giovedì 15 novembre 2012

Scuola, il bancomat del Prof


Scuola, il bancomat del Prof

Monti impone sacrifici all'istruzione pubblica e paga per quella privata. E come il Cav favorisce gli istituti religiosi.

Il premier Mario Monti.

Impoverire la scuola pubblica per versare soldi nella bocca sempre spalancata di quella privata, chiamata «parificata» e in oltre il 90% dei casi gestita da ordini religiosi di frati o suore.
Negli ultimi tre anni, con i bilanci della allora ministra Maria Stella Gelmini e quelli di Francesco Profumo, le scuole statali hanno perduto quasi 2,5 miliardi di euro di finanziamenti ogni 12 mesi, a fronte di un bilancio complessivo (per scuola, università e formazione professionale) che supera di poco i 40 miliardi l’anno, in continua riduzione.
Sull’altro fronte, le scuole religiose hanno incassato già 278 milioni di euro nella manovra 2012 dell’esecutivo del premier Mario Monti, la stessa manovra che alla formazione professionale post scolastica degli adulti dedica la miseria di 2 milioni (sì, milioni) l’anno.
IL CAV BANCOMAT DELLE SCUOLE RELIGIOSE. Con il governo di Silvio Berlusconi, il ministero dell’Istruzione (Miur) era diventato una sorta di bancomat delle scuole religiose: domanda della Conferenza episcopale italiana (Cei), e immediato versamento da parte del ministero.
Così Gelmini nel 2010 aveva stanziato 540 milioni di euro per le scuole private, e 530 nel 2011.
Di pari passo, il bilancio del Miur era passato dai 43,37 miliardi di euro del 2010 ai 41,42 del 2011, con un taglio di 1,95 miliardi, dei quali appena 10 milioni erano tolti alle scuole private, mentre il risparmio dei circa 2 miliardi era stato scaricato quasi interamente su elementari, medie, superiori e scuole di formazione professionale pubbliche.
In quei due anni, dunque, gli istituti religiosi hanno incassato dallo Stato 1,07 miliardi di euro, pari a più di metà dei tagli imposti all’istruzione pubblica.

Con la legge di stabilità 2013 spariti 157 mln all'istruzione pubblica

Nella manovra 2012, il governo Monti aveva già versato alle scuole private 278 milioni di euro, trovati soprattutto grazie ai sacrifici imposti agli istituti pubblici. E nella legge di stabilità 2013, in discussione in parlamento, ci sono altri 223 milioni di euro per le scuole gestite da frati e suore, mentre spariscono altri 157 milioni dai fondi per il sistema pubblico.
Resta da capire, visto che la legge è ancora in fase di modifica e riequilibro, se questi 223 milioni vanno a sostituire oppure a integrare il contributo di 278 milioni l’anno per le scuole private, previsto dalla manovra di programmazione 2012-14 varata nel 2011 dall’esecutivo Monti.
PESA LA RIDUZIONE DELLE PROVINCE. Curioso che ad assestare i colpi più pesanti alla scuola pubblica sia il governo dei professori. Colpi devastanti, al di là delle cifre ufficiali di taglio al Miur, visto che gran parte dei costi di gestione degli istituti superiori sono a carico dei bilanci delle Province e non del ministero.
Proprio le Province sono oggetto di una legge che le riduce drasticamente, dopo che negli anni il Patto interno di stabilità le aveva già costrette a chiedere sacrifici enormi a insegnati e studenti, oltre che a caricare le famiglie di nuove spese per l’istruzione.
LA CHIESA FAVORITA DAL REGIME IMU. Insieme con i tagli nascosti al settore pubblico, vi sono poi i regali occulti alle scuole private le quali, essendo quasi tutte gestite da istituzioni della Chiesa cattolica, risultano sottoposte a un regime di Imu assai più favorevole rispetto alle normali imprese.
Tra tutti, i più soddisfatti da questi regali del governo sono certo i Salesiani, proprietari di molte scuole sparse per l’Italia e in questi giorni a rischio di pignoramento di parte del patrimonio immobiliare: l’ordine ha perduto una causa civile su una grossa eredità contesa, e ora rischia di dover pagare 130 milioni di risarcimento

La Cia ai tempi di internet


La Cia ai tempi di internet

Informazioni top secret svelate su Facebook o via mail. Petraeus, attriti con Clapper e Pentagono sulla Libia.


