martedì 8 gennaio 2013

Terremoto in Turchia di 6,2 gradi

Terremoto in Turchia di 6,2 gradi

 La scossa si è verificata tra le isole greche di Lemno e Lesbo

 

ISTANBUL - Un terremoto di magnitudo 6,2 si è verificato al largo della provincia turca di Canakkale, nel mar Egeo. Lo fa sapere l'Osservatorio e centro di ricerche su terremoti Kandilli di Istanbul. La scossa è avvenuta alle 15.16 in Svizzera ed è stata avvertita a Istanbul e nelle zone circostanti, ma per il momento non ci sono notizie di danni. Secondo l'Istituto di geodinamica di Atene, la magnitudo era pari a 5.9 e la scossa si è verificata tra le isole greche di Lemno e Lesbo, vicino alla costa turca. Il terremoto è stato avvertito leggermente anche ad Atene. Per lo Us Geological Survey la magnitudo ha raggiunto 5,7.

 

Spazio, rilevato flusso energia di enorme buco nero nell’orbita della Terra


Spazio, rilevato flusso energia di enorme buco nero nell’orbita della Terra

Il blob di raggi gamma è stato registrato dalla strumentazione del satellite della Nasa Fermi Gamma-ray Space Telescope. Intanto è stata scoperta una colossale eruzione proveniente da un altro massiccio buco nero che dista circa 44 milioni di anni luce e si trova nella costellazione dei Pesci

Buco Nero



Un intenso flusso di energia prodotta da un enorme buco nero quasi 11 miliardi di anni fa ha raggiunto l’orbita della Terra, ed è stato registrato dalla strumentazione del satellite della Nasa Fermi Gamma-ray Space Telescope. Il fenomeno registrato tra il 2011 e il 2012, ha permesso, combinando le informazioni raccolte con le osservazioni del radio telescopio VLBA (Very Long Baseline Array), agli astronomi di individuare con grande precisione la regione da dove si sarebbe originato questo flusso di radiazione, ovvero nella galassia conosciuta con la sigla “4C +71.07,” al cui interno risiede un buco nero supergigante.  
Sorprendentemente però, l’origine del blob di raggi gamma rilevati non coincide, come previsto dalle teorie, con il buco nero ma si trova distante circa 70 anni luce da esso. “La corrispondenza tra il risveglio dell’attività gamma misurata da Fermi Lat e la fenomenologia radio è impressionante”, ha detto Patrizia Caraveo, responsabile Inaf per lo sfruttamento scientifico del satellite Fermi. “Dopo essere stata quieta per anni, la galassia 4C+71.07 si è accesa nei raggi gamma in corrispondenza dell’emissione di un blob di particelle accelerate che i radioastronomi hanno visto nascere a circa 70 anni luce dal buco nero supermassivo che è responsabile dell’attività della galassia. Il risultato è interessante e stupefacente: bisognerà capire come mai questa concentrazione di particelle energetiche si sia formata così distante dal buco nero”. La galassia 4C +71.07, situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore, è così lontana che la sua luce impiega 10,6 miliardi di anni per raggiungere la Terra. Gli astronomi stanno oggi studiando questa galassia come era quando l’universo aveva meno di un quarto della sua età attuale.
