venerdì 31 agosto 2012

Crisi:lunedi' a Europarlamento Draghi,Rehn,Barnier e Almunia


Crisi:lunedi' a Europarlamento Draghi,Rehn,Barnier e Almunia

Futuro Unione monetaria e rapporto '4 presidenti' in agenda


Crisi, lunedì in Europarlamento: Draghi, Rehn, Barnier e Almunia

BRUXELLES - Lunedi' 3 settembre, oltre al presidente della Bce Mario Draghi, prenderanno parte all'audizione organizzata dalla commissione Affari economici del Parlamento europeo, anche i commissari Olli Rehn (affari economici), Michel Barnier (mercato interno) e Joaquin Almunia(concorrenza). Non ci sara' invece il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. E' quanto si apprende da fonti dell'Europarlamento.

L'incontro si terra' nel pomeriggio, orientativamente verso le 17, e avra' come tema principale il rapporto dei 'quattro presidenti' (Barroso, Van Rompuy, Draghi e Juncker) sul futuro dell'Unione economica e monetaria, di cui dovra' essere presentato un rapporto al vertice Ue di ottobre.


Il parlamento sta infatti preparando il proprio rapporto orientativo sulla materia.

Ue: Schulz (Pe), da Italia grande contributo contro crisi


Ue: Schulz (Pe), da Italia grande contributo contro crisi

Presidente Europarlamento in visita in Italia il 2 e 3 settembre


Ue: Schulz (Pe), da Italia grande contributo contro crisi

BRUXELLES - ''Gli sforzi degli italiani e le riforme compiute dal governo nell'ultimo anno stanno dando un contributo fondamentale nell'arginare la crisi europea''. E' quanto ha sottolineato oggi il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz in una nota con cui ha annunciato che il due e tre settembre prossimi sara' in Italia - e piu' precisamente a Cesena, Bologna, Modena e Urbino - per partecipare a dibattiti pubblici sul futuro dell'integrazione europea e incontrare rappresentanti del mondo accademico, giovani, amministratori locali, deputati nazionali ed europei.


''Tanto l'Italia quanto l'Ue - ha detto Schulz - hanno ora bisogno di uno slancio in avanti nel processo d'integrazione politica, fiscale e finanziaria per mettere la parola fine a questa spirale negativa, per rilanciare la crescita e creare nuovi posti di lavoro, specialmente per i giovani. C'è bisogno - ha aggiunto il presidente dell'Europarlamento - di un maggior attaccamento alla nostra moneta unicada parte di tutti gli Stati Membri dell'Unione. La cacofonia di speculazioni e populismi sulla fine o sulle divisioni dell'euro sono solo il frutto di logiche elettoralistiche di brevissimo termine. La solidarietà è il valore fondante della nostra unione''.

giovedì 30 agosto 2012

Scossa 4.6 nello Stretto di Messina, nessun danno


Scossa 4.6 nello Stretto di Messina, nessun danno

Colpita provincia Reggio Calabria, terremoto all'1:12




Scossa 4.6 nello Stretto di Messina, nessun dannoLa mappa del Terremoto (Ingv)
La mappa del Terremoto (Ingv)
CATANIA  - La terra trema nello Stretto di Messina 'scuotendo' decine di comuni e allarmando gli abitanti delle zone interessate, ma senza procurare danni a cose o persone. E' successo la notte scorsa, all'1.12, quando un evento di magnitudo 4.6 ha svegliato gli abitanti di numerosi centri di Calabria e Sicilia. Il sisma ha fatto 'vibrare' moltissimi edifici, che hanno però retto al rilascio di energia che è avvenuto in mare, a 45,4 chilometri di profondità: una notevole distanza con le terre emerse che ha 'attutito' la reale portata della scossa. La distanza dell'ipocentro dalle coste è stato localizzato a un chilometro da Scilla, in provincia di Reggio Calabria, e a 4 km da Fiumara, nel Messinese. Il terremoto, che non ha avuto scosse di assestamento né che lo hanno preceduto, è stato nettamente avvertito. Soprattutto nei comuni della costa Ionica Calabrese molte persone sono scese in strada, allarmate. I centralini dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine sono stati presi d'assalto da cittadini preoccupati per avere informazioni. Nessuna scena di panico ma allarme anche a Messina, soprattutto nella zona centrale della città, dove qualche famiglia ha lasciato la propria abitazione. L'evento è stato avvertito anche a distanza dall'ipocentro: fino a Cosenza, in Calabria, e oltre Catania, in Sicilia, soprattutto dagli abitanti di ultimi piani e attici di palazzi alti. Nella notte sono scattati gli accertamenti da parte della Protezione civile nazionale e dei Comuni interessati, ma non sono stati registrati danni a cose e persone. Ispezioni sono ancora in corso per verificare possibili danni a strutture pubbliche, ma non risultano lesioni importanti. Secondo gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica, l'origine del sisma è diversa da quella che ha scatenato i devastanti terremoti del 1905 e del 1908. La scossa, infatti, non è avvenuta nelle strutture superficiali della crosta terrestre legate ai terremoti dei primi del '900, ma ad una profondita' di 45,4 chilometri. A generare il terremoto - spigano gli esperti - è stata una delle numerose microplacche che costellano la zona a Nord della Sicilia e che formano un vero e proprio 'puzzle': una di queste piccole placche si è spostata verso Nord-Ovest scivolando al di sotto dell'Arco Calabro.

