giovedì 21 giugno 2012


Israele: torna 'il mito moto Guzzi'

Sara' venduta da importatore Piaggio

21 giugno, 13:59
Israele: torna 'il mito moto Guzzi'(ANSA) - TEL AVIV, 21 GIU - Con un titolo vistoso, il quotidiano Yediot Ahronot annuncia il ritorno in Israele dopo un'assenza di 20 anni della Moto Guzzi, un veicolo a suo tempo ''molto considerato ed amato'' dagli appassionati locali. Erano anni, rileva il giornale, in cui le industrie giapponesi escludevano Israele per non subire ripercussioni negative nei mercati arabi. E nello Stato ebraico la Moto Guzzi, aggiunge, andava allora per la maggiore. La moto sara' venduta dall'importatore della Piaggio.

Tragedia in caserma: morti due carabinieri nel Casertano. Spara al vice e si toglie la vita


Tragedia in caserma: morti due carabinieri
nel Casertano. Spara al vice e si toglie la vita

A Mignano Montelungo il comandante uccide il suo vice e poi si suicida. I rapporti tra i due non erano buoni da tempo

La mappa di Mignano Montelungo (Google Maps)La mappa di Mignano Montelungo (Google Maps)
Due carabinieri, Angelo Simone, ultracinquantenne, e Tommasino Mella, 40enne, sono morti in una sparatoria all'interno della caserma di Mignano Montelungo, nel Casertano. Il primo è maresciallo, comandante dei carabinieri del luogo e residente ad Alvignano, un centro a non molta distanza dal luogo della tragedia, che tra l'altro nel 2009 partecipò all'arresto di Giuseppe Setola, il boss del clan dei Casalesi. Il secondo invece è il suo vice, Tommasino Mella, poco più che quarantenne, è residente a Sora in provincia di Frosinone e proviene da una famiglia di militari.
DISSAPORI PROFESSIONALI O PISTA PASSIONALE-Secondo quanto si è appreso l'episodio sarebbe
Il comandante Angelo Simone Il comandante Angelo Simone
scaturito da una lite tra i due militari, sfociata poi in una sparatoria con le armi di ordinanza. Si tratterebbe, stando alle notizie che filtrano ufficiosamente da fonti militari, di un episodio di omicidio-suicidio. E se da un lato prende pista l'ipotesi di un omicidio dovuto a motivi passionali (ma l'Arma non conferma), da fonti interne alla caserma è stato reso noto che tra i due carabinieri c'erano dissapori per motivi di servizio. I due militari, il comandante Angelo Simone, e il vice della caserma Tommaso Nella, sono usciti in mattinata in auto per servizio. Al rientro in caserma, poco prima delle dieci, una lite breve ma violenta nel corso della quale il comandante avrebbe sparato al commilitone uccidendolo e poi avrebbe rivolto l'arma contro di se suicidandosi. Il carabiniere che faceva da piantone è accorso richiamato dagli spari ma ha trovato due cadaveri. Poco dopo è stato accompagnato in ospedale a bordo di un'ambulanza del 118 perchè sotto choc.
I TESTIMONI - «Abbiamo sentito diversi colpi di pistola poco prima delle 10 - raccontano alcuni vicini e i dipendenti di un negozio situato proprio vicino alla caserma - siamo corsi in strada e subito abbiamo capito che doveva essere accaduto qualcosa di molto grave». Sul posto è arrivato il comandante della Legione Campania, generale Carmine Adinolfi, i carabinieri del reparto operativo di Caserta e un pm della procura di Cassino. Fuori dalla caserma si è radunata una folla di curiosi. «Ciò che è accaduto non si cancellerà dalla memoria della comunità», ha detto sconsolato il sindaco di San Pietro in Finis, Giuseppe Vecchiarino, primo cittadino di un Comune limitrofo a Mignano, nel cui territorio ricade la caserma.

FINALMENTESenato vota si' ad arresto Luigi Lusi. Ex tesoriere: 'Un incubo,


Senato vota si' ad arresto Luigi Lusi. Ex tesoriere: 'Un incubo'

'Si manda in galera chi non ha ucciso nessuno. Io caproespiatorio per chi evoca i forconi '

