martedì 9 ottobre 2012

Beppe Grillo, traversata a nuoto dello Stretto


Beppe Grillo, traversata a nuoto dello Stretto



Genova - Beppe Grillo attraverserà a nuoto lo Stretto di Messina. Lo farà domani, mercoledì 10 ottobre, per inaugurare la sua campagna elettorale in vista delle elezioni regionali in Sicilia. «Il 10 ottobre attraverserò lo stretto di Messina a nuoto. Poi, giunto in Sicilia, correnti permettendo, inizierò il mio viaggio elettorale per tutta l’isola. In camper e di corsa», promette il leader del Movimento 5 Stelle sul suo blog .
E in un post dello scorso 14 settembre Grillo spiega la sua iniziativa: «Le elezioni regionali in Sicilia si terranno il prossimo 28 ottobre. Il Movimento 5 Stelle si sta preparando. Io arriverò dal “Continente”, a nuoto da Reggio Calabria a Messina. Mi sto allenando ogni giorno a Nervi. Di tanto in tanto incontro un nuotatore e gli chiedo “Si va di qua per La Spezia?”. Pochi hanno il senso dell’umorismo, alcuni mi danno anche delle indicazioni “Si, ma è lontana” oppure “No, di qua si va per San Remo” e mi guardano mentre mi allontano con delle poderose bracciate».
Poi, sulla Sicilia Grillo aggiunge: «E’ sempre stata l’ago della bilancia della politica italiana da Garibaldi in poi. Nell’immaginario nazionale l’Italia nasce con la spedizione dei Mille e con la frase “Qui si fa l’Italia o si muore” rivolta a Nino Bixio da Garibaldi. Nel dopoguerra la corrente siciliana della Democrazia Cristiana, in particolare quella andreottiana con Salvo Lima e quella di Forza Italia (61 seggi su 61 nelle elezioni politiche del 2001) hanno determinato le sorti della politica italiana».
Sulla campagna elettorale in Sicilia, Grillo precisa che il viaggio sarà «sempre in camper, sempre senza scorta, inizierà 15 giorni prima delle elezioni. Per tenermi in forma correrò davanti al camper per qualche chilometro tutti i giorni, come Forrest Gump».
Il leader del Movimento 5 Stelle invita anche a seguirlo nella sua “impresa”: «Chi vuole potrà correre con me (l’itinerario dettagliato sarà pubblicato sul blog), e, vi assicuro che non mi sentirò “Un po’ stanchino”. Anzi. Il M5S è diventato il pericolo pubblico numero uno dell’oligarchia che controlla l’Italia e che sta cercando di riciclarsi in modo ossessivo grazie ai media come se non avesse alcuna responsabilità dello sfascio attuale. Io non mi arrendo, però fatemi sentire un po’ del vostro calore. Ogni tanto serve anche ai duri come me».
Gli allenamenti di Grillo sono anche documentati in un video postato su YouTube dallo staff del Movimento 5 Stelle. “Beppe meglio di Mao” è il titolo del video che vuole fare riferimento alla nuotata del 16 luglio 1966 fatta da Mao nel fiume Yangze.

Un uomo oltre il muro del suono


Un uomo oltre il muro del suono


L’atleta e paracadutista austriaco Felix Baumgartner ha un obiettivo ambizioso: lanciarsi da 37mila metri d’altezza per oltrepassare la barriera del suono e battere il record del mondo di salto in caduta libera, stabilito dall’astronauta Joe Kittinger nel 1960. L’evento si svolge a Roswell, nel New Mexico, e si può vedere in diretta streaming. Gli aggiornamenti sulla missione si possono seguire anche in diretta su Twitter.
Per la discesa, che dovrebbe durare circa 15 minuti, Baumgartner, che ha 43 anni, indosserà una tuta da astronauta che gli permette di reggere la pressione e la temperatura. Aprirà il suo paracadute a circa 1.500 metri d’altezza.

