venerdì 26 ottobre 2012

60 anni,e non li dimostrI Roberto AUGURI!


60 anni per Roberto Benigni

Il premio Oscar sta per tornare in tv con serata su Costituzione



ROMA, 26 OTT - La ricorrenza che forse vorrebbe dimenticare, da eterno fanciullo, e forse vorrebbe festeggiare, da bambino felice, e' la stessa: un compleanno importante che cade domani, 27 ottobre: Roberto Benigni compie 60 anni. Con La vita e' bella ha vinto tre premi Oscar nel '99, ora sta per tornare in tv su Rai1 con una serata omaggio alla nostra Costituzione dopo aver commosso a Sanremo 2011 raccontando l'Inno di Mameli. Manca dal set come regista dal 2005 con La tigre e la neve

Cuba: morto comandante Gutierrez Menoyo


Cuba: morto comandante Gutierrez Menoyo

Spagnolo,partecipò col Che a Rivoluzione, poi denunciò comunismo



 L'AVANA, 26 OTT - Era uno dei 3 comandanti stranieri della Rivoluzione cubana accanto all'argentino Che Guevara e all'americano William Morgan. Ma dopo il trionfo della Revolucion, denunciò la svolta comunista di Fidel Castro e combattè il regime. Nel 1965 fu condannato a 30 anni di carcere a Cuba: lo spagnolo Eloy Gutierrez Menoyo, detto El Gallego, è morto a 74 anni nella sua casa dell'Avana. Fu liberato solo nel dicembre 1986, si trasferì negli Usa e tornò a Cuba nel 2003.

Ue, 5 mosse anti-choosy


Ue, 5 mosse anti-choosy

Le pratiche europee contro il fenomeno dei bamboccioni.


Bisogna ammetterlo, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha ragione: i giovani italiani sono choosy. Ma non perché con una laurea in tasca sperano di trovare subito l'occupazione per cui hanno studiato. Piuttosto per la poca dimestichezza con il mondo del lavoro, per la mancanza di autonomia e indipendenza.
Non è un'accusa: basta dare un'occhiata alle statistiche.
EUROPA A TRE VELOCITÀ. Stando ai rapporti di Eurostat, sull'occupazione giovanile, l'Europa va almeno a tre velocità.
Paesi come Norvegia, Olanda, Germania, Austria e Svizzera hanno alti livelli di occupazione per tutte le fasce di età: dai 15 ai 19 anni, dai 20 ai 24 e dai 25 ai 29. Con solo il 10% di inoccupati tra i 15 e i 24 anni.
Sull'altro versante, Spagna, Grecia e Portogallo, hanno la disoccupazione a livello critico: fino al 50% sotto ai 25 anni. L'Italia ha un tasso più basso, ma è schiacciata da due piaghe che si intersecano, si mescolano e non lasciano scampo: inattività e precarietà.
LAVORO? SOLO A 25 ANNI. Prima dei 25 anni, nel nostro Paese solo il 40% dei giovani ha avuto un impiego (anche non regolare). Mentre Francia e anche Spagna superano il 60%. Tra i 25 e i 29 anni arriviamo poco oltre il 70%: gli altri superano l'80%.
Colpa della crisi? No. I dati Eurostat 2007 raccontano che la peculiarità italiana era presente in tempi non sospetti.
Il lavoro serale e nei weekend, diffuso negli altri Paesi soprattutto tra i ragazzi sotto i 20 anni, in Italia si concentrava nella fascia oltre i 25 anni. Un affare da laureati senza speranza.
PRATICHE ANTI-BAMBOCCIONI. La prima conclusione che si può trarre è che il problema è complesso e intreccia fattori culturali, tratti strutturali dell'economia italiana e mancanze della pubblica amministrazione. Con l'aiuto di Vincenzo Galasso, docente di Economia politica all'università Bocconi di Milano e Annalisa Tonarelli, ricercatrice di Scienze della politica e sociologia dell'Università di Firenze, Lettera43.it ha stilato l'elenco di alcune pratiche anti-bamboccioni diffuse nei Paesi Ue.