Il grafico che boccia il rigore di Germania (e Italia)


 Il grafico che boccia il rigore di Germania (e Italia)

FINANZA/ 2. Il grafico che boccia il rigore di Germania (e Italia)Foto: InfoPhoto
Una recente analisi pubblicata da Merrill Lynch si lancia nell’ambiziosa impresa di ricostruire gli andamenti della borsa e dei titoli del Tesoro americani dall’inizio del XX secolo a oggi (The longest pictures, M.Hartnett, Merrill Lynch, 2012). Il grafico più in basso riporta una sintesi dei rendimenti e, come spesso accade per i lavori che sanno venire a capo di una montagna di dati, le sorprese non mancano.
Innanzitutto, le obbligazioni del tesoro a lungo termine stanno attraversando la seconda congiuntura più positiva degli ultimi 110 anni: il Tesoro Usa nel 2012 è riuscito a limare ulteriormente i rendimenti, portando i ritorni del debito pubblico al 2,5%. Meglio di così, solo a fine anni ’40, quando nel secondo dopoguerra gli Stati Uniti riuscivano a finanziarsi al 2% tondo. I tassi attuali possono anche essere messi in prospettiva: agli inizi degli anni ’80, tra shock petroliferi e guerra fredda, il Tesoro americano arrivò a pagare il 14% sulle proprie emissioni, poi la Reaganomics e la dissoluzione dell’Unione Sovietica invertirono la tendenza e da allora i rendimenti sono costantemente scesi fino all’attuale 2,5%. Questione di credibilità, si dirà. O forse, più semplicemente, come recita una celebre canzone degli anni ’80, chi vince piglia tutto.
Resta un problema da risolvere, che il grafico, per necessità di sintesi, non approccia direttamente: oggi la curva dei rendimenti di breve termine è “schiacciata” verso il basso, con tassi a 6 mesi e 2 anni quasi uguali (0,14% a sei mesi e 0,29% a due anni). E il fenomeno è ancora più accentuato per il Gilt del Regno Unito: curva dei rendimenti in discesa e tasso a sei mesi superiore al ritorno su due anni (0,30% a sei mesi, 0,15% a due anni). In altre parole, sui mercati del debito pubblico c’è nervosismo sul breve termine, di quel tipo di nervosismo che gli analisti definiscono, a volte con eufemismo, volatilità.
 
 
Una spiegazione del fenomeno arriva dalla seconda curva del grafico, quella che riporta il corso borsistico dei principali titoli di Wall Street da inizio Novecento ai giorni nostri. Il Dow Jones Industrial Average mostra innanzitutto di non essere mai stato cosi alto, ma segnala anche di trovarsi in una difficile fase di “letargo”. Da oltre un decennio l’indice è fermo sui 10mila punti e le matite di molti analisti cominciano a tracciare un’inquietante anomalia: quando i rendimenti in borsa boccheggiano, i titoli del Tesoro diventano un bene rifugio e gli investitori, a fronte della sicurezza di un’obbligazione di Stato, accettano di buon grado ritorni di qualche punto percentuale. In queste fasi di incertezza, i grandi cambiamenti sono spesso dietro l’angolo, non fosse altro perché la grande instabilità porta gli investitori e, forse, non solo loro, a cambiare senza troppe remore la strada vecchia per quella nuova. Ai giorni nostri, ed è la tesi di Merrill Lynch, la strada nuova potrebbe passare per un nuovo ruolo di banche e, azzardando una macroipotesi, di Stati sovrani.
Di cosa stiamo parlando. Senza cercare correlazioni stramplate, i quattro riquadri tratteggiati in rosso evidenziano nel grafico le congiunture caratterizzate da borse in letargo e incetta di titoli pubblici: c’è la fase che precede la grande bolla e il crollo del ’29, c’è il già citato secondo dopoguerra, c’è la crisi degli anni ’80 e ci sono i giorni nostri.
Che cosa bolle in pentola ai giorni nostri? La volatilità di breve periodo e i tassi di disoccupazione delle economie avanzate ci ricordano che la crisi c’è e morde. E un cambiamento non può essere rimandato a oltranza, anche se alcuni paesi, come Stati Uniti e Germania, traggono beneficio dall’incertezza e, passando i propri titoli per bene rifugio, si rifinanziano a lungo termine su tassi tutt’altro che svantaggiosi (2,50% a vent’anni per gli Usa, 2,10% per la Germania sulla stessa maturità).
L’elemento che caratterizza il “nostro” riquadro tratteggiato è una crisi che è partita dalle banche, americane e britanniche in primis, per poi espandere il contagio a tutto il settore finanziario e ai corpi più deboli dell’economia globalizzata: i paesi europei a cui i parametri di Maastricht (totalmente arbitrari, vale la pena ricordarlo) hanno imposto i cambiamenti più radicali, i paesi emergenti che, pur galoppando, non si sono mai curati di fondare la crescita su basi solide (Cina, su tutti), i mercati più sensibili (materie prime, soprattutto alimentari e metalli non preziosi).
Il fenomeno che accomuna tutti questi punti di contagio - le banche, l’Europa, i paesi emergenti e le materie prime - è la riduzione dell’indebitamento, definita “deleverage” dai regolatori bancari e “austerità” dagli osservatori di finanza pubblica. I nomi cambiano, ma la sostanza è la stessa: gli anni ’90, sotto l’imperativo di arrichirsi ovunque e comunque, hanno portato un’intossicazione da debito e dal 2007 si fa un gran parlare di tagli al bilancio e riduzioni alla spesa. Ma fino a quando potrà durare? Fino a quando gli Stati nazionali potranno perseguire politiche restrittive (accettando di farsi dettare l’agenda dalla volubilità dei mercati), fino a quando le banche potranno permettersi di non fare le banche e fino a quando le imprese potranno vivere senza credito?
Il rapporto di Merrill Lynch giunge alla conclusione che il tempo, come da copione, stringe e che, più importante, il cambiamento arriverà quando il deleverage finirà e il rapporto con l’indebitamento cesserà di essere caratterizzato da reazioni radicali (grande ricorso alla leva prima della crisi, linea dura del rigore dopo il crac). Finanzimenti d’impresa, mutui immobiliari, spesa pubblica e politiche monetarie saranno quindi gli strumenti per uscire dall’attuale congiuntura negativa.
Certo, c’è da chiedersi se esista da qualche parte la volontà politica (e il coraggio) di dare una svolta alle attuali politiche del “sacrificio per il sacrificio” (ben note in Italia) e a tutti quei pacchetti che rischiano di portare “tanto rigore per nulla”. E resta la domanda più semplice (e per nulla scontata): come avviare questo cambiamento? Da più parti, e le cronache di queste settimane confermano la tendenza, molti invocano una nuova regolamentazione bancaria (che dall’inizio della crisi è rimasta pressoché inalterata) e attendono buone nuove dalle aste per l’emissione di nuovo debito pubblico. Intanto l’euro ha resistito all’abituale assedio di agosto e questa, anche quando si guarda alla fotografia di lungo periodo, è una buona notizia.

