venerdì 6 marzo 2015

Il fumetto italiano sbarca ad Hollywood con Lrnz, l'autore di 'Golem'

Il fumetto italiano sbarca ad Hollywood con Lrnz, l'autore di 'Golem'


<p>Steno, il personaggio protagonista della graphic novel 'Golem' di Lrnz</p>

"Partirò il 7 marzo verso gli Usa e ci resterò fino a settembre, per un film ispirato a un mio fumetto". Lo rivela, all'Adnkronos il fumettista romano Lorenzo Ceccotti, in arte Lrnz, la cui graphic novel 'Golem' è uno dei fenomeni editoriali degli ultimi mesi. "Non posso dirvi nient'altro a questo proposito -confessa timidamente Lrnz- Mi piace moltissimo il cinema come mezzo espressivo e spero di cimentarmi in quest'ambito il più spesso possibile, certo non da attore. Tre anni fa ho collaborato per il doc 'The Dark Side of the Sungirato' di Carlo Shalom Hintermann. In quell'occasione mi sono divertito molto come regista dell'animazione".

'Golem', la graphic novel che fa un salto verso un futuro distopico, per il suo autore "è una parodia del presente, sebbene a livelli estremizzati. Ci sono quattro corporazioni con cui le persone interagiscono in continuazione tramite i prodotti che utilizzano. Certo, è un'esasperazione però è inquietante notare che nella realtà, le corporazioni nascoste dietro quasi tutti i prodotti in commercio, sono davvero poche. Se oggi ci sono delle multinazionali che gestiscono centinaia di prodotti con marchi differenti, in Golem questi prodotti hanno un unico marchio per rendere evidente questo fenomeno".

Golem contiene una rappresentazione stilizzata del reale: "Il fumetto mi consente di incidere su alcune informazioni e tagliarne altre, come un filtro insomma -spiega Ceccotti- Ho tolto tutto ciò che non mi era utile, rappresentando un presente deforme". Nel mondo di Golem l'informazione si declina in varie forme: "Ci sono molti oggetti parlanti che disturbano le persone in termini di mass media -dice Ceccotti- L'informazione che ho trasferito al lettore all'interno del fumetto è veicolata da molti strumenti differenti per includere, in ogni pagina, molteplici input contemporaneamente".

La vera innovazione di questa graphic novel l'app dedicata: "Ho costruito 'Golem' come un dvd in cui si possono trovare contenuti speciali del film -spiega l'autore- Nel libro ci sono delle informazioni che verranno rilasciate periodicamente, da qui alla fine dell'anno. L'applicazione permetterà di scovare contenuti aggiuntivi all'interno dei disegni. Non si tratta di elementi necessari alla comprensione della storia, ma di extra per approfondire l'informazione".

D'altra parte Ceccotti ha compresso tutto, anche il suo nome: "Come pseudonimo ho scelto Lrnz perchè sono ossessionato dalla riduzione dell'informazione al minor numero di elementi possibili per esprimere un concetto e ho voluto ridurre anche Lorenzo Ceccotti" dice il fumettista. Quanto al nome della sua creatura, 'Golem', Ceccotti la spiega così: "All'inizio, l'idea prevedeva l'esistenza di un robot gigante, controllato con i sogni del protagonista Steno. Cercando l'archetipo della storia che volevo raccontare, mi sono accorto che esiste una tradizione che precede di secoli l'epoca robotica e affonda le sue radici nella leggenda del Golem. Una metafora perfetta per esprimere ciò che avevo in mente" conclude Lrnz.

Isernia, scoperto traffico di droga: bambini usati come pusher

Isernia, scoperto traffico di droga: bambini usati come pusher



<p>Infophoto</p>


Blitz antidroga dei carabinieri a Isernia. I militari hanno smantellato una rete criminale che utilizzava anche minori per il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. I carabinieri del comando provinciale hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e 15 decreti di perquisizione domiciliare emessi dal gip del Tribunale di Isernia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di persone appartenenti a una rete criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia di Isernia.
Nel corso delle indagini, che hanno portato al sequestro di oltre mille dosi di stupefacenti, di diversa tipologia, i carabinieri hanno accertato che per condurre l’attività di spaccio al dettaglio venivano impiegate anche le mogli e i figli minorenni degli indagati, bambini di età compresa tra i due e i quattordici anni.

L'allarme di Frontex: "Un milione di immigrati in arrivo dalla Libia"




L'allarme di Frontex: "Un milione di immigrati in arrivo dalla Libia"



<p>(Infophoto)</p>


"Frontex farebbe bene a non alimentare allarmismi. E' inutile sparare cifre -500mila, un milione in arrivo dalla Libia- e fare previsioni, molto più opportuno pensare concretamente ai disperati che arrivano sulle coste europee. Prima di diffondere numeri sulla base di qualche studio, sarebbe il caso di pensare a come creare corridoi umanitari per consentire un approdo in sicurezza a quanti lasciano il Nord Africa". Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio Italiano per i Rifugiati), commenta così all'Adnkronos i dati Frontex secondo cui tra 500mila e un milione di immigrati sarebbero pronti a partire dalla Libia alla volta dell'Europa.
"Non è detto -aggiunge Hein- che tutti coloro che provengono dall'Africa subsahariana siano effettivamente in procinto di imbarcarsi dalle coste del Nord Africa. Anziché diffondere cifre allarmistiche sarebbe preferibile valutare effettivamente le necessità delle persone più vulnerabili che proprio in Libia sono sottoposte ad ogni tipo di violenza e di abuso. Bisogna pensare a dei canali umanitari per assicurare a chi si trova ad affrontare il Mediterraneo un arrivo in condizioni di sicurezza, per quanto possibile".

