venerdì 8 marzo 2013

Spread Btp-Bund oscilla su 308 punti Rendimento al 4,58%


Spread Btp-Bund oscilla su 308 punti

Rendimento al 4,58%



(ANSA) - ROMA, 8 MAR - Lo spread Btp-Bund oscilla sui 308 punti base, con il rendimento del Btp a 10 anni al 4,58%

Port Said, morto dimostrante in scontri


Port Said, morto dimostrante in scontri



(ANSA) - PORT SAID, 8 MAR - Un manifestante egiziano è stato ucciso ieri sera nel corso di scontri tra manifestanti e polizia a Port Said. Sayyid Karim Abdel Aziz, 33 anni, è stato colpito da tre colpi di arma da fuoco, uno alla testa. Nei disordini, feriti anche 73 dimostranti. Gli scontri sono ripresi nell'attesa del verdetto di domani sulla strage dell'anno scorso nello stadio di calcio di Port Said,nell'ambito di un processo nel quale un gruppo di tifosi devono rispondere dell'uccisione di una settantina di rivali.

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Spread Btp apre in calo a 306 punti Rendimento al 4,56%


Spread Btp apre in calo a 306 punti

Rendimento al 4,56%



(ANSA) - ROMA, 8 MAR - Apertura in calo per il differenziale fra Btp e Bund tedesco. Lo spread segna, in avvio dei mercati, 306 punti contro i 310 della chiusura della vigilia. Il rendimento e' pari al 4,56%.

'It's a girl' e' ancora condanna nel mondo


'It's a girl' e' ancora condanna nel mondo

603 mln donne vivono in stati in cui violenza non e' crimine


Una ragazza nepalese di 14 anni

ROMA - "Tre parole suonano ancora come una condanna in alcuni stati: 'it's a girl', è una bambina. Sono ancora 603 milioni le donne che vivono in nazioni dove la violenza sulle donne e le bambine non è considerato un crimine, è ora di dire basta!". E' l'appello lanciato da New York, a margine della 57/a sessione della Commissione Onu sulla condizione femminile, da Raffaele K. Salinari, Presidente della Federazione Terre des Hommes (Tdh), in occasione della Festa della donna.
A New York, Tdh presenta la ricerca "Violenza contro giovani donne: una violazione dei diritti umani", un rapporto curato dallo studio legale Paul Hastings per la stessa Tdh in cui si evidenzia la necessità di armonizzare nel mondo le leggi per la prevenzione, lotta e criminalizzazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine. Fra l'altro, l'ong segnala che il tema della violenza contro le bambine e le donne, assume varie forme e anche in Italia è in preoccupante crescita.
Dai dati raccolti da Terre des Hommes per la Campagna indifesa, nel 2012 si è registrato, anche nel nostro paese, un aumento dei reati a sfondo sessuale che hanno visto come vittime le bambine. Ecco perché "é urgente investire sulle bambine, per garantire a ogni Paese uno sviluppo effettivo. Parte da questa solida consapevolezza l'impegno di Terre des Hommes che, con la Campagna indifesa, vuole far sì che attraverso l'istruzione e la protezione, ogni futura donna possa difendersi dalla violenza e contribuire al benessere della sua famiglia e allo sviluppo della sua comunità e del mondo di cui è parte a pieno diritto"