21 giugno, 01:31
Luigi Lusi Luigi Lusi
Senato vota si' ad arresto Luigi Lusi. Ex tesoriere: 'Un incubo'
Il Senato dice sì alla richiesta dei pm di applicare la misura cautelare dell'arresto per l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. Il voto, a scrutinio palese, è passato con 155 sì, 13 no e un astenuto.
"Sono una persona che sta vivendo un incubo", commenta Lusi subito dopo aver appreso il verdetto. "Con il voto segreto si mandano in galera i senatori senza che abbiano ucciso nessuno", aggiunge. Poi, a proposito del suo ex leader: "Ho notato che il senatore Bianco ha votato: almeno Rutelli non ha votato, ha avuto la decenza di non votare".
"Non ho detto tutto, ci sono ancora approfondimenti da fare con i pubblici ministeri. Se lo vogliono", dichiara l'ex tesoriere dei Dl. "Se la Lega non avesse partecipato non ci sarebbe stato il numero legale", osserva Lusi a proposito del voto sull'arresto. Poi, rivolto ai giornalisti: "Vi dispiace se dico che non ne approfitto ma vado dove devo andare".
Lusi lascia Palazzo Madama accompagnato dai suoi legali da una uscita secondaria, nei pressi di Piazza San Luigi dei Francesi, in modo da evitare le telecamere. Ad attenderlo, un'auto privata, con la quale il senatore si reca al carcere di Rebibbia per costituirsi.
Potrebbe svolgersi già nella giornata di oggi l'interrogatorio di garanzia in carcere per Lusi. L'ex tesoriere comparirà davanti al gup Simonetta D'Alessandro, che il 3 maggio firmò il provvedimento con cui chiedeva l'arresto per il reato di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita.
L'INTERVENTO IN AULA - "Chiedo mi venga riconosciuto il diritto dei comuni cittadini ad un giusto processo", dice il senatore in Aula nel suo intervento nell'ambito dell'esame della richiesta di autorizzazione al suo arresto. L'ex tesoriere della Margherita dice no a "un approccio volto solo a trovare un capro espiatorio e a soddisfare chi evoca, strumentalmente, i 'forconi' della piazza e trovare un colpevole per tutte le stagioni". No a "inutili e fuorvianti misure afflittive dal sapore inevitabilmente punitivo e persecutorio; senza inutili e devastanti forzature che possano momentaneamente appagare la crescente ondata della antipolitica"
Quando mi sono presentato "spontaneamente" di fronte ai pm "mi sono immediatamente assunto tutte le mie responsabilità alle quali non intendo sottrarmi", afferma Lusi, che chiede "scusa" e si dice "consapevole della necessità di un gesto di riparazione". Poi annuncia: "Comunico che io stesso non parteciperò al voto sull'autorizzazione all'esecuzione della misura nei miei confronti".
"In un momento difficilissimo di crisi finanziaria sento il dovere di pronunciare parole di scuse personali, consapevole della necessità di un gesto di riparazione", dichiara Lusi. "Qualora, nel mio caso e per la prima volta nella storia del Senato, si decidesse di procedere con il voto palese contro il sacro principio di libertà di coscienza dei parlamentari, vorrà dire che il voto sarà di significato esclusivamente politico", sottolinea. "Resta singolare la minaccia all'indagato di essere accusato sia di reticenza, se non parla, sia di calunnia, nel caso in cui parlasse", aggiunge. "Non è mai stato dato che dei dirigenti di partito inondino le tv con dichiarazioni per cui non avrebbero mai saputo alcunché sull'attività gestionale del proprio partito", afferma l'ex tesoriere. "Non è credibile che il tesoriere da solo abbia preso ogni decisione di spesa per 314 milioni, usando tra l'altro per 90 volte il bonifico che è il più tracciabile dei pagamenti, questo non solo non è credibile ma non è materialmente possibile".
Il Senato ascolta in silenzio per circa mezz'ora l'intervento dell'ex tesoriere che spiega, punto per punto, la sua posizione nell'ambito del procedimento che lo riguarda. E quando finisce di parlare, in un'Aula attentissima e stranamente silente, nessuno gli stringe la mano o gli rivolge la parola, neanche il suo collega Alberto Tedesco, per il quale l'Aula di Palazzo Madama negò tempo fa l'autorizzazione all'arresto. Nella stessa fila, ma a cinque posti di distanza, il segretario dell'Api Francesco Rutelli ascolta in silenzio l'intervento del suo ex amico prendendo appunti e inviando sms con il telefonino. Soltanto quando Luigi Lusi parla di "un anomalo traffico telefonico di Rutelli per evitare che si chiedesse il voto segreto", l'ex sindaco di Roma scuote visibilmente la testa riprendendo a scrivere appunti. Lusi, pur non sembrando apparentemente nervoso vista la voce ferma e impostata, chiede però più volte da bere denunciando così una tensione di fondo.
