato, per saldare il conto.
Riporta a suon di goal il River nel posto che gli spetta, regala al mondo intero il brivido di vivere di nuovo un superclasico, come viene chiamata l’infinita sfida tra River e Boca Juniors, che quest’anno ha lasciato a bocca asciutta milioni di telespettatori in tutto il mondo. Nel Paese che ha dato casa e lavoro a suo padre, nella terra di sua madre, è voluto tornare per regalare un sorriso. Il suo modo di ringraziare: una valanga di reti. Oggi, come allora, tra bastimenti e moli, due continenti si scambiamo uomini e merci, ma soprattutto storie.

Acta, il Parlamento europeo respinge l’accordo


Acta, il Parlamento europeo respinge l’accordo

4 luglio 2012
La libertà degli utenti internet è – per il momento – salva. Il Parlamento europeo, chiamato oggi a pronunciarsi sull’Acta, ha infatti respinto il trattato anti-contraffazione a larga maggioranza.
Michael Cramer, eurodeputato dei Verdi FREDERICK FLORIN/AFP/GettyImages
E’ la prima volta che il Parlamento esercita le sue nuove competenze in materia di trattati commerciali internazionali: 478 deputati hanno votato contro l’Acta, 39 a favore e 165 si sono astenuti.
”Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere Acta”, ha affermato il relatore David Martin (gruppo parlamentare S&D) dopo il voto. “Tuttavia – ha aggiunto il relatore – l’Unione Europea deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale. Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale”, ha infine concluso Martin.
La finalità del trattato era quella di rendere uniformi le leggi internazionali che regolano la proprietà intellettuale, così da poter disporre di strumenti più incisivi per contrastare la pirateria e la contraffazione on-line. Se l’Acta fosse stato approvato, ci sarebbe stata una pericolosa ingerenza non solo delle multinazionali titolari dei diritti d’autore, che avrebbero potuto agire in proprio, senza l’intervento dell’autorità giudiziaria, ma anche delle autorità nazionali di controllo sulle telecomunicazioni (in Italia è l’Agcom), con responsabilità anche di tipo penale per gli internet provider, che sarebbero così stati ritenuti corresponsabili delle attività degli utenti e di conseguenza avrebbero aumentato il controllo della rete e la censura dei contenuti pubblicati on-line.
Durante la discussione sull’Acta, il Parlamento Europeo era stato sottoposto a forti pressioni da parte di migliaia di cittadini europei che chiedevano la bocciatura le testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. Il Parlamento ha anche ricevuto una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo, che si opponevano alla ratifica dell’accordo internazionale, negoziato in segreto tra gli Stati della Ue, Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e Svizzera. Con il voto odierno, né l’Unione Europea, né i suoi Stati membri, potranno far parte dell’accordo.

Che cos'e' la 'particella di Dio'


Che cos'e' la 'particella di Dio'

