venerdì 6 aprile 2012

Arresti a Foggia: “Piazza Pulita” in Amica, fermati Aimola e Trisciuoglio

Operazione "Piazza Pulita": arresti Amica, fermati Aimola e Trisciuoglio

Arresti a Foggia: “Piazza Pulita” in Amica, fermati Aimola e Trisciuoglio

Scoperto forte sodalizio tra la cooperativa Fiore e i vertici dell'azienda foggiana. Tra gli arrestati c'è anche chi avrebbe imposto la permanenza dei propri figli all'interno dell'azienda

di redazione 06/04/2012

Elio Aimola
Elio Aimola
Obiettivo "Piazza pulita". L'operazione condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica, questa mattina ha portato all'arresto di nove persone, otto delle quali ritenute personaggi di spicco della criminalità organizzata foggiana, accusate a vario titolo di estorsione con l'aggravante delle metodologie mafiose. Elio Aimola, l'ex presidente di Amica dal 2007 al 2010 è finito invece agli arresti domiciliari.
Il ciclone che si è abbattuto su Amica si regge sulla tesi di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, così forti che gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa, l'hanno definita la "Quarta mafia".
Secondo il primo filone d'indagine uno dei Trisciuoglio avrebbe pretese la permanenza dei propri figli all'interno dell'azienda, imponendo ai vertici di corrisponderli il pagamento degli stipendi nonostante spesso si assentassero dal luogo di lavoro. Un secondo filone d'inchiesta ha riguardato le estorsioni alla cooperativa che si occupava dei parcheggi, la "Centesimus Annus".
Dietro il fallimento di entrambe serpeggia quindi l'ombra della malavita.
FIORE SERVICE - Nel corso delle indagini della Squadra Mobile, gli agenti hanno scoperto un forte sodalizio tra la cooperativa Fiore gestita da quattro degli arrestati e i vertici dell'azienda dei rifiuti. Quanto la criminalità si fosse infiltrata nella cooperativa sarebbe emerso in particolare alla scadenza naturale dei contratti di cottimo fiduciario, con la giunta comunale che negò la proroga del rapporto tra la 'Amica' e la 'Fiore Service'.
La risposta fu una protesta da parte dei lavoratori della cooperativa Fiore e dei suoi rappresentanti occulti, sfociata in disordini il 9 e 10 aprile 2010 e nel blocco della raccoltà dei rifiuti. L'ex presidente della 'Amica', Elio Aimola, è accusato di aver favorito la 'Fiore Service' e i suoi amministratori in cambio di favori economici e sfruttando la sua posizione al vertice dell'azienda.
ESTORSIONE A DITTA PARCHEGGI - Secondo gli inquirenti, un altro esempio di gestione mafiosa sarebbe stato posto in essere ai danni della 'Centesimus Annus', cooperativa legata al comune di Foggia per la gestione del verde pubblico e dei parcheggi, da parte di esponenti di rilievo della criminalità locale, tra i quali Ernesto Gatta e Imperio Ciro, entrambi arrestati. La malavita si sarebbe appropriata dei proventi della gestione dei parcheggi comunali determinando, nel tempo, il tracollo della cooperativa, che finì per fallire.


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Londra 2012 si prepara a contrastare gli attacchi hacker. Paure legittime o deriva securitaria?


Londra 2012 si prepara a contrastare gli attacchi hacker. Paure legittime o deriva securitaria?