La fame non è solo dei poveri aumenta nei paesi sviluppati


La fame non è solo dei poveri aumenta nei paesi sviluppati



Il calo dei malnutriti in 20 anni. La maggioranza delle persone che soffrono la fame vive nei paesi in via di sviluppo, vale a dire circa il 15% della loro popolazione, mentre i restanti 16 milioni di cronicamente sottonutriti vivono nei paesi sviluppati. Nel periodo compreso tra il 1990-92 ed il 2010-12 il numero totale delle persone che soffrono la fame è diminuito di 132 milioni passando dal 18,6% della popolazione mondiale al 12,5%, e dal 23,2 % al 14,9% nei paesi in via di sviluppo.  Questi dati rendono l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio (MDG, l'acronimo inglese) una meta raggiungibile ma solo se si interverrà in modo appropriato ed adeguato. Tra il 1990 ed il 2007 il numero delle persone che soffrono la fame è calato in modo molto più marcato (molto più bruscamente) di quanto non si prevedesse (pensasse precedentemente), mentre invece dal 2007-08 i progressi nel ridurre la fame si sono rallentati e stabilizzati.

Ancora cento milioni di bambini sotto peso. "In un mondo di opportunità tecniche ed economiche senza precedenti - denunciano José Graziano da Silva, Kanayo F. Nwanze e Ertharin Cousin, rispettivamente a capo della FAO, dell'IFAD e del PAM, nella prefazione del rapporto - troviamo assolutamente inaccettabile che più di 100 milioni di bambini sotto i cinque anni siano sottopeso, e in condizioni di non poter sviluppare a pieno il proprio potenziale umano e socio-economico, e che la malnutrizione infantile uccida ogni anno più di 2,5 milioni di bambini. Ci preoccupa, in particolare - hanno aggiunto - che sia ancora molto fragile la ripresa economica dalla crisi finanziaria mondiale degli ultimi anni". 

L'appello alla comunità internazionale. "Ciononostante  - dicono ancora i responsabili delle tre Agenzie dell'ONU - facciamo appello alla comunità internazionale affinché facciano uno sforzo supplementare per assistere i più poveri a realizzare il diritto fondamentale ad un'alimentazione adeguata. Il mondo dispone delle conoscenze e dei mezzi per eliminare tutte le forme di insicurezza alimentare e malnutrizione - hanno concluso - ma è necessaria una strategia del 'doppio binario', che punti da una parte ad una generale crescita economica (incluso il settore agricolo) e dall'altra  fornisca reti di protezione sociale per i più vulnerabili".

L'impatto della crisi economica. Le nuove stime mostrano che l'aumento della malnutrizione nel periodo 2007-2010 è stato meno marcato di quanto non si pensasse. In molti paesi in via di sviluppo la crisi economica del 2008-09 non ha causato quell'immediato e brusco rallentamento economico che si temeva. Il trasferimento dei prezzi alimentari internazionali sui mercati locali è stato meno pronunciato di quanto non ci si aspettasse, anche perché alcuni governi sono riusciti ad attutirne l'impatto e proteggere i più vulnerabili dagli effetti dei picchi raggiunti dai prezzi alimentari. I dati sulla fame pubblicati oggi sono stati riveduti e corretti a partire da quelli registrati nel 1990. Sono state impiegate informazioni aggiornate sulla popolazione, sulla disponibilità di cibo, sulle perdite alimentari, sul fabbisogno dietetico e su molti altri fattori. Inoltre essi danno stime più accurate della distribuzione del cibo (misurato in termini di approvvigionamento energetico alimentare).

Non si colgono gli affetti dei prezzi aumentati. Il Rapporto 2012 fa notare tuttavia che la metodologia impiegata non riesce a cogliere gli effetti dell'aumento dei prezzi alimentari di breve periodo e di altri shock economici. La FAO sta lavorando per mettere a punto una serie più ampia di indicatori per essere in grado di cogliere la qualità delle diete ed altre dimensioni della sicurezza alimentare. Il rapporto indica che con interventi e piani d'azione appropriati tesi ad invertire il rallentamento registrato negli anni 2007-2008, l'obiettivo di sviluppo del millennio di dimezzare la proporzione di coloro che soffrono la fame nei paesi in via di sviluppo entro il 2015 è ancora raggiungibile.

Aumentano gli affamati nei paesi ricchi. Anche nei paesi sviluppati è aumentato il numero delle persone che soffrono la fame. Dai 13 milioni rilevati nel biennio 2004-06 si è passati a 16 milioni nel 2010-12, invertendo una tendenza costante al ribasso registrata negli anni precedenti a partire dai 20 milioni del biennio 1990-92.
"Se la media annuale di riduzione della fame degli ultimi 20 anni continua di questo passo sino al 2015 - si legge nel rapporto - la percentuale dei sottonutriti nei paesi in via di sviluppo raggiungerebbe il 12,5 % - percentuale ancora superiore all'obiettivo di sviluppo del millennio dell'11,6%, ma molto più vicino ad esso di quanto non si fosse precedentemente stimato".

