martedì 30 aprile 2013

Terremoti: scossa 6 al largo Azzorre Sisma registrato a 60 km da Ponte Delgada


Terremoti: scossa 6 al largo Azzorre

Sisma registrato a 60 km da Ponte Delgada



(ANSA) - ROMA, 30 APR - Una scossa di terremoto, di magnitudo 6, e' stata registrata nell'oceano Atlantico a 60 chilometri da Ponta Delgada nell'arcipelago delle Azzorre. Lo rende noto il centro sismologico americano spiegando che il sisma e' stato segnalato a 9,4 miglia di profondita'.

'Stop dell'Imu a giugno e no aumento Iva'. Oggi a Letta arriva la fiducia del Senato Pd, Pdl, Scelta Civica e gruppo misto ieri a Montecitorio hanno dato il via libera al nuovo governo, con 453 voti a favore, 153 quelli contrari. Inizia il tour europeo


'Stop dell'Imu a giugno e no aumento Iva'. Oggi a Letta arriva la fiducia del Senato

Pd, Pdl, Scelta Civica e gruppo misto ieri a Montecitorio hanno dato il via libera al nuovo governo, con 453 voti a favore, 153 quelli contrari. Inizia il tour europeo


Enrico Letta

Dopo il pieno di sì ottenuto ieri alla Camera, stamattina il governo Letta si appresta ad incassare la fiducia anche in Senato. A Montecitorio 453 i voti a favore e 153 i contrari. Il programma: stop dell'Imu a giugno, niente aumento dell'Iva a luglio, lavoro prima priorità, abolire il finanziamento pubblico ai partiti e i doppi stipendi dei ministri-parlamentari.
di Milena Di Mauro
Eroico, giovane, agile, pieno di coraggio e pronto alla sfida, alla lotta col gigante. Enrico Letta presenta così alle Camere il suo neonato governo delle larghe intese, e sprona ministri e Parlamento a gettare lontano la corazza delle incomprensioni durate vent'anni e abbattere con sassi e fionda i giganteschi problemi che impediscono al Paese di entrare nella Terza Repubblica. Come Davide, il più piccolo dei figli maschi del vecchio Iesse, che fa stramazzare al suolo il gigante filisteo Golia con i soli 5 sassi della sua fionda. E ottiene la fiducia da Montecitorio con 453 sì. 
Oggi il via libera definitivo dal Senato. In 50 minuti di discorso Letta chiede la fiducia e alla fine può contare sull'annunciato sostegno di Pd-Pdl-Scelta Civica e sulla astensione della Lega, mentre Sel, Fratelli d'Italia e M5s votano contro. Il programma è ambizioso e di legislatura: stop dell'Imu a giugno (per poi rivedere la politica fiscale sulla casa nel suo complesso, ma intanto il Pdl registra una apertura non da poco alle sue richieste), rinuncia all'aumento dell'Iva a luglio, lavoro come prima tra le priorità, la promessa di risolvere il problema degli esodati, forme di reddito minimo per famiglie bisognose con figli piccoli, incentivi per le assunzioni dei giovani taglio degli stipendi ai ministri anche parlamentrai, giro di vite su rimborsi parlamentari, riforma dei partiti, abolizione delle province. Ma i grillini affossano lo stesso il governo:"Una mano di vernice su un muro rovinato dalla muffa, sembra un esecutivo stato-mafia". Letta tuttavia non si perde d'animo e invita di nuovo il Movimento 5 stelle a "scongelarsi", perché le riforme vanno fatte insieme. E proprio sulle riforme (legge elettorale, superamento del bicameralismo perfetto, federalismo fiscale) il giovane premier lega i suo governo ad un orizzonte temporale preciso e ai lavori della Convenzione (che Silvio Berlusconi vorrebbe guidare). "Tra 18 mesi verificherò se il progetto è avviato verso un porto sicuro. Se sarà così il governo potrà continuare a lavorare, altrimenti non esiterei a trarne le conseguenze", dice Letta in singolare coincidenza con le parole del Capo dello Stato. Freddo il Pd, che non vede di buon occhio l'idea del Cavaliere padre costituente e teme di mettere nelle mani del Pdl la vita del governo. Berlusconi intanto apprezza soddifatto "I patti sembrano rispettati - dice ai suoi -. Ma se ci fosse un fallimento del governo si dovrebbe andare a elezioni e chi si fosse assunto la colpa ne subirà la pena". "Mi pare che ci siano le condizioni perché il voto di fiducia non sia solo formale e l'intenzione di aiutare tutti quanti il governo a camminare di fronte ai problemi enormi che ha il Paese", benedice anche l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, che Letta ha il garbo di ringraziare, così come fa con Giorgio Napolitano. Un pensiero va poi al 'maestro' Beniamino Andreatta, del quale il premier ricorda l'attitudine a distinguere tra "la politica e le politiche", per favorire il dialogo. Parole di pacificazione vengono pronunciate da molti, negli interventi di replica. E il premier invita tutti a cogliere "l'ultima occasione", mettendo in chiaro"non dobbiamo vivacchiare a tutti i costi, e nemmeno sopravvivere". Letta è convinto che "di solo risanamento si muore". Per questo fin da oggi, con la fiducia in tasca, si metterà in viaggio tra le Cancellerie europee, cercando nuove aperture per adattare le nostre necessità di ripresa alle rigide politiche dell'unione. Berlino, Bruxelles, Parigi, per dimostrare che il nuovo governo italiano "é europeo ed europeista" e che "pensare ad un'Italia senza Europa è la più pericolosa perdita di sovranità". Intanto, l'applauso più forte Letta lo chiama per il Carabiniere ferito ieri proprio mentre il governo giurava e per la dignità della sua giovane figlia, che da tre mesi ha perso la madre e ora, per vegliare sul padre, si è licenziata.