Scoperta negli anni ’60 del secolo scorso, 4C +71.07 è stata subito classificata come una intensa sorgente di onde radio. Emissioni sporadiche nelle alte energie erano state registrate dal satellite Compton Gamma-Ray Observatory della Nasa. Le prime indagini di Fermi dopo la sua messa in orbita sembravano indicare che la sorgente fosse quieta, salvo poi tornare in piena attività nel 2011, raggiungendo il suo picco nei primi giorni di novembre, quando ha raggiunto una luminosità ben 10.000 volte maggiore di tutte le stelle della nostra Galassia, la Via Lattea, messe insieme. Al centro di questa turbolenta galassia si trova un buco nero di massa pari a 2,6 miliardi di volte quella del nostro Sole. Parte della materia che cade spiraleggiando nel buco nero viene accelerata verso l’esterno a velocità prossime a quella della luce, creando due getti di particelle che si allontanano dalla sorgente in direzioni opposte. Uno di questi getti risulta puntare quasi esattamente verso la Terra. Questa caratteristica rende 4C +71.07 quello che gli astronomi chiamano “blazar”, una classe di oggetti celesti che comprende alcune dei più brillanti sorgenti di raggi gamma presenti nel cielo. Sfruttando il livello di dettaglio raggiungibile dal radiotelescopio VLBA del National Science Foundation, che combina 10 strumenti dislocati tra Nord America, Hawaii e Isole Vergini, raggiungendo così la risoluzione che avrebbe una singola parabola di ben 8.500 chilometri di diametro, nell’autunno del 2011 è stata osservata una struttura luminosa simile a un nodo che sembrava muoversi verso l’esterno della galassia a una velocità di 20 volte superiore a quella della luce. Un effetto solo apparente, dovuto al fatto che questo blob si stava muovendo quasi esattamente verso di noi ma a una velocità effettiva solo leggermente inferiore a quella della luce
La presenza di questa struttura in movimento ha permesso di individuare con precisione il punto esatto dove sono stati generati i raggi gamma nel getto emesso dal buco nero. Il nodo nel suo spostamento ha infatti attraversato una brillante struttura stazionaria del getto, quella che gli astronomi chiamano il suo “nucleo radio” pochi giorni dopo dai rilevamenti dell’accensione in gamma che indicavano una nuove fase di emissione di raggi gamma da 4C +71.07. Ulteriori indagini basate sullo studio della polarizzazione della radiazione proveniente dalla galassia durante il periodo più intenso di attività della sorgente nelle alte energie, tra ottobre 2011 e gennaio 2012, hanno conformato che questa struttura era responsabile dell’improvviso aumento di luminosità della sorgente sia nel visibile che nei raggi gamma. Ma non solo: hanno anche permesso di stabilire che la zona in cui sono stati prodotti i flussi di raggi gamma registrati da Fermi si trovava a circa 70 anni luce dal buco nero.
Intanto è stata scoperta una colossale eruzione proveniente da un massiccio buco nero che dista circa 44 milioni di anni luce e si trova nella costellazione dei Pesci. Si tratta di una ‘fiammata’ che è 10 volte più luminosa della più potente esplosione stellare osservata finora. Il buco nero osservato dall’Osservatorio di Arecibo di Puerto Rico si trova nel cuore della galassia NGC 660.
“La scoperta è stata casuale. Le nostre osservazioni si sono svolte nell’arco di alcuni anni, e quando siamo ritornati su questa galassia, abbiamo notato che era cambiata nel tempo: da luogo placido e quieto era diventata una regione tumultuosa sottoposta a un gigantesco flusso di energia”, ha spiegato Robert Michin, fra gli autori dello studio. Inizialmente gli scienziati pensavano che questo rilascio energetico fosse dovuto a un anello di materiale in espansione legato a una supernova, ma poi hanno scoperto che le emissioni radio rilevate puntavano, come origine, al centro della galassia. I getti hanno fatto dunque pensare a un buco nero supermassiccio nel cuore della galassia: man mano che questo mostro spaziale ingoia polveri e massa, genera un disco turbinante di materia che emette getti di particelle