All'Asia il primato, in aumento in Africa. Per quanto concerne la distribuzione regionale, in Asia il numero delle persone che soffrono la fame negli ultimi vent'anni è diminuito di quasi il 30%, passando da 739 milioni a 563 milioni, un calo dovuto in larga misura allo sviluppo socio-economico di alcuni paesi della regione.  Nonostante l'incremento demografico, la percentuale di sottonutriti nella regione è scesa dal 23,7% al 13,9%. Anche in America Latina e Caraibi si sono fatti dei passi avanti, con il numero dei sottonutriti passato dai 65 milioni del 1990-92 a 49 milioni nel 2010-12, e con una percentuale scesa dal 14,6% all'8%.  Il rapporto rileva tuttavia che il tasso di avanzamento è di recente rallentato.

Un nuovo incremento di denutriti nel continente nero.  L'Africa è la sola regione dove, nello stesso periodo, il numero delle persone che soffrono la fame è cresciuto, passando da 175 milioni a 239, con circa 200 milioni che si sono aggiunti negli ultimi quattro anni. La percentuale dei sottonutriti, sebbene sia calata nell'arco del periodo considerato, è leggermente aumentata nel corso degli ultimi tre anni, passando da 22,6% a 22,9%, cioè soffre la fame una persona su quattro.  E nell'Africa Subsahariana i modesti progressi registrati sino al 2007 sono stati ribaltati, e la sottonutrizione da allora è aumentata del 2% all'anno.

L'attenzione ai poteri nutrizionali. Il rapporto sottolinea che per una riduzione sostenibile della fame è necessaria una generale crescita economica. Ma fa notare come la crescita del settore agricolo sia particolarmente efficace nel ridurre fame e malnutrizione nei paesi poveri, poiché la maggior parte di essi dipende dall'agricoltura e dalle attività ad essa correlate per la propria sopravvivenza. Una crescita agricola che coinvolga i piccoli contadini, specialmente le donne, si è rivelata lo strumento più efficace nel ridurre la povertà estrema e la fame specialmente quando genere occupazione per i più vulnerabili. Ma la crescita non deve limitarsi a beneficiare i poveri, deve essere anche attenta ai valori nutrizionali per riuscire a ridurre le varie forme di denutrizione, rileva il rapporto. Ridurre la fame non significa soltanto aumentare la quantità di cibo significa anche migliorare la qualità del cibo in termini di diversità, valori nutritivi e sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti.

Sottonutrizione, malnutrizione, obesità. Il rapporto fa infatti notare come, se da una parte vi sono 870 milioni di persone sottonutrite, il mondo deve fare i conti con un doppio fardello: sottonutrizione cronica e malnutrizione da micronutrienti che coesistono con il grave problema dell'obesità, del sovrappeso e delle malattie che essi comportano, e che si stima coinvolgano circa 1,4 miliardi di persone al mondo. Secondo il rapporto il legame tra crescita economica e migliore nutrizione non è stato evidenziato a sufficienza, e occorre invece un sistema integrato agricoltura-nutrizione-salute.

Sistemi di protezione sociale. La crescita è necessaria e importante, ma non sempre sufficiente, o rapida. Da qui la necessità di sistemi di protezione sociale per assicurare che i più vulnerabili non siano lasciati da soli ma possano invece partecipare, contribuire e beneficiare della crescita.  Per i più deboli, coloro che spesso non possono trarre immediato beneficio dalle opportunità offerte dalla crescita economica, sono necessarie misure come il trasferimento di denaro, come i buoni pasto o assicurazioni sanitarie.  Le reti di protezione sociale possa far migliorare la nutrizione dei bambini - un investimento che ripagherà nel futuro con adulti più robusti, più in salute e con migliori livelli d'istruzione.  Con reti di protezione sociale a complemento della crescita economica, fame e malnutrizione possono essere eliminate, conclude il rapporto.

Errani hai imparato dai tuoi colleghi ..immaginavo che noi fossimo diversi


Errani, dimissioni strategiche

Via dalla Regione per una carica a Roma.

La sede di Terremerse, la società presieduta fino al 2010 da Giovanni Errani.