Operazioni riservate che rischiano di diventare di dominio pubblico, gossip dei corridoi della Cia finiti nel tritacarne globale dei social network, tonnellate di frasi compromettenti e di allegati top secret divulgati via mail con tracciabilissimi clic.
Le immagini delle stanze blindate nella Central intelligence agency, per decenni in guerra con le spie russe del Kgb per la spartizione del mondo, resistono solo nelle vecchie pellicole sulla Guerra fredda. Allora, come ai tempi di Mata Hari, gli 007 dei due blocchi si tendevano trappole anche a colpi di esche erotiche.
Erano i tempi di notti fugaci e incontri ambigui, orchestrati da astuti capi supremi, per carpire informazioni al nemico. Non certo per divulgare ai quattro venti le proprie.
LO “SCANDALO” COLBY. Per 50 anni mai una piega, mai uno scandalo ha colpito l'intelligence straniera americana, i cui vertici schivavano le donne ben consapevoli dei pericoli all'orizzonte.
L'unica macchia, tra i 19 predecessori di David Petraeus, fu l'improvvisa fine del matrimonio di William Colby, capo della Cia nei tumultuosi anni dopo il Watergate, cattolico fervente invaghitosi di una donna molto più giovane di lui. In ogni caso, molto tempo dopo la sua uscita dai vertici dei servizi segreti.
Il mandato lampo (dal settembre 2011 al novembre 2012) dell'ex capo delle missioni in Iraq e in Afghanistan passerà invece alla storia come quello delle indiscrezioni militari della Cia postate su Facebook e su Youtube. Portando con sé, inevitabilmente, il declino dell'Agenzia.

Attentato al consolato di Bengasi: la versione di Broadwell su Youtube

Prova ne è il video postato su You Tube che registra l' intervento dello scorso ottobre in un meeting per le donne repubblicane dall'amante e biografa Paula Broadwell all'Università di Denver.
Nelle convulse settimane pre-elettorali, la donna con cui Petraeus ha ammesso di avere avuto una relazione ha ribaltato la tesi ufficiale dell'attacco in Libia seguito alla diffusione del film blasfemo contro Maometto. Broadwell sostenne infatti che il consolato Usa di Bengasi, teatro a settembre dell'attentato mortale all'ambasciatore Chris Stevens, era in realtà la più importante base Cia in Nord Africa. E che serviva da prigione segreta per alcuni miliziani libici, che gli islamisti volevano liberare.
FUGA DI ATTI TOP SECRET. Vero o falso che fosse, della versione dell'amante di Petreus si è venuti a conoscenza solo a scandalo avvenuto, pochi giorni prima che gli agenti dell'Fbi sequestrassero, in casa della Broadwell, documenti ritenuti «top secret».
Ma non finisce qua. Ai segugi del Washington Post, alcuni collaboratori dello storico gruppo di lavoro di Petraeus hanno raccontato di essere rimasti allibiti dalla velocità con cui la scrittrice, «dal curriculum giornalistico davvero esiguo», fosse entrata nelle grazie dell'altrimenti integerrimo direttore della Cia.
PETRAEUS CON JOLIE. Ma anche dall'incredibile leggerezza con cui la donna postasse suFacebook i dettagli degli avventurosi viaggi in Iraq e in Afghanistan, al seguito di delegazioni impegnate in operazioni riservate.
Sulla pagina del suo profilo è finita anche la foto scattata a Petraeus mentre incontra l'attrice Angelina Jolie, nel suo ufficio al settimo piano del palazzo della Cia. Difficile che l'agenzia ne avesse permesso la diffusione.

