lunedì 5 agosto 2013

Nozze gay: prima cerimonia in Uruguay

Nozze gay: prima cerimonia in Uruguay

Secondo Paese latinoamericano a permetterle, dopo Argentina



(ANSA) - MONTEVIDEO, 5 AGO - Prime nozze gay in Uruguay, in applicazione della riforma approvata dal Parlamento ad aprile e poi promulgata dal presidente. Sebbene la prima coppia omosessuale che si è iscritta oggi al Registro Civile per potersi sposare sia stata un'altra - si tratta di Sergio Miranda e Rodrigo Borda- il primo matrimonio vero e proprio è stato celebrato qualche ora dopo, fra due uomini non identificati.

L'Uruguay è il secondo Paese latinoamericano a permettere le nozze gay dopo l'Argentina.

Esposto,boss barese'torturato'in carcere

Esposto,boss barese'torturato'in carcere

'Maltrattato per costringerlo a pentirsi'



(ANSA) - BARI, 5 AGO - La moglie del boss barese Antonio Battista ha depositato una denuncia in Procura a Bari, riferendo di presunti maltrattamenti subiti dal marito nel carcere di Parma, dove è sottoposto al regime del 41 bis. La donna racconta di aver incontrato il marito per un colloquio e di averlo trovato ''denutrito, pieno di ematomi dappertutto, sugli occhi, dietro al collo e con le orecchie piene di sangue raggrumato''.

''Lo stanno torturando in carcere - ha detto - per costringerlo a pentirsi''.

Giunti: non chiamatelo Tav, è solo una macchina da guerra

Giunti: non chiamatelo Tav, è solo una macchina da guerra


Da tecnico – professionale ma volontario – della Comunità Montana e delle associazioni ambientaliste, studio da anni i progetti della Torino-Lione. In quest’opera la tecnica non c’è più. Anzi, è stata pervertita. Il termine è di origine greca e significa “arte” nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare”. E’ l’insieme delle norme applicate e seguite in una attività, sia intellettuale che manuale. Implica l’adozione di un metodo e di una strategia nell’identificazione precisa degli obiettivi e dei mezzi più opportuni per raggiungerli (così Wikipedia). Di tutta questa sapienza non c’è traccia nei documenti che dovrebbero sostenere e realizzare la Torino-Lione. L’ultimo progetto presentato – il Definitivo della Prima Fase del lato italiano della Sezione Transfrontaliera – ammette candidamente di non conoscere com’è fatta la montagna che vorrebbe scavare per 57 km, ignora spensieratamente come raggiungere il tunnel da entrambi i lati, disobbedisce spudoratamente alle Prescrizioni imposte dal Cipe, dichiara tranquillamente ingenti impatti sull’acqua e sulla salute ma vanifica ogni legale valutazione dei danni, annuncia felicemente vantaggi fantastici ottenuti grazie a superlativi incrementi dei traffici continuamente smentiti dal Pil.
Le prove sono innumerevoli e ben documentate, ma queste cinque bastano come esempi rappresentativi. Dunque, la tecnica come perizia, come saper No Tavfare, come bene operare, è del tutto assente dalla Torino-Lione. E’ stata sostituita da un’altra tecnica, perversa e non più al servizio del bene – come vorrebbe la sua etimologia – ma del male. Non discute più di merito e di ragioni, che ormai sono tutte dall’altra parte. Non accetta nessun dialogo, nessun approfondimento, nessun confronto sui fatti, sui quali è perdente. Non ammette alcuna sospensione o ripensamento, anzi procede imperterrita con proclami, decreti e lavori. E soprattutto colpisce i contestatori. Li accusa di ogni nefandezza, li segnala alla disapprovazione dei mass media, li trascina sull’unico terreno dove è in vantaggio: lo scontro fisico, la criminalizzazione, Luca Giuntila repressione.
Cerca di isolarli, di fare terra bruciata intorno a loro, di avvelenare i pozzi. Annulla ogni opzione moderata, scientifica, dialogante, pacifica. Accomuna al terrorismo qualsiasi opposizione: se non è attivamente sovversiva è almeno ingenua o addirittura connivente. E via di questo passo, esaltando gli estremismi opposti cioè l’unico gioco dove questa tecnica crede di essere vincente perché conosce e pratica da anni le sue strategie di violenza e sopraffazione (un celerino preferisce un antagonista a un cattolico: regole e strumenti sono condivisi). Questa è l’unica tecnica rimasta a giustificare l’opera. E’ una tecnica di potere. Anzi, di guerra. I promotori della Torino-Lione sono come gli ultimi giapponesi, vecchi e isolati: hanno armi che possono ancora fare molto male ma combattono una guerra già perduta.