Nei corridoi della Regione Emilia Romagna si respira un clima di attesa. La data chiave è quella del 7 novembre, quando il governatore Vasco Errani è chiamato a presentarsi all’udienza davanti al gup di Bologna, Bruno Giangiacomo, che potrebbe decidere l’eventuale rinvio a giudizio.
Il governatore, infatti, è indagato per il reato di falso in atto pubblico per il finanziamento della cooperativa Terremerse, presieduta da suo fratello Giovanni.
IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO. Il lavoro degli uffici regionali in viale Aldo Moro prosegue come se nulla fosse, ma Errani ha predisposto un piano da mettere in pratica in caso di rinvio a giudizio.
Infatti il tre volte governatore è pronto a dimettersi entro gennaio per evitare imbarazzi al partito e, allo stesso tempo, potersi difendere dalle accuse che gli vengono rivolte. Un gesto spinto dalla necessità, ma anche da un calcolo accurato delle mosse successive che il presidente ha messo a punto.
UNA CARICA COME MINISTRO. Il politico, originario di Massa Lombarda (Ra), è infatti convinto che un suo passo indietro dall’incarico regionale potrebbe in breve tempo dargli la possibilità di tornare sulla scena nazionale.
Non è un segreto infatti che da un po' coltivi ambizioni più a Sud di Bologna. Era stato tra i papabili per ricoprire il ruolo di ministro nel caso il governo Monti avesse avuto un carattere meno tecnico.
Superata quella ipotesi, gli resta comunque l’incarico della Conferenza Stato-regioni, che presiede da due anni. Un ruolo che gli consente di aspirare a un ruolo di primo piano anche nel prossimo esecutivo, se le previsioni saranno rispecchiate.
Quindi in caso di rinvio a giudizio prima ci sarebbe il passaggio di consegne anticipato in Regione, poi le elezioni politiche e infine una sua probabile nomina governativa. Ecco tracciata la nuova vita dell’esponente ravennate.
È GIÀ CACCIA AL SUCCESSORE. Così circolano le prime ipotesi su chi potrebbe raccogliere l’eredità del presidente democratico. Il profilo del successore è presto fatto: dovrà essere un piddino di certa fede bersaniana e con un ottimo rapporto con il governatore uscente.
Ecco perché si parla del segretario regionale Stefano Bonaccini, modenese e fedelissimo del segretario Pd che siede già in Regione, e qualcuno azzarda anche il nome del neo-sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, eletto da pochi mesi.
Ma non sono pochi a credere che avrebbero più possibilità due assessori regionali come Gian Carlo Muzzarelli, con delega alle Attività produttive e Alfredo Pedi, responsabile della Programmazione territoriale.

Il governatore si dedica al post terremoto

Al momento la vera priorità per Errani resta la ricostruzione delle zone dell’Emilia colpite dal sisma del 20 e 29 maggio. Infatti il governatore è anche il commissario straordinario per la ricostruzione e vuole garantire una ripresa in tempi record.
OBIETTIVO RICOSTRUZIONE. Tra le promesse portate subito a termine c’è stata l’apertura delle scuole. Dopo aver fatto riprendere le lezioni il 17 settembre come previsto, Errani ha garantito che entro il 15 ottobre «saranno sistemati negli edifici scolastici temporanei 18 mila studenti e avremo riparato oltre 200 scuole».
Poi ci sono da sistemare gli edifici che non sono ancora agibili e gli alloggi pubblici e chiudere al più presto gli ultimi campi di accoglienza. Insomma, la tempistica post-sisma è stata calibrata in modo da non lasciare spazio alle polemiche.
Il suo obiettivo è riportare entro gennaio l’Emilia in condizioni quasi ottimali. Lo scopo è duplice: mantenere l’impegno preso coi cittadini, ma soprattutto lasciare un’adeguata eredità al suo successore.
I CONTROLLI NELLA SEDE REGIONALE. Intanto, nell’edificio della Regione si percepisce un clima da ultimi giorni, con la guardia di finanza che ha effettuato dei controlli negli uffici ai primi di ottobre.
La sede di viale Aldo Moro non è stata immune dall’effetto Lazio e la procura di Bologna ha aperto un fascicolo di indagine conoscitiva sulla gestione dei conti economici dei gruppi consiliari dell’assemblea.
Non c’è nessun indagato, ma si tratta comunque di una preoccupazione in più per Errani in vista di novembre.