Il bosone di Higgs, grazie al quale ogni cosa ha una massa

04 luglio, 11:05
Una delle apparecchiature utilizzate dal Cern di Ginevra per gli esperimentiUna delle apparecchiature utilizzate dal Cern di Ginevra per gli esperimenti
E' chiamata 'particella di Dio' perché grazie ad essa ogni cosa ha una massa e la materia esiste così come la conosciamo. I fisici preferiscono chiamarlo bosone di Higgs, dal nome del britannico Peter Higgs, che nel 1964 ne aveva previsto l'esistenza.
   Una particella come questa è necessaria: è l'ultimo mattone del quale la fisica contemporanea ha bisogno per completare la principale delle sue teorie, chiamata Modello Standard. Questo é una sorta di "catalogo della materia" che prevede l'esistenza di tutti gli ingredienti fondamentali dell'universo così come lo conosciamo. Comprende 12 particelle elementari organizzate in due famiglie: i quark e i leptoni, che sono i veri e propri mattoni della materia (presenti nell'infinitamente grande, come nelle galassie, negli stessi esseri umani come nel mondo microscopico). Comprende inoltre una famiglia di altre 12 particelle, che sono i messaggeri delle tre forze della natura che agiscono nell'infinitamente piccolo (chiamate forza forte, elettromagnetica e debole).
   Di queste particelle-messaggero fanno parte i componenti elementari della luce chiamati fotoni, e i gluoni, che sono la colla che unisce fra loro i mattoni della materia, come i quark nel nucleo dell'atomo. Tutti questi componenti della materia sarebbero inanimati senza una massa: è il bosone di Higgs che li costringe a interagire tra loro e ad aggregarsi. Per questo in una delle descrizioni più celebri paragona il bosone di Higgs ad un personaggio famoso che entra in una sala piena di persone, attirando intorno a sé gran parte dei presenti. Mentre il personaggio si muove, attrae le persone a lui più vicine mentre quelle che lascia alle sue spalle tornano nella loro posizione originale e questo affollamento aumenta la resistenza al movimento. Vale a dire che il personaggio acquisisce massa, proprio come fanno le particella che attraversano il campo di Higgs: le particelle interagiscono fra loro, vengono rallentate dall'attrito, non viaggiano più alla velocità della luce e acquisiscono una massa.

Bosone di Higgs esiste scoperta particella Dio


Bosone di Higgs esiste scoperta particella Dio

L'annuncio al Cern di Ginevra, in lacrime il fisico che aveva previsto l'esistenza 48 anni fa)

Il fisico Peter HiggsIl fisico Peter Higgs

GINEVRA  - 'Fuga di video' al Cern per un guasto tecnico: a poche ore dall'annuncio piu' atteso della fisica contemporanea, quello relativo alla cosiddetta 'particella di Dio', ossia il bosone di Higgs grazie al quale esiste la massa. Nel video, della durata di sei minuti, il responsabile di uno dei due esperimenti, l'americano Joseph Incandela, presenta i risultati sul bosone di Higgs. Il video, girato alcuni giorni fa, era stato archiviato su una rete interna al Cern e con accesso ristretto. E' accaduto che qualcuno ha modificato il titolo, senza sapere che questa operazione avrebbe reso il video pubblicamente accessibile. Il problema e' stato risolto rapidamente, ma nel frattempo il video era stato scaricato da un quotidiano britannico, che lo aveva pubblicato sul suo sito.

