venerdì 9 marzo 2012

Afghanistan, aerei italiani per trafficare droga?


Afghanistan, aerei italiani per trafficare droga?

9 marzo 2012versione stampabile
Enrico Piovesana
Finora, per quieto vivere, i vertici militari Usa hanno chiuso un occhio, se non due, sulla condotta criminale di molti ufficiali della forze armate afgane e sui traffici illeciti in cui sono coinvolti.
Ora la musica sembra cambiare, forse anche a seguito delle crescenti tensioni tra truppe d’occupazione americane e forze armate locali, esacerbate dalle recenti uccisioni di soldati Usa da parte di militari afgani (in gergo militare ‘Green on Blue’) durante le proteste per i Corani bruciati.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le autorità militari Usa in Afghanistan hanno aperto un’approfondita inchiesta su un traffico di droga e armi gestito da ufficiali dell’aviazione afgana che, godendo del sostegno di diversi esponenti governativi a Kabul, utilizzerebbero regolarmente velivoli militari dell’Afghan Air Force.
Oltre agli elicotteri militari di produzione russa, per questi traffici potrebbero essere impiegati anche gli aerei da trasporto italiani G-222 che Alenia (Finmeccanica) ha venduto all’aeronautica afghana attraverso una triangolazione con gli Stati Uniti (volta ad aggirare la legge 185/90 che vieta la vendita di armi a Paesi in guerra).
Il centro di smistamento principale di questo traffico sarebbe la rampa n.5 dell’aeroporto militare di Kabul, definita da un ufficiale Nato come “la stazione centrale delle attività illecite”: un’area dello scalo aereo fuori dalla competenza Nato dove di notte transitano velivoli militari afgani senza piani di volo.
Proprio la scoperta dei traffici illeciti alla rampa n.5 sarebbe stata alla base dell’uccisione, un anno fa, di otto militari e contractor americani da parte del colonnello dell’aeronautica afgana Ahmed Gul. Secondo un recentissimo rapporto Usaf, l’ufficiale afgano voleva eliminare i testimoni che erano pronti ad accusarlo.
Sarà interessante vedere come gli afgani reagiranno a queste accuse, tenuto conto che anche sugli americani gravano sospetti di coinvolgimento nel narcotraffico afgano con l’uso di velivoli militari: sospetti pesanti (visti anche i trascorsi della Cia in Indocina durante la guerra in Vietnam e nello stesso Afghanistan negli anni ’80), ma finora mai tradottisi in accuse circostanziate.

Gli "invisibili" che possono cambiare l’Italia


 Gli "invisibili" che possono cambiare l’Italia

sabato 4 febbraio 2012
IL CASO/ Gli invisibili che possono cambiare l’ItaliaFoto Imagoeconomica


Il Nord-Est (che normalmente indica il territorio che comprende il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige) costituisce uno dei punti di forza e insieme uno degli esempi più efficaci del cammino di crescita dell’Italia degli anni del miracolo economico. Una terra tradizionalmente di emigrazione, che era stata progressivamente emarginata dai grandi traffici commerciali, con grandi tradizioni culturali, ma sostanzialmente priva di un tessuto industriale, ha saputo in pochi anni realizzare una trasformazione che si può facilmente considerare epocale.
Piccole botteghe artigiane hanno avuto la capacità di trasformarsi in grandi complessi industriali, territori isolati dal mondo hanno visto crescere realtà divenute dei colossi mondiali, attività fortemente innovative hanno saputo marciare di pari passo con un progressivo rafforzamento dei settori tradizionali, grandi imprese hanno saputo consolidare una rete di subfornitura che ha creato a sua volta nuove aziende capaci di crescere autonomamente. Dalla Luxottica alla Marzotto, da Zanussi a Benetton, da Snaidero a Illy, ci sono mille esempi di come il Nord-Est abbia rappresentato, magari inconsapevolmente, un terreno che si è dimostrato ideale per unire insieme gli elementi che possono fare il successo di un’impresa: la passione imprenditoriale, la capacità di chi vi lavora, il sostegno, magari silenzioso, del territorio nella sua dimensione politica e sociale.
Tutto questo nonostante uno scenario esterno che non facilita per la carenza delle infrastrutture, per la pesantezza della politica nazionale, per i vincoli burocratici, amministrativi, fiscali. Probabilmente nel Nord-Est ha giocato qualche elemento di fondo inesistente in altre parti d’Italia: la tradizione di sobrietà e di correttezza amministrativa ereditata dall’Imperial Regio Governo e una complicità nascosta tra imprese, sindacati e pubblici poteri, una complicità (anche se nessuno lo può ammettere esplicitamente) che faceva chiudere un occhio sulla correttezza fiscale quando l’impresa si impegnava a far crescere l’occupazione.
È anche vero che la realtà del Nord-Est esiste solo se vista dall’esterno, come rappresentazione in fondo teorica di una dimensione che, alla prova del tempo, non possiede requisiti di unitarietà, di logiche comuni, di politiche solidali. Trento e Trieste sono unite solo dalla tradizionale retorica irredentistica, ma non hanno nulla che le unisca a livello economico o politico, o almeno non di più di quanto unisca Bolzano a Bologna o Udine a Milano.
Il Nord-Est non esiste è in fondo la provocazione di Daniele Marini, direttore della Fondazione Nord Est, nel suo ultimo saggio (che uscirà in libreria l’8 febbraio) “Innovatori di confine: i percorsi del nuovo Nord Est” (ed. Marsilio, pagg. 142, € 10). “Hanno ragioni da vendere - scrive Marini - quanti sostengono che il Nord Est non esiste come entità unica e unitaria”, ma resta il fatto che quel territorio compreso tra il Garda, il Po, l’Adriatico e i sempre più evanescenti confini con Slovenia e Austria ha costituito e continuerà a costituire in futuro, non solo una realtà visibile e positiva, ma anche un laboratorio per delineare i possibili nuovi caratteri di sviluppo e crescita della società italiana.

