giovedì 22 novembre 2012

Primarie: Renzi, ce la giocheremo sul filo dei voti


Primarie: Renzi, ce la giocheremo sul filo dei voti




Bologna, 22 nov. - (Adnkronos) - "Credo che ce la giocheremo sul filo dei voti e la mia sensazione e' che domenica sera ci saranno le condizioni per essere molto felici". Il sindaco di Firenze e candidato alle primarie dle centrosinistra Matteo Renzi si mostra ottimista circa l'esito delle primarie che si terranno domenica prossima. A margine dell'incontro con i suoi sostenitori a Bologna Renzi precisa che "abbiamo in mano dati assolutamente diversi da quelli che propongono i media e le tv".

Deriso perché gay, 15enne si toglie la vita


Deriso perché gay, 15enne si toglie la vita La procura di Roma apre un fascicolo


Roma, 22 nov. (Adnkronos) - La procura di Roma ha aperto un fascicolo atti relativi, dunque senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda del ragazzino di 15 anni suicidatosi dopo essere stato deriso perché gay. E' stato incaricato di seguire il caso il procuratore aggiunto Filippo Laviani. Non si esclude che nel corso delle indagini possa essere ipotizzato il reato di istigazione al suicidio.
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, lancia un appello al ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo ''perché indica una giornata di lutto nelle scuole con un minuto di silenzio''. ''Il suicidio del giovanissimo ragazzo romano merita la partecipazione di tutto il mondo della scuola", sottolinea.
"Questo - aggiunge - potrebbe essere un modo per tutti, soprattutto per gli studenti, di partecipare ad una tragedia umana che lascia un aspetto da chiarire: il ragazzo suicida era gay e non è escluso che sia stato vittima di azioni di discriminazione e di omofobia".
Imma Battaglia, presidente Dì Gay Project, commentando il suicidio dello studente romano, sottolinea: "Come associazioni Lgbt dobbiamo ricordarci quanto sia importante restare uniti e non smettere di lottare contro ogni forma di discriminazione". "Aderiremo alla fiaccolata di stasera, organizzata dalle associazioni per non dimenticare", annuncia poi.
Su Facebook il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, scrive: ''Lo chiamavano 'il ragazzo dai pantaloni rosa'. Su Facebook c'era una pagina in cui veniva preso in giro dai suoi compagni di scuola. Aveva 15 anni e ieri si è tolto la vita. E' una storia terribile, ma dobbiamo raccontarla perché tutti si rendano conto di quanto fa male l'omofobia, delle conseguenze terribili che offese e battute possono avere sulla vita delle persone. C'è chi vuole imporre le proprie paure e le proprie ossessioni. Noi dobbiamo continuare a lottare contro l'ignoranza e il pregiudizio, perché tutti siano liberi e felici di essere se stessi''.


Milano, due omicidi studiati Tecniche e modalità di esecuzione. I delitti di via Mosè Bianchi e piazzale Lagosta accomunati dalla premeditazione.


Milano, due omicidi studiati

Tecniche e modalità di esecuzione. I delitti di via Mosè Bianchi e piazzale Lagosta accomunati dalla premeditazione.

Il cadavere dell'assicuratore 69enne ucciso per strada in via Mosè Bianchi a Milano.

Diego Preda, assicuratore di 69 anni, è stato freddato con un colpo di pistola alla testa in via Mosè Bianchi mentre una donna sulla trentina, di cui non sono state ancora rese note le generalità, è stata trovata incaprettata in un appartamento di piazzale Lagosta.
I due delitti avvenuti nella serata di mercoledì 21 novembre a Milano, a poche ore di distanza l'uno dall'altro, non sembrano avere un collegamento. Ma sia il colpo d'arma da fuoco alla testa in mezzo alla strada che l'incaprettamento sono due modi di uccidere che, di solito, si ritrovano tra chi è avvezzo al crimine. I neofiti, in genere, non riescono a portare a termine omicidi tanto «puliti».
DELITTI EFFERATI. Preda è stato raggiunto dal proiettile e, stando agli inquirenti, è morto sul colpo, rendendo vani i soccorsi. Gli investigatori stanno procedendo in più direzioni senza, per ora, escludere niente: dal movente economico a quello passionale.
Casuale è invece stata la scoperta del cadavere della donna. Un uomo, tossicodipendente noto, Vincenzo Vergata, 56 anni, era stato arrestato nella serata del 21 novembre dopo aver tentato una rapina armato di un cacciavite. Durante i rilievi gli investigatori hanno trovato addosso all'uomo una bolletta con l'indirizzo di casa e, come da protocollo, si sono recati sul posto, in piazzale Lagosta 1, per una perquisizione. In cucina c'era il corpo senza vita della giovane donna legato mani e piedi con la tecnica dell'incaprettamento.
INCAPRETTAMENTO TECNICA MAFIOSA. Tecnica che, di solito, viene usata dalla mafia o, comunque, dalla criminalità organizzata. Le mani e i piedi vengono legati dietro la schiena con una corda che passa anche attorno al collo. Mano a mano che la vittima perde le forze a causa della posizione innaturale i piedi si abbassano tirando la corda che passa sul collo e provocando lo strangolamento.

