venerdì 21 giugno 2013

Cipro: la verità sui prelievi forzati dai conti correnti

Che cosa sta succedendo davvero a Cipro: la verità sui prelievi forzati dai conti correnti



Ieri il Financial Times riportava uno scoop, oggi ripreso dal Sole 24 ore: “In una lettera Cipro cambia idea e rimette in discussione il prelievo forzoso sui conti correnti. Caso riaperto?“ In realtà, la lettera del premier cipriota Nicos Anastasiades (il cui testo integrale è consultabile sul sito cipriota Stockwatch e in inglese su Openeurope) data di circa una settimana fa e non cambia idea in merito alla tassa sui depositi bancari ma chiede invece all’Europa di rivedere i termini del piano che dovrebbe salvare il suo paese dalla bancarotta. 
Anastasiades vorrebbe riaprire le trattative con la "Troika" (la Commissione europea + la Banca centrale europea + il Fondo monetario internazionale) per il salvataggio finanziario di Cipro. I commissari dell’UE rispondono però che nessuna modifica verrà apportata al piano. 
Quinto paese della zona europea dopo l’Irlanda, il Portogallo, la Grecia e la Spagna a rivolgersi all’Europa per salvarsi dal dissesto finanziario, il 25 giugno 2012 Cipro aveva sollecitato l’aiuto dell’UE chiedendo quasi 18 miliardi di euro. Nel marzo 2013 la Troika ha messo a punto un piano che prevede un’immissione di liquidità fino a 10 miliardi. A Cipro sarebbe spettato approvare durissime riforme di austerità per colmare il restante buco di 7 miliardi.
Tra le misure da attuare, L’Ue ne ha proposta una che in passato era già stata applicata da Italia e Norvegia, rispettivamente nel 1992 e nel 1936, ovvero la tassa una tantum suidepositi bancari. Si prevedeva un prelievo del 9,9% sui depositi superiori a 100mila euro e del 6,75% su quelli inferiori al fine di raccogliere 5,8 miliardi. 
Il 20 marzo il parlamento cipriota ha però rifiutato il prelievo forzoso sui depositi bancari con una votazione netta (36 a 0). Poco dopo però, il 29 marzo, la Banca centrale di Cipro per far fronte al crack finanziario ha previsto un aumento del tasso d'interesse del prelievo sui conti correnti oltre 100mila euro al 37,5%.
Alla fine di aprile il governo cipriota e l’UE hanno raggiunto l’accordo per un nuovo piano di aiuti: il 30 aprile Anastasiades, minacciando il collasso imminente, è riuscito a farlo approvare per un soffio (29 parlamentari contro 27). Le trattative sul prelievo forzoso nel frattempo sono rimaste aperte. 
Per salvarsi e restare nell'Eurozona Cipro dovrebbe raccogliere quasi 6 miliardi di euro, a fianco dei 10 miliardi di aiuti europei. Nella lettera di una settimana fa indirizzata all’UE Anastasiades ha scritto: “Il risultato [delle misure di austerità] è che l’economia si dirige verso una profonda depressione, conducendo a un ulteriore incremento della disoccupazione e rendendo la stabilizzazione fiscale ancora più difficile.“
Anastasiades ribadisce il suo impegno nei confronti dell’UE e la volontà di Cipro di tornare ad essere un partner affidabile per l'Europa e per i mercati. Tuttavia il presidente sottolinea che senza una revisione il piano di aiuto previsto dall'UE non è concretizzabile: “Vi esorto a rivedere le possibilità per definire un prospetto attuabile per Cipro e la sua popolazione

Proteste in Brasile, 500 mila in strada

Proteste in Brasile, 500 mila in strada

Rousseff convoca gabinetto di crisi


Brasilia

RIO DE JANEIRO - La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha convocato venerdì mattina alle 9:30 (le 14:30 in Italia) un gabinetto di crisi con i ministri più vicini, a seguito delle manifestazioni in tutto il paese. Lo hanno reso noto i siti dei tre principali giornali brasiliani (Globo, Folha de Sao Paolo, Estado de Sao Paulo).
Almeno 500 mila persone sono scese in piazza in serata in oltre cento città brasiliane per protestare contro la corruzione dei partiti e le spese per i mondiali di calcio del 2014. A Rio de Janeiro, un pulmino della rete tv SBT è stato dato alle fiamme e cinque tra giornalisti e operatori sono rimasti lievemente feriti. La polizia, che ha usato mezzi blindati, ha caricato i manifestanti che lanciavano molotov contro la sede del comune, già bersaglio di violenze nei giorni scorsi. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti da pallottole di gomma, così come un giornalista di GloboNews. Numerosi gli episodi di saccheggio. A Brasilia, circa 25 mila manifestanti si sono accampati sul prato di fronte al parlamento nazionale.
La polizia militare ha circondato il palazzo di Planalto, sede della presidenza, ed ha usato gas lacrimogeni. Alcune frange violente hanno lanciato bombe molotov contro la sede del ministero degli Esteri, ma il principio di incendio è stato prontamente domato dai vigili del fuoco. I manifestanti hanno lanciato pietre contro le vetrate dell'edificio, mandandole in frantumi. A San Paolo, circa 30 mila persone hanno invaso l'Avenida Paulista, principale arteria della città. Alcuni esponenti del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra) della presidente Dilma Rousseff sono stati spintonati e allontanati. I manifestanti hanno anche bruciato bandiere del Pt. A Belo Horizonte, sono scese in strada circa 15 mila persone: i media locali parlano di numerosi saccheggi di negozi e atti di vandalismo. Scontri tra polizia militare e manifestanti anche a Salvador, dove si è giocata la partita Nigeria-Uruguay, valevole per la Confederations Cup. Gli agenti hanno caricato per disperdere la folla che si dirigeva verso lo stadio. Momenti di tensione e scontri tra manifestanti e forze dell'ordine si segnalano anche a Belem, Porto Alegre e Campinas. La presidente Dilma Rousseff ha annunciato di aver annullato il previsto viaggio di domani a Salvador, nello stato di Bahia, e la prevista visita ufficiale in Giappone della prossima settimana.