Il coraggio al governo, o l’Italia sarà rottamata da Renzi


Il coraggio al governo, o l’Italia sarà rottamata da Renzi


Don Andrea Gallo, Salvatore Borsellino, Carlo Rubbia, Roberto Scarpinato, Giulietto Chiesa. E magari anche Jeremy Rifkin e Pepe Mujica, «se l’Uruguay ce lo prestasse». E’ il fanta-profilo del “governo dei sogni” che Simone Santini disegna per “Megachip”, immaginando che sia Grillo a proporlo al Capo dello Stato. E Napolitano? «Credo che lo stiano ancora raccogliendo dal pavimento». Scherzi a parte: o Grillo rilancia, chiedendo un super-governo clamoroso, o dovrà subire l’assalto di partiti e media intenzionati a “smontare” il suo movimento, per insediare il tandem prossimo venturo, formato da Renzi e Montezemolo, ovvero la “Dc 2.0” incaricata di non cambiare niente e continuare ad obbedire agli ordini del super-potere. Dunque: meglio giocare il tutto per tutto, ora o mai più. Obiettivo: un’altra Europa, un’altra energia, un altro made in Italy. E lavoro per tutti, nel solo modo possibile: cioè con l’intervento diretto dello Stato.
Il cerino è in mano al Pd, che farà di tutto per scaricarlo nelle mani dei grillini, facendoli apparire ottusi, sfascisti e irresponsabili. Bersani? Era il Matteo Renzicandidato naturale in caso di vittoria, cioè con una maggioranza autonoma: visto che non è accaduto, il segretario del Pd «non è più il candidato naturale di nulla», e un incarico dal Quirinale potrebbe solo accelerarne il naufragio. Le opzioni sono solo due: accordo coi grillini o col centrodestra. Se gli ammiccamenti col “Movimento 5 Stelle” fossero sinceri, «sarebbe un’occasione storica (come indicato anche dal sindaco di Bari, Michele Emiliano), probabilmente l’ultima per questo partito di cosiddetto centrosinistra, per compiere quella svolta che la gran parte del suo elettorato da sempre vuole e non è mai stata realizzata». In questa direzione, però, Bersani «non dovrebbe mettere spalle al muro Grillo, ma tutta la dirigenza attuale del Pd, partendo da se stesso per passare attraverso i D’Alema e i Veltroni, i Letta e i Franceschini, le Bindi e le Finocchiaro, i Gentiloni e i Fioroni e giù giù fino agli ultimi Renzi».
Alternative? Una sola: il “governissimo” con Berlusconi, cioè «un suicidio politico che regalerebbe la maggioranza a Grillo alle prossime elezioni», salvo calamità straordinarie: «Una crisi internazionale di vaste proporzioni, una nuova ondata speculativa contro l’Italia, attentati terroristici». Altrimenti, ci sono solo nuove elezioni, magari precedute da un breve “governo di scopo”, autorizzato a cambiare la legge elettorale e poco più, o una eventuale “prorogatio” dell’attuale esecutivo, incaricato di gestire gli affari correnti, mentre in Parlamento si tenterebbe l’approvazione di singoli progetti di legge, con maggioranze estemporanee. «Tornare a votare entro il 2013 (a luglio o più probabilmente in autunno) potrebbe essere per il Partito Democratico l’unica mossa, anche se rischiosa, vincente», osserva Santini. In coalizione con Monti, il Pd potrebbe tentare di centrare il doppio risultato – maggioranza alla Camera e anche al Senato – grazie a una legge Montezemoloelettorale apposita: proporzionale con premio di maggioranza su base nazionale anche a Palazzo Madama o maggioritaria a doppio turno.
La “blindatura” Pd-Monti ha bisogno di tre presupposti: demolire Grillo e il suo movimento, screditando sui media i grillini neo-eletti, agire nell’arco di 6-8 mesi per impedire un secondo e più devastante “tsunami” e mandare in pensione il binomio Bersani-Monti, «ormai bruciato e impresentabile», puntando sul ticket Renzi-Montezemolo. «Se, in un’astuta e accurata campagna elettorale, tale schieramento riuscisse a coniugare i messaggi di novità, freschezza e cambiamento con quelli di solidità, affidabilità e stabilità, potrebbe rappresentare un polo di attrazione anche per quei milioni di voti che erano stati in fuga dal centrodestra per poi rifluire, nelle ultime settimane prima del voto, sulla figura del rinato Silvio Berlusconi». Secondo Santini, «è impossibile che qualcuno dei grandi strateghi che si muovono dietro le quinte non stia pensando o già predisponendo tale scenario, un nuovo successo del già sperimentato modello greco con il M5S nella parte di Syriza e il neo-centrista Matteo Renzi in quelle dell’attuale premier greco Antonis Samaras».
Un governo del genere, continua Santini, sarebbe la perfetta espressione dei cosiddetti “poteri forti”, visibili e occulti, nazionali e internazionali, e avrebbe le carte in regola per governare un quinquennio senza scossoni, bloccando ogni velleità di cambiamento sostanziale del nostro paese ma dosando anche opportune boccate d’ossigeno per arginare altre distruttive derive anti-sistema. «Insomma, una sorta di nuova, grande e moderna “balena bianca”, una Democrazia Cristiana 2.0 che sarebbe il peggior governo della storia della Repubblica italiana». E’ contro questo pericolo che Beppe Grillo deve combattere, assumendosi la responsabilità del cambiamento promesso. In altre parole: «Massimo rigore nel richiedere una compagine governativa, a partire dal presidente del Consiglio, in radicale discontinuità col passato: nessun esponente dei partiti parlamentari potrà farne parte». Altro fronte, la società civile: apertura e dialogo coi movimenti, mettendo fine all’autosufficienza del “Movimento 5 Stelle” che «non fa alleanze con nessuno» e aprendo la possibilità di un fronte comune Grillocon le tante voci che chiedono la rottura degli schemi.