Scelta dell'arma e modalità di esecuzione raccontano molto

Per quanto i primi indizi lascino pensare ad esecutori abituati all'omicidio è anche vero che sparare a qualcuno da distanza ravvicinata facendo centro non è poi così difficile anche per chi, pur non essendo un esperto di armi, ha un movente saldo: magari una vendetta. Anche se nel caso di Preda il colpo è stato esploso mentre lui era di spalle: il proiettile è entrato nella zona occipitale, ovvero la nuca, ed è uscito dalla zona orbitale, l'occhio. Chi è in cerca di vendetta quasi sempre vuole essere riconosciuto dalla vittima: altrimenti la vendetta perderebbe di significato.
E, allo stesso modo, non è detto che chi si organizza con lacci e corde non stia semplicemente seguendo una sua inclinazione: gli assassini sadici, per esempio, non disdegnano questo metodo che offre loro una vittima completamente soggiogata e sicuramente sofferente.
UNO O PIÙ ASSASSINI. Chi sceglie un'arma da fuoco per portare a termine un omicidio di solito ha le idee ben chiare e non ha alcuna intenzione di stabilire un contatto con la vittima predestinata. Vuole solo toglierla di mezzo. Diverso il caso dell'incaprettamento che prevede un contatto costante e ravvicinato, almeno nelle fasi della legatura, con la vittima. Se il malcapitato che viene legato è in possesso di tutte le sue facoltà capita che si dimeni e faccia di tutto per sfuggire al suo aguzzino, cosa questa che, negli omicidi di mafia, prevede la presenza di più aggressori (legare qualcuno contro la sua volontà potrebbe infatti rivelarsi un'azione difficilissima, quasi impossibile).
Se invece la vittima è sotto l'effetto di droghe, alcol o farmaci per legarla è quasi certo che basti una sola persona.

Ritualità o azione repentina: due opzioni di un crimine organizzato

Se da un lato la tecnica dell'incaprettamento fa pensare alla criminalità organizzata (che con la droga sicuramente ha qualcosa a che fare) è anche vero che le legature con le corde piacciono molto sia a chi fa giochi erotici che prevedono l'asfissia, sia come già detto, ai sadici che traggono piacere soprattutto quando hanno la certezza di avere il potere di infliggere sofferenza. In quest'ultimo caso, di solito, sul corpo della vittima vengono trovati altri segni, difficilmente il sadico si siede a guardare la vittima che muore senza fare altro. Le sevizie, le violenze sia fisiche che sessuali e la tortura fanno parte delle azioni (spesso combinate) che un sadico mette in atto durante un omicidio rituale.
FUGA SENZA ESITAZIONI. Il caso di Diego Preda, freddato in strada, invece, fa pensare più che altro a un'azione repentina e definitiva: l'obiettivo, probabilmente, non era spaventarlo e nemmeno minacciarlo, bensì ucciderlo. Il fatto che l'aggressore si sia allontanato velocemente fa supporre che avesse un piano, ovvero che avesse premeditato l'omicidio. L'esitazione di fronte a qualcosa che non avevamo previsto, infatti, è nella natura umana. Chi fugge dopo un omicidio senza guardarsi indietro sa cos'ha fatto e cosa dovrà fare o non fare per evitare di essere catturato. Anche la distanza ravvicinata e la scelta di sparare alla nuca fanno pensare a un crimine organizzato.

No alla vivisezione e no al talidomide – Caro Giovanardi ti scrivo….


No alla vivisezione e no al talidomide – Caro Giovanardi ti scrivo….