1. Il sistema duale dall'Olanda alla Norvegia

L'idea potrebbe più semplice potrebbe rivelarsi efficace: prendere come esempio i Paesi vicini.
In Svezia il 70% dei ragazzi dai 15 ai 18 anni dedica l'estate ai cosidetti summer jobs, che vanno dallo smistare lettere all'ufficio postale a lavorare in serre e aziende agricole.
Ma non succede solo nel Paese scandinavo. Anche in Austria, Olanda e Svizzera i giovani sono abituati a lavorare e studiare insieme. E durante tutto l'anno, alle scuole superiori come all'università.
Lo chiamano sistema duale ed è un modello diffuso nell'Ue a 27: il sistema formativo deve necessariamente conciliarsi con l'attività lavorativa. Mentre in Italia l'università è stata trasformata in un grande liceo, e ogni traccia dei percorsi per gli studenti lavoratori è stata cancellata, in altri Paesi sono le stesse istituzioni a prevedere che gli studenti abbiano il tempo per lavorare.
Nella confederazione elvetica, il sistema è rodato e i ragazzi si possono trovare anche allo sportello di una banca e i programmi sono progettati anche in funzione dei tirocini e dello sbocco nelle imprese.
In Norvegia l'università sospende per alcuni mesi l'attività per lasciare agli studenti la possibilità di lavorare.

2. Un anno all'estero prima dell'università come in Svezia

In Italia lo stimolo trasmesso negli ultimi anni da famiglie e istituzioni è uno: laurearsi il prima possibile, poi il lavoro arriverà.
Ragionamento lineare, in teoria. Peccato che spesso si traduca nella scelta dell'ateneo vicino casa per rimanere attaccati a mamma e papà. E se poi il percorso intrapreso si dovesse rivelare sbagliato?
Dalla metà degli Anni 90, in Svezia hanno un buon antidoto. Che aiuta a prendere scelte più chiare e aumenta l'autonomia.
Dopo le scuole superiori sempre più ragazzi partono per un anno all'estero: per imparare una lingua, lavorare e mettere via qualche soldo. L'effetto si vede, assicurano i giovani svedesi, soprattutto sul curriculum: per il datore di lavoro l'anno all'estero diventa «un segno di indipendenza, apertura mentale e di maturità».

3. Un taglio al cordone ombelicale come in Germania

In Norvegia circola uno spot pubblicitario, poi censurato, in cui un giovane italiano è vigilato, accudito e totalmente dipendente dall'inseparabile mamma, determinata a coccolarselo e a tenerselo in casa fino ai 40 anni.
Uno stereotipo, ma neanche tanto. Alimentato da una cultura familista, da un mercato almeno nella grandi città proibitivo (lo spot era appunto di una società immobiliare) e dall'assenza di contributi per accompagnare i giovani all'autonomia.
A 18 anni i ragazzi tedeschi sono soliti andarsene di casa, anche se rimangono nella stessa città dei genitori. Se hanno un basso reddito possono ottenere agevolazioni fino a 150 euro al mese. E se in Svezia tutti hanno diritto a cospicue borse di studio e non c'è da stupirsi se i cittadini propongono di trasformare in studentato persino la residenza di campagna della famiglia reale, anche la Francia ha qualcosa da insegnare.
IL CAF FRANCESE. I cugini d'Oltralpe, infatti, possono contare sul parziale rimborso dell'affitto da parte dello Stato. E il contributo è destinato a studenti e anche alle giovani coppie.
Per accedere alla Caisse d'allocation familiale (Caf) basta avere un conto in banca e recarsi all'ufficio di competenza. Il rimborso, tra i 100 e i 200 euro, arriva puntuale ogni mese. In Italia invece piuttosto che dare contributi per gli affitti, è stata autorizzata la nascita di atenei in moltissime città.
«Dicevano che fosse un aiuto ai ragazzi: non avrebbero dovuto pagare esosi affitti», ricorda Galasso. Invece è stato un affare per tutti, tranne che per i giovani: «Si sono illusi che qualsiasi ateneo avrebbe offerto loro il lavoro cui miravano, invece si è abbassata la qualità universitaria e i primi a farne le spese sono i giovani».

4. Salario di ingresso e servizi di orientamento come in Francia

Per Fornero i giovani devono essere meno schizzinosi. Una considerazione genericamente di buon senso. Un azzardo però se arriva alle orecchie di chi si ritrova a lavorare in un call center, senza sfruttare gli anni passati sui libri.
Per evitare che succeda, la Francia ha introdotto già dal 1988 il salario minimo: revenu minimum d'insertion (Rmi), trasformato nel 2009 in revenu de solidarité active (Rsa).
Lo scopo è dare la possibilità di cercare un impiego senza partire da una condizione di bisogno. Il sistema è stato più volte messo sotto accusa e negli anni ci sono stati dei correttivi per incentivare l'occupazione, ma di certo i ragazzi non sono lasciati soli.
Una pratica utile anche per lo Stato, se non è altro perché si è fatto carico delle spese della loro formazione. E dovrebbe proteggere l'investimento.
«Più passa il tempo tra la prima assunzione, più cresce il rischio che le competenze si disperdano», fa notare Tonarelli, «la Francia ha messo in campo una strategia in due fattori: salario minimo e accompagnamento all'ingresso nel lavoro. Certo per applicarla in Italia dovrebbe esserci meno opportunismo, dall'una e dall'altra parte».