"Nei nostri dati osserviamo chiaramente i segni di una nuova particella": dopo tanta prudenza, fughe di notizie e il video finito online per errore, i ricercatori parlano finalmente della particella che stanno inseguendo da decenni e che sono riusciti a catturare. Ricercatori di tutto il mondo erano in coda già dalle prime ore della mattinata, con un anticipo di tre ore, per assicurarsi un posto nel seminario affollatissimo. Prima dell'inizio dei lavori un enorme applauso ha accolto l'ingresso del fisico teorico Peter Higgs, che nel 1964 aveva previsto l'esistenza del bosone che dà la massa ad ogni cosa. Higgs non è solo: con lui ci sono gli altri teorici che in modo indipendente avevano previsto l'esistenza della stessa particella: Francois Englert, Gerald Guralnik, C. R. Hagen, Tom Kibble. Manca all'appello solo Robert Brout, morto poco più di un anno fa Il seminario del Cern viene trasmesso in diretta in diversi centri di ricerca in tutto il mondo, primo fra tutti il convegno internazionale di fisica delle particelle in corso a Melbourne. In Italia il collegamento principale è con la sede centrale dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) a Roma. L'Infn riveste infatti un ruolo di primo piano nella partecipazione al Cern, con almeno 600 ricercatori, e nelle ricerche sul bosone di Higgs. "Le incredibili prestazioni di Lhc e di Atlas e gli enormi sforzi di un grandissimo numero di persone ci hanno portato a questo risultato entusiasmante", ha detto Fabiola Gianotti, presentando i dati. Anche per Joseph Incandela i dati indicano che "c'é una nuova particella. Sappiamo che deve essere un bosone e che si tratta del bosone più pesante mai trovato". Entrambi gli esperimenti sono stati condotti nel più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) ed il margine di errore raggiunto in entrambi gli esperimenti è pari a 5 deviazioni standard, vale a dire che la probabilità che ci sia un errore sono praticamente uguali a zero.
Mentre l'italiana Fabiola Gianotti, responsabile dell'esperimento Atlas, finiva di presentare i dati, il 'papa'' della particella di Dio, il fisico Peter Higgs, non è riuscito a trattenere le lacrime.Piangeva . Un applauso interminabile ha travolto la sala quando i la presentazione era terminata e i dati erano ormai sotto gli occhi di tutti: grida, applausi, tantissima emozione nei visi di tutti: un entusiasmo incredibile al quale faceva eco quello dei fisici in collegamento da Melbourne.
Poi il direttore generale del Cern, Rolf Heuer, ha invitato tutti a rivolgere gli applausi a Peter Higgs e gli altri quattro papà della particella presenti: Francois Englert, Gerald Guralnik, C. R. Hagen, Tom Kibble. Manca Robert Brout, morto poco più di un anno fa. "E' davvero incredibile - ha detto Higgs - che tutto questo sia successo mentre sono ancora in vita"
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Caro Marchionne,ricorda ai rampolii Agnelli ,che lo stato Italiano salvo' dal fallimento la fiat diverse volte..adesso vorrebbe passare all'incasso!!


Deve tagliare anche Marchionne: "In Italia una fabbrica di troppo"

"Se le attuali capacità di assorbimento in Europa resteranno uguali nei prossimi 24-36 mesi, c'e uno stabilimento di troppo in Italia. Se riusciamo a indirizzare la capacità produttiva verso l'America, questo problema scompare: ma abbiamo bisogno di tranquillità per produrre in Italia". Così l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, a margine della presentazione, a Torino, della 500L. Le parole di Marchionne arrivano due giorni dopo quelle dell'ad di Iveco, del gruppo Fiat, Alfredo Altavilla, che ha annunciato la chiusura di 5 stabilimenti in Europa (1.075 lavoratori resteranno a casa). Fiat è in crisi, come testimoniano i dati del mercato automobilistico (a giugno le immatricolazioni del gruppo sono crollate del 23,3%), e la possibilità di chiudere uno stabilimento in Italia nel breve periodo pare più che concreta.
L'accordo con Sberbank - Dopo la bordata, Marchionne ha cercato di dare alcune rassicurazioni: "Continueremo a confermare gli investimenti in Italia a seconda dell'andamento del mercato, che non è mai stato così basso. Se avremo qualche cosa da dire su Mirafiori la diremo, per ora continuiamo a confermare". Poi il manager italocanadese, rispondendo a chi gli chiedeva dell'accordo con Sberbank, ha risposto: "Ci stiamo lavorando: speriamo di formalizzare l'accordo entro fine anno. È un problema tecnico - ha aggiunto - più che di sostanza".
La sentenza su Pomigliano - Infine l'ad ha annunciato che Fiat, il prossimo mercoledì, depositerà il ricorso contro la sentenza del tribunale di Roma che ha condannato il Lingotto ad assumere 145 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano iscritti alla Fiom. "Non c'è stata discriminazione, nel 2010 sono stati assunti 20 dipendenti che erano iscritti alla Fiom", ha spiegato Marchionne. A chi gli domandava con quale criterio sono stati assunti gli attuali addetti, Marchionne ha aggiunto: "Abbiamo assunto i migliori per il lavoro che dovevano fare", e ha ribadito che "se saremo costretti ad assumere le 145 persone (come disposto dal tribunale di Roma, ndr) altre 145 persone saranno costrette a uscire dal sistema".