mercoledì 29 agosto 2012

Bravo Bagnasco: Rifondare politica e stato


Bagnasco: Rifondare politica e stato

E' l'ora di una solidarietà lungimirante, ripensare alla procreazione assistita



GENOVA  - ''E' l'ora di una solidarieta' lungimirante, dell'assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell'economia e del lavoro, della rifondazione della politica e della partecipazione, della riforma dello Stato: problemi che hanno al centro la persona e ne sono il necessario sviluppo''. Lo ha detto il presidente Cei, Angelo Bagnasco.
"Quando per interessi economici, sull'uomo prevale il profitto, oppure, per ricerca di consenso, prevalgono visioni particolaristiche e distorte, le conseguenze sono devastanti e la società si sfalda" perché, ha aggiunto Bagnasco durante la festa della Madonna della Guardia, a Genova, "superando prospettive ideologiche, è necessario tenere ben saldo il legame con quei valori che fanno parte della nostra storia e ne costituiscono il tessuto profondo: tessuto che a qualcuno sembra talmente acquisito da non aver bisogno di attenzione e di presidio alcuno, e da altri è guardato con sospetto o insofferenza come se fosse un intralcio al progresso".
In merito alla procreazione assistita il presidente della Cei ritiene che  "Bisogna ripensarci a livello nazionale, sia di tecnici sia di esperti, sia per merito sia per metodo perché non si è passati attraverso la magistratura italiana: c'é stato un suo superamento, un surclassamento. E' singolare".
Sottovalutare il contesto "europeo e mondiale" della crisi "sarebbe illusorio e suicida": lo dice il cardinale Angelo Bagnasco nell'omelia pronunciata per le celebrazioni della Madonna della Guardia a Genova. "Nel cuore abbiamo il peso della crisi. Il pensiero corre a chi ha lavoro e spera di tenerlo, a chi lo cerca e non lo trova, a chi l'ha perso. La grave congiuntura economica, con ricadute preoccupanti su occupazione e vita sociale del Paese, dell' Europa e del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema".

martedì 28 agosto 2012

Italia..che paese bacchettone?!!?la colpa è solo della chiesa??


BOCCIATURA

Legge 40, alt di Strasburgo

Contestata la norma sulla procreazione.

La Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge 40 per quanto riguarda l'impossibilità per una coppia fertile, ma portatrice sana di fibrosi cistica, di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni.
Secondo i giudici, «il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è incoerente» in quanto allo stesso tempo un'altra legge dello Stato permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica.
POSSIBILE RICORSO. La Corte ha quindi stabilito che, cosi com'é formulata, la legge 40 ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di Rosetta Costa e Walter Pavan a cui lo Stato deve ora versare 15 mila euro per danni morali e 2.500 per le spese legali sostenute.
La decisione di Strasburgo è destinata a diventare definitiva entro tre mesi se nessuna delle parti dovesse fare ricorso per ottenere una revisione davanti alla Grande Camera.
LA LOTTA DI COSTA E PAVAN. Costa e Pavan sono affetti da fibrosi cistica,  malattia genetica che si trasmette in un caso su quattro al nascituro, e vorrebbero ricorrere alla fertilizzazione in vitro per fare uno screening embrionale. Attualmente, però, la legge 40 'riserva' questa pratica solo alle coppie sterili o a quelle in cui il partner maschile abbia una malattia sessualmente trasmettibile, come per esempio l'Aids.
Se confermata, la decisione di Strasburgo potrebbe segnare un punto di svolta fondamentale per Costa e Pavan come per tante altre coppie in Italia condizionate dallo stesso problema.