Massoni e Opus Dei, la strana cupola della finanza italiana

Massoni e Opus Dei, la strana cupola della finanza italiana


Sono massone dal 1981. Ho fatto tutti i gradini del rito scozzese, che sono 33. Nel 1999 sono diventato “sovrano gran maestro” della “legittima e storica comunione di Piazza del Gesù”, che era la storica obbedienza del rito scozzese in Italia. Era un’obbedienza di ottantenni, sempre gli stessi dal dopoguerra: si erano resi conto che la gente voleva entrare in massoneria solo per fare carriera, per opportunismo, e quindi non facevano entrare nessuno. Il più giovane ero io. Una volta divenuto “sovrano gran maestro”, mantenni la stessa linea. Di questo passo, però, si andava all’estinzione. Finché nel 2005 ho deciso di scioglierla, di dimettermi, indicando ai confratelli la strada di un’altra obbedienza italiana di rito scozzese, quella di Palazzo Vitelleschi, perché sapevo che il suo “sovrano gran maestro” è una persona seria e loro avrebbero potuto continuare a fare massoneria tranquillamente lì. Io invece non ho continuato, per motivi a me presenti fin dall’inizio: solo che, avendo cercato di cambiare determinate cose e non essendoci riuscito, ho capito che dovevo dedicare il mio tempo ad altro, pur rimanendo massone – io sono massone a tutti gli effetti e sono convinto della dottrina massonica; quello che non mi convince sono alcune contraddizioni strutturali.
Da questo osservatorio, che è stato per me essere “sovrano gran maestro” della massoneria, ho potuto fare delle ricostruzioni storiche, anzi meta-storiche, perché a volte gli storici non usano il buon senso. Presentando un mio libro a Cosenza, mia città Gianni ed Enrico Lettanatale, discussi coi due ordinari di storia di quell’ateneo. Si parlava di Alarico, il re dei Goti, che avrebbe nascosto il tesoro di Roma alla confluenza di due fiumi. Pretendevano che Alarico fosse un furfante. Dico: ma quell’oro, i romani a loro volta a chi l’avevano preso? Lo so che noi abbiamo una strana logica. Il principe di Montecarlo, Grimaldi, era un pirata – non un corsaro, di quelli al servizio degli Stati e quindi, tra virgolette, legittimati: no, era proprio un pirata, di quelli con la bandiera col teschio. Poi è diventato Grimaldi. Col passare delle generazioni, c’è stata una sorta di nobilitazione. Non pretendo che i figli paghino le colpe dei bisnonni, ma non è accettabile che debbano essere considerati superiori solo perché oggi si trovano in una posizione privilegiata. Mi infastidisce: tu parti in vantaggio rispetto a me perché qualche tuo antenato era un mascalzone.
Questo per farvi capire quanto noi procediamo per stereotipi. E il luogo comune ci frega, perché non lo mettiamo mai in discussione. I gesuiti, per esempio: erano il braccio armato della Chiesa e divennero i tutori spirituali e gli educatori dei principi, ma poi furono addirittura disciolti. Perché, incontrando i popoli del Sud America, scoprirono quello che in Europasosteneva Rousseu: che il “buon selvaggio” è spesso migliore di noi. Per questo i gesuiti dell’America Latina si impegnarono così a fondo al fianco dei movimenti di liberazione. Oggi, a capo del Vaticano, in un momento tanto difficile per la Chiesa, è Papa Francescostato eletto un gesuita proveniente dal Sudamerica. Al di là di quello che riuscirà a fare – lo vedremo – si tratta di un messaggio chiarissimo.
La rottura coi gesuiti risale al 1928, quando la Chiesa capisce che i gesuiti non le possono più servire, e nasce l’Opus Dei. L’Opus Dei nasce perché la Chiesa non si fida più dei gesuiti. Ha bisogno di qualcosa di più “hard”, di più avanzato: ha bisogno di fare una sorta di massoneria cristiana, perché l’Opus Dei ha esattamente lo stesso schema funzionale della massoneria così come si è configurata con i Grandi Orienti. Con una differenza: che ogni tre mesi escono liste di massoni sputtanati su tutti i giornali italiani. Avete mai visto un elenco dell’Opus Dei? Se volete ve lo dico io, il nome di qualche appartenente: Gianni Letta, il nipote di Gianni Letta, Dell’Utri. Tutti quanti attribuiscono questi personaggi alla massoneria, e invece sono dell’Opus Dei. Li attribuiscono alla massoneria perché la massoneria e l’Opus Dei hanno fatto l’incesto, si sono sposati. Ma non si sono sposati sul piano filosofico, dottrinale: si sono sposati sui soldi. E qui dobbiamo scrivere la storia delle banche e dell’economia italiana.