Ruzzle, una mania in parole Come funziona la versione social del classico Scarabeo. Una moda che ha già contagiato più di 10 mln di utenti.


Ruzzle, una mania in parole

Come funziona la versione social del classico Scarabeo. Una moda che ha già contagiato più di 10 mln di utenti.

Ruzzle è un'app per smartphone e tablet gratuita nella versione basic e il cui upgrade costa 2,69 euro.

Il fidanzato non vi risponde su Whatsapp. L’amica è sempre con lo smartphone in mano, ma non ha idea di cosa stia succedendo su Facebook. Il vostro collega non molla il tablet nemmeno a pranzo. E su Twitter, giornalisti e opinionisti sono stranamente silenti. Se non sapete trovare una spiegazione alla catena di eventi insoliti, è chiaro che siete tra i pochi fortunati che non hanno mai giocato a Ruzzle. Se invece l’avete scaricato sapete esattamente il livello di dipendenza che l’ultima game-mania sta seminando in giro. Ma forse non state leggendo.
SCARABEO DIGITALE. Ruzzle è niente più, niente meno, che una versione social del classico Scarabeo. Che in teoria sarebbe uno dei giochi più noiosi del mondo, una sfilza di lettere sparse a disposizione e l’obiettivo di comporre, con quelle lettere, il maggior numero di parole possibili, e più lunghe sono meglio è. Nella pratica, conosco gente che dopo aver storto il naso è andato avanti a giocare per ore, anche tutta la notte.
SFIDA AGLI AMICI DI FACEBOOK. Ecco, Ruzzle non è niente di diverso da quel maledetto gioco, con qualche piccola modifica dettata dai tempi: anziché un gioco in scatola è un’applicazione per smartphone e tablet (gratuita nella versione basic, upgrade a 2,69 euro), grafica semplice e colori elementarmente accattivanti, e gli avversari li recuperi tra i contatti di Facebook, su Twitter, o tra gli amici che hanno creato un profilo sul gioco. Se poi sono le 3 di notte e tutti quelli che conosci sono riusciti a staccarsi, puoi sempre cercare un avversario a caso tramite l’apposita funzione. Magari nel frattempo, tra un round e un po’ di messaggini scambiati sulla chat annessa al gioco, si diventa pure amici.
Uno dei punti di forza di Ruzzle è che non bisogna necessariamente star connessi in contemporanea per giocare i tre round: quando si ritorna all’applicazione si ritrova la partita. Sempre che nel frattempo l’altro, innervosito da un punteggio deludente, non abbia si sia dichiarato ko.
UN GIOCO MULTILINGUA. Ruzzle, grazie all’elevato numero di lingue disponibili, conta ormai più di 10 milioni di users in giro per il mondo. Numeri che, visti dall’esterno, sembrano allucinanti. Probabilmente lo sono, ma questo non ferma la Ruzzlemania, che poi si spera non sia altro che l’ultima moda in tema di app e giochini online, destinata, come tutte le altre, a scemare e finire nel dimenticatoio.
Nel frattempo provate a chiederne in giro, probabilmente vi guarderanno con un mix di stupore (come se veniste da Marte) e triste consapevolezza (stile tossicodipendente) e diranno: «Se non lo sai meglio per te, e mi raccomando: non lo scaricare». Perché per quanto sia soltanto un giochino, una volta che si inizia a sfidare i propri amici non si smette più. E ora, se state ancora cercando di capire di cosa parlano tutti, accettate un consiglio: non fatevi tentare e andate a fare un giro. In caso contrario, ci vediamo su Ruzzle.

Vergogna Bersani 2..Baffino colpisce ancora..Pd:segr.Puglia,vado via,primarie tradite

Vergogna Bersani 2..Baffino colpisce ancora..Pd:segr.Puglia,vado via,primarie tradite

Liste invase da'immigrati del nord',assoluto dissenso con scelte



(ANSA) - BARI, 8 GEN - Il segretario regionale pugliese del Pd, Sergio Blasi, si e' dimesso dall'incarico ''in pieno ed assoluto dissenso col gruppo dirigente nazionale del Pd per aver tradito lo spirito delle primarie ed aver invaso le liste pugliesi di 'immigrati dal nord' ''. La comunicazione e' stata consegnata la scorsa notte alle 2.45 da Blasi ''a conclusione della riunione con i vertici nazionali per la definizione delle postazioni nazionali da inserire nelle liste di Camera e Senato per la Puglia''.

Carceri: Strasburgo condanna Italia, sovraffollamento


Carceri: Strasburgo condanna Italia, sovraffollamento

Detenuti in celle troppo piccole, trattamento inumano



STRASBURGO  - L'Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha quindi condannato l'Italia per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza.

La Corte ha inoltre condannato l'Italia a pagare ai sette detenuti un ammontare totale di 100 mila euro per danni morali. Nella sentenza la Corte invita l'Italia a porre rimedio immediatamente al sovraffollamento carcerario.

Nella sentenza di condanna emessa oggi, i giudici della Corte europea dei diritti umani constatano che il problema del sovraffollamento carcerario in Italia è di natura strutturale, e che il problema della mancanza di spazio nelle celle non riguarda solo i 7 ricorrenti: la Corte ha già ricevuto più di 550 ricorsi da altri detenuti che sostengono di essere tenuti in celle dove avrebbero non più di 3 metri quadrati a disposizione. I giudici chiamano quindi le autorità italiane a risolvere il problema del sovraffollamento, anche prevedendo pene alternative al carcere. I giudici domandano inoltre all'Italia di dotarsi, entro un anno, di un sistema di ricorso interno che dia modo ai detenuti di rivolgersi ai tribunali italiani per denunciare le proprie condizioni di vita nelle prigioni e avere un risarcimento per la violazione dei loro diritti. Con la sentenza emessa oggi l'Italia viene condannata una seconda volta per aver tenuto i detenuti in celle troppo piccole. La prima condanna risale al luglio del 2009 e riguardava un detenuto nel carcere di Rebibbia di Roma. Dopo questa prima condanna l'Italia ha messo a punto il "piano carceri" che prevede la costruzione di nuovi penitenziari e l'ampliamento di quelli esistenti oltre che il ricorso a pene alternative al carcere.