Balduzzi: «Aspettiamo le motivazioni della Corte»

Non sono tardate così ad arrivare le prime reazioni.
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha preso tempo: «La questione nel nostro Paese era già stata posta da giudici di merito e in prospettiva probabilmente sarà riproposta alla Corte. In questa materia bisogna capire quali siano i beni da tutelare e tenere conto di tutti i valori in gioco, tra cui la soggettività giuridica dell'embrione».
Secondo Balduzzi la riflessione «deve partire dal bilanciamento dei principi: sono beni da tutelare la soggettività giuridica dell'embrione così come la salute della madre».
«DURO COLPO AL PROIBIZIONISMO ITALIANO». Ha esultato, invece, l'associazione Luca Coscioni, impegnata in favore della libertà di cura e di ricerca scientifica: «È una vittoria importantissima che dà un duro colpo all'impianto proibizionistico della legge italiana sulla fecondazione assistita. Ora ci impegneremo affinché si possa, in questo o nel prossimo parlamento, eliminare completamente i residui divieti della legge 40 sulla fecondazione e sulla ricerca».
IL GINECOLOGO: «LEGGE ANTICOSTITUZIONALE». Sulla stessa lunghezza d'onda il ginecologo Severino Antinori, che per primo fece ricorso contro la legge pochi giorni dopo la sua approvazione: «Sono molto soddisfatto della sentenza di Strasburgo, che dimostra che la legge italiana non solo era contro la Costituzione ma anche contro il diritto europeo. Ora mi aspetto un'altra vittoria analoga sulla fecondazione eterologa, la cui sentenza arriverà l'anno prossimo».

Grazie Monti...La spesa per l'auto è raddoppiata in 20 anni


La spesa per l'auto è raddoppiata in 20 anni

Pesano soprattutto i carburanti, che 'bruciano' metà del costo: loro prezzo aumentato del 170%



In 20 anni la spesa degli italiani per il mantenimento delle proprie auto è più che raddoppiata, arrivando nel 2010 a 103,7 miliardi. I carburanti bruciano quasi la metà della spesa complessiva e il loro costo è aumentato del 170%. E' quanto emerge dal Conto nazionale delle Infrastrutture e dei trasporti 2010-11 del Ministero.
Le spese per l'esercizio e la manutenzione ordinaria delle autovetture private, secondo i dati contenuti nel documento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è passata dai 47,283 miliardi del 1990 ai 103,714 miliardi del 2010, segnando un progresso del 119,3%. Al netto degli interessi sul capitale investito - precisa l'analisi - le spese di esercizio delle auto per il 2010 ammonta a 93,934 miliardi, di cui circa il 44% è da attribuire alle spese per carburanti, quasi il 18% a spese per manutenzione ordinaria, circa il 17% a spese per assicurazioni, poco meno del 6% a tasse automobilistiche ed il restante 15% a spese per il ricovero, per pneumatici, lubrificanti e pedaggi autostradali.
Il costo dei carburanti è aumentato in 20 anni del 169,9%: nel 2010 sono stati spesi per benzina e gasolio 41,156 miliardi di euro, contro i 15,246 miliardi del 1990, quando la spesa per carburanti costituiva solo circa un terzo della spesa complessiva per il mantenimento dell'automobile. Le spese per la manutenzione e riparazione ordinaria sono aumentate in 20 anni del 127,9%, mentre quelle per l'assicurazione Rc Auto addirittura del 202,5% (a 15,649 miliardi nel 2010). Quello che incide di meno sulla spesa degli automobilisti sono invece i lubrificanti, l'unica voce ad aver registrato in 20 anni una riduzione (1,120 miliardi nel 2010, dai 1,491 miliardi del 1990).
Nel 2010 gli italiani hanno speso complessivamente per l'acquisto e l'esercizio delle autovetture circa 147,205 miliardi di euro: ai 103,714 miliardi per l'esercizio e la manutenzione ordinaria delle vetture, vanno infatti aggiunti i 34,576 miliardi spesi per l'acquisto di vetture nuove di fabbrica e gli 8,915 miliardi per la manutenzione straordinaria.
Negli ultimi vent'anni i costi per mantenere un'automobile hanno toccato il livello più alto nel 2008 (104,501 miliardi di euro), quando la benzina era a circa 1,5 euro e pesava per il 41% della spesa complessiva (43,179 miliardi).

Siamo nel 2012..vedete cosa accade nella ricca Arabia Saudita


A.Saudita:killer decapitato con sciabola

E' la 49/ma esecuzione dall'inizio del 2012



DUBAI, 28 AGO - Un uomo saudita, riconosciuto colpevole di aver ucciso un suo connazionale, e' stato decapitato con la sciabola in una provincia meridionale del ricco regno petrolifero. Mohammad Al Salala Asiri avrebbe accoltellato a morte Amir Al Zayadi, ma dell'accaduto non sono stati rilasciati ulteriori dettagli. Con questa, salgono ad almeno 49 le esecuzioni effettuate nel regno saudita dall'inizio dell'anno.

lunedì 27 agosto 2012

Ci siamo dimenticati dell'Afganistan??Afghanistan: attaccata base italiana, tre feriti