Cambio di passo improrogabile anche sui programmi, avverte Santini, con idee-forza da tradurre subito in pratica. Primo: stracciare i trattati-capestro di questa Unione Europea, puntando ad una “Europa dei popoli” basata sulla devoluzione volontaria di sovranità dagli Stati verso un governo europeo nei settori della politica internazionale e della difesa comune. «Significa avere un governo europeo che tratti alla pari e con voce sola, tanto verso gli Stati Uniti quanto verso i Brics», sviluppando «un partenariato privilegiato con la Russia» e, al tempo stesso, una «demolizione controllata della Nato». La futura Europa? Civiltà e pace: «Un ponte gettato tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud». Meno Europa? «Vuol dire meno tecnocrazia, lobbismo, burocrazia», perché «non si possono decidere a Bruxelles regole che valgano allo stesso modo tanto per i pescatori danesi del Mare del Nord quanto per i pescatori sardi o siciliani del Mediterraneo». Serve una nuova Costituzione europea, archiviando i trattati di Maastricht e di Lisbona.
L’euro? Un orrore, ma abbandonarlo “sic et simpliciter” per una moneta nazionale potrebbe non bastare a restituirci sovranità monetaria, sostiene Santini, se poi dovessimo finire dalla padella tecnocratica di Bruxelles alla brace del potere politico-militare del dollaro. «Prima, usciamo politicamente dalla gabbia di questa Europa, di conseguenza decideremo se e che tipo di moneta unica ci servirà». Altro fronte, i sistemi criminali mafiosi: l’impasto di criminalità organizzata, corruzione, cricche massonico-affaristiche e poteri occulti. «Finché l’Italia continuerà a portarsi dietro il fardello di tutto un sistema complesso che comunemente chiamiamo mafia, nessuna riforma potrà restituirle dignità. Ma anche quando si parla di lotta alla mafia – aggiunge Santini – si deve avere il coraggio di guardare fino in fondo la faccia del potere, perché la mafia è un sistema di potere, un metodo di vassallaggio dei popoli». Apriamo gli occhi: a due passi da noi, il Kosovo è diventato un narco-Stato che di fatto è un protettorato militare della Nato, «un’entità ricettacolo e snodo dei più infami traffici criminali tra Est ed KosovoOvest scientemente creata con una guerra voluta o accettata da tutte le leadership occidentali».
Altro esempio? I paradisi fiscali: «Altro non sono che lo strumento per il riciclaggio di denaro dei grandi traffici criminali e delle grandi evasioni fiscali, comprese quelle italiane». Li si accetta come ineluttabili, dimenticando che sono protettorati anglosassoni: «Basterebbe la semplice volontà politica per cancellarli o dichiarare che, chi apre una società offshore in quei micro-Stati o vi ha un conto bancario, è semplicemente fuori legge». Metterli al bando è necessario, «purché non serva semplicemente a drenare meglio i capitali verso Wall Street, come vorrebbero gli architetti di una unione economica transatlantica da costruire a spese dei popoli europei», messi alla frusta – intanto – dalla drammatica “estinzione” del lavoro, provocata dalla globalizzazione e dalla grande crisi mondiale, la coperta sempre più corta, la competizione esasperata, le risorse planetarie in via di esaurimento, il boom demografico. Secondo Santini, se ne esce solo mescolando Keynes con la decrescita: meno lavoro, ma per tutti. E comunque: lavoro diverso, pulito, utile. In altre parole: investimento occupazionale dello Stato per una vera riconversione economica.
Prima di tutto, serve «un grande piano energetico nazionale con una prospettiva di alcuni decenni, che segni l’inizio di un cambio di civiltà: mentre si concepisce un nuovo modo di produrre, si apriranno le porte a milioni di nuovi occupati». Il concetto di rete applicato all’economia: «Tanti piccoli produttori nel settore delle rinnovabili a bassissimo o inesistente impatto ambientale». Ci sarebbe da ricoprire di fotovoltaico i tetti di tutti i capannoni industriali d’Italia, a cui affiancare mini-impianti eolici o a biomassa, e le nuove tecnologie da sviluppare: idrogeno, solare termodinamico, fusione fredda. «E poi la riqualificazione, la ristrutturazione, il risparmio». Per fare questo, è necessario rivoluzionare la “narrazione” corrente, fondata sulla demonizzazione della spesa pubblica, senza mai distinguere tra spreco e spesa strategica, in mancanza della quale fotovoltaico– lo stiamo toccando con mano, grazie a “Rigor Montis” – a crollare, a ruota, è anche il sistema privato delle imprese, con annessi posti di lavoro.
Un altro grande piano nazionale, sempre secondo Santini, dovrà riguardare il settore primario, l’agricoltura. «Anche qui c’è ampio spazio per tornare a creare posti di lavoro, produttivi, sani, col “passo dell’uomo”». Un’agricoltura nuova, ovviamente, altamente tecnologica e innovativa, ma “verde”, cioè organica e biodinamica. «L’Italia può e deve diventare il leader mondiale del settore, confermando e rilanciando il senso più profondo del made in Italy». Infine, serve «un nuovo patto sociale tra gli italiani, fondato sul lavoro». Nell’attuale panorama politico, solo il “Movimento 5 Stelle”, «in quanto organizzazione idealista ma post ideologica», potrebbe sintetizzare le molteplici istanze derivanti dal mondo del lavoro, subordinato e autonomo, pubblico e privato: dagli operai di Pomigliano al “popolo delle partite Iva”, fino alla piccola e media impresa. «Un patto che rifondi la comunità italiana e guardi verso le prossime generazioni», dentro un nuovo contesto istituzionale: «La democraziaeconomica, per meglio dire la democrazia diretta applicata all’economia, dovrà sganciarsi dalle tradizionali sedi della democrazia politica rappresentativa», per esempio attraverso «una Camera legislativa del Lavoro», i rappresentanti di lavoratori, produttori e consumatori, «guardandosi negli occhi, troveranno le più opportune soluzioni per il lavoro di oggi e di domani».