Londra 2012 si prepara a contrastare gli attacchi hacker. Paure legittime o deriva securitaria?
© Dan Kitwood/Getty Images
"Subiremo sicuramente degli attacchi hacker. Le precedenti edizioni dei Giochi le hanno subite e così toccherà a noi. Stiamo lavorando con il governo per riuscire a contrastarli". Così parlava nel 2011 Gerry Pennel, capo della sicurezza per Londra 2012. Per questo, per far fronte a quello che oltremanica è sentito come un pericolo estremamente concreto, è stato predisposto un poderoso sistema di contrasto ai cyber-attacchi. La Atos Origin, una compagnia che si occupa di sicurezza online, ha spostato una parte dei suoi 450 dipendenti formando un team specializzato. Lo scopo è di proteggere l'enorme quantità di dati sensibili legati agli atleti, ai risultati, agli eventi ed agli spettatori. Come spiega il Guardian, le olimpiadi londinesi avranno a che fare con un quantitativo di dati legati ai risultati sportivi superiore del 30% rispetto a Pechino 2008, oltre che ad una richiesta maggiore di dati da parte degli utenti della rete.
Secondo il quotidiano inglese però questa preoccupazione non è condivisa unanimemente. Se l'investimento in termini di sicurezza può facilmente essere quantificato in termini di milioni di sterline (dati precisi non sono stati resi noti), nessuno ricorda hackeraggi eclatanti in occasione delle olimpiadi, e "l'idea che i giochi possano essere nel mirino di Anonymous fa alzare il sopracciglio a molti". Il Guardian cita Graham Cluley, consulente della società di sicurezza online Sophos, secondo cui i rischi maggiori sarebbero legati al furto dei dati sensibili degli atleti (ed in qualche caso anche degli spettatori) conservati negli archivi digitali, al pericolo che qualche hacker buontempone si diverta a "giocare" con il medagliere ed alla diffusione di malware che i cyber-guerrieri potrebbero utilizzare come esca. Ma alla fin fine i pericoli più grossi arriveranno secondo lui dalle classiche truffe online, quelle che offrono biglietti scontati o molto difficili da trovare per rivelarsi poi una bufala.
Quello che è certo è che in Inghilterra quello della sicurezza online è un tema scottante in questo periodo. Pochi giorni fa è arrivata la conferma dell'Home Office (il ministero degli Interni britannico) riguardo alla nuova legge che darà la possibilità alle autorità di estendere il controllo su email e social media. L'obiettivo è quello di lottare in maniera più efficace contro i crimini gravi e contro il terrorismo. Contattata dal sito francese Owni, la direttrice di Big Brother Watch (organizzazione che si occupa della tutela dei diritti dei cittadini di fronte alle ingerenze nella privacy) Emma Carr non ha dubbi: "dietro il progetto di legge ci sono le sollecitazioni del Government Communications Headquarters".  Il GCHQ è una delle tre agenzie di intelligence inglesi, il più grande servizio di intercettazioni occidentale dopo l'americana NSA. "Il suo slogan - fa notare Owni - «mantenere la nostra società sicura nell'era di internet» - è degno di Minority Report", il romanzo nel quale Philip K. Dick immagina una polizia onnipresente che arresta i criminali prima ancora che abbiano l'idea di commettere un crimine.

Project Glass, gli occhiali per la realtà aumentata progettati da Google


Project Glass, gli occhiali per la realtà aumentata progettati da Google

Questa volta non si tratta più di indiscrezioni, rumors e progetti segreti quanto improbabili. A dare ufficialità al progetto di Google X - i laboratori segreti di Big G - ci ha pensato la stessa azienda di Mountain View attraverso un video dimostrativo e una pagina su Google Plus che racconta l'idea di base:
"Riteniamo che la tecnologia dovrebbe funzionare per voi, per essere lì quando ne avete bisogno e sostituire i vostri sensi quando voi non potete. Un gruppo di noi parte del Google X ha iniziato il progetto Glass per costruire questo tipo di tecnologia, che consente di esplorare e condividere il vostro mondo. Stiamo condividendo queste informazioni ora perché vogliamo iniziare una conversazione e imparare dal vostro prezioso contributo. Così abbiamo preso alcune foto del progetto per mostrarvi ciò che questa tecnologia potrebbe portare nelle vostre vite e abbiamo creato un video per dimostrare ciò che potrebbe permettere di fare"
Gli smart-occhiali, che possono sembrare la naturale evoluzione degli smartphone, possono essere utilizzati per registrare video, scattare foto, leggere messaggi, fare videochiamate, ottenere indicazioni stradali, essere guidati in un posto e fare check-in. In sostanza si tratta di una classica montatura da occhiali su cui è montata una lente che consente la visualizzazione delle informazioni. 
Come si vede nel video di presentazione quando ci si avvicina per esempio a una stazione della metro, gli smart-occhiali di Google faranno apparire sul mini-schermo la notizia che quella linea è chiusa e visualizzeranno su Google Maps il percorso pedonale per raggiungere la stazione più vicina. Incrociando un poster che annuncia un concerto invece si potrà ordinare agli occhiali di prenderne nota per poi acquistare i biglietti. 
Ma quando arriveranno sul mercato? Secondo le indiscrezioni raccolte da Bits - il primo a lanciare la notizia - gli occhiali di Google dovrebbero arrivare entro fine anno e costare come uno smartphone, tra 250 e 600 dollari.

Guerra in Bosnia, a 20 anni di distanza Sarajevo non dimentica


Guerra in Bosnia, a 20 anni di distanza Sarajevo non dimentica 




1.425 giorni, tanto durò l'assedio alla città di Sarajevo cominciato il 5 aprile 1992, un assedio che la vicina Europa ha vissuto giorno per giorno tramite i media e la partecipazione diretta dell'Onu. A scatenare la miccia del conflitto fu l'indipendenza della Bosnia Erzegovina dalla Federazione Jugoslava, che portò a un'escalation di tensione, anche se nessuna delle 50.000 persone che il 5 aprile scesero in strada a Sarajevo per unamanifestazione pacifica immaginava che da quel giorno nulla sarebbe più stato uguale. Le truppe jugoslave infatti stavano già accerchiando la città, e dei cecchini spararono tra la folla uccidendo due donne, tra le quali una funzionaria del Parlamento bosniaco. Il giorno successivo la Cee, l'Unione Europea di allora, riconobbe l'indipendenza della Bosnia e l'Onu dispose 14.000 caschi blu nel Paese, dando il via all'impegno internazionale nell'area.
In onore delle vittime della guerra il 6 aprile si terrà a Sarajevo un concerto davanti a 11.541sedie vuote, tanti quanti furono i morti, che verranno disposte in fila lungo l'arteria principale della città. Per il sindaco Alija Behmen la "linea rossa" (così si chiama l'evento") è un monito per il futuro:
"È nostro dovere ricordare e commemorare la scomparsa dei nostri concittadini, ma noi lo facciamo anche per le future generazioni, affinché una tale tragedia non si ripeta mai più nel cuore dell'Europa".
La guerra è in un certo modo ancora in corso per i 74.000 sfollati che come denuncia L'Unhcr sono tuttora senza una dimora, mentre l'economia del Paese non si è mai davvero ripresa: una famiglia su cinque è sotto la soglia della povertà.