Per Bruxelles siamo solo bestiame: fanno zootecnia sociale


Per Bruxelles siamo solo bestiame: fanno zootecnia sociale





Tanto rumore per il solito commissariamento del governo italiano. Si dà grande risalto mediatico al fatto che Pd e Pdl si mettano insieme, per nascondere la vera notizia: «Lo fanno per imporre decisioni prese al di fuori dell’Italia, sebbene si dimostrino rovinose». Ci portano al macello: con metodi di “allevamento” sperimentati precisamente nella zootecnia. Parola di Marco Della Luna, scettico nei confronti del governo Letta per un motivo semplicissimo: «Il potere politico è nelle mani di chi ha le leve macroeconomiche, soprattutto di decidere quanta moneta mettere in circolazione, a chi darla, a che tassi, a che condizioni, e di decidere se e quanto lo Stato possa investire, anche a deficit, per indurre l’attivazione dei fattori di produzione, l’occupazione, la crescita», oltre che «decidere sulla regolazione dei cambi valutari e regolamentare le importazioni di beni, servizi e capitali». Quindi, il conflitto d’interessi «non è tra Pd e Pdl, ma tra chi impone quelle decisioni e la gente che ne subisce gli effetti». 
Uno Stato senza più potere di spesa può solo “tirare un po’ la coperta”, e stop. L’ennesimo governo “commissariato” dal super-potere che condiziona Enrico Lettal’Italia potrà al massimo «spostare un po’ di soldi da un capitolo all’altro della spesa pubblica», magari alleggerire il peso fiscale trasferendolo da una categoria all’altra, «ma non può intervenire sulla recessione strutturale». I paesi dell’Eurozona, ricorda Della Luna, hanno devoluto questi poteri, interamente, ad organismi esterni, in primis la Bce per quanto riguarda il controllo della moneta. E la missione della Bce non è evitare la recessione, ma solo proteggere il potere d’acquisto dell’euro: quindi Francoforte «non può comprare titoli pubblici dai governi, cioè non può finanziarli direttamente, diversamente da altre banche centrali, come la Fed». A differenza della Federal Reserve, la Bce «non può intervenire per invertire una recessione strutturale, né per riequilibrare le disponibilità monetarie e creditizie nei vari paesi dell’Eurozona». Al più, Draghi lancia allarmi e interviene comprando titoli sui mercati secondari di quei paesi che rischiano, col loro default, di far saltare in aria l’euro.
Questo assetto, aggiunge Della Luna, paralizza qualsiasi soluzione positiva: senza possibilità di ottenere finanziamenti, gli Stati non possono usare le leve strategiche macroeconomiche (investimenti produttivi e infrastrutturali) per indurre crescita e piena occupazione, rimediando alla recessione. Via libera invece ai mercati, padronissimi di fare business “dribblando” gli Stati, incastrati dai vincoli di bilancio e impossibilitati a spendere denaro pubblico per il benessere dei cittadini. Un assetto mai sottoposto a validazione popolare, ricorda Della Luna: la politica in Italia ha preferito dividersi su Berlusconi, cioè su un tema praticamente irrilevante rispetto alla vera partita sul nostro futuro, che non si è mai giocata a Roma bensì a Bruxelles. In questo modo, si sta operando una drammatica “ristrutturazione sociale”: una piramide di super-tecnocrati concentra tutto Angela Merkelil potere e la ricchezza in poche mani, mentre il grosso della popolazione è ormai «povero sia di denaro che didiritti politici e civili», e resta in balia “del mercato”.
