giovedì 6 dicembre 2012

Egitto:Battaglia islamisti-laici, 7 morti Anche il presidente della tv di Stato si dimette in polemica con Morsi


Battaglia islamisti-laici, 7 morti
Anche il presidente della tv di Stato
si dimette in polemica con Morsi

Si dimettono i consiglieri di Morsi
Almeno sette manifestanti sono morti nella notte durante scontri tra sostenitori e avversari del presidente Mohamed Morsi al Cairo. Una vera e propria battaglia con bastoni, bombe molotov e lancio di pietre si è svolta attorno al palazzo presidenziale.  

Il ministero della Sanità egiziano ha fatto sapere che più di 300 persone sono rimaste ferite negli scontri. Cinquanta sono state arrestate dalle forze dell’ordine. Sul loro profilo twitter, i Fratelli Musulmani, che sostengono Morsi, hanno definito i loro avversari nostalgici del regime di Mubarak, suscitando la rabbia dell’opposizione che ha lanciato accuse di “fascismo” ed ha parlato di “milizie islamiche”. La tensione resta elevata. Almeno tre carri armati e due blindati si sono posizionati davanti al Palazzo Presidenziale, nel centro del Cairo. 

Ieri, in una conferenza congiunta, i leader dell’opposizione hanno rinnovato la richiesta al presidente di ritirare il decreto e di cancellare il referendum costituzionale fissato per il 15 dicembre. «Il regime perde legittimità giorno dopo giorno», ha dichiarato il Premio Nobel per la Pace Mohamed ElBaradei, ora capo del partito el Dostour, e ha annunciato la disponibilità dell’opposizione a dialogare sulla nuova Costituzione, a condizione che Morsi ritiri il decreto con cui ha allargato i poteri presidenziali. Da parte sua, il vicepresidente egiziano ha ribadito che il referendum si terrà come previsto, invitando l’opposizione a presentare i propri emendamenti per cambiamenti da apportare dopo il voto. 

L’onda lunga delle proteste è arrivata fino all’interno del palazzo presidenziale che Morsi ha lasciato nel tardo pomeriggio perché, hanno detto fonti della presidenza, aveva terminato le sue attività della giornata. Ma è il secondo giorno consecutivo che il presidente abbandona l’edificio mentre intorno è scatenato l’inferno. 
Primo uno, poi a seguire tutti i consiglieri di Morsi hanno deciso di dimettersi per protestare contro le morti dei manifestanti e perché, come ha scritto uno di loro su twitter, non si vede una via di uscita alla crisi. 

Intanto l’apparato di potere di Morsi perde i pezzi. Dopo le dimissioni di ieri dei consiglieri del presidente, oggi sono arrivare quelle del presidente della televisione di Stato egiziana. Essam el Amir ha annunciato di aver presentato le sue dimissioni al ministro dell’informazione Salah Abdel Maksoud, per protestare contro «la gestione del Paese».  

Lavori Autostrade, perquisizioni Dia: indagati alcuni imprenditori campani







Perquisizioni in varie città italiane sono in corso da parte della Dia di Firenze, nei confronti di un gruppo di imprenditori campani “responsabili della reiterata, viziata esecuzione di alcuni lavori presso i caselli autostradali di Firenze Nord (A1), Valdarno (A1), Viareggio, Rosignano (LI) (A12), del nuovo cavalcavia in ferro e del nuovo casello autostradale di Capannori (LU), Frizzone (A11)” . All’operazione partecipano i carabinieri di Napoli e dell’Aquila. Secondo gli investigatori gli imprenditori avrebbero tentato di corrompere alcuni “rappresentanti degli enti committenti” per ottenere “modifiche fraudolente dei disegni progettuali, soprattutto nella parte relativa alle saldature delle pensiline, da parte degli imprenditori indagati e di alcuni tecnici collusi, per ovviare alle ripetute contestazioni di non conformità dei lavori da parte delle varie stazioni appaltanti e l’esistenza di diversi procedimenti penali sulla comprovata cattiva esecuzione delle opere pubbliche realizzate”.