5. Diminuire il gap tra contratti determinati e indeterminati come in Svizzera

Gli esperti sono concordi nel dire che per arginare la precarietà e incentivare la stabilizzazione dell'occupazione giovanile bisognerebbe diminuire il divario tra i costi per i contratti flessibili e quelli a tempo indeterminato.
Gli esempi europei non mancano. In Svizzera la precarietà è disincentivata dal costo dei licenziamenti. I datori di lavoro devono pagare sussidi cospicui.
In un Paese come l'Italia con un elevato costo del lavoro il sistema andrebbe completamente ripensato. «I datori di lavoro e la comunità già pagano gli squilibri di un'assistenza pensionistica deformata a favore dei baby pensionati e di un'altra generazione», ricorda Galasso.
Ma, almeno per questo, i giovani choosy sono innocenti.

Liguria,A Genova e La Spezia allerta 1, Doria fa evacuare 159 persone. Scuole chiuse, A12 allagata.


Liguria, psicosi nubifragi

A Genova e La Spezia allerta 1, Doria fa evacuare 159 persone. Scuole chiuse, A12 allagata.


I danni dell'alluvione avvenuta ad ottobre del 2010 a Sestri Ponente (Genova).

Giusto il tempo di celebrare il primo anniversario dell'alluvione, il 25 ottobre, che la Liguria si è ritrovata di nuovo sotto allerta. La protezione civile ha emanato un dispositivo di allarme meteo 1, poi prorogata fino alle ore 12 del 26.
COLPITE GENOVA E LA SPEZIA. Le zone particolarmente interessate sono quelle del Genovese e dello Spezzino, con i relativi entroterra.
La decisione si è resa necessaria per il persistere delle precipitazioni e il loro prolungamento, ha spiegato in una nota la Regione.
Con il peggioramento del meteo è tornata la psicosi: l’assessore alla protezione civile della Regione, Renata Briano, ha messo le mani avanti. «C’è la possibilità», ha ammonito, «che l’allerta passi al livello 2, quello massimo».
DORIA FA EVACUARE 159 PERSONE. Il sindaco di Genova Marco Doria ha ritenuto opportuno far evacuare 159 persone, in particolare nella Val Bisagno. I più hanno trovato una sistemazione da vicini o parenti.
In 51 hanno chiesto il supporto del Comune per trascorrere la notte al riparo.
SCUOLE CHIUSE VICINO AL RIO FEREGGIANO. Sempre a Genova per precauzione chiuse le scuole più vicine al Rio Fereggiano, tristemente legato all’esondazione del 4 novembre di un anno fa, che aveva ucciso anche due bambine.
Nello spezzino il sindaco di Vernazza Vincenzo Resasco ha firmato un’ordinanza di chiusura dei negozi.

Due automobilisti liberati dai vigili del fuoco, A12 allagata, allarme nelle scuole

Nonostante le precauzioni, non sono mancate le prime emergenze: due automobilisti, padre e figlio, sono stati liberati dai vigili del fuoco dopo essere rimasti intrappolati nella loro auto a causa della esondazione del torrente San Lazzaro a Casarza Ligure, nel levante genovese.
SOMMOZZATORI ED ELICOTTERO. È intervenuta una squadra di sommozzatori.
Si era levato in volo anche un elicottero, che non è potuto intervenire a causa delle condizioni del tempo.
L'esondazione del San Lazzaro e di altri torrenti della zona, come il Petronio a Riva Trigoso, è stata provocata dai forti temporali che dall'alba si sono abbattuti nel Golfo del Tigullio.
Allagamenti, finora di moderata entità, sono segnalati nella zona di Chiavari, Sestri Levante, Deiva Marina.
RALLENTAMENTI IN AUTOSTRADA. Rallentamenti sull'autostrada A12 dove ci sono stati allagamenti.
A Riva Trigoso (frazione di Sestri levante) i bambini di una elementare vicina al torrente Petronio erano stati portati al secondo piano della scuola, su disposizione del sindaco di Sestri Levante, Andrea Lavarello.
Poi hanno potuto fare rientro a casa, con la paura ancora addosso.