SEVERINO,AVVILITA MA NON STUPITA DA SENTENZA - "Sono profondamente avvilita ma purtroppo l'odierna condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo non mi stupisce", "c'era da aspettarselo". Così il ministro della Giustizia Paola Severino sulla sentenza di Strasburgo sul sovraffollamento carcerario. Per le carceri italiane, aggiunge, sono urgenti "misure strutturali".

SOVRAFFOLLAMENTO AL 142%, MAGLIA NERA UE  - L'Italia è maglia nera in Europa per la condizione degli istituti. Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane, secondo l'ultimo rapporto di Antigone, l'associazione che si batte per i diritti nelle carceri, è del 142,5%, dunque ci sono oltre 140 detenuti ogni 100 posti letto, mentre la media europea è del 99,6%. Rispetto a questi numeri record ci sono regioni che statisticamente stanno anche peggio: la Liguria è al 176,8%, la Puglia al 176,5%, il Veneto a 164,1. E ci sono casi limite, in cui il numero dei detenuti è più che doppio rispetto ai posti regolamentari, come nel carcere messinese di Mistretta (269%), a Brescia (255%) e Busto Arsizio (251%). In questi due istituti, come in altre del Nord la presenza di stranieri è superiore a quella degli italiani. A San Vittore (Milano) su 100 detenuti 62 sono stranieri, a Vicenza 65. Le percentuali più alte di stranieri tra i detenuti si registrano in Trentino Alto Adige (69,9%), Valle d'Aosta (68,9%) e Veneto (59,1%). Le più basse in Basilicata (12,3%), Campania (12,1%) e Molise (11,8%). (ANSA).

Ue: Imu sia progressiva In Italia rischio povertà


Ue: Imu sia progressiva In Italia rischio povertà
Rapporto Ue 2012 su occupazione e sviluppi sociali. In 'trappola' anche Grecia e Spagna




BRUXELLES  - In Italia, con il peggiorare della crisi, c'é un "rischio elevato" di cadere in una "enorme trappola della povertà": una volta che una persona entra in difficoltà, è molto difficile che riesca ad uscirne. E' quanto emerge dal Rapporto Ue 2012 su occupazione e sviluppi sociali.

La protratta crisi economica che ha colpito l'Ue ha "drammaticamente aumentato i rischi di esclusione sociale di lungo periodo", e questi, si legge nel rapporto, "variano enormemente" tra i diversi stati membri. L'Italia, insieme a Grecia, Spagna, Malta e i paesi Baltici, fa parte del gruppo di paesi in cui "c'é un alto rischio di entrare nella povertà e basse possibilità di uscirne, con la creazione di una massiccia trappola della povertà". E, avverte Bruxelles, "la situazione sta peggiorando dato che le prospettive attuali sono cupe" per questo gruppo di paesi.
"E' improbabile che l'Europa vedrà molti miglioramenti socioeconomici nel 2013 a meno che non faccia maggiori progressi anche nella risoluzione credibile della crisi, trovi risorse per gli investimenti necessari e faccia funzionare l'economia reale". E' l'allarme del commissario Ue agli affari sociali Lazslo Andor.

Poi sull'Imu: per essere più equa ed avere un effetto redistributivo, deve essere modificata in senso più progressivo. Secondo il rapporto la vecchia Ici non aveva impatto sulle disuguaglianze e aumentava leggermente la povertà.
L'Imu, ricorda il rapporto Ue, è stata introdotta nel 2012 "a seguito di raccomandazioni sulla riduzione di un trattamento fiscale favorevole per le abitazioni" e "basata sull'effetto distorsivo relativamente basso delle tasse sulla proprietà e il basso tasso di evasione". Nella sua architettura, l'Imu, riconosce Bruxelles, "include alcuni aspetti di equità", come la deduzione di 200 euro per la prima casa, le deduzioni supplementari in caso di figli a carico, e una marcata differenziazione del tasso di imposizione tra prima e seconda casa. Ma, avverte la Commissione, "altri aspetti potrebbero essere ulteriormente migliorati in modo da aumentarne la progressività". Per esempio, dovrebbero essere aggiornati i valori catastali degli immobili: nonostante sia già stato un passo in avanti l'aumento del 60% dei valori del reddito catastale, si tratta di un aumento proporzionale e non progressivo legato al reale valore di mercato degli immobili, e che quindi non riduce le disuguaglianze di reddito. Dovrebbero poi essere introdotte deduzioni non basate sul reddito e migliorata la definizione di residenza principale e secondaria. Sulla base di simulazioni effettuate con i dati relativi alla vecchia Ici, il rapporto Ue sottolinea che "le tasse sulla proprietà non hanno impatto sulla diseguaglianza in Estonia e in Italia, e sembrano aumentare leggermente la povertà in Italia".