Meno male..Bollette ferme fino al 2013 La sconfitta di Passera


Bollette ferme fino al 2013 La sconfitta di Passera

Nella bozza della spending review spunta il blocco delle tariffe fino al 31 dicembre 2012. La misura scatta dalla entrata in vigore del decreto (approvato oggi, martedì 3 luglio alla Camera, con 387 sì, 20 no e 47 astenuti: ora la palla torna al Senato, che ha tempo fino al 7 luglio per la conversione finale), nel quale si legge che "è sospesa l'efficacia delle norme statali che obbligano o autorizzano organi dello Stato o autorità ad emanare atti aventi ad oggetto l'adeguamento di diritti, contributi o tariffe a carico di persone fisiche o persone giuridiche in relazione al tasso di inflazione, ovvero ad altri meccanismi automatici". L'indiscrezione relativa al blocco delle tariffe aveva cominciato a circolare da giorni ed era stata rilanciata in mattinata dal quotidiano La Repubblica, ma era stata smentita dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, che aveva dichiarato: "Non credo che la misura sia possibile, comunque si vedrà". Poi il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, che si era trincerato dietro un no comment: "Non posso parlarne oggi, non faccio alcun commento", aveva detto ai cronisti a margine di un'audizione alla Camera.
Perde Corrado Passera - Ma alla fine il blocco delle tariffe di luce, acqua, gas e trasporti c'è. Il provvedimento mira a contenere gli oneri finanziari a carico di cittadini e imprese, neutralizzando gli effetti dell'inflazione. Ma per le imprese coinvolte, ossia per chi fornisce i servizi (Enel, Acea, A2, Eni, Autostrade, ecc), il provvedimento è una mazzata. Infatti, secondo indiscrezioni di stampa, ai vertici dell'esecutivo si è consumato uno scontro tra il premier, Mario Monti, e il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che sostiene che il blocco delle tariffe comporterà sicuri effetti negativi per i titoli delle società quotate in Borsa (che avevano già virato verso il basso dopo le prime indiscrezioni). 

Femmicidi: che altro deve succedere?


Femmicidi: che altro deve succedere?














  • Scorrendo “La clausola dell’Europea più favorita”, il progetto dell’associazione francese Choisir la cause des femmes che ha svolto un lavoro certosino dal 2008 sulle leggi più progressiste già esistenti in Europa per raccoglierle in un gruppo di norme giuridiche che regolamentino i diritti specifici delle donne su maternità, vita professionale e familiare, lotta contro la violenza e la parità politica – “Clausola” presentata anche a tutte le istanze europee e approvata dal parlamento francese – mi accorgo senza sorpresa che l’Italia non c’è. Insomma mi rendo conto che esistono, ed esistevano, buone leggi sulla tutela e la lotta alla discriminazione e alla violenza in diversi paese europei, mentre altri, come il nostro, non vengono neanche nominati. Perché? Perché in Italia ormai siamo a due femmicidi al giorno, una escalation che pesa sul governo e soprattutto sulle ministre di pari opportunità (Elsa Fornero con delega), interni e giustizia come fossero macigni: come si fa a rimanere inermi davanti a questo massacro quando in mano avresti non solo le armi per combatterlo il massacro ma anche quella cosa in più che noi tutte in Italia cercavamo? Ovvero tre donne a tre posti strategici a livello istituzionale? L’allarme continuo e fortissimo di questi mesi è stato come il grido disperato che chiama un sordo. Che altro deve succedere? Ieri Giancarlo Giannini, operaio 35enne, ha ucciso nel napoletano la moglie Alessandra Sorrentino, casalinga di 26 anni, a forbiciate in casa mentre i due bambini dormivano; e a San Donato Milanese Francesco Di Graci, 34 anni, ha ucciso a coltellate l’ex compagna, 26 anni, che pur di sottrarsi alla furia si è buttata dal balcone mentre l’uomo appiccava il fuoco alla casa in cui è stato ritrovato carbonizzato. I giornali hanno scritto che in entrambi i casi il movente era “la gelosia di lui nei confronti di lei”, parlando ancora una volta di “raptus” e “delitto passionale”, e cercando di inquadrare questi delitti in un quadro con moventi che non sono tali e descrivendo le vittime e gli ambienti in cui si consumano femmicidi come se fossero tante puntate della stessa fiction: un film che purtroppo sparge sangue vero. Il fatto che il governo, e soprattutto nessuna di queste tre ministre, abbia preso posizione rispetto a questa mattanza riconoscendo pubblicamente la natura di genere di questi delitti, non fa che sostenere quella cultura in cui il femminicidio prolifera, e che è la stessa che ha permesso di far decadere l’accusa di tentato omicidio e di far rimanere ai domiciliari – “pur restando una certa pericolosità del soggetto” e grazie al rigetto della Corte di Cassazione – Francesco Tuccia  che ha lasciato in un lago di sangue davanti alla discoteca di Pizzoli la ragazza trasportata in ospedale e operata d’urgenza per le gravi lesioni subite durante lo stupro. Quindi ripeto: che altro deve succedere?