Laureati, e poi? L'indagine del Censis sugli uffici placement degli Atenei


Laureati, e poi? L'indagine del Censis sugli uffici placement degli Atenei

Laureati, e poi? L'indagine del Censis sugli uffici placement degli Atenei
© STR/AFP
L'indagine condotta dal Censis sull'attività degli uffici "placement" di ventuno università italiane ha portato alla luce dati piuttosto preoccupanti che vanno ad alimentare il già accesissimo dibattito sul rapporto università e mondo del lavoro.
Roberto Ciampicacigli, direttore generale di Censis Servizi, spiega dalle pagine di Repubblica il senso dell'iniziativa:
"Siamo partiti con ventuno università statali, un campione-pilota che rappresenta circa un terzo della realtà accademica italiana. Nei prossimi mesi, coinvolgendo un numero sempre maggiore di atenei, vorremmo fare un check semestrale sull'attività degli uffici placement, sulle informazioni che danno ai neolaureati e sulle relazioni che intessono con le aziende. E dalle statali allargheremo la rilevazione anche alle private"
Complessivamente, le ventuno università prese in esame - tutte aderenti al Consorzio Almalaurea o al Progetto Stella (Statistica in Tema di Laureati e Lavoro) hanno stipulato forme "convenzionali" con oltre 37.000 imprese e/o Enti Pubblici, i media quindi 1.700 contatti per ciascun ateneo con punte di oltre 8.000 per quello di Verona, di oltre 5.000 per Trento e Pavia e di circa 3.000 per Cagliari.
"Certamente - sottolinea Ciampicacigli - si tratta di un dato positivo. Il prossimo step sarà di riuscire a capire gli esiti del lavoro di placement universitario, con un'analisi puntuale anche del dopo: sapere quante congiunzioni tra laureati e aziende ci sono state e con quali risultati. Le buone pratiche vanno comunicate in modo tale che diventino non l'eccezione ma la regola"
Nonostante l'importanza strategica del placement universitario, i dati raccolti dal Censis evidenziano però che su cento persone addette ai servizi amministrativi solo lo 0,5 percento è incentrato sulla funzione di placement, con punte di 1,7 percento alla Statale di Torino e di 1,4 percento per quanto riguarda le università di Bergamo e Campobasso. Un elemento di criticità visto che, come sottolinea Repubblica, nel 76,2 percento dei casi analizzati, l'équipe tecnico-amministrativa dedicata al placement universitario è composta da un massimo di cinque persone.

Clint Eastwood si ispira a Kurt Cobain per È nata una stella


Clint Eastwood si ispira a Kurt Cobain per È nata una stella




Qualche mese fa Clint Eastwood aveva annunciato di avere in mente il remake di È nata una stella, celeberrimo film degli anni Trenta diretto da William Wellman con Fredric March eJanet Gaynor, già oggetto di numerosi rifacimenti (di cui uno con Barbra Streisand).
Per la sua versione, Eastwood aveva già scelto la sua protagonista: Beyoncé Knowles. Il tutto però era rimasto nel cassetto, perché la cantante aveva annunciato la sua gravidanza e il regista ha deciso di aspettarla fino alla nascita della piccola Blue Ivy

Ora che Beyoncé ha attraversato la delicata fase da neomamma, il progetto riprende vigore: a Hollywood si moltiplicano le voci su questo nuovo film che, udite udite, potrebbe avere Tom Cruise nella parte di Norman Maine.
E non sarà un Norman Maine qualunque perché lo sceneggiatore Will Fetters ha rivelato di aver riscritto da cima a fondo il personaggio, ispirandosi nientemeno che a un'icona degli anni Novanta: Kurt Cobain
"Ho voluto fare A Star is Born perché sono un grande fan di Kurt Cobain. La sua fine è stata per me adolescente come l'assassinio di Kennedy. Così ho approcciato il film, come se Cobain non avesse mai registrato Unplugged e fosse sopravvissuto, e oggi vorrebbe fare quell'album"
L'idea è ambiziosa e queste rivelazioni, che giungono nel diciottesimo anniversario della morte di Cobain, scatenano la curiosità di tutti coloro che non vedono l'ora di vedere il regista premio Oscar alle prese con l'immagine del leader dei Nirvana. E anche con Beyoncé alla sua ottava prova da attrice.