Afghanistan: attaccata base italiana, tre feriti

Colpiti da pietre e terriccio sollevati dall'ordigno

27 agosto, 11:59
Pattuglia Lince in osservazione Pattuglia Lince in osservazione

Afghanistan: attaccata base italiana, tre feriti
ROMA - Un militare italiano e' rimasto ferito ed altri due contusi in seguito all'attacco da parte di 'insorti' ad una base in Afghanistan, nella zona di Bala Boluk. Il ferimento e' stato provocato da terriccio e pietre sollevati da un razzo che e' caduto all'interno della base, ma non e' esploso.
L'attacco, riferiscono al comando del contingente, è avvenuto stamani alle 10.00 ora locale, le 7.30 in Italia, quando un razzo da 107 millimetri lanciato da insorti è caduto, senza esplodere, all'interno della base avanzata Tobruk di Bala Boluk, settore di competenza della Task Force South, su base Reggimento Cavalleggeri Guide di Salerno, nell'area sud del Regional Command West, a guida italiana.
"L'impatto dell'ordigno sul terreno - spiegano da Herat - ha causato la proiezione di terriccio e pietre, che hanno investito tre militari italiani. Trasportati per le cure del caso presso l'infermeria (Role 1) della base, per uno di loro si è reso necessario il trasferimento, a scopo precauzionale, per ulteriori accertamenti al Role 2 di Farah; gli altri due militari hanno riportato solo lievi contusioni". I militari coinvolti, non in pericolo di vita, sono rimasti sempre coscienti ed hanno avvisato personalmente i propri familiari
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giovedì 2 agosto 2012

Fonsai/Unipol cosa vi avevo scritto di Mediobanca??

Il crollo dell'impero dei Ligresti scuote il vertice di Mediobanca. L'amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, è indagato per ostacolo all'attività degli organi di vigilanza nell'ambito dell'inchiesta avviata dal pm, Luigi Orsi, sul gruppo dell'immobiliarista di Paterno'. L'iscrizione nel registro degli indagati, avvenuta nei giorni scorsi, è scaturita dalle indagini della Procura sul presunto patto segreto siglato lo scorso 17 maggio nella sede del gruppo Compass tra Nagel e Salvatore Ligresti. Un'intesa finalizzata ad assicurare alla famiglia siciliana, responsabile del dissesto del gruppo, una lauta buonuscita - circa 45 milioni di euro per le quote in Premafin più una serie di benefit per l'ingegnere e i suoi tre figli Paolo, Jonella e Giulia - nell'ambito del piano di salvataggio predisposto da Unipol per Fonsai. Nagel, che nei giorni scorsi aveva ricevuto un invito a comparire, si è presentato oggi davanti al pm Luigi Orsi, presso il nucleo di polizia tributaria di Milano per un interrogatorio iniziato alle quattro di pomeriggio e al momento ancora in corso. Mediobanca ha smentito e continua a smentire che esista alcun accordo segreto. A sostenerne la veridicità sono invece Paolo e Jonella Ligresti, entrambi ascoltati da Orsi nelle scorse settimane, secondo cui il testo dell'intesa era custodito nello studio dell'avvocato Cristina Rossello, segretario del patto di Mediobanca ma anche legale di Jonella in un procedimento fiscale. Il documento sequestrato da Orsi nello studio della professionista, due paginette scritte a mano, non conteneva però alcuna firma. Da qui il `giallo´ sulla sua esistenza, che invece sarebbe confermata dalla Rossello in un colloquio privato con Jonella Ligresti che la primogenita di Don Salvatore ha registrato di nascosto e portato all'attenzione di Orsi. Ora si tratta di capire se le pretese dei Ligresti hanno davvero un fondamento legale. Se così fosse, e il patto esistesse davvero, si configurerebbe il reato di ostacolo all'attività di vigilanza in quanto sarebbe stato occultato alla Consob un accordo rilevante ai fini dell'esenzione di Unipol dall'obbligo dell'opa su Fonsai. L'esenzione della Commissione era infatti subordinata all'assenza di premi per i Ligresti a cui non sono stati concessi neppure il diritto di recesso e la manleva, stralciati dagli accordi inizialmente previsti con Bologna. Ma anche per Nagel la strada sarebbe segnata, avendo come probabili dimissioni che qualcuno fa già volteggiare ma che vengono categoricamente smentite da Piazzetta Cuccia.

Mentre il ciclone Ligresti si abbatte su Mediobanca l'operazione di integrazione tra Unipol e Fonsai va però avanti, con la chiusura del periodo di sottoscrizione del doppio aumento da 1,1 miliardi di euro. L'inoptato, al momento si conoscono solo i risultati dell'aumento Fonsai, è piuttosto cospicuo essendo stato sottoscritto il 68,3% delle azioni ordinarie e il 22,2% delle risparmio (che sono garantite da Unipol). Alle otto banche del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca resta dunque al momento in carico circa il 30% del capitale della compagnia: per alleggerire il fardello di azioni gli istituti avranno però a disposizione cinque sedute di borsa durante le quali offrire l'inoptato. La quota di Unicredit, già titolare del 6,6% del capitale, dovrebbe salire attorno al 10%.