Allora bisogna ripartire tenendo conto che comunque “i fattori propulsivi” che avevano nei decenni passati spinto la crescita ora sono giunti al limite, come scrive Marini, e si è passati “dalla grande disponibilità di manodopera al calo demografico, alla carenza di lavoratori locali; dalla gestione familiare delle imprese, alla difficoltà nel passaggio generazionale; da una campagna progressivamente urbanizzata e libera, a un territorio saturo negli spazi e nelle infrastrutture”.
Ma insieme a questi elementi gli ultimi anni del secolo scorso e i primi anni di questo Terzo millennio hanno comunque messo in luce una grande trasformazione, addirittura una metamorfosi, sia dello scenario esterno, con l’irrompere tumultuoso della globalizzazione, sia degli equilibri interni con la crescente immigrazione, la ricerca di nuove forme di coesione sociale, la trasformazione della consolidata adesione ai valori e al mondo cattolico.
Allora quale potrà essere il futuro del Nord-Est? Un’area sempre più integrata al resto del Paese e quindi omogenea con la realtà nazionale, oppure una dimensione in modi diversi caratteristica e quindi con elementi forti di identità locale. Probabilmente gli schemi di un tempo non sono più adatti a interpretare il presente e a delineare il futuro. Con un tema di fondo che, con molto significato, conclude l’analisi di Marini: il futuro starà anche e soprattutto nella capacità delle classi dirigenti di guidare forme nuove di crescita, più aperte, più fondate sulla qualità, maggiormente capaci di innovazione a 360 gradi.
In verità la formazione e la selezione delle classi dirigenti non è una grande specialità italiana, dove le relazioni e lo scambio di favori hanno preso e prendono troppo spesso il posto del merito e della professionalità. Ma c’è da sperare che la concretezza dei decision maker del Nord-Est possa superare anche questo problema.

Mafia: processo Dell'Utri, in serata la sentenza


Mafia: processo Dell'Utri, in serata la sentenza

Requisitoria Pg: 'Nuovo processo o sezioni unite'