Ci vendono di tutto, tranne quello che ci serve: la felicità

Ci vendono di tutto, tranne quello che ci serve: la felicità

Come governanti, esprimiamo la sincera volontà di accompagnare tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere. Tuttavia, ci venga concesso di porci qualche domanda a voce alta. Per tutto il pomeriggio si è parlato di “sviluppo sostenibile”, per togliere masse immense dalla povertà. A cosa ci riferiamo? Il modello di sviluppo e di consumo che abbiamo in mente è quello attuale delle società ricche? Un’altra domanda: cosa succederebbe, a questo pianeta, se gli indiani avessero la stessa proporzione di auto per famiglia che hanno i tedeschi? Quanto ossigeno ci rimarrebbe per respirare? In altre parole: il mondo possiede oggi gli elementi materiali per fare in modo che 7-8.000 milioni di persone possano avere lo stesso livello di consumo e di spreco delle più ricche società occidentali? Sarà possibile, o dovremmo forse mettere la discussione su un altro piano?
Perché abbiamo creato una civilità, quella in cui viviamo, figlia del mercato e della concorrenza, che ci ha portato un progresso materiale portentoso ed Jose Mujica, presidente dell'Uruguayesplosivo. Ma ciò che è nato come “economia di mercato” è diventato “società di mercato”. E ci ha portato questa globalizzazione, che significa doversi occupare di tutto il pianeta. La stiamo governando, la globalizzazione, o è la globalizzazione a governare noi? E’ possibile parlare di solidarietà e dire che siamo tutti uniti, in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a che punto arriva la nostra fraternità? La sfida che abbiamo davanti è di una dimensione epocale. E la grande crisi non è ecologica: è politica. L’uomo, oggi, non governa le forze che ha creato; sono queste ultime a governare l’uomo e la nostra vita.
Non veniamo al mondo per “svilupparci” in termini generici; veniamo al mondo con il proposito di essere felici. Perché la vita è breve e ci sfugge tra le mani. E nessun bene vale quanto la vita, questo è elementare. Ma se la vita finisce per sfuggirmi, lavorando e lavorando per consumare un di più, la società del consumo è il motore di tutto questo. In definitiva, se si paralizza o si rallenta il consumo, si rallenta l’economia; e se rallenta l’economia, è il fantasma della stagnazione per ciascuno di noi. Ma è proprio l’iperconsumo che sta aggredendo il pianeta. Ed è proprio l’iperconsumo a generare cose che durano poco, perché bisogna vendere molto. Una lampadina elettrica non può durare più di mille ore. Ci sono lampadine che possono durare centomila, duecentomila ore, ma non possono essere fabbricate, perché il problema è il mercato, perché dobbiamo lavorare e dobbiamo avere una civiltà usa e getta.
Siamo in un circolo vizioso: questi sono problemi di carattere politico, che ci portano a comprendere la necessità di lottare per un’altra cultura. Non si tratta di tornare all’uomo delle caverne, né di fare un monumento al regresso. E’ che non possiamo continuare indefinitamente ad essere governati dal mercato: dobbiamo governarlo noi, il mercato. Per questo, nel mio umile modo di vedere, dico che il problema è di tipo politico. I vecchi pensatori – Epicuro, Seneca, gli Aymara – dicevano: povero non è colui che ha poco, ma chi ha indefinitamente bisogno di molto – e desidera e desidera, sempre di più. Questa è una chiave di carattere culturale. Dobbiamo Una donna Aymararenderci conto che la crisi dell’acqua e la crisi dell’aggressione all’ambiente non sono una causa: la causa è il modello di civiltà che abbiamo costruito. E ciò che dobbiamo rivedere è il nostro modo di vivere.
Appartengo a un piccolo paese, ricco di risorse naturali per vivere. Il mio paese ha poco più di tre milioni di abitanti, ma ci sono 13 milioni di vacche tra le migliori al mondo. Abbiamo 10 milioni di pecore stupende. Il mio paese esporta cibo, latticini, carne. E’ un territorio pianeggiante, utilizzabile quasi al 90%. I miei compagni lavoratori hanno lottato molto per le 8 ore di lavoro, e adesso stanno ottenendo le 6 ore. Ma chi lavora solo 6 ore si trova un altro lavoro, e quindi lavora più di prima. Perché? Perché deve pagare una serie di rate, la bella moto, la bella macchina. E paga e paga, alla fine è un vecchio reumatico come me, e la sua vita gli è sfuggita. Domando: è questo il destino della vita umana? Queste cose sono elementari. Lo sviluppo non può andare contro la felicità: dev’essere a favore della felicità umana, dell’amore sulla Terra, delle relazioni umane, della cura dei figli, dell’avere amici, del non privarsi dell’indispensabile. Proprio perché questo è il tesoro più prezioso che abbiamo, ricordiamocelo; quando lottiamo per l’ambiente, il primo elemento dell’ambiente si chiama: felicità umana.
(Jose Mujica, presidente dell’Uruguay; estratti del discorso pronunciato alla conferenza mondiale “Rio+20” il 21 giugno 2012 a Rio de Janeiro).