La giornata di oggi ha infine visto uscire di scena Sator e Palladio, per mesi antagonisti del piano Unipol. Sconfitti sul fronte giudiziario - con il Consiglio di Stato che ha dato ragione al Tar nel respingere il tentativo di impugnare l'autorizzazione dell'Isvap a Unipol - i due fondi hanno sciolto il patto che li legava e hanno revocato l'offerta, mai accettata da Fonsai, per ricapitalizzare la compagnia.(

mercoledì 1 agosto 2012

Euro, asse Roma-Parigi. Obama chiama Monti: agire


Euro, asse Roma-Parigi. Obama chiama Monti: agire

Premier oggi a Helsinki: fine del tunnel è vicina. Presidente Usa: serve un'azione decisa per l'Ue




NEW YORK - All'Europa servono azioni decisive per evitare una disfatta dell'euro. Il presidente americano Barack Obama continua il suo pressing sul Vecchio Continente. E chiama il premier Mario Monti, impegnato in una tournee europea, per fare il punto della situazione nell'area euro. Proprio a Monti Obama ribadisce il proprio appoggio per un'azione decisa per risolvere la crisi.
Il presidente e' ''in contatto regolarmente con i leader europei'' afferma la Casa Bianca, sottolineando che il colloquio con Monti fa seguito alle recenti dichiarazioni europee sull'impegno dell'Europa a preservare l'euro''. Con Monti, Obama si sofferma sulla Siria e mette in evidenza la necessita' di una stretta collaborazione fra Stati Uniti e gli alleati europei nel fare pressione sul regime di Assad e nel sostenere la popolazione della Siria.
''Non ritengo che gli Europei lasceranno l'euro'' dissolversi ''ma devono prendere misure decise'' afferma Obama nel corso di un evento di raccolta fondi a New York. ''Trascorro molto tempo a cercare di lavorare con loro. Prima prenderanno azioni decisive, meglio sara''' mette in evidenza Obama. Il timore di Obama, che sull'economia si gioca le elezioni, sono i venti contrari dall'Europa sull'Azienda America, gia' alle prese con una crescita anemica e una disoccupazione elevata, oltre all'impasse di Washington sulla strada da seguire per il risanamento dei conti pubblici americani: il rischio e' che senza un accordo in Congresso scattino il prossimo anno un mix di tagli alla spesa e aumento delle tasse, in grado di far scivolare l'economia in una nuova recessione. Le preoccupazioni di Obama, ''non soddisfatto'' dello stato dell'economia americana e per il quale chiede l'azione del Congresso, sono confermate dalla missione del segretario al Tesoro, Timothy Geithner, in Europa.
La crisi del debito sta rallentando la crescita mondiale, afferma Geithner di ritorno dal Vecchio Continente, mettendo in evidenza che l'Europa e' ''assolutamente impegnata a fare il necessario'' per risolvere la crisi. ''Ha le capacita' finanziarie per farlo'' precisa Geithner, secondo il quale in Europa ci sono delle difficolta' politiche, con crescenti estremismi, ma e' necessario agire con forza e in modo efficace.
Con il Congresso che si avvia alla pausa estiva, le speranze di nuovi aiuti a sostegno della ripresa sono riversate sulla Fed. La banca centrale americana comunichera' domani le proprie decisioni di politica monetaria: l'attesa di nuovi stimoli da Ben Bernanke ha innescato un rally dei listini negli ultimi giorni. Ora i mercati cauti attendono la due giorni ''cruciale'': mercoledi' la Fed e giovedi' la Bce. Un'attesa fatta anche di scetticismo sugli strumenti che Bernanke da un lato e Draghi dall'altro hanno a disposizione. E questo soprattutto perche' le due banche centrali continuano ad agire da sole nella missione crescita, senza contributi da parte della politica. La Fed si presenta alla riunione divisa. Da un lato alcuni membri del Fomc, l'organo decisionale della Fed, premono per misure ''preventive'' per evitare i rischi legati alle crisi europea e a una potenziale crisi globale. Ma i falchi preferirebbero attendere almeno fino a settembre perche' non convinti che l'economia americana abbia perso slancio. Una presa di tempo che consentirebbe a loro avviso di avere un quadro piu' dettagliato del mercato del lavoro.
I dati sulle disoccupazione saranno resi noti venerdi' dal Dipartimento del Lavoro. Il mercato spera in un nuovo round di acquisto titoli da parte della banca centrale, ma la Fed potrebbe limitarsi ad agire solo con la comunicazione, ovvero modificando il linguaggio e impegnandosi a mantenere tassi bassi fino alla fine del 2014 o alla meta' del 2015, quindi oltre il mandato di Bernanke.