L’economia italia del dopoguerra innanzitutto eredita una realtà importante, l’Iri, fondato da Mussolini nel 1926 con a capo un grande economista, Beneduce. Nel dopoguerra, in seno all’Iri, avviene la prima alleanza tra laici e cattolici. E siccome i laici erano soprattutto massoni, indirettamente è una prima alleanza tra finanza massonica e finanzacattolica, tramite le banche di riferimento. La banca di riferimento della finanza massonica era la Banca Commerciale Italiana, mentre le banche di riferimento della finanza cattolica erano il Credito Italiano e le banche legate alle casse di risparmio. Questi organismi, a loro volta, danno origine a due grandi gruppi, che litigano tra loro solo in apparenza: per la finanza laica c’è Mediobanca, che nasce per volere di Mattioli, il massone a capo della Banca Commerciale Italiana (e Mediobanca viene comandata per tanti anni da un altro massone, Enrico Cuccia), e per la finanza cattolica c’è il gruppo SanPaolo, più il Banco Ambrosiano, una Enrico Cucciarealtà minore, limitata alla Lombardia. Tutto questo va avanti finché, in qualche modo, sul Banco Ambrosiano non cerca di entrare la finanzamassonica con un capo che si chiama Calvi, che era un massone.
L’Opus Dei e la massoneria si mettono alla fine d’accordo e fondano una banca. Lo Ior nasce perché durante il papato di Pio XII vengono decise alcune cose, deliberate nel 1942 e poi eseguite nel 1950. La Chiesa e la massoneria decidono di avere un organo, che pochi conoscono, di gestione comune. Decidono quindi di far affluire personaggi dell’Opus Dei in una specie di ordine di cavalieri, che si chiamava Ordine di San Maurizio e Lazzaro. Ne sono stato anch’io priore, in quanto “gran maestro”, ma solo fino a quando il responsabile di quest’ordine era un galantuomo, il cardinale Oddi, di Genova; poi, non appena hanno deciso che con lo Ior dovevano fare un po’ di porcherie (il cavalierato era collegato con lo Ior, la banca vaticana), hanno fatto fuori Oddi e nominato Marcinkus, così io ho smesso di andare alle riunioni. Marcinkus è un personaggio che fino a pochi mesi fa giocava a golf nel suo campo personale, annesso alla sua casa di New York. Marcinkus non era massone, era dell’Opus Dei. Il suo Ior ha cominciato a operare come una banca normale: non ha Paul Marcinkusfatto niente di più grave di quello che fanno tutte le banche del mondo.
Sappiate che una delle prime cose su cui ha messo le mani il potere mafioso è il poterebancario: negli anni ‘70 e ‘80, il capo della mafia di allora, Stefano Bontade, veniva ricevuto in pompa magna dalle principali banche d’affari europee, come Crédit Monégasque, Lazard, la stessa Goldman Sachs per cui lavorò anche Prodi. Le banche, Bontade lo ricevevano come fosse Onassis. Tutti i principali enti pubblici di questo Stato hanno fatto affari con la mafia. Anche nella Rai c’era il rappresentante della mafia, si chiamava Vanni Calvello. Era una specie di principe, di barone palermitano, e curava i rapporti della mafia con la Rai. Non a caso Andreotti, per farsi assolvere, ha citato come testimoni tutti gli ambasciatori americani a partire dal dopoguerra: tu non puoi andare a processare una persona per mafia quando sai benissimo che gli americani, sbarcati in Sicilia, hanno fatto sindaco di Mazara del Vallo Vito Genovese, che era il numero due di Cosa Nostra. Se ti metti a processare il passato, non ne esci più. Devi metterti a processare il presente.
A volte, comunque, accade che nel potere si litighi. Quando il mondo veniva nominato finanziariamente da 7 realtà, e Agnelli era una di queste 7 realtà, successe che litigarono Agnelli e i Rothschild. E un minuto dopo Agnelli vendette le quote della Fiat a Gheddafi – un bel segnale, no? Al capo del gruppo bancario di riferimento dei Rothschild chiesero un commento, e lui disse una parola francese che equivale alla nostra “conturbante”, e pregò che venisse scritta separando “con” da “turbante”, per dire che stavano cercando di coinvolgere quelli che portano il turbante. Fare entrare Gheddafi nella Fiat era uno sfregio non solo ai Rothschild, ma anche al fronte economico sionista (che non significa ebreo: identificare il popolo ebreo col sionismo è una Carpeoro grossissima ingiustizia dei nostri tempi). La bellezza delle cose del potere – che è la nostra fortuna, per cui continuiamo a mantenere dei margini di libertà – è che questi litigano. Perché non nascerà mai il Nuovo Ordine Mondiale? Perché poi si devono mettere d’accordo su chi si piglia la fetta più grossa. Quindi, sotto questo profilo non sono molto pessimista, sento che gli spazi di sopravvivenza sono garantiti.