Giulietto Chiesa: attenti ai cretini che sperano di vincere


Giulietto Chiesa: attenti ai cretini che sperano di vincere






Non vorrei fare il menagramo, come al solito. Ma mi sento come un aiutante di campo di un generale d’altri tempi, che guarda da un’altura la battaglia. E ascolta, senza poter interloquire, cosa si dicono i comandanti. Qualcuno la pensa come me: stiamo perdendo. Sul fianco sinistro non c’è quasi nessuno. Regna la confusione. Bisognerebbe mandare rinforzi, ma non ce n’è. I capi dei reparti sembrano tutti rimbambiti. Qualcuno dei nostri generali, laggiù è passato al nemico. Che fare? Ma c’è di peggio. Vicino al generale c’è qualche cretino – mi permetterei di dire – che pensa che stiamo vincendo. E insiste per un’offensiva. Ma come? Non vedono che, poco più oltre, il nemico dispone di riserve enormi, che entreranno tra poco in battaglia, mentre noi abbiamo soltanto qualche drappello di volonterosi sparsi, con piccole armi a disposizione?

I politici giocano e i Giovani senza lavoro al 37,1%, record assoluto dal 1992 A novembre il tasso di disoccupazione resta all'11%, ancora ai massimi da gennaio 2004


Giovani senza lavoro al 37,1%, record assoluto dal 1992

A novembre il tasso di disoccupazione resta all'11%, ancora ai massimi da gennaio 2004




ROMA  - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre è pari al 37,1%, si tratta del record assoluto, ai massimi sia dalle serie mensili, ovvero da gennaio 2004, sia dalle trimestrali, cominciate nel quarto trimestre '92. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisori).

Invece il tasso di disoccupazione a novembre resta all'11,1%, lo stesso livello di ottobre e quindi ancora ai massimi da gennaio 2004, inizio serie mensili, e dal primo trimestre del '99, guardando alle serie trimestrali. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisori). Su base annua il tasso è in aumento di 1,8 punti.

A novembre 2012 tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro, ovvero disoccupate, sono 641 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione nella stessa fascia d'età.

E a novembre il numero di disoccupati resta vicino ai 2,9 milioni, precisamente pari a 2 milioni 870 mila, in lieve calo (-2 mila) rispetto a ottobre (la diminuzione riguarda la sola componente femminile). Su base annua, invece, la disoccupazione cresce del 21,4%, ovvero di 507 mila unità. Lo rileva l'Istat, in base a dati provvisori e destagionalizzati.

Nel mese di novembre gli occupati sono 22 milioni 873 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre, con un calo di 42 mila unità, sia su base annua, con una diminuzione di 37 mila unità.

Il tasso d'occupazione maschile a novembre scende al 66,3%, si tratta del livello più basso sia dall'inizio delle serie storiche mensili, ovvero da gennaio 2004, sia dall'avvio delle trimestrali, cominciate nel quarto trimestre del 1992.

Generali compra tutta Ppf


Generali compra tutta Ppf


MILANO  - Generali acquista in due tranche il 49% dell'alleanza nell'Europa dell'Est stretta con Peter Kellner e sale al 100% di Generali Ppf Holding per 2,5 miliardi. Dopo uno scambio di asset il gruppo del Leone alato avrà poi tutto il 38,5% della compagnia russa Ingosstrakh, oggi diviso con l'imprenditore ceco. Lo si legge in una nota.