    Ecco, per curiosità, le 14 leggi de “La clausola dell’Europea più favorita”
    - educazione sessuale: Danimarca per l’educazione alla sessualità fin dalla scuola elementare per i centri di pianificazione familiare incaricati anche di un sito internet che fornisca informazioni didattiche al personale incaricato;
    - contraccezione: Paesi Bassi per l’accesso diretto, libero e gratuito alla contraccezione, lo stato assicura l’informazione, la disponibilità e la gratuità per le donne adulte e le minorenni;
    - aborto: Svezia per il rispetto dell’autodeterminazione della donna nel disporre del proprio corpo., il limite legale è di 18 settimane (è richiesto un limite minimo di 12), e la pillola abortiva è autorizzata e rimborsata;
    - matrimonio: Austria per la preminenza data al matrimonio civile (aggiungendo la legge spagnola per il matrimonio omosessuale);
    - divorzio: Spagna con ottenimento del divorzio non subordinato ad una causa o ad un periodo di riflessione; obbligo degli alimenti;
    - contratti d’unione civile: Belgio con contratti aperti agli etero e agli omosessuali e garanti di elevati diritti;
    - congedi parentali: Svezia per l’alto livello di remunerazione, la parte di congedi riservata ai padri, se non utilizzata si perde.
    - autorità parentale: Estonia che stabilisce l’autorità a partire dal vincolo di filiazione (a meno che sia dannoso per la bimba/o), ed esercizio congiunto in caso di separazione; attribuzione giuridica dell’autorità a uno dei genitori e al suo congiunto o concubino qualunque sia il suo orientamento sessuale (Belgio);
    - violenza coniugale: Spagna con legge integrale contro la violenza di genere, lotta contro gli stereotipi a scuola; misure di protezione d’urgenza e centri di accoglienza per le vittime; formazione degli interlocutori dei servizi pubblici; tribunali specializzati;
    - stupro: Francia con definizione della violenza come crimine; processo a porte chiuse su richiesta della vittima; possibilità per le associazioni di costituirsi parte civile; in aggiunta l’approccio pluridisciplinare della legge spagnola;
    - prostituzione: Svezia per l’abolizione di fatto della prostituzione; la penalizzazione del cliente; l’impunità accordata alle prostitute; creazione di centri di accoglienza con attenzione particolare alle vittime della tratta; per le campagne di informazione effettuate dai media in relazione a vari ministeri (Salute, Interni etc.);
    -molestia: Lituania per le disposizioni presenti sia nel codice del lavoro che nella legge sulla parità tra uomo e donna.
    - lavoro: Francia per il codice del lavoro che riprende le maggiori conquiste sociali e per il suo regime pensionistico fondato sulla logica della solidarietà;
    - politica: Belgio per l’iscrizione della parità nella costituzione, comprendendo quella nel Consiglio dei Ministri e nei governi delle regioni e comuni; per il dispositivo che impone la parità assoluta e delle quote in tutte le elezioni e l’irricevibilità delle liste non conformi alla legge.