Carissimi, recentemente c’è stato un presidio nei pressi di Palazzo Madama, organizzato da associazioni animaliste, per protestare contro la riunione al Senato di alcuni personaggi, probabilmente conniventi con l’industria farmaceutica, con l’intento di neutralizzare gli effetti antivivisezione che vanno emergendo nel paese e quindi di avallare la necessità della sperimentazione animale. Al telegiornale delle 20 (del 20.10) su Rai 1, è stato intervistato Silvio Garattini sulla necessità o meno di sperimentare sugli animali (che è come chiedere all’oste se il vino è buono: questo dimostra ancora una volta quanto la televisione di stato sia al servizio non della popolazione ma delle lobby chimico-farmaceutiche).
La risposta è di facile intuizione. Ma oltre a Silvio Garattini e a Gianluca Felicetti è stato intervistato anche il senatore Carlo Giovanardi (PDL) il quale asseriva che la sperimentazione è necessaria, e portava come esempio il Talidomide che ha prodotto la nascita di bambini focomelici perché non sperimentato precedentemente sugli animali.
Questo è falso, perché i danni causati da tale medicinale, usato dalle donne in gravidanza, ha prodotto i danni risaputi proprio perché era considerato sicuro avendolo sperimentato e risperimentato per anni sugli animali.
La dichiarazione di Giovanardi è molto grave e occorre fare in modo che ritorni sull’argomento e che smentisca quanto dichiarato. Mi sono messo in contatto con il Senato e ho avuto l’opportunità di parlare direttamente con Giovanardi. La sua posizione resta quella descritta.
Vi invito pertanto ad inviare una vostra lettera di disappunto oppure inviare questa appresso riportata: carloamedeo.giovanardi@senato.it.
Grazie a tutti voi. (fl)
…………..
Esempio di lettera:
Caro Senatore Carlo Giovanardi,
in merito al Talidomide e alle sue dichiarazioni in difesa della vivisezione (pratica medioevale, ingiusta e crudele, in cui milioni di animali innocenti trovano agonia e morte e i cui danni alla salute delle persone l’avranno sulla coscienza di coloro che la sostengono), sono errate perché tale medicinale non ha prodotto bambini focomelici perché non sufficientemente sperimentato sugli animali. Infatti dopo tre anni di prove sugli animali la Chemie Grunenthal lo mise in commercio, come innocuo tranquillante adatto soprattutto alle gestanti, autorizzando la libera vendita, senza alcuna prescrizione medica in tutta la Germania, con lo slogan”Innocuo come una zolletta di zucchero”.
E solo dopo la catastrofe teratologica (che procurò la nascita di 10.000 bambini focomelici nel mondo si decise di sperimentare in modo massiccio su 150 diverse razze di conigli) si ottennero alcuni nati focomelici: se i farmaci dovessero essere sperimentati su un elevato numero di animali tutti verrebbero scartati. E anche se il Talidomide non venne sperimentato su animali gravidi venne ugualmente venduto come prodotto innocuo per le donne gravide.
Non si può disquisire su “tenere invita o no i campi di concentramento e di sterminio”. Qualunque presunto, quanto improbabile, beneficio non può giustificare in alcun modo azioni disumane su esseri innocenti. Se i Signori della Commissione pro-vivisezione volessero dare il loro contributo alla scienza allora si dispongano a fare loro da cavie. Per tanto, qualunque posizione a favore della vivisezione, oltre ad essere condannata dalla Vita, dalla civiltà umana, dalla vera scienza medica e dagli uomini più illuminati della terra, troverà sempre, A PRIORI, la nostra più totale, ad oltranza e inappellabile opposizione.
Le chiediamo sentitamente di voler ritornare sull’argomento e dichiarare il suo errore per scarsa informazione sull’argomento. Questo potrà evitare adesioni da parte della gente a pratiche che non hanno nulla a che vedere con la vera scienza; che oltre ad assorbire immense risorse finanziarie ed umane impediscono di concentrarsi sulle cause delle malattie, con danni incalcolabili sulla salute delle persone, sul dolore e sulla morte di migliaia di persone e sulla coscienza umana.
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Infarto mentre insegue il bus: 13enne salvato da pompieri che passano per caso


Infarto mentre insegue il bus: 13enne salvato da pompieri che passano per caso

Il ragazzino è stato colto da malore ma una squadra di vigili
del fuoco è intervenuta usando il defibrillatore in dotazione





PORDENONE - Si è sentito male d'improvviso per strada, un arresto cardiaco che sarebbe potuto essergli fatale, ma per fortuna in zona stava passando una squadra di vigili del fuoco che è intervenuta salvandogli la vita. Il fatto è accaduto poco prima delle 17 a Villotta di Chions, salvo per miracolo un ragazzino di appena 13 anni. 