Dopo l'accordo per concludere la joint venture in Europa dell'Est con Peter Kellner, Generali Ppf Holding, il group ceo delle Generali Mario Greco sottolinea come con l'operazione tolga incertezza sulle strategie future del gruppo all'est. "Con questa operazione eliminiamo ogni incertezza sulla nostra strategia di sviluppo in Europa Centro-orientale e sulle risorse necessarie per il gruppo a realizzarla - afferma nella nota sulle intese appena raggiunte -. Oggi siamo diventati uno degli operatori leader in un'area a crescita elevata. Con il pieno controllo di Gph, potremo beneficiare appieno dei nostri investimenti e focalizzarci nello sviluppo del core business assicurativo migliorando la nostra posizione competitiva e la redditività ".

Generali e Ppf Group hanno sottoscritto nel dettaglio un accordo per concludere la joint venture nell'Europa dell'Est, Gph, che permetterà a Generali di ottenere il pieno controllo azionario e gestionale. Generali ha oggi il 51% di Gph e acquisterà in due tranche da Ppf Group il rimanente 49% a un prezzo stabilito a 2.521 milioni. Gph cederà a Ppf per 80 milioni di euro le attività assicurative per il credito al consumo in Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan. Quanto allo scambio relativo alla quota del 38,46% nella compagnia russa Ingosstrakh si realizzerà con l'acquisto da parte di Generali da Ppf Investments del controllo del fondo Ppf Beta (titolare della partecipazione in Ingosstrakh). Ppf acquisterà invece da Generali il 27,5% che il gruppo triestino ha nella società di gestione di fondi di investimento. Su Gph non sono previste nuove opzioni ma il prezzo è stato concordato in via definitiva (in precedenza era previsto un diritto per Ppf a vendere a un prezzo corrispondente al pià elevato tra il fair market value della partecipazione e un prezzo minimo). La prima tranche del 25% verrà acquistata da Generali per 1.286 milioni entro il 28 marzo. Ppf destinerà l'ammontare al rimborso di circa il 51% del prestito obbligazionario di 400 milioni di euro sottoscritto dalle Generali ed emesso da una società controllata da Ppf Group nel 2009 e del 51% del finanziamento bancario di circa 2,1 miliardi ottenuto nel 2007. Per Generali l'esborso sarà in questa fase di 1,1 miliardi, finanziati anche con l'emissione obbligazionaria subordinata per 1,25 miliardi emessa il 5 dicembre scorso. Intorno al 31 dicembre 2014 Generali potrà rilevare, grazie a un'opzione di acquisto, il restante 24% di Generali Ppf Holding per oltre 1.234 milioni, con il contestuale rimborso del residuo ammontare del prestito obbligazionario e del finanziamento. Ppf e, in subordine, le sue banche finanziatrici avranno un diritto di opzione di vendita della stessa partecipazione. Con Gph, sottolinea Generali, i premi raccolti nell'area dell'Europa centro orientale sono cresciuti a 4 miliardi di euro a fine 2011 da circa 1 miliardo a fine 2007, con un aumento dei clienti da 4 a 14 milioni. L'area è ora il quarto mercato di Generali dopo Italia, Francia e Germania.

BORSE E MERCATI - Lo spread tra Btp e Bund tedesco viaggia poco mosso a 284,4 punti, contro i 283 della chiusura di ieri. Il rendimento del Btp a 10 anni è pari al 4,351%.

Avvio in calo per Piazza Affari. In apertura di contrattazioni l'indice Ftse Mib cede lo 0,27% a 16.848 punti. Male Autogrill (-2,71%) e Intesa (-1,85%), salgono le Generali (+0,49%) dopo l'accordo per rilevare Ppf.

ASIA IN CALO, VENDITE SU SAMSUNG E HTC  - Seduta negativa per le borse asiatiche che pagano un po' di delusione sulle trimestrali di Samsung e Htc. Hong Kong cede lo 0,94%, ribassi attorno al mezzo punto percentuale per Sydney, Seul, Taiwan e Singapore. Tokyo ha chiuso in calo dello 0,86% mentre lo yen ha perso terreno sull'euro dopo che il ministro delle Finanze nipponico, Taro Aso, ha annunciato che il Giappone acquisterà i bond dell'European Stability Mechanism con l'obiettivo, tra l'altro, di indebolire la sua moneta. In attesa che Alcoa apra oggi la stagione delle trimestrali negli Usa, il balzo dei profitti operativi di Samsung a 8,3 miliardi di dollari (+89%) non è bastato ad evitare una battuta d'arresto (-1,2%) a fronte delle attese, da parte di alcuni analisti, di un risultato ancora superiore. Sul gruppo coreano sono arrivate anche le prese di beneficio dopo il record storico toccato la scorsa settimana. Male anche il produttore di Smartphone Htc (-4%) che ha generato nel trimestre un utile operativo di circa 21 milioni di dollari contro i quasi 40 attesi.