Lunedì, 08 Ottobre 2012


Thyssen:Outokumpu propone cessione Terni

Proposta gruppo finlandese per ottenere ok da Commissione



ROMA, 9 OTT - Outokumpu, la societa' finlandese che controlla la Thyssen di Terni, ha proposto all'Unione Europea la cessione dell'impianto di Inoxum a Terni per rispettare le condizioni poste dall'Antitrust Ue al via libera all'accordo con i tedeschi della ThysseKrupp. E' quanto si legge in una nota secondo cui dalla cessione sono escluse una linea di produzione a Terni che sara' trasferita a un sito di produzione del gruppo e la societa' Tubificio di Terni.

Ma chiesa non predica la poverta'??


Eredita' Faac, si' a sequestro beni

Disputa legale da 1,7 miliardi. Curia Bologna fara' ricorso



BOLOGNA, 9 OTT - Nuovo colpo di scena nella vicenda dell'eredita' Faac. Il giudice civile Maria Fiammetta Squarzoni ha accolto il ricorso contro la Curia di Bologna, a cui Michelangelo Mannini prima di morire aveva lasciato tutto il suo patrimonio, circa 1,7 miliardi di euro, presentato dallo zio del defunto patron dell'azienda di cancelli automatici. Disposto anche il sequestro dei beni e la nomina di un curatore.

La Curia, come riportano sulle pagine locali alcuni quotidiani, fara' ricorso.

Sequestrati taralli con mangime cavalli


Sequestrati taralli con mangime cavalli

Oltre 2700 confezioni sequestrate dal corpo forestale a Corato




BARI, 8 OTT - Gli uomini del Nucleo Agro-Alimentare del Corpo Forestale dello Stato di Bari hanno sequestrato oltre 2.700 confezioni di taralli preparati con mangime per cavalli.

Si tratta di snack tipici pugliesi prodotti da una nota azienda di Corato e destinati al ciclo alimentare. Gli agenti della Forestale hanno scoperto che la ditta utilizzava crusca per uso zootecnico, non per uso alimentare, come ingrediente per la produzione di taralli. La crusca in parte era stata anche invasa da parassiti.

Vendeva auto a nolo, tra vittime calciatori Roma


Vendeva auto a nolo, tra vittime calciatori Roma

un arrestato e tre indagati, evasi milioni di euro



Noleggiava le auto per poi venderle come se fossero sue, attraverso un concessionario. E' una truffa da milioni di euro quella scoperta dalla polizia nella Capitale, che ha arrestato un romano di 43 anni con precedenti. Tra le vittime anche calciatori della Roma. L'indagine è nata da una semplice denuncia di un privato cittadino al Commissariato di Porta Pia, diretto da Maria Sironi: l'uomo, dopo l'acquisto di due auto in un concessionario, non era mai riuscito ad ottenere il passaggio di proprietà. Le auto, infatti, non erano "messe in conto vendita" ma erano concesse in 'affitto' da una società di noleggio a cui non erano mai state restituite. Sono tre le persone accusate di bancarotta fraudolenta attraverso l'omessa fatturazione di vendite per milioni di euro. Tra i truffati, oltre ai calciatori, ci sono anche alcuni professionisti.

Ddl corruzione in commissione Senato

Fiorito atteso in aula al tribunale del Riesame



ROMA, 9 OTT - Confronto nel governo su un supercommissario alla corruzione; il ddl oggi in commissione Affari costituzionale e Giustizia al Senato. Per Fiorito oggi udienza al tribunale del Riesame. A Milano 4 arresti per tangenti in Comune. Incidente probatorio oggi sul caso dell'ex presidente del Consiglio lombardo Boni. A Imperia prima udienza oggi del processo per lo scandalo Porto.

Se le loro tradizioni sono queste!!perche' dobbiamo intervenire con le logiche occidentali??


Pakistan: 13 ragazze cedute tra tribu'

Per risolvere lite giovani date in matrimonio forzato



SLAMABAD, 9 OTT - La Corte Suprema del Pakistan ha avocato a se' un caso in Baluchistan in cui 13 ragazze sono state cedute da una tribu' a un'altra per comporre una lite legata ad un omicidio. Lo riportano i media pachistani. Una 'jirga' (consiglio) tribale a settembre ha risolto una controversia fra Bagirani e Shahwani con la consegna di 13 ragazze. Le ragazze sono state dichiarate 'Vani', ossia 'cedibili' in nozze in base ad una centenaria tradizione tribale usata nel paese per risolvere conflitti.