Il verbale della riunione a porte chiuse dei parlamentari del Movimento 5 stelle


Il verbale della riunione a porte chiuse dei parlamentari del Movimento 5 stelle


Domenica 3 e lunedì 4 marzo 2013 si sono riuniti in un albergo di Roma i 163 deputati e senatori del Movimento 5 stelle. Una parte della riunione è stata trasmessa in diretta streaming, ma l’incontro con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si è svolto a porte chiuse. Il giornalista Federico Mello l’ha reso pubblico sul sito di Tiscali. Il documento è stato scritto da uno degli eletti, Samuele Segoni, 35 anni, geologo.
Ciao a tutti,
condivido con tutti un breve e personale report dell’incontro di oggi, per una massima trasparenza. Lo ho buttato giù in tempo reale, scusate la stringatezza e l’essenzialità.
Samuele. (riconosciamo l’hotel da lontano per l’assedio dei giornalisti accalcati fuori dall’ingresso) (entriamo, ci accomodiamo in sala, inizia l’incontro)
Beppe: (applausi)
Siamo tanti abbiamo creato un mostro. Applauso a voi, non a me.
Consiglio: io do interviste solo ai reporter stranieri perché sono corretti. E registro video/audio. Mi trovo benissimo. Vi metto in guardia. Come succede già a me, vi violeranno la privacy alla ricerca dello scoop o addirittura inventandoselo. Io non riesco neanche a scaccolarmi in pace a casa mia, mi devo nascondere! :-D
Importantissimo: rimaniamo uniti, fiducia non fiducia, Bersani non Bersani, se siete tutti d’accordo, rimaniamo compatti. I partiti annaspano, È un nostro momento di forza. Staniamoli: devono fare alla luce del Sole quello che hanno fatto nell’ombra fino ad oggi (si riferisce agli inciuci e agli accordi).
Fiducia: è un no scontato, niente alleanze, niente fiducia, si vede proposta x proposta, scenario per scenario, sono le nostre regole base, ce le siamo date molto tempo fa e le abbiamo condivise insieme: non vedo come possano essere messe in discussione (consenso generale dalla sala).
Importante: restiamo uniti, loro proveranno a dividerci e a creare problemi interni o a farli percepire ai lettori. Se siamo compatti riusciremo bene.
Avete dubbi? Qualcuno è contrario?
Nicola, Senato, Calabria: non un dubbio, ma ribadisco un concetto: dialogo con tutti fiducia a nessuno.
…Altri interventi…
Risponde Gianroberto Casaleggio. Tirata d’orecchi a chi aveva fatto interventi in politichese (tutti del tono ‘ok no alleanze, ma dobbiamo elaborare delle strategie politiche da portare avanti’): basta parlare di alleanze e basta parlare degli altri. Noi abbiamo la nostra strada ed il nostro metodo. (applausi)
Votazione per i capigruppo (dovranno fare una rotazione, adesso si elegge i primi)
Senato Vito Crimi
Camera Roberta Lombardi