Conseguenze della concorrenza ferroviaria Prezzi mediamente più bassi, più persone prendono il treno, meno persone prendono l'aereo (e infatti ne soffre soprattutto Alitali


Conseguenze della concorrenza ferroviaria

Prezzi mediamente più bassi, più persone prendono il treno, meno persone prendono l'aereo (e infatti ne soffre soprattutto Alitalia)


Conseguenze della concorrenza ferroviaria

Dall’inizio del servizio, avvenuto nell’aprile di quest’anno, a tutto novembre, il nuovo treno Italo di NTV ha totalizzato oltre 1.600.000 viaggiatori, con un record giornaliero di 10.333 passeggeri. E anche il load factor (tasso di riempimento medio) è passato dal 41 al 46 per cento, contro il 30 per cento programmato, inducendo ormai a puntare al 65 per cento per il 2014. Ma dall’ufficio stampa di Trenitalia ribattono di non riscontrare per ora mutamenti di rilievo nelle cifre della loro clientela (25 milioni nel 2011), a dimostrazione che la concorrenza sui binari italiani funge anche da moltiplicatore degli utenti serviti.
Sciarrone, amministratore delegato di NTV afferma ora con orgoglio che: “Il nostro arrivo ha spinto il concorrente a fare del suo meglio. Non spetta a noi dire se ci sia riuscito, ma un fatto è certo: il servizio di Trenitalia è migliorato grazie alla nostra concorrenza”. Prima della fine dell’anno avremo trasportato 2 milioni di passeggeri”, aggiungendo: “L’anno prossimo contiamo di trasportare 6 milioni di viaggiatori”. “Ma – si è chiesto l’ad di NTV – dove li abbiamo presi questi passeggeri e a chi li abbiamo tolti? A quale mezzo di trasporto? Oppure abbiamo incentivato i cittadini a muoversi di più in treno perché il servizio ferroviario è migliorato?”. E allora, “andando a vedere i dati dei nostri concorrenti di Trenitalia”, emerge che il competitor ha dichiarato “che il loro mercato è cresciuto del 6-7%, e cioè di 2 milioni di viaggiatori. Se questi si aggiungono ai nostri, si ha una crescita del mercato di 4 milioni di passeggeri, per un +10-15% di persone a bordo dell’Alta velocità”. Un dato che “sarebbe poco in una fase di stabilità economica ma che a nostro avviso in un periodo di crisi economica è un’enormità”, ha segnalato Sciarrone. “Per la prima volta in 60 anni di storia le autostrade mostrano un segno meno” e inoltre il mercato auto risulta in calo”. Insomma, “in questa tendenza negativa di tutti i settori risalta lo straordinario +15% sull’Alta velocità“.
Se l’ingresso di Italo nel mercato dell’alta velocità ferroviaria non ha danneggiato Trenitalia, sicuramente i due vettori ferroviari stanno però mettendo in grave difficoltà il trasporto aereo e, in particolare, Alitalia. Nel 2008, anno di inaugurazione dell’alta velocità, sulla tratta Roma – Milano, il treno aveva una quota di mercato del 36%, l’aereo il 51%, l’auto il 13%. Alla fine del 2011 invece i rapporti sono completamente ribaltati, con le ferrovie che conquistano il 56% dei passeggeri trasportati, mentre l’aereo arretra al 32% e l’auto si stabilizza al 12%. Ma, per quanto detto in precedenza, alla fine del 2012 il servizio di alta velocità ferroviaria raggiungerà probabilmente il 60% e questa quota è destinata ad aumentare ulteriormente quando saranno completati i lavori di adeguamento tecnologico e miglioramento infrastrutturale sulla rete, che consentiranno di ridurre ulteriormente i tempi di percorrenza tra le due città.

La neve a Istanbul


La neve a Istanbul


La neve a Istanbul

Domenica sera ha iniziato a nevicare a Istanbul, in Turchia: la neve è caduta anche oggi, ricoprendo le strade e i tetti delle case e provocando numerosi rallentamenti al traffico. La compagnia aerea nazionale Turkish Airlines ha cancellato circa quaranta voli, di cui nove internazionali. Circa 2.600 dipendenti comunali hanno lavorato per liberare le strade e risolvere i disagi causati dalla neve, impiegando quasi mille veicoli. Ha nevicato anche nel resto della Turchia e le scuole sono rimaste chiuse in nove province del paese.