09 marzo, 15:18
Marcello Dell'Utri Marcello Dell'Utri
Mafia: processo Dell'Utri, in serata la sentenza
ROMA - La decisione della Cassazione sul processo Dell'Utri dovrebbe arrivare nella giornata di oggi, probabilmente in serata. L'udienza al momento e' sospesa: riprenderà alle 15,20 . I giudici decideranno se confermare o meno la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del senatore del Pdl.
"Nessun imputato deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell'Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio", ha detto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, nella requisitoria. Iacoviello sta chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza di condanna. In alternativa, il pg ha proposto che la vicenda sia trattata dalle sezioni unite penali. Il pg Iacoviello ha iniziato la sua requisitoria parlando delle ''gravi lacune'' giuridiche della sentenza d'appello per mancanza di motivazione e mancanza di specificazione della condotta contestata a Dell'Utri, che a suo avviso deve essere chiarita. Il pg inoltre ha dato atto al collegio della V sezione di essere di ''grandissimo e indiscusso profilo professionale''. Il collegio, infatti, e' stato criticato da articoli di stampa e il Csm ha aperto una pratica a tutela. Nella sua requisitoria in corso innanzi alla V sezione penale della Cassazione, sta chiedendo il rigetto del ricorso presentato dalla procura della corte d'appello di Palermo per chiedere una condanna più pesante nei confronti del senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri. Il ricorso del pg di Palermo, Antonino Gatto, chiede anche il riconoscimento delle accuse per concorso esterno per fatti successivi al '92.
Dell'Utri è a Milano dove attenderà, nella sua abitazione, l'esito dell'udienza. La condanna a sette anni di reclusione gli e' stata inflitta il 29 giugno 2010 dalla Corte d'Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.

Spread Italia sotto 290, Btp 10 anni paga 4,68%


Spread Italia sotto 290, Btp 10 anni paga 4,68%

Lagarde, mercati non scommettano contro Italia

09 marzo, 13:47
ROMA - Rendimenti in deciso ribasso per i Btp italiani: il decennale paga meno del 4,70% (4,68%) con un premio, rispetto al bund tedesco, di meno di 290 punti base (287,5).
LAGARDE, MERCATI NON SCOMMETTANO CONTRO ITALIA - "Non scommetterei contro l'Italia": a dirlo, avvertendo i mercati che a puntare sul ribasso dei titoli italiani si rischia di perdere, è il direttore generale del Fmi Christine Lagarde: le misure del governo Monti potrebbero essere "la luce in fondo al tunnel europeo", ha detto Lagarde secondo il Wall Street Journal.
Da quando è premier, Mario Monti "ha dato all'Italia un senso di serietà, concentrazione, determinazione a portare il Paese fuori dalla depressione in cui si trovava". A dirlo alla trasmissione 'Charlie Rose su Bloomberg Television e' il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde.
"I due super-Mario, che hanno lavorato insieme", hanno cambiato in meglio le prospettive del 2012. A dirlo è Christine Lagarde, direttore generale del Fmi: "il rischio di una fase davvero acuta della crisi, per ora, è rimosso" mentre tre mesi fa "intimamente" c'era da temere una crisi peggiore del 2008.
"Non essendo un politico, Monti ha il coraggio di realizzare misure molto dure come aprire alla concorrenza, rimuovere molte costrizioni dell'economia, portare più flessibilità nel lavoro". A dirlo è Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, secondo cui Monti "ha portato una sorta di Rinascimento in quello straordinario Paese".
L'Ue deve rafforzare il 'firewall' anticrisi, senza il quale anche l'Italia è a rischio dopo la Grecia. "Non ho la minima sensazione" che ciò stia succedendo - premette il direttore generale del Fmi Christine Lagarde. "Ma la crescita è bassa, il debito molto alto e così credo sia nell'interesse dell'Europa fermare il contagio".

invece che litigare pensiamo alle persone che non riescono a mangiare


Oxfam,carestia in Sahel,rischio disastro

13 milioni di persone coinvolte. Gente affamata scava formicai

09 marzo, 14:34
Oxfam,carestia in Sahel,rischio disastro(ANSA) - ROMA, 9 MAR - La siccità nel Sahel si trasformerà in un disastro umanitario per 13 milioni di persone se non si agisce con la massima urgenza: questo l'appello dell'Ong britannica Oxfam, che ha lanciato una raccolta fondi per almeno 23 milioni di sterline (27,5 milioni di euro). In zone del Ciad, dice Oxfam, ci sono persone costrette a rubare i semi alle formiche, scavando nei formicai. Il tasso di malnutrizione in Ciad, Burkina Faso, Mali, Mauritania, Nigeria e nord del Senegal è del 10%, con punte del 15%.

Ma quanti morti ci saranno ancora tnelle campagne siciliane e nei manufatti di cemento armato ??