PDL NON PARTECIPA A VOTO - Il Pdl esce dall'Aula al momento del voto. E' questa la linea emersa nel corso di una riunione gruppo del Pdl al Senato. "Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto", dice Angelo Cicolani che conferma: "usciremo dall'Aula".
La decisione di lasciare l'Aula al momento del voto è frutto di una sofferta mediazione nel Pdl, che evita una spaccatura del gruppo.
NEI BANCHI PDL CARTELLI CONTRO RUTELLI - Alcuni esponenti del Pdl, tra cui Domenico Gramazio, durante l'intervento in Aula del capogruppo Maurizio Gasparri, mostrano alcuni cartelli con la scritta: "Rutelli parte civile, no, parte in causa. Prima Lusi e poi li getti".
RUTELLI NON HA VOTATO PERCHE' PARTE OFFESA IN PROCESSO - Il leader di Api, Francesco Rutelli, come parte offesa nel procedimento penale contro Lusi, non ha partecipato alla votazione per il suo arresto. "Dopo mesi in cui ho difeso il mio onore e quello della Margherita con le unghie e con i denti, oggi ho ritenuto opportuno non parlare come accusatore politico, né votare, poiché rappresento la parte offesa, cioé le numerose vittime, nel procedimento contro Lusi. E' toccato al Senato, nella sua libertà, decidere", lo afferma Rutelli in una nota.
LEGA NORD VOTA SI' - "Le lega nord voterà si alle richieste di arresto del senatore Lusi", lo annuncia a nome del carroccio il senatore Roberto Mura, ricordando che già nella Giunta delle immunità la lega aveva votato a favore alle richieste del pm. "In questo caso - sottolinea Mura - non c'é fumus persecutionis".
I 13 SENATORI CHE HANNO VOTATO CONTRO - I 13 senatori che hanno votato contro l'arresto di Luigi Lusi appartengono in maggioranza al centrodestra e due al gruppo misto. I senatori del Pdl contrari sono: Diana De Feo; Sergio De Gregorio; Marcello Dell'Utri; Piero Longo; Marcello Pera; Guido Possa. I senatori di Coesione Nazionale sono Valerio Carrara; Mario Ferrara; Salvo Fleres; Elio Palmizio e Riccardo Villari. Hanno votato contro, dopo averlo annunciato in Aula, anche il repubblicano Antonio Del Pennino ed Alberto Tedesco, entrambi del gruppo misto. Il senatore che si è astenuto è l'ex leghista Piergiorgio Stiffoni, ora passato al misto.
FOLLINI, 22 MLN EURO SONO 1.033 ANNI STIPENDI OPERAIO - "22 milioni di euro per un operaio della Fiat di Pomigliano d'Arco sono l'equivalente di 1033 anni di stipendio, 11 mesi e 7 giorni. Per un insegnante di scuola elementare con una anzianità di 5 anni sono l'equivalente di 1238 anni di stipendio, 9 mesi e 21 giorni". Cosi' Marco Follini (Pd), presidente della Giunta per le immunità nell'illustrare la decisione della Giunta di accogliere le richieste dei pm.
PAPA (PDL), AGNELLO SACRIFICALE - "Un capro espiatorio dietro le sbarre, è questo il risultato dell'ennesima genuflessione del Parlamento al giustizialismo e alla demagogia".Così il deputato Pdl Alfonso Papa. "Non c'é un solo motivo per cui Lusi debba affrontare il processo con le manette ai polsi. La decisione del Senato - aggiunge - è in sé stessa esorbitante, presa in pieno conflitto di interessi e con il voto di senatori chiamati in causa dallo stesso Lusi, che è l'agnello sacrificale di un regolamento di conti interno al Partito Democratico".
BONINO, NON C'E' FUMUS VOTO SI' ARRESTO - "Mi pare davvero che non ci sia fumus persecutionis, quindi voterò a favore della richiesta dell'arresto". Così la vicepresidente del Senato Emma Bonino, ospite di "24 Mattino" su Radio 24. "Il tema della carcerazione preventiva é un vero cancro del Paese, andrebbe modificato, ma con il caso Lusi non c'entra" aggiunge Bonino, che critica poi l'ipotesi che 20 senatori chiedano il voto segreto: "Credo sia sconveniente. E' bene che i rappresentanti del popolo si assumano in modo limpido le proprie responsabilità. Politicamente sarebbe molto discutibile. Il punto è se si troveranno questi 20 senatori"
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MONTI,IN EUROPA TI BOCCIANO ED IN ITALIA TI ACCETTIAMO??MA HAI STUDIATO SOCIOLOGIA???