È morto Oscar Niemeyer,uno dei piu' grandi architetti del novecento


È morto Oscar Niemeyer


È morto Oscar Niemeyer

Aveva 104 anni, era il leggendario architetto brasiliano che inventò Brasilia, palazzi che sembrano astronavi e la Mondadori di Segrate: le foto delle sue opere

È morto a 104 anni il grande architetto brasiliano Oscar Niemeyer, che ha progettato alcuni dei più famosi edifici modernisti del Ventesimo secolo. Niemeyer era ricoverato in ospedale, i suoi funerali si terranno nel palazzo presidenziale di Brasilia per decisione della presidente del Brasile, Dilma Rousseff. Il sindaco di Rio de Janeiro, la città natale di Niemeyer, ha indetto tre giorni di lutto cittadino.
Niemeyer diventò famoso a livello internazionale con la progettazione (in un’équipe) del quartier generale delle Nazioni Unite a New York e la monumentale costruzione di Brasilia, nuova capitale del Brasile, tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. Le sue simpatie per il partito comunista lo costrinsero all’esilio in Europa negli anni della dittatura militare in Brasile. Alla fine degli studi iniziò a lavorare nello studio degli architetti Lucio Costa e Carlos Leao. I suoi primi lavori importanti risalgono agli anni Trenta: nel 1939 disegnò il padiglione brasiliano alla Fiera Internazionale di New York, attirando l’attenzione del sindaco di allora Fiorello La Guardia che lo premiò con le chiavi della città.
Nel 1939, quando era ancora dipendente di Lucio Costa, fu a capo della commissione di architetti che doveva progettare, con la consulenza di Le Corbusier, la sede di Rio de Janeiro del ministero dell’Istruzione e della Sanità. Il palazzo è stato il primo grattacielo utilizzato come sede ufficiale governativa, ed è conosciuto oggi come palazzo Gustavo Capanema, dal nome del primo ministro dell’Istruzione in Brasile.
Nel 1940 Niemeyer incontrò Juscelino Kubitschek, che allora era sindaco della città di Belo Horizonte. Kubitschek gli affidò il compito di progettare alcuni edifici di un nuovo quartiere nella parte nord della città, Pampulha. Niemeyer disegnò una chiesa, che fu completata nel 1943. Le autorità della Chiesa Cattolica, però, si rifiutarono di consacrare l’edificio fino al 1959 per la sua “forma non ortodossa”.
Nel 1947 fece parte, di nuovo insieme a Le Corbusier, del team internazionale di architetti che progettarono il quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Negli anni successivi la Yale University gli offrì una cattedra e la Harvard Graduate School of Design la posizione di rettore, ma gli fu rifiutato il visto di ingresso negli Stati Uniti per le sue posizioni di sinistra (pare che Fidel Castro abbia detto una volta: «Niemeyer e io siamo gli ultimi comunisti»).
Il periodo più importante nella vita e nella carriera di Niemeyer arrivò però nel 1956. In quell’anno Juscelino Kubitschek venne eletto presidente del Brasile e lo convocò per il progetto di una nuova capitale, Brasilia. Kubitschek affidò l’organizzazione del concorso per il progetto della città a Niemeyer; il concorso fu vinto dall’architetto Lucio Costa, il vecchio maestro di Niemeyer, che disegnò la pianta della città lasciando a Niemeyer gli edifici principali, tra cui la residenza del Presidente (Palácio da Alvorada), la casa dei deputati, il Congresso Nazionale, la Cattedrale di Brasilia, diversi ministeri e diversi edifici residenziali. Brasilia fu progettata, costruita e inaugurata in quattro anni; Niemeyer fu nominato capo responsabile del collegio di architettura dell’Università di Brasilia.
Nel 1961 un colpo di stato portò i militari al potere e instaurò una dittatura che sarebbe durata fino al 1985. In quel periodo Niemeyer si trasferì in Europa, a Parigi. Nel 1988 vinse il Premio Pritzker per l’architettura e tornò in Brasile. Da allora ha continuato a lavorare: tra le altre cose ha progettato altri due edifici minori a Brasilia e nel 1996, a 89 anni, ha disegnato il Museo di arte contemporanea di Niteroi (la città che fronteggia Rio de Janeiro sulla baia di Guanabara), uno dei suoi lavori più famosi.
In Italia ha progettato l’Auditorium di Ravello, inaugurato nel 2010 e da allora praticamente sempre chiuso, e la sede di Mondadori a Segrate, vicino a Milano.