martedì 16 aprile 2013

Basta euro: dalla Germania un’alternativa per l’Europa


Basta euro: dalla Germania un’alternativa per l’Europa


Mentre Romano Prodi scommette ancora sull’euro, sostenendo che la Germania non vi rinuncerà mai – nel 2013 il fondatore dell’Ulivo sembra la reincarnazione della sbiadita comparsa messa in croce da Paolo Barnard su “Report” all’epoca delle inchieste sulla globalizzazione “ad personam” imposta dalle lobby planetarie alla Commissione Europea – proprio a Berlino debutta il nuovo partito “Alternativa per la Germania”, formato da economisti, accademici e intellettuali di centrodestra, decisi a sbarazzarsi dell’insostenibile e pericolosa moneta comune europea. Stando ai sondaggi, già ora un tedesco su quattro si prepara a votare per loro alle elezioni del 22 settembre 2013, probabilmente decisive per la salvezza o la rovina definitiva dell’Europa. Missione: invertire la rotta, stracciare il Trattato di Maastricht e “liberare” l’Europa del Sud, altrimenti condannata alla catastrofe.
Bernd Lucke, l’economista iscritto per 33 anni alla Cdu della Merkel e nuovo presidente di “Afd”, sottolinea come la Germania non abbia bisogno Bernd Luckedell’euro, mentre la moneta unica danneggi numerosi paesi: «Se l’euro fallirà, non fallisce l’Europa. L’Unione Europea si sta disgregando per colpa dell’unione monetaria, che la divide in un Sud sempre più impoverito ed un Nord con un’economia solida e competitiva». In questo modo, avverte Lucke, rinascono antichi risentimenti anti-tedeschi, e sotto questa prospettiva la rottura dell’Eurozona potrebbe mitigare le tensioni all’interno dell’Unione, invece che accrescerle come sta facendo la crisi dei debiti sovrani, con la drammatica politica di austerity decretata dalla Commissione Europea, dalla Bce di Draghi e dal Fmi guidato da Christine Lagarde. Visione lucida, che – non a caso – non proviene dal centrosinistra europeo, da vent’anni graniticamente ligio all’ideologia antidemocratica che prescrive la distruzione sostanziale dello Stato attraverso la revoca del potere sovrano di spesa pubblica, con conseguenze ormai sotto gli occhi di tutti.
«“Alternativa per la Germania”– scrive Andrea Mollica sul blog di Gad Lerner – è un partito dalla chiara impostazione conservatrice, che però ha cercato, sin dai suoi primi vagiti, di smarcarsi dal fronte populista o dal radicalismo di destra che viene condannato dalla grande maggioranza dell’opinione pubblica tedesca». L’Afd è stata comunque attaccata da tutti i partiti, sia quelli “borghesi” come viene definito il centrodestra della Merkel, sia da quelli cosiddetti “progressisti”: l’impopolarità dell’euro, ormai forte anche a Berlino, rischia di modificare i consolidati legami elettorali tra cittadini e formazioni politiche. «In Germania i tre principali partiti del Bundestag, Cdu, Spd e Fdp, sono formazioni nate nel secondo dopoguerra, e Angela Merkel, Cdusolo a sinistra, con i Verdi prima e la Linke poi, sono nati nuovi movimenti che hanno parzialmente modificato il bipolarismo tedesco, incardinato sulla competizione tra i conservatori democristiani e i socialdemocratici».
“Alternativa per la Germania”, aggiunge Mollica, è un’ombra che si staglia sulla rielezione della Merkel, soprattutto sulla conferma della maggioranza liberalconservatrice che la sostiene dal 2009. La frustrazione per l’infinita crisidell’euro ha provocato anche in Germania un sentimento di distacco dal progetto comunitario, particolarmente acuto nell’elettorato conservatore. La minaccia della protesta anti-euro colpisce però anche la sinistra, come rimarca il principale quotidiano finanziario del paese, “Handelsblatt”. In questo momento, l’avversione popolare contro la moneta unica è un tema molto più sentito della giustizia sociale, come evidenziato dall’enorme attenzione mediatica del congresso di “Alternativa per la Germania”, che ha decisamente oscurato quello della Spd. «Negli ultimi anni – aggiunge il blog di Lerner – le formazioni politiche che hanno tuonato contro l’attuale politica salva-euro hanno quasi sempre ottenuto brillanti Martin Schulz, Spdrisultati elettorali: da “Syriza” e i neonazisti di “Alba Dorata” in Grecia, a Marine Le Pen in Francia, fino al “Movimento 5 Stelle” in Italia».
“Alternativa per la Germania” sarà la cartina di tornasole per capire se anche il paese leader dell’Eurozona si è ormai stancato di un progetto europeo fallimentare e letteralmente impresentabile, costruito a tavolino per imbrigliare la “locomotiva” tedesca in vista dell’unificazione che tanto preoccupava la Francia di Mitterrand. Da Maastricht a Lisbona, trattati-capestro mai validati dal voto popolare attraverso referendum: la revoca delle sovranità nazionali non è stata negoziata democraticamente con l’elettorato europeo e non ha neppure dato luogo a un vero governo federale, ma solo a una oscura Commissione di tecnocrati al servizio dei lobbysti di stanza a Bruxelles per imporre leggi su misura per la finanza-canaglia e le multinazionali. Demolizione delwelfare, umiliazione del lavoro, annullamento dei sindacati. E soprattutto: taglio devastante della spesa pubblica, quindi recessione e depressione, sfiducia, crollo del credito e delle aziende, fuga degli investitori e dei posti di lavoro. Un attimo prima della catastrofe, sarà la Germania a guidare la rivolta contro il regime feudale dell’euro-rigore?