La Ue boccia la cura Monti: "E' solo un'aspirina..."

Bocciato il professore. La sua ricetta per combattere lo spread è stata bollata come un "paracetamolo finanziario che attenua il male ma non risolve le questioni strutturali"

di  - 
Anche i professori vengono bocciati. La proposta contro lo spread di Mario Monti non entusiasma la Commissione europea che la definisce come "un'aspirina finanziaria".
Mario Monti, presidente del Consiglio

Insomma, il dottor Monti ha diagnosticato un raffreddore invece che un malanno più serio.
Al G20 messicano il premier ha avanzato l’ipotesi di impiegare il fondo salva-Stati per l’acquisto di titoli di Stato nei Paesi periferici dell’eurozona. Una misura, secondo Monti, in grado di far scendere la febbre dello spread fra queste obbligazioni e i Bund tedeschi. Una misura tuttavia non ricalcata sulle necessità dell’Italia. "È un paracetamolo finanziario che attenua il male ma non risolve le questioni strutturali" ha tagliato corto così Amadeu Altafaj, portavoce del commissario titolare degli Affari economici e monetari.

MA I POLITICI NON DEVONO SPENDERE DI MENO??ANCHE LORO SONO DIPENDENTI PUBBLICI??? Spending Review, dipendenti pubblici solo urbane


Spending Review, dipendenti pubblici solo urbane

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi

Roma - Non solo mega-tagli: il governo punta a contenere i mille rivoli della spesa pubblica anche a partire da spese apparentemente meno rilevanti. Come nel caso della Funzione pubblica che annuncia un t aglio alle linee telefoniche della Pubblica Amministrazione, la maggior parte delle quali potrà fare solo telefonate urbane. Una «rivoluzione del buonsenso», spiega il ministro Filippo Patroni Griffi.
I telefoni dei dipendenti pubblici saranno abilitati esclusivamente alle telefonate urbane, ferma restando l’assegnazione al personale dirigenziale delle utenze per le chiamate nazionali e i cellulari. Chiamate all’estero solo per i dirigenti, cui sarà affidata la responsabilità per le spese derivanti dall’utilizzo delle linee assegnate, verificando ed assicurando un corretto utilizzo anche di quelle utenze specificatamente autorizzate.
Per il resto il menù dei tagli inizia a prendere corpo: giro di vite sui dipendenti statali, primi interventi sulle province, accorpamenti e tagli alla spesa per i ministeri, interventi sugli affitti pubblici, altra sforbiciata alle auto blu. Questo a grandi linee il menù del primo intervento di revisione della spesa pubblica che il governo si appresta a varare la prossima settimana, durante un consiglio dei ministri straordinario convocato ad hoc, che dovrebbe tenersi a ridosso dell’Eurogruppo del 28 giugno consentendo così a Mario Monti di recarsi dai partner Ue con la riforma del lavoro “chiusa” in Parlamento e la prospettiva di evitare un ulteriore appesantimento fiscale.
I proventi del piano di spending review sarebbero impiegati prioritariamente per evitare l’aumento dell’Iva già fissato ad ottobre prossimo. Ma una tranche, nel caso l’incasso sia maggiore del previsto, potrebbe essere impiegata anche per rifinanziare le spese inderogabili (ad esempio le missioni di pace). Non resterebbe così molto spazio per ulteriori interventi di spesa anche se l’esecutivo è a caccia di risorse, ad esempio, da destinare alla ricostruzione post-terremoto.
La cifra complessiva è nota: dalla revisione dovrebbero saltare fuori 5 miliardi o poco più a valere sul 2012. Una cifra dovuta a tagli “strutturali”, che produrrebbero il loro effetto anche negli anni successivi e che potrebbe allo stesso tempo aumentare con nuovi interventi da parte del super-commissario Enrico Bondi. L’intervento di revisione, in particolare per province e statali, continuerebbe dunque dopo il decreto con la Legge di Stabilità che arriverà in autunno.
Il ventaglio di ipotesi sul tavolo è ampio: si va dal taglio del 5% della pianta organica delle amministrazioni all’ipotesi di prepensionamenti, coniugati con le norme sul blocco del turnover. La riduzione degli impiegati sarebbe però in gran parte “teorica”, si ragiona, perché riguarderebbe il personale potenziale (la pianta organica appunto) di ciascuna amministrazione e non quello in servizio, il che renderebbe le cifre sugli esuberi nella Pubblica Amministrazione circolate in questi giorni ancora provvisorie e oggetto di futura discussione. Tagli sul personale potenziale sarebbero quindi in grado di portare risparmi a regime, senza incidere direttamente sulla vita delle persone. Altro capitolo, quello del profilo dello Stato: l’intenzione è ridurre il numero delle province, consorziare i comuni, tagliare enti inutili. C’è poi il “pacchetto” Bondi che si concentrerà in particolare sul taglio di beni e servizi.