Dalle notti fugaci degli 007 con sensuali spie al sesso orale nei box

Broadwell, specializzata ad Harvard e al King college di Londra, doveva sapere qualcosa pure di operazioni riservate e di segreti di Stato, visti i saltuari incarichi ricoperti per l'intelligence e per la task forceantiterrorismo dell'Fbi.
Eppure, gli ufficiali e i consiglieri di Petraeus hanno descritto la soldatessa e ricercatrice 40enne come una sorta di virago nelle stanze dei bottoni, capace di far cadere di colpo il «rigido codice di regole» sulle quali il direttore aveva impostato tutta la sua carriera esemplare da generale e la sua vita da marito fedele.
LE MAIL AMMICCANTI DI KELLEY E ALLEN. Non era da meno la 37enne Jill Kelley, terza donna dello scandalo e amica di famiglia dei Petraeus, che dal suo posto di «ufficiale volontario di collegamento» con il dipartimento di Stato alla base di Tampa - sede del Central command e dello Special operations command che curava operazioni speciali come la cattura di Osama bin Laden - aveva imbastito una gigantesca corrispondenza mail con il generale John Allen, successore di Petraeus all'Isaf in Afghanistan.
Secondo le indiscrezioni, si tratta di 20-30 mila pagine di messaggi «ammiccanti» e documenti riservati, che il designato (e sospeso) comandante supremo della Nato ha condiviso con la donna di origine libanese, che in Florida ha debiti per 4 milioni di dollari e gira in auto, fregiandosi liberamente del titolo di console onorario sulla targa.
JFK E LA SPIA NAZISTA. Sono lontani i tempi in cui, nel 1941, un giovanissimo John F. Kennedy, allora tenente della Marina, fu tenuto lontano dalla bella ragazza danese con cui aveva iniziato a uscire, sospettata di essere una spia nazista.
Caduto il Muro di Berlino, dalle telecamere di sorveglianza piazzate nelle camere da letto degli 007, impegnati in azioni coperte o sprofondati tra le lenzuola nemiche, siamo passati ai capi centro in Iraq pizzicati dalle telecamere di sorveglianza a calarsi le braghe davanti alle reclute - questi gli ultimi scandali del post 11 settembre - o a farsi fare sesso orale nei box dalle subalterne.


Ibrahimovic strega l'Inghilterra: ''Il più bel gol di sempre''


Ibrahimovic strega l'Inghilterra: ''Il più bel gol di sempre''

Ibrahimovic strega l'Inghilterra: ''Il più bel gol di sempre''
Zlatan Ibrahimovic
La stampa britannica quasi ignora il ko della nazionale in Svezia esaltando la splendida rovesciata dell'attaccante. Gerrard applaude: ''Mai vista una cosa simile dal vivo''
dal corrispondente ENRICO FRANCESCHINI c

LONDRA -
 Chi gioisce di una sconfitta? Quasi nessuno, nella vita come nel calcio, e tantomeno i tifosi inglesi di football, abituati dal lontano 1966, anno della prima e unica conquista del Mondiale, a rincorrere il sogno di una nazionale vincente. Eppure il 4-2 inflitto ieri sera dalla Svezia all'Inghilterra ha suscitato sulla stampa e nell'opinione pubblica di qui un sentimento molto simile alla gioia: ammirazione, stupore, compiacimento, diciamo così, perlomeno per tutti quelli che vi hanno assistito in diretta tivù, e per i moltissimi che sono andati a riguardarsi i gol sul web.

I gol della Svezia, questo è il punto: il poker messo in rete da un indiavolato Zlatan Ibrahimovic e in particolare quello che ha mandato tutti in visibilio, una rovesciata da fuori area al volo, a più di trenta metri dalla porta, che ha colto di sorpresa portiere, difensori e, per dirla tutta, praticamente lo stadio intero. Va bene che era una partita amichevole e dunque il risultato non contava, ma alla fine è passato quasi in second'ordine, nei commenti dei telecronisti e dei protagonisti, di fronte allo show di un campione eccezionale.