Tagli a sanità e province, ecco la spending review


Tagli a sanità e province, ecco la spending review

La scure colpisce soprattutto la pubblica amministrazione, con blocco di stipendi e assunzioni, ma anche la sanità e il congelamento di Iva e tariffe sono messe sul banco: ecco i principali provvedimenti della bozza di dl osteggiata dai sindacati

Tagli a sanità e province, ecco la spending review
Mario Monti la definisce "un'operazione strutturale" che scandirà il passo del risparmio italiano nei prossimi anni: il decreto legge sulla spending review appena approvato dalla Camera aspetta ora il via libera del Senato per procedere. "Per evitare che in ottobre ci sia l'aumento dell'Iva occorrono 4,2 miliardi. Si sono poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati, meglio qualificati come salvaguardati, e il terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, rendendo la cifra di 4,2 miliardi molto più alta", ha detto il  premier.
Il settore più colpito è la pubblica amministrazione, dove è previsto il taglio del 20% dei dirigenti e del 10% dei dipendenti, il blocco degli stipendi per il biennio 2013-2014, la sospensione dei concorsi per l'accesso alla prima fascia dirigenziale, la riduzione dei permessi sindacali del 10% e del 20% delle "facoltà assunzionali"nel triennio 2012-2014 (fetta che arriverà al 50% nel 2015 e al 100% a decorrere dal 2016). Anche il mondo accademico dovrà tirare la cinghia: dal 2013 il fondo per il finanziamento ordinario delle università sarà ridotto di 200 milioni, mentre le risorse dovute dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario sono ridotte di 700 milioni per il 2012 e di 1.000 milioni a decorrere dal 2013. I tagli nel settore riguardano anche beni e servizi: La Presidenza del Consiglio dei Ministri mira a risparmiare "5 milioni di euro per l'anno 2012 e 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013", mentre sempre dal 2013 la spesa per le auto blu non dovrà superare il 50% di quanto speso nel 2011.
L'articolo 1 della bozza del dl spending review annuncia l'intenzione di ridurre le Province: entro 20 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto "il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno, di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze e della pubblica amministrazione, delibera un'ipotesi di riordino delle Province". La redistribuzione degli obiettivi del patto di stabilità interno tra gli enti territoriali interessati "è operata a invarianza del contributo complessivo".
La sanità è un altro tema caldo del decreto: il fondo sanitario nazionale viene ridotto di tre miliardi in due anni, con tagli (secondo l’ultima bozza circolata del 3,7%) agli acquisti di Asl e ospedali nonché ai posti letto, in favore di un "ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all'assistenza in regime ambulatoriale, favorendo l'assistenza residenziale e domiciliare". Ulteriori risorse arriveranno dallo sconto obbligatorio che applicano allo Stato industrie e farmacie per i medicinali a carico del Servizio sanitario: quello dell’industria passerebbe dall’1,83% al 6,4%, mentre quello dei farmacisti andrebbe dall’attuale 1,82% al 3,65%.
Il decreto mira a salvare ulteriori 55.000 lavoratori esodati rispetto ai 65 mila già interessati da provvedimenti. Tra i blocchi ci sarà la sospensione per l'anno 2012 dell'incremento dell'Iva e riduzione dell'incremento dell'Iva a decorrere dall'anno 2013, mentre le tariffeverranno bloccate fino al 31 dicembre 2013. Infine il blocco riguarda anche gli adeguamenti Istat relativi ai canoni dovuti dalle Amministrazioni per l'utilizzo di immobili in locazione passiva.