PARIGI - Mario Monti e Francois Hollande uniti a difesa dell'euro. Mentre diventa ufficiale il nuovo record di disoccupazione europea (11,2%) e i mercati cominciano ad anticipare il contraccolpo da delusione per eccesso di aspettative sulle prossime mosse della Bce, Francia e Italia rafforzano l'asse anti-crisi dichiarando che le prospettive di stabilità della zona dell'euro "si stanno schiarendo" ma richiedono l'applicazione immediata delle misure prese al vertice Ue di fine giugno. "La posta in palio è talmente vitale che non è possibile neanche un minuto di disattenzione", ha avvertito Monti all' Eliseo dopo un incontro con il presidente Francois Hollande, il primo di un tour europeo che lo porterà domani ad Helsinki, 'covo' del rigorismo europeo, e giovedì - proprio mentre a Francoforte si riunirà il consiglio dei governatori della Bce - a Madrid.
In mattinata, parlando a Radio anch'io, il premier si era mostrato più che ottimista: "La fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi. Noi e l'Europa siamo vicini alla fine del tunnel". Ed aveva aggiunto: "E' molto importante che tutti in Europa ci impegniamo a far sì che l'euro non sia fattore di disintegrazione. La chiave di volta deve essere l'attuazione senza ritardi delle decisioni prese a Bruxelles".
Al termine della colazione di lavoro all'Eliseo, Hollande ha usato più o meno le stesse parole: "Oggi abbiamo riaffermato la nostra volontà di impegnarci e di fare tutto il possibile affinché le decisioni del Consiglio europeo siano applicate e la zona euro sia difesa, preservata, consolidata". E annunciando un vertice bilaterale Italia-Francia ad "inizio dicembre a Lione", Hollande ha sottolineato che la "qualità" delle relazioni tra Roma e Parigi "é un elemento molto importante per regolare le questioni che sono di nostra responsabilità, nei giorni a venire, per rafforzare e consolidare la zona euro". Negli stessi momenti però, da Berlino, il ministero tedesco delle Finanze gelava le aspettative di chi si era illuso che le aperture della cancelliera Merkel sull'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce potesse preludere ad un cambiamento di linea ancora più radicale.
Oltre a ribadire il no agli Eurobond, Berlino ha confermato l'opposizione all'ipotesi di concedere una licenza bancaria al fondo di salvataggio europeo Esm, che consentendogli di rifinanziarsi presso la Bce ne moltiplicherebbe praticamente all'infinito la potenza di fuoco (ora limitata a 500 miliardi). "Il trattato costitutivo dell'Esm non prevede per il fondo una licenza bancaria - ha dichiarato all'ANSA il portavoce tedesco - e noi non ne vediamo del resto alcuna necessità". Il portavoce ha inoltre smentito che "sul tema ci siano attualmente discussioni" o "riunioni segrete". Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, nonostante l'opposizione di Berlino e Bundesbank, trattative per concedere la licenza bancaria all'Esm sarebbero invece in corso con il sostegno di Francia, Italia e di membri dell'Eurotower. Un super Esm consentirebbe alla zona dell'euro di tenere sotto controllo la 'febbre' da spread e di ridurre le enormi disparità dei costi di finanziamento dei debiti pubblici tra i 17 stati che condividono la moneta unica.
In una dichiarazione scritta, diffusa al termine dell'incontro, Monti e Hollande si sono "felicitati" per le recenti dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi (che ha annunciato un intervento senza condizioni e tabù) ed hanno ricordato che "diversi Paesi della zona euro devono oggi rifinanziarsi a tassi di interesse troppo elevati, malgrado stiano portando avanti le difficili ma necessarie riforme economiche". Un riferimento diretto a Italia e Spagna. L'eurosummit ha individuato un meccanismo di stabilità per gli spread legato ai fondi salva Stati (oggi all'Efsm e poi all'Esm, la cui entrata in vigore è condizionata ad una sentenza della Corte costituzionale tedesca prevista per il 12 settembre).
"I meccanismi di stabilità sono stati precisati e ora devono essere applicati", ha insistito oggi Hollande. Ma lo 'scudo' può essere avviato solo se un Paese ne fa richiesta. La scorsa settimana il governo spagnolo ha ammesso di non potere continuare a finanziare il proprio debito ai tassi attuali (sopra il 7%) ma ha anche giurato e spergiurato che non farà alcuna richiesta di assistenza all'Efsf, che gli toglierebbe altra sovranità in politica economica. Rajoy continua a rifiutare il pressing discreto dei partner. Punta piuttosto in un intervento calmieratore della Bce in agosto in attesa che dopo settembre possa muovere i primi passi l'Esm, rafforzato dalla licenza bancaria. Una scommessa ancora tutta da vincere.