Sisma: Emilia trema, scosse nel Modenese

Registrate nella notte, la piu' forte di magnitudo 2.8



MODENA, 9 OTT - Tre scosse di terremoto, la piu' forte di magnitudo 2.8, sono state registrate nella notte in provincia di Modena, nelle zone dell'Emilia colpite dal sisma dello scorso maggio.

Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l'epicentro delle scosse e' stato tra Finale Emilia, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Medolla, Mirandola, San Possidonio e San Prospero. Non si hanno segnalazioni di ulteriori danni a persone o cose.

Giochi di guerra Usa, allarme inquinamento nel Pacifico


Giochi di guerra Usa, allarme inquinamento nel Pacifico

Massimiliano Ferraro
Si chiamano sinkex (sink exercise), un termine militare con cui si indica la pratica di colpire e affondare una propria nave-bersaglio. Per la Marina degli Stati Uniti si tratta di un modo veloce per smaltire le vecchie navi da guerra e permettere allo stesso tempo l’addestramento dei militari all’uso di nuovi armamenti contro un obiettivo reale.
C’è solo un problema: i test di sinkex hanno un forte impatto ambientale a causa dei duraturi effetti nocivi degli inquinanti presenti a bordo delle imbarcazioni da far colare a picco. Per questo motivo suscita polemiche la decisione della US Navy di confermare l’affondamento di tre navi dismesse nel corso delle grandi operazioni militari che si svolgono questo mese al largo delle isole Hawaii. Si tratta della RIMPAC, una importante esercitazione navale svolta ogni due anni, alla quale parteciperanno i mezzi o il personale militare di Australia, Canada, Cile, Colombia, Francia, India, Indonesia, Giappone, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Perù, Filippine, Russia, Singapore, Corea del Sud, Tailandia, Tonga, Regno Unito e Stati Uniti. Nel fitto programma di test previsti, le unità navali Kilauea, Niagara Falls e Concord, saranno i primi vascelli-bersaglio ad essere affondati con siluri, bombe ed altri ordigni, dopo una moratoria sugli esercizi di sinkex di quasi due anni, messa in atto per i discussi effetti negativi sull’ecosistema marino.

Per decenni la Marina americana ha distrutto le sue navi senza che vi fosse alcun controllo sugli inquinanti rilasciati nell’ambiente. Le zone maggiormente interessate da queste operazioni sono state le aree del Pacifico a nord della Hawaii e quelle al largo della costa californiana. Solo negli ultimi dodici anni sono oltre cento le imbarcazioni da guerra affondate dalla Marina Militare USA. In alcuni casi si tratta di portaerei grandi come tre campi da calcio e contaminate da metalli pesanti, policlorobifenili e PBC, come la USS America o la portaelicotteri classe Iwo Jima. Soltanto a partire dal 1999, in seguito alle pressioni esercitate dall’opinione pubblica, l’Environmental Protection Agency (EPA) ha ordinato alla Marina, almeno sulla carta, di rimuovere buona parte del materiale tossico-nocivo presente a bordo delle imbarcazioni in disarmo e di stilare una relazione annuale con la stima approssimativa delle sostanze tossiche presenti.
Come sostanziosa contropartita, l’EPA ha esentato i militari dall’osservanza di alcune leggi federali antinquinamento che vietano espressamente tali pratiche in mare. Nel 2010, lo stop agli esercizi di sinkex era sembrato mettere la parola fine a questa pericolosa pratica militare, un’aspettativa rivelatasi un’illusione in seguito all’annuncio di un ritorno al passato da parte della US Navy. Una sgradita sorpresa che ha scatenato le proteste di molte organizzazioni ambientaliste e il ricorso ad una petizione da parte del Center for Biological Diversity. I militari vengono accusati di violare molti accordi Ocse e diversi trattati internazionali come la Convenzione di Londra sulla prevenzione dell’inquinamento marino, la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti e la Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti.
”Chiediamo alla Marina di rispettare la moratoria sui sinkex”, ha detto Sé Colby, responsabile delBasel Action Network, ”se le navi continueranno a finire sui fondali sarà troppo tardi per rimediare ai danni procurati alle nostre preziose risorse marine”. Affondare una nave da guerra obsoleta è infatti una pratica altamente pericolosa per via delle sostanze nocive presenti in molti suoi componenti. In linea generale i materiali tossici che possono venire dispersi nell’ambiente sono l’amianto, usato per l’isolamento, le acque stagnanti di zavorra, i refrigeranti dei motori, i metalli usati per la costruzione, gli agenti chimici del materiale antincendio, gli oli e i combustibili e vari prodotti chimici. Tuttavia, per la US Navy il nuovo ricorso agli esercizi di affondamento non è in discussione. I sinkex vengono ritenuti una preziosa risorsa per lo studio e la progettazione delle future navi da guerra. Ma fino a che punto il progresso dell’ingegneria bellica può giustificare la dispersione nell’ambiente di pericolosi inquinanti? La Marina rassicura che nel corso dei test verrà rispettato scrupolosamente quanto previsto dalle direttive dell’Epa, ovvero una distanza della nave bersaglio di cinquanta miglia nautiche rispetto alla costa, in acque profonde almeno seimila metri.
C’è però anche un altro tema ad infiammare il dibattito contro il ricorso ai sinkex: l’enorme spreco di risorse. Si pensi che soltanto le tre navi che verranno mandate a picco questo mese sono composte da circa 38mila tonnellate di acciaio, alluminio, rame e piombo che potrebbe essere riciclato. Questi test non sono quindi soltanto una minaccia per l’ambiente, sottolinano dal Basel Action Network, ”la scelta della Marina di scaricare i suoi veleni nell’Oceano mette anche a rischio centinaia di posti di lavoro nell’industria americana del riciclaggio navale”. E mentre la polemica non si placa, le manovre al largo delle Hawaii sono già cominciate. Dureranno fino al prossimo 3 di agosto e vedranno in azione migliaia di uomini, quarantadue navi da guerra, sei sottomarini e una decina di aerei da combattimento.