"E' il gol più bello che ho mai visto dal vivo in vita mia", taglia corto Steve Gerrard, il capitano dell'Inghilterra, ammutolito anche lui, in campo, alla prodezza dell'avversario. E i tabloid di Londra dedicano unanimamente a Ibra l'onore della copertina delle loro pagine di sport, con elogi sperticati alla classe di una stella che, nonostante gli anni, continua a brillare 
e che agli inglesi non dispiacerebbe vedere nel loro campionato, per tacere del desiderio di vederlo in campo con la maglia dell'Inghilterra, se potesse cambiare nazionalità. Così forse una volta tanto tornerebbero a vincere qualcosa anche loro
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«Risanamento sia basato su tagli e non su tasse»


«Risanamento sia basato su tagli e non su tasse»

Draghi: «La Bce interverrà a favore solo di quegli Stati che accettano di seguire un programmben preciso»


Il consolidamento della finanza pubblica, vale a dire il risanamento del Paese, deve essere basato sul calo della spesa corrente e non sull'aumento delle tasse. E' questo il messaggio lanciato dal presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico della Bocconi.
POLITICHE - «L'anno che sta per terminare sarà ricordato, non solo per la crisi del debito sovrano e delle sue ripercussioni sull'euro e la sua conseguente debolezza, ma anche per le risposte date dalla Bce, dai governi e dall'Unione Europea» ha aggiunto Draghi. «In Europa per lungo tempo sono state adottate politiche economiche sbagliate o si è assistita ad una "inazione" da parte dei paesi. La crisi ha messo in evidenza gli errori commessi in passato», ha proseguito Draghi.

M5S:Dario Fo,ridicola mia candidatura


M5S:Dario Fo,ridicola mia candidatura

Un errore considerare suo movimento una meteora



ROMA, 15 NOV - Dario Fo e' un ammiratore di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle ma non ha alcuna intenzione di candidarsi alle elezioni. E' stato lo stesso Premio Nobel per la letteratura, sentito dall'ANSA, a precisare la sua posizione, dopo che erano circolate indiscrezioni su un suo possibile impegno diretto.''E' un errore considerare il suo movimento come la solita meteora che attraversa il cielo e poi si schianta.''

Vergogna MonLa crisi morde, ci si rifugia nella famiglia


La crisi morde, ci si rifugia nella famiglia

Raddoppiati quelli che stentano a mangiare carne e pesce



ROMA - La soddisfazione per le proprie condizioni di vita, complice la crisi, cala e gli italiani si rifugiano nella famiglia e nei rapporti di amicizia. E' il quadro che emerge dall'indagine Istat su 'Deprivazione e soddisfazione, aspetti di vita quotidiana' secondo cui "si riscontra una contrazione del livello di soddisfazione per la vita in generale, mentre aumenta per alcuni ambiti rilevanti della vita quotidiana, come le relazioni familiari e amicali". Anche la soddisfazione per il tempo libero cresce, mentre peggiora quella per la situazione economica personale e familiare. Secondo l'indagine, nel 2011 sono aumentate le famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 33,3% al 38,4%), di non potersi permettere una settimana di ferie all'anno (dal 39,8% al 46,5%) o, se lo desiderassero, un pasto con carne o pesce ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%), nonché quella di chi non può permettersi di riscaldare adeguatamente l'abitazione (dal 11,2% al 17,9%). In compenso, il 91% degli intervistati si dichiara soddisfatto per le relazioni familiari (il 36,8% lo è molto): per le relazioni amicali tale quota è pari all'84,0%, con il 26,6% di molto soddisfatti.
SODDISFAZIONE ITALIANI IN CALO, E' APPENA SUFFICIENTE - La soddisfazione per le proprie condizioni di vita è per gli italiani appena sufficiente. L'Istat ha chiesto a 19 mila famiglie per un totale di circa 48 mila individui:"quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?". Potendo indicare un voto da 0 a 10 il risultato é stato pari a 6,8 (era 7,1 nel 2011). Rispetto al passato sono aumentati i divari territoriali e sociali nella diffusione del benessere soggettivo. La flessione è più intensa tra gli strati sociali e nei territori che già facevano rilevare livelli più bassi della soddisfazione per la vita nel complesso.