Mafia, identificati i resti di Placido Rizzotto Il sindacalista ucciso da Cosa nostra nel'48

ultimo aggiornamento: 09 marzo, ore 08:56
Palermo - (Adnkronos) - L'esame del Dna ha confermato che lo scheletro ritrovato nel settembre del 2009 a Rocca Busambra, nelle campagne di Corleone, appartiene all'sponente del partito socialista


Salvador Dali' a Roma in mostra


Sicuramente è una mostra da vedere,ho visitato il suo museo a Figueras sono rimasto impressionato dai colori dalla fantasia e dalla bellezza del suo disegno

Salvador Dali' a Roma in mostra

Assente da quasi 60 anni, dal 9 marzo al Vittoriano olii, disegni, e altre opere

08 marzo, 20:04
Autoritratto con il collo di Raffaello 1921 ca. Olio su tela 40,5 x 53 cmAutoritratto con il collo di Raffaello 1921 ca. Olio su tela 40,5 x 53 cm
di Nicoletta Castagni
ROMA - Assente da quasi sessant'anni, il genio visionario di Salvador Dali' torna a Roma per una grande mostra che si apre il 9 marzo al Complesso del Vittoriano. Esposti olii, disegni, documenti, fotografie, filmati, lettere, oggetti, per raccontare la sua pittura intrisa di sogni, incubi e ossessioni, alla continua ricerca di quel 'meraviglioso', che fu la cifra del movimento surrealista. Dal titolo 'Dali'. Un artista, un genio', l'importante rassegna (prodotta da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia) presenta capolavori dalla Fundacio' Gala-Salvador Dali' di Figueres e vanta la collaborazione e il supporto di grandi istituzioni museali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Thyssen-Bornemisza Collection. A curarla Montse Aguer, direttrice del Centro per gli studi daliniani alla Fundacio' Gala-Salvador Dali', e Lea Mattarella dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, che hanno puntato a documentare la grandezza dell'artista e l'originalita' del personaggio, il cammino umano e creativo di un uomo che ha contrassegnato un'epoca con la sua opera.
Nel percorso espositivo, particolare rilievo e' stato inoltre assegnato alla relazione tra Dali' e l'Italia, della cui cultura fu profondamente influenzato. Una relazione che e' stata oggetto di nuovi, inediti approfondimenti. Il confronto con i maestri del passato, soprattutto con quelli, insuperati, del Rinascimento italiano, e' infatti alla radice della sua poetica. Un dialogo costante che, lontano dall'emulazione, si tinge di scontro, sfida, lotta, competizione alla pari. Dali' vuole ardentemente essere Raffaello o Michelangelo, arriva a inserire perfino il suo nome in un foglio autografo (presentato in mostra) dove valuta stile, colore, invenzione, disegno dei giganti dell'arte antica.
A documentare questa tensione, ecco un'opera degli esordi che e' proprio il giovanile 'Autoritratto con il collo di Raffaello' del 1921, in cui l'artista rivela fin da subito il suo desiderio di identificazione con il Divin Pittore.
E non manca la sua rivisitazione di Michelangelo, che invece chiude la rassegna. Immagini ispirate alla Pieta' vaticana e al Giorno e la Notte delle Cappelle Medicee a Firenze mostrano come per il pittore spagnolo guardare all'antico non abbia significato fare a meno del proprio lato visionario. In mezzo ai due grandi del passato, scorre il mondo onirico, inquietante, denso di suggestioni di Dali'.
Dopo la fase divisionista (Bagnanti) e realista (Ritratto di ragazza del '25), arriva l'incontro con Picasso e il cubismo (Omaggio a Satie), ma soprattutto con Gala, sua compagna di vita, e il surrealismo, documentato da una carrellata di capolavori, tra cui 'Il sentimento della velocita'', 'Figura e drappeggio in un paesaggio', 'Gradiva ritrova le rovine antropomorfiche (fantasia retrospettiva)', 'Il piano surrealista', 'Cortile Ovest dell'Isola dei morti (ossessione ricostitutiva da Boecklin)', 'Coppia con la testa piena di nuvole', 'Autoritratto con pancetta fritta', 'Eclissi e osmosi vegetali',' Singolarita'', 'La couple', lo 'Spettro del sex appeal', 'Impressioni d'Africa', scaturite da un viaggio in Sicilia. Il rapporto con l'Italia non ha riguardato solo l'arte classica. Dali' entro' in stretto contatto con l'intera produzione culturale italiana del '900. Non solo i Valori plastici di de Chirico, ma anche l'interscambio con registi come Visconti o Fellini, o Anna Magnani con cui sognava di fare un film. In mostra c'e' perfino la Vespa della Piaggio su cui Dali' intervenne nel 1962: lo scooter, infatti, venne ribattezzato Dulcinea come la donna amata da Don Chisciotte, una delle molte ossessioni del visionario Dali'.