Vergogna Governo..tanto a loro e i loro figli non viene toccato nulla


Esodati, tensione governo-Pd
L'ira di Damiano: trovate i soldi


Lavoro, Fornero si corregge








Il governo pronto a bocciare la proposta Damiano, condivisa da Pdl e Udc, che modifica la riforma delle pensioni, introducendo una serie di scalini.
Il governo boccerà la proposta Damiano che amplia la platea degli esodati e modifica la riforma delle pensioni, introducendo una serie di scalini per consentire ai lavoratori di 58 anni di andare in pensione con 35 anni di contributi fino al 2017. 

Il problema è la copertura, 5 miliardi di maggiori tasse sui giochi. La proposta di legge dell'ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano, condivisa anche da Pdl, Udc e opposizioni, è destinata dunque al binario morto. 

Tutto ciò nonostante il testo sia all'ordine del giorno nell'aula della Camera questo pomeriggio per la discussione generale. Damiano è incredulo e «stupito»: Non c'è la copertura? «E allora il governo ne trovi un'altra». 

Nel Salva Italia è previsto un risparmio di 12 miliardi con la riforma delle pensioni, attacca, «ne sono stati spesi 9 per gli esodati, quindi ce ne sono almeno 3». 

Accanto a lui Marialuisa Gnecchi, deputata Pd della commissione Lavoro, che sbotta: «Non prendiamoci in giro, questi (riferito al governo, ndr) siano responsabili per una volta...». Il governo sta cercando di agire con diplomazia, per evitare di arrivare allo scontro con il Parlamento. 

La relazione della Ragioneria generale che stoppa il provvedimento non è ancora stata inviata e oggi l'esecutivo, probabilmente, inviterà i deputati a far tornare il provvedimento in commissione per cercare insieme una intesa sugli esodati senza compromettere «la stabilità finanziaria». 

Per quanto riguarda l'ipotesi di scalini per i lavoratori di 58-59 anni, il ministro Fornero, a quanto si apprende, ha alzato un muro invalicabile. Accettare una modifica del genere, è il suo ragionamento, smonterebbe la riforma. D'altronde, il titolare di via Veneto, negli ultimi tempi si è lasciata andare anche pubblicamente, appellandosi alle forze politiche affinchè non facciano «campagna elettorale» su eventuali passi indietro della riforma delle pensioni. 

CAMUSSO, COPERTURE FINO 2019
È NON AFFRONTARE PROBLEMA
 
«Bisogna definire la norma e modulare a seconda delle coperture, se vogliono invece provare adesso le risorse che servono da qui al 2019, è un modo di affrontare le cose ma non di risolverle». Così la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, risponde ai giornalisti i quali le chiedono del problema di coperture apertosi con il decreto sugli esodati all'esame dell'Aula di Montecitorio.