Maro': New Delhi critica bandiera marina su Ferrari


Maro': New Delhi critica bandiera marina su Ferrari



''Utilizzare eventi sportivi per promuovere cause che non sono di natura sportiva significa non essere coerenti con lo spirito sportivo''. Cosi' il ministero degli Esteri indiano sulla scelta della Ferrari di correre il Gran Premio in India con la bandiera della Marina militare italiana in segno di solidarieta' con i maro'.

Confindustria attacca: via ladri da politica


Confindustria attacca: via ladri da politica

'Disgustati, cittadini stanchi di sostenere strati parassitari'



CAPRI (Napoli)  - "Via i ladri, gli ignoranti, gli incapaci", chiedono i giovani di Confindustria. "Siamo disgustati dall'idea della carica pubblica come scorciatoia per arricchirsi, ci ribelliamo a questo degrado", dice il leader degli under40 Jacopo Morelli dal palco del XXVII convegno di Capri. "Chi lavora non è più disposto a sostenere larghi strati parassitari".
"Basta con l'umiliazione delle coscienze civili", sottolinea Morelli nelle "tesi dei giovani" presentate al tradizionale convegno di Capri. Basta sostenere "con le proprie tasse e la propria fatica" strati parassitari "che anche adesso, mentre perdiamo duemila occupati al giorno, continuano a erodere denaro pubblico". Servono "persone responsabili, preparate, all'altezza del compito". "Abbiamo diritto a cambiare". "C'é spazio per interventi drastici, senza ipocrisie", dice Morelli, che rilancia l'appello per un varo in tempi brevi della Legge elettorale ricordando che "i tre rappresentanti dell'attuale maggioranza, già lo scorso giugno a Santa Margherita Ligure - ricorda -, ci avevano promesso di fare in un mese". Oggi "è il 26 ottobre e di quella traccia non c'é accordo". Per il leader dei giovani imprenditori "una classe politica che non mantiene le promesse, mentre chiede ai cittadini sacrifici continui, è indegna. Non è questo che si merita la nazione".

"Perdiamo duemila occupati al giorno", avverte il leader dei giovani di Confindustria nelle "tesi" al tradizionale convegno di Capri. A chi si candida per governare l'Italia, aggiunge, "chiediamo cosa intenderà fare per i giovani che non hanno lavoro e non riescono a rendersi indipendenti".

Il "peso" della pressione fiscale è "cresciuto così tanto da diventare una confisca": quella "ufficiale toccherà nel 2012 il 45% del Pil", l'onere sulle imprese "sarà superiore al 68%". Il leader dei giovani imprenditori, Jacopo Morelli, chiede di "abbassarla in maniera sostanziale" avvertendo: "Il tempo della pazienza è finito".

Il cuneo fiscale e contributivo, evidenzia ancora il presidente degli imprenditori under-40 parlando alla platea del XXVII convegno di Capri dal titolo 'Europe under pressure', è "tra i più elevati dell'Ocse: il 53% contro una media dell'Unione europea del 41%". Un livello che "strangola". Il governo, prosegue Morelli, "ha riconosciuto che gli italiani stanno dando una grande prova di responsabilità, accettando misure drastiche e impopolari. Se questo è vero, c'é un dovere morale di ridare, subito, fiducia al Paese abbassando, in maniera sostanziale, la pressione fiscale su chi lavora e sulle imprese che reinvestono". I cittadini "non sono cavie", aggiunge, chiedendo un'azione immediata sul fisco per ridare ossigeno all'economia reale. "La prima vera azione di politica industriale - ribadiscono i giovani imprenditori - sarebbe un abbassamento vigoroso delle tasse sui redditi da lavoro e d'impresa. Ci pare di assistere, invece, all'applicazione ostinata di teorie e ricette da laboratorio, politiche dimostratesi inefficaci, dimenticando che l'economia é una scienza interpretativa e che quindi può essere imprecisa e imprevedibile". Nelle loro tesi, i giovani imprenditori sottolineano che il taglio dell'Irpef "anche se è un inizio" rischia di essere "vanificato" dall'aumento dell'Iva. Tornano a "condannare l'evasione fiscale" che "va contrastata con ogni mezzo". E chiedono anche di "lasciare ai redditi bassi più soldi in busta paga, per rilanciare la domanda interna".

"I colpi della recessione sono arrivati nella carne viva del tessuto produttivo: la base industriale si è contratta del 20%. Anche noi contiamo, forse per la prima volta, i 'caduti sul campo'". Morelli punta il dito sulla "poca crescita" ed "il molto rigore". E "se chiudono le imprese dei giovani, il Paese brucia il futuro, le speranze, il dinamismo": bisogna "creare nuove occasioni di lavoro, dare ossigeno alle imprese".