Per meglio affermare un simile piano egemonico, continua Della Luna, si fa in modo che, almeno per un certo periodo, questo comporti un vantaggio concreto per qualcuno, cioè la Germania, permettendole di «risucchiare capitali, aziende e tecnici dai paesi più deboli e abbattendo la loro competitività industriale». Gioco sleale, che va in porto grazie alla complicità dei paesi forti: «Il vecchio “divide et impera” funziona sempre». Complotto? «No, applicazione alla società dello schema gestionale della zootecnia, stabile e sicuro». E nei circoli che hanno formulato quell’insieme di scelte oligarchiche che producono questo insieme di effetti – Aspen, Trilateral, Bilderberg – troviamo anche il neo-premier Enrico Letta, «che quindi è parte e origine di quei mali che, al popolo, si racconta che dovrebbe risolvere attraverso la tormentosa unione con Berlusconi combinata dalla saggezza di Napolitano nello spirito del patriottismo, rinegoziando anche il patto di Maastricht con i poteri forti: si potrebbe immaginare una balla più grossa?».
In ogni caso, nell’Eurozona gli Stati un tempo sovrani sono stati declassati al rango di enti locali, non più dotati cioè di vero potere di spesa né di autonomia finanziaria. «Marginali sono anche le scelte di politica interna, sicché è risibile presentare come importante la scelta di fare un governo con Berlusconi: cambia ben poco». Tant’è vero che «i governi Berlusconi, esattamente come quelli Prodi e D’Alema, hanno seguito la linea dettata da Berlino e Bruxelles, e il modello economico prescritto da Washington». Il governo Letta? «Farà la medesima cosa, anche perché Enrico Letta, come pure suo zio Gianni, è uomo della finanza internazionale, esecutore dei suoi piani “europeisti” e difensore dei suoi dogmi, come ha messo nero su bianco nel suo libro “Euro sì: morire per Maastricht”. Sicché, «enfatizzare l’inciucio Pd-Pdl o la novità del “governissimo” è risibile, anche perché l’inciucio destra-sinistra, Dc-Pci, è in atto dalla fine degli anni ’40, col ben noto sistema di spartizione dei territori, delle poltrone, della spesa pubblica, dei ruoli morali e politici – sistema in cui, di fatto, il Pci votava oltre l’80% delle Marco Della Lunaleggi di spesa. Il “governissimo” è sempre stato il vero sistema di gestione del paese».
La novità, semmai, sta nel fatto che i due maggiori partiti ora «si accordano per mettere insieme la faccia nella gestione di un periodo pessimo», che genera scontento crescente, in vista di «provvedimenti ancora più impopolari». Il che, per i cittadini, non è una bella notizia: stare insieme al governo significa non dover temere la concorrenza dell’opposizione di fronte a decisioni dure, che magari comporteranno anche disordini e repressioni. La vera instabilità, aggiunge Della Luna, non è nella contrapposizione (fittizia) tra Pd e Pdl, ma in quella (reale e drammatica) tra l’élite mondiale e i cittadini italiani, certo non tutelati dalle comparse politiche nazionali. «Questa contrapposizione reale – aggiunge Della Luna – continuerà a generare e a gonfiare forze rappresentative della protesta dei delusi e degli oppressi di ieri e di oggi, anche se questa volta si riesce a integrare la Lega e a inertizzare provvisoriamente Grillo». Da Monti a Letta: «Non si riesce più ad evitare che l’opinione pubblica percepisca che i governi italiani sono tutti e inevitabilmente governi “Bildermerkel”», con programmi «imposti da burattinai stranieri», chiaramente «a danno di un paese e di un elettorato ormai svuotati di ogni autonomia, ridotti a colonia, e i cui riti elettorali e parlamentari non hanno alcun effetto o utilità».