Secondo quanto si è appreso, il ragazzino si sarebbe affannato nell'inseguire una corriera ed è stato colto da malore finendo in arresto cardiaco. Tra le persone accorse per soccorrerlo, in attesa dell'ambulanza del 118 che stava giungendo dall'ospedale di San Vito al Tagliamento, è giunto anche un equipaggio del 115, in transito diretto al distaccamento di appartenenza. I vigili del fuoco, utilizzando il defibrillatore in dotazione, sono riusciti a rianimare il cuore del ragazzo prima dell'arrivo dell'autolettiga, che ha poi stabilizzato il paziente e lo ha condotto d'urgenza nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Pordenone, ora il ragazzino è ricoverato in prognosi riservata.


Dl sviluppo, blitz Pdl: spunta il quarto grado di giudizio


Dl sviluppo, blitz Pdl: spunta il quarto grado di giudizio

L'emendamento presentato fa insorgere il Pd: gravissimo, vogliono smantellare la giustizia italiana



ROMA - Poteva essere un colpo di mano. Probabilmente diventerà, già stamattina, una rapida deviazione di rotta. In ogni caso, nel decreto sviluppo ci sarà un emendamento che potrebbe introdurre qualcosa di molto simile ad un quarto grado di giudizio, oltre quello della Corte di cassazione.

Che nella sua formulazione più radicale, quella messa nero su bianco ieri dai parlamentari pdl Franco Mugnai, Giuseppe Valentino, Mariano Delogu e Alberto Balboni, consentirebbe di impugnare anche le sentenze di cassazione di fronte alle sezioni unite della stessa suprema corte. E che invece, nella riformulazione prevista già per oggi, si limiterà ad allargare la possibilità di ricorso in Cassazione a tutte i casi in cui nel giudizio di merito non si sia tenuto conto delle leggi comunitarie. 

Comunque vada, si tratta di una riforma quasi epocale, che a seconda delle interpretazioni potrebbe avere effetti su processi come quelli sul Lodo Mondadori (che deve ancora arrivare in Cassazione), o sul G8 di Genova, che davanti alla suprema corte ci è già passato decapitando gli ormai ex vertici della polizia criminale. E ancora, potrebbe vanificare gli sforzi della Cancellieri, che in questi giorni sta mettendo a punto le norme sull’incandidabilità in Parlamento, collegate proprio alla definitività della condanna. E in questo caso, nuovi ricorsi rimetterebbero in gioco tutti, o quasi, i parlamentari già condannati con decisione passate in giudicato. Ma andiamo con ordine. 

Il progetto, che ha già fatto registrare il secco no del Pd e anche il parere contrario del sottosegretario alla Giustizia, Salvatore Mazzamuto, riguarda esclusivamente le violazioni di norme comunitarie contenute nelle sentenze emesse nei tre gradi di giudizio esistenti. In altre parole, almeno a sentire i parlamentari pdl che l’hanno studiata, la norma eviterebbe i ricorsi alla corte di giustizia europea da parte dei cittadini italiani che ritengono di non aver avuto sufficiente tutela nei nostri tribunali, da quelli ordinari fino alla cassazione. 

L’emendamento, nella sua formulazione originaria, prevede la possibilità di appellarsi nuovamente alle sezioni unite della suprema corte con un ricorso del quale le stesse sezioni unite dovranno valutare l’ammissibilità. Insomma, sarebbe previsto una sorta di filtro, per evitare che chiunque ritenti un quarto giro davanti ai giudici. I parlamentari del Pd con maggiori conoscenze giuridiche, come Anna Finocchiaro e Silvia Della Monica, la vedono diversamente. Per la presidente dei parlamentari Pd, la norma è «gravissima». E «stupisce la perseveranza di qualcuno nel voler in tutti i modi smantellare il sistema giudiziario italiano attraverso meccanismi che ne rallentino o inceppino l'iter». Sulla stessa linea la Della Monica: «Scritta così interverrebbe sulle sentenze già passate in giudicato negli ultimi due anni»; e Donatella Ferranti aggiunge: «Molti di questi procedimenti infatti si potrebbero riaprire con la scusa della violazione del diritto comunitario che ormai potrebbe venire esteso a dismisura». Bocciatura anche da via Arenula, dove il sottosegretario Mazzamuto si dice contrario, mentre il Guardasigilli Paola Severino sceglie il basso profilo: «Non l’ho ancora letta». Forse perché già sa che gli stessi firmatari, stamattina, si ingegneranno per trovare una formula diversa per rimodulare l’emendamento prima dell’ora di pranzo