Sequestrate scarpe cancerogene a Roma

Sequestrate scarpe cancerogene a Roma

Cromo esavalente, cadmio e piombo eccedenti cento volte i limiti

 
ROMA, 25 OTT - Migliaia di scarpe confezionate con sostanze altamente tossiche e cancerogene e con valori di cromo esavalente, cadmio e piombo eccedenti di oltre cento volte i limiti di legge. E' quanto emerso dai sequestri effettuati dalla Polizia locale di Roma Capitale, nel quartiere multietnico dell'Esquilino. Sono stati ispezionati finora una quarantina di esercizi commerciali, in maggioranza gestiti da cinesi e bengalesi, e sono cinquanta le persone denunciate.

Forte sisma sul Pollino, crolli ed evacuazioni

Forte sisma sul Pollino, crolli ed evacuazioni

Scossa magnitudo 5 all'1:05, oltre 100 repliche Anziano muore d'infarto. Notte passata in strada


 
 
Un sisma di magnitudo 5 è stato registrato all'1:05 tra Calabria e Basilicata, e avvertito fino in Campania. Un anziano è morto d'infarto. A Mormanno pazienti trasferiti in altri ospedali.

Il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, arriverà in mattinata a Mormanno per fare il punto della situazione dopo la scossa di terremoto di magnitudo 5 della scorsa notte. Gabrielli incontrerà l'unità di crisi che è stata costituita per seguire gli sviluppi della situazione e si recherà nell'ospedale di Mormanno che è stato evacuato per i danni subiti a causa del sisma.

Sono state registrate finora oltre 100 repliche della scossa di terremoto che nella notte ha colpito l’area del Pollino. Lo rende noto il funzionario di sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Rita Di Giovambattista. Al momento, la replica piu’ forte, di magnitudo 3.3, è avvenuta all' 1:16. Altre repliche rilevanti sono avvenute alle 4:25 e alle 4:40, entrambe di magnitudo 2.9.
MORMANNO (COSENZA) - ''Noi a casa non ci torniamo. E' stato terribile e abbiamo troppa paura''. Carmelo Parlato e' un brigadiere dei Carabinieri in pensione. Come la gran parte degli abitanti di Mormanno ha trascorso la notte in auto dopo la scossa di terremoto di magnitudo 5 che all'1:05 ha colpito l'area del Pollino, tra la Calabria e la Basilicata. Una scossa che ha rappresentato l'apice di uno sciame sismico che si protrae da oltre due anni e che ha registrato oltre 2.000 episodi.
La scossa della scorsa notte ha fatto registrare la morte di un pensionato di 84 anni, deceduto a Scalea a causa di un infarto provocato dalla paura. Gli effetti piu' evidenti del terremoto si sono registrati a Mormanno, dove e' stato deciso di evacuare l'ospedale e di chiudere le scuole per due giorni, ed in altri centri come Laino Borgo, Altomonte e Rotonda. Ad Anche ad Altomonte, dove si sono verificati alcuni crolli, il sindaco, Gianpietro Coppola, ha deciso la chiusura della scuole. A Laino Borgo e' stata sgomberata una casa di riposo per anziani.
A Mormanno l'impatto che si avverte arrivando in paese e' quello con il terrore che ha vissuto e che continua a vivere la gente. Carmelo Parlato ha trascorso la notte in auto insieme alla moglie ed ai figli. ''E' stato terribile'', dice la moglie di Parlato con le lacrime agli occhi. ''Abbiamo vissuto - dice - momenti di vero e proprio terrore. La casa ha tremato ed abbiamo temuto che da un momento all'altro ci crollasse addosso. Abbiamo preso le poche cose che siamo riusciti a trovare e ci siamo precipitati in strada. Eravamo preparati dopo le tante scosse degli ultimi mesi ma non pensavamo che potessimo vivere momenti cosi' terribili''.
I segni del terremoto si notano gia' lungo la strada che collega Mormanno con l'autostrada Salerno - Reggio Calabria. Sull'asfalto sono tanti i pezzi di roccia staccatisi dai costoni laterali in seguito alla scossa di terremoto.
La macchina dei soccorsi e' in piena attivita'. A Mormanno si e' svolta una riunione presieduta dal Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, con i vertici delle forze dell'ordine e con i sindaci dei comuni danneggiati. Durante la riunione e' stato fatto il punto della situazione e sono state decise una serie di iniziative per fronteggiare la situazione. Il comando provinciale dei vigili del fuoco ha richiamato il personale libero da servizio in modo da poter attuare tutti gli interventi necessari. Con la luce del giorno inizieranno i sopralluoghi per avere una quadro completo dei danni.