Grillo prende un po’ in giro Casaleggio (che rimane serissimo) chiamandolo ‘Guru’ e chiedendogli se è proprio lui o se è Crozza che sta facendo l’imitazione.
:-D

Casaleggio
Occhio: attenti ai social media, non avrete più privacy, quello che scrivete ve lo ritrovate nei giornali. Lo so, è molto limitante, ma dovete stare molto attenti, cercano notizie oppure se le inventano direttamente

Metafora del gruppo e riprende il discorso di Al Pacino in ogni maledetta domenica: ‘O vinciamo come gruppo o veniamo eliminati come singoli’. Altri rischi a parte questo non li vedo. Facciamo gruppo, condividiamo, portiamo avanti le istanze del gruppo e non del singolo (anche se il singolo in quanto testa pensante può non essere d’accordo su tutto, dovrà adeguarsi perché è solo un portavoce di tutti i cittadini). È strategico e ce lo chiede l’elettorato: vogliono unità e linearità, non calcoli politici complessi.
I gruppi parlamentari si devono dare delle regole. Noi abbiamo buttato giù qualcosa aiutati da degli studi di avvocati. Ve lo invieremo presto, è una bozza d’indirizzo, modificatevelo come vi pare a voi, noi non ci vogliamo entrare, fate voi in piena libertà.
Ricordatevi che dobbiamo decidere in maniera collegiale con tutto il portale on line.
Prima cosa, scegliere un candidato per Presidente della Repubblica, lo sceglieremo tutti insieme, con migliaia di iscritti, sul portale, e voi avrete il dovere di portare avanti la candidatura più votata.Piattaforma sviluppo programma.
Casaleggio: Avevamo sviluppato un piano in cui elezioni ad aprile, è stato tutto anticipato di due mesi: grossa difficoltà a livello burocratico e procedurale (peggio della notte prima della maturità) ed abbiamo lasciato perdere il discorso del portale. Adesso stiamo per presentare la piattaforma, che servirà per creare un programma dinamico. E per selezionare le idee migliori che dovrete provare a far diventare leggi in parlamento.
Spazio per domande/risposte
Risponde Casaleggio: dovrete prendere tante decisioni. Non cercate noi dello staff, dovrete lavorare in autonomia. Casomai ascoltate i cittadini. Organizzatevi, dividetevi per competenze.
Comunicazione: conformemente alla normativa, creeremo due gruppi di comunicazione ufficiali. Noi dello staff ‘ufficializziamo’ quelli del gruppo comunicazione ma NON LI GESTIAMO. Soprattutto non gestiamo e non gestiremo mai soldi e fondi (sto querelando tutti quello che lo dicono inventandoselo peraltro di sana pianta).
Comunicazione interna: non ci voglio entrare nulla, fate voi, tra voi ci sono molti informatici, fate voi, troverete sicuramente la forma per voi più congeniale.
Siamo prosaici: noi non andremo al governo, ci andranno loro, si voteranno la fiducia, noi abbiamo il compito di far passare più leggi possibile per il bene del Paese.