Sicilia, Lombardo si dimette. Cosa succede adesso?


Sicilia, Lombardo si dimette. Cosa succede adesso?


Lo aveva annunciato ai quattro venti già da mesi, lo aveva ribadito a Monti nell’incontro della scorsa settimana, ora Raffaele Lombardo si è dimesso da governatore della Sicilia. Una decisione che non sembrava scontata, nonostante tutto, perché dall’ormai ex presidente siciliano era lecito aspettarsi un colpo di teatro all’ultimo momento. Che in un certo senso è arrivato.

Alla convocazione della giunta, Lombardo ha deciso di aggiungere altre due nomine alle innumerevoli che hanno accompagnato quest’ultimo tratto del suo mandato, dall’annuncio delle dimissioni a oggi, e così ha nominato un nuovo assessore e un commissario dell’Asp di Siracusa, scelti tra i suoi fedelissimi. Nel frattempo, l’assemblea regionale cassava la spending review che lo stesso Lombardo aveva annunciato a Monti per evitare il rischio default. Cosa succede adesso?

L’attuale giunta resterà in vigore per il disbrigo degli affari correnti, poi l’isola andrà al voto il28 e il 29 ottobre per eleggere il nuovo presidente (tra i candidati dovrebbe esserci l’ex viceministro berlusconiano Micciché), ma nel frattempo non è chiara la situazione dei conti pubblici siciliani. Nelle scorse settimane era stato lanciato l’allarme per il rischio default della Regione, ma Lombardo aveva smentito tutto portando a Monti un piano di risanamento che prevedeva, fra le altre cose, riduzioni dell’organico con duemila pensionamenti.
Ora tutto questo è saltato, l’assemblea ha approvato solo un assestamento del bilancio per coprire 2 milioni e mezzo di disavanzo, che dovrebbe bastare a evitare il rischio immediato ma che non avrà effetti sul lungo periodo, soprattutto viste le spese mostruose della regione.
Nel frattempo il presidente uscente non ha perso occasione per lanciare strali al governo, dando la colpa delle sue dimissioni al centralismo romano e non all’inchiesta per mafia che lo ha colpito:

Le foto del tuo profilo Facebook non saranno più le stesse da oggi


Le foto del tuo profilo Facebook non saranno più le stesse da oggi

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Giusto in tempo per l’annuale caricamento di massa delle foto delle vacanze, il social network rinnova il layout e lo rende più agile e personalizzabile.

Le foto del tuo profilo Facebook non saranno più le stesse da oggi
Grafica minimal e immagini più grandi: il restyling della sezione foto di Facebook si basa su queste due caratteristiche, che ripuliscono e svecchiano la presentazione. Un post su Newsroom, la sezione di Facebook in cui vengono ufficialmente annunciate le novità, spiega che vi si può accedere come prima, cliccando sull’icona “foto” al di sotto dell’immagine cover di ogni profilo, arrivando così agli album e alle foto in cui la persona è taggata.
Anche la navigazione presenta delle novità: grazie a un menù è possibile visualizzare a piacere le foto caricate dall’utente, quelle in cui è taggato e i suoi album. Cliccando infine sull’anteprima di ogni singola foto si può decidere di contrassegnarla come preferita e portarla all’attenzione degli amici, personalizzando così il layout della propria pagina foto; gli altri utenti a loro volta non avranno più bisogno di entrare nella foto o nell’album di riferimento per inserire commenti o cliccare il “mi piace”.

Dimmi come usi Twitter e ti dirò chi sei


Dimmi come usi Twitter e ti dirò chi sei

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Scoppiata la moda dei 140 caratteri, è tempo di classificare le personalità sui social network. E tu in quale ti identifichi?

Dimmi come usi Twitter e ti dirò chi sei

I 140 caratteri stanno conquistando davvero tutti: dai politici ai giornalisti, passando per Vip e sportivi per arrivare infine al panettiere sotto casa. Ma chi si nasconde dietro a questi account? Social media manager, geek o semplici curiosi? Proviamo a classificarli:
1) Il PR
Tipicamente un’azienda, un brand o un utente che si iscrive a Twitter con un intento promozionale, motivato dalla necessità di aumentare la propria brand awarness. Sfrutta i 140 caratteri per promuovere i propri servizi o prodotti e per tenersi in contatto con gli amici.
2) Il social media manger
I professionisti dei social media sono stati senza dubbio i primi a sbarcare sulla piattaforma di micoroblogging mossi dalla curiosità di sperimentare il nuovo mezzo. Si tratta di utenti “modello”: vogliono essere riconosciuti come esperti, mettono in campo la loro competenza nel settore e usano Twitter per promuovere il loro lavoro e costruire una rete di relazioni.
3) Il giornalista
Per i giornalisti e gli editori, Twitter è una piattaforma di condivisione di messaggi e notizie e un mezzo di interazione con i lettori. Un passione che è scoppiata solo recentemente in Italia e che ha portato molti giornalisti ad usarlo non solo come amplificatore dei propri articoli.
4) Il politico
I politici hanno scoperto Twitter solo recentemente, come mezzo di diffusione dei loro messaggi e programmi politici agli elettori. Anche in Italia partiti e candidati stanno scoprendo la possibilità di comunicare istantaneamente e di influenzare l’agenda dei media.
5) L’artista o lo sportivo
Sempre più celebrità del mondo dello sport e dello spettaccolo approfittano di Twitter per mettere in piazza la loro vita privata. Non appena attivano il loro accont, con un solo tweet raccolgono migliaia di followers in pochissimo tempo. Lady Gaga, per esempio, può vantare un recond mondiale con i suoi 27 milioni di followers. Cristiano Ronaldo invece si ferma a 12 milioni.
6) Lo stalker
Gli stalker sono gli zombie di Twitter: seguono un numero impressionante di utenti ma pubblicano pochissimi tweet o sembrano del tutto assenti. Il loro obiettivo è collezionare quante più informazioni possibili.
7) Lo spammer
Universalmente odiato, lo spammer, in modo apparentemente casuale, bersaglia gli utenti con tweet che solitamente consigliano l’acquisto del viagra.
8) L’utente medio
Il classico privato cittadino che incuriosito dalla moda del momento che è sbarcato su Twitter proprio perché lo fanno tutti. I suoi followers sono generalmente amici e conoscenti e spesso il vero motivo della loro presenza sul sito di microblogging è dettata della voglia di entrare in contatto con il loro idolo del mondo dello sport o dello spettacolo.
9) I bisognosi
Sono quegli utenti che sono sempre alla ricerca di consigli di lettura, recensioni di film, diritte e suggerimenti per organizzare una gita o che si rivolgono ai propri followers per essere rassicurati in ogni decisione.
10) Le twitt-star
Non si tratta di vip, ma di persone comuni, blogger o esperti di social media che con i loro tweet sarcastici e pungenti sono delle vere e proprie celebrità della Rete.
E tu, che utente Twitter sei? Raccontacelo!