lunedì 7 luglio 2014

I 10 quesiti Pd sulle riforme, i grillini rispondono sì a tutto: «ora i dem non hanno più alibi»



I 10 quesiti Pd sulle riforme, i grillini rispondono sì a tutto: «ora i dem non hanno più alibi»



Giornata in altalena per i rapporti Pd-5 Stelle, che oggi

avrebbe dovuto avere il secondo incontro-confronto sulla legge
elettorale. Prima la conferma del grillino Di Maio, poi lo stop
del capogruppo dem alla Camera, Roberto Speranza, e il rinvio
a «dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni
indicate nei giorni scorsi». E dopo un duro post di Beppe Grillo
(«Sbruffoni della democrazia», passaggio cancellato in serata )
che però non chiude al dialogo, il blog del leader M5S pubblica
un lungo testo con le risposte chieste dal Pd come pregiudiziale
per la ripresa del confronto bilaterale: «Dieci risposte a 
dieci domande». E sono tutti dei sì(in neretto), per mostrare «la massima disponibilità al confronto e al dialogo», fare in modo
che il Pd «non abbia più alibi». 
Riforme, senatori dem riuniti, verso uno slittamento alla prossima settimana
Intanto, nella riunione in corso dei senatori Pd sulle riforme costituzionali (una novantina ipresenti), aperta da un appello del capogruppo Luigi Zanda a «fare presto» perchè il tema
del tempo «non è un capriccio» ma «un tema reale», si delinea un nuovo calendario per la riforma del Senato, al momento ancora all'attenzione della Ia commissione. Per Giorgio Tonini, vicecapogruppo Pd, che ha citato quanto riferito dalla relatrice del ddl Anna Finocchiato, il tema potrebbe infatti arrivare in Aula «giovedì o al più tardi martedì prossimo», il 15 luglio. Parlando della riunione in corso, Tonini l'ha descritta come «molto
serena e tranquilla, attenta al merito e ai contenuti, ci sono dei nodi da sciogliere ma la commissione sta lavorando da mesi e il testo che esce è interessante e maturo». Stasera non é comunque prevista nessuna votazione sul ddl boschi nella riunione dem. Il capogruppo proporrà di farla solo una volta che la commissione Affari costituzionali avrà licenziato il testo per l'aula che molto probabilmente slitterà alla prossima settimana.
Ballottaggio, premio di maggioranza nuovi collegi? Sì a tutto Il documento postato da Grillo affronta punto per punto i dieci quesiti del Pd. Prima domanda Pd: «Siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore?», risposta: «Sì». «Per noi quello che voi chiamate "vincitore" -
puntualizzato tuttavia i 5 Stelle - è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità». In ogni caso - aggiungono i 5 Stelle - «al fine di evitare un pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale
formulazione» siamo «disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi
in una corsa all'ammucchiata di tutto e il suo contrario (come è stato per l'Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta