venerdì 15 marzo 2013

Norvegia: 5-30% maiale in prodotti halal


Norvegia: 5-30% maiale in prodotti halal

Autorita' controllo alimentare denuncia produttore



(ANSA) - OSLO, 15 MAR - L'autorita' norvegese per il controllo alimentare, Mattilsyn, ha reso noto di aver trovato consistenti quantita' di carne di maiale, tra il 5 e il 30%, in prodotti definiti halal (carne macellata secondo i precetti islamici) commercializzati da venditori di kebab. ''Presenteremo una denuncia contro il produttore'', il gruppo norvegese Kuraas, ha detto Catherine Signe Svindland, consigliera del Mattilsyn.

Il gruppo ha negato ogni responsabilita' e ha ritirato i lotti di carne incriminata.

Di cosa ci dobbiamo preoccupare ancora??che ben venga Grillo!!


In due mesi 'spariti' 10mila nuovi negozi

A gennaio e febbraio crollo delle nuove aperture. -167 al giorno, è il dato peggiore da 20 anni


In due mesi 'spariti' 10mila nuovi negozi

ROMA  - A gennaio e febbraio di quest'anno nel solo settore della distribuzione commerciale sono spariti quasi 10.000 negozi, con un vistoso crollo (-50%) delle aperture di nuove attività rispetto al 2012. Lo afferma la Confesercenti segnalando che si tratta del dato peggiore degli ultimi 20 anni. Praticamente sono sparite 167 imprese al giorno. Se tale trend restasse invariato, dice la Confesercenti, a fine anno si avrebbe la scomparsa di 60.000 negozi.

"Nel commercio non si riesce più a fare impresa. Il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggio del 2012" sottolinea la Confesercenti. Secondo i dati del suo Osservatorio, la perdita di negozi svuota le città: sono ormai 500.000 gli esercizi sfitti in tutta Italia. E anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: in questi due mesi ne hanno chiuso più di 9.500 tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 unità. La Confesercenti si prepara a lanciare il 17 marzo una mobilitazione in piazza per firmare contro le aperture domenicali. "Oltre al saldo molto negativo, si conferma un altro allarmante fenomeno: quello del crollo di nuove aperture. Nel primo trimestre nel settore del commercio al dettaglio, secondo le nostre proiezioni, saranno in tutto 5.988: si tratta di un risultato del 50% inferiore alle 12.321 che hanno aperto nei primi tre mesi del 2012, che rappresenta il dato peggiore degli ultimi 20 anni. Se estendiamo lo sguardo ai dati di aperture del primo trimestre 2011 e del primo trimestre 2010 in effetti, si conferma un crescente calo delle nuove iscrizioni, mentre le cessazioni restano sostanzialmente costanti, intorno alle 20-22 mila ogni anno. Il fenomeno dimostra come la crisi non incide solo sul numero di chiusure, ma anche e soprattutto sulla possibilità di aprire una nuova impresa". 

A Roma e Torino tocca il record di chiusure; Sud e Isole tengono invece più del Centro-Nord, che registra 7.885 chiusure a fronte di 2.054 aperture; Sud e Isole sembrano resistere un po' di più, con 5.890 cessazioni e 1.938 nuove iscrizioni. Tra le maggiori città, maglia nera va a Roma, con 553 chiusure per un saldo negativo di 392 unità. Seguono Torino (306 cessazioni, saldo negativo di 231 unità) e Napoli, dove le attività commerciali che hanno abbassato la serranda sono state 238, per un saldo finale che ha visto scomparire 133 imprese.

Dini, fai outing!


Dini, fai outing!

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"In un Senato semideserto Lamberto Dini dice* a Beppe Pisanu: "Se i grillini arrivano in commissioni delicate come l'Antimafia o il Copasir è un problema. E tu lo sai.". "Eccome", risponde l'ex ministro, "se avranno un questore renderanno pubblici i costi di qualsiasi cosa qui dentro. Caramelle comprese"." Dini, fai outing! Se credi che il M5S al Copasir sia un problema, racconta subito tutto quello che sai.

Francesco 1° Un prete di strada


Un prete di strada




PAPA Wojtyla fu ricordato e venerato dai fedeli per aver detto, a conclusione del suo primo discorso pronunciato dal balcone del palazzo apostolico pochi minuti dopo la sua elezione: "Se sbaglio, mi corrigerete". Il nuovo pontefice Jorge Mario Bergoglio resterà nella memoria collettiva per due frasi dette in analoga circostanza: "Mi hanno trovato alla fine del mondo" e poi "ho perdonato i miei carissimi cardinali per avermi eletto".

Gli era già capitato nel Conclave di otto anni fa d'esser stato scelto per contrastare Ratzinger. Senza la sua presenza l'ex papa sarebbe stato eletto al secondo scrutinio, invece ce ne vollero quattro e fu lo stesso Bergoglio e suggerire ai suoi elettori di votare Ratzinger per evitare che spuntasse il cardinal Ruini. Analogo suggerimento aveva dato ai suoi elettori Carlo Maria Martini.
 L'elezione di Bergoglio è stata vista da molti osservatori come la continuazione del pontificato di Benedetto XVI. C'è una parte di verità in questo modo di giudicare l'esito del Conclave: senza l'abdicazione del suo predecessore e la denuncia del malgoverno della Curia oggi non avremmo papa Francesco; ma la sostanza dell'evento non è questa, anzi è il suo contrario: papa Francesco è esattamente l'opposto di Benedetto per almeno quattro ragioni.

La prima è la scelta del nome, la seconda l'insistenza del nuovo Pontefice sulla sua funzione di Vescovo di Roma, la terza sulla pastoralità come rivendicata missione, la quarta la sua provenienza dalla "fine del mondo". Esaminiamole con attenzione queste ragioni perché saranno loro a definire la figura di papa Bergoglio e a determinarne le decisioni.

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In un articolo pubblicato da Repubblica il 12 febbraio scorso, all'indomani delle dimissioni di Benedetto XVI, e poi in un altro articolo di domenica scorsa, avevo già posto la questione del nome che il futuro papa avrebbe potuto scegliere secondo l'esito del Conclave e la figura dell'eletto.

Avevo scritto: "Se la vittoria andrà ad un papa curiale e verticista il nome prescelto potrà essere quello di Pio XIII, ma se invece prevarrà un disegno di rinnovamento, potrà chiamarsi Giovanni XXIV o meglio ancora Francesco, un nome mai usato finora in duemila anni di storia della Chiesa".
Il nome del fondatore dell'Ordine francescano scelto da un gesuita, sembra una contraddizione in termini invece non lo è, anche Carlo Maria Martini era gesuita e molti furono i membri della compagnia di Gesù a condividere le tesi della teologia della liberazione che portò addirittura in politica i diritti dei deboli, dei poveri e degli esclusi. Il gesuita Bergoglio non era un teologo e non lo è mai stato, ma era un "prete di strada" e lo è stato fino a pochi giorni fa, un prete itinerante, quasi mai vestito con l'abito talare e spesso senza neppure col clergyman; abitava in un appartamento modesto, si postava in tram o in treno, ha studiato e lavorato come un giovane qualsiasi, il padre era un ferroviere, veniva dal Piemonte. Questa è la sua storia, molto più vicina a quella del santo di Assisi che ad Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.

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Francesco I ha molto insistito sulla sua titolarità della diocesi di Roma. Nel discorso d'investitura dal balcone del palazzo papale non si è mai designato come Pontefice ma sempre come Vescovo. Quest'aspetto è della massima importanza. Il papa è stato finora considerato come il Vicario di Cristo in terra ed infatti quando parla ex cathedra su questioni di fede la sua parola è infallibile come decretò il Concilio Vaticano I del 1868. Questo punto è ancora l'ostacolo che ha impedito l'unificazione tra i cattolici da una parte e gli anglicani e gli ortodossi dall'altra.

Queste confessioni cristiane sarebbero pronte a riconoscere la supremazia del Vescovo di Roma come primus inter pares ma non quella di Vicario di Cristo in terra. Si tratterebbe d'un mutamento epocale perché l'ordinamento verticista della Chiesa tende a trasformasi in un ordinamento "orizzontale"; diminuirebbe il potere del papa e della curia, aumenterebbe quello dei Concili e dei Sinodi, cioè dei vescovi.

Questo è il vero punto centrale che ha raccolto intorno al "prete di strada" di Buenos Aires la grande maggioranza dei cardinali sotto le volte della Sistina e fu anche il fulcro del pensiero di Carlo Maria Martini e la ragione della sua amicizia con Bergoglio. E questa fu anche, cinquant'anni fa, l'apertura del Vaticano II verso il futuro. La pastoralità e l'evangelizzazione escono rafforzate da questa visione d'una Chiesa affidata ai vescovi e ai preti con cura d'anime e quindi apostolica, militante e missionaria. Anche il ruolo dei laici e dei diaconi ne esce rafforzato, con una serie di conseguenze a grappolo: il celibato dei preti, il ruolo delle donne nella Chiesa, l'ecumenismo verso le varie confessioni cristiane e le altre religioni monoteiste - l'ebraismo e l'Islam - i contatti con i non credenti.

Infine, il problema dei "principi non negoziabili". Fu il cavallo di battaglia del post-temporalismo ed anche di Benedetto XVI che non a caso fece del relativismo illuminista l'avversario principale della sua visione teologica e politica. Per il "prete di strada" che ha preso il nome del santo che parlava con i poveri, con i fiori, con gli uccelli, con i lupi e con "sorella morte corporale" non possono esistere principi non negoziabili se non quelli dell'amore del prossimo e della carità.

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Infine: c'è un Papa che viene dalla "fine del mondo", non è italiano anche se lo sono le sue origini familiari, non è europeo. È la prima volta che ciò accade ma in realtà la provenienza dall'America Latina corrisponde alla centralità del mondo cattolico. L'Europa è ormai completamente secolarizzata, per la Chiesa può essere terra di missione e di evangelizzazione, ma con scarse probabilità di successo: chi si distacca da un credo monoteistico è molto difficile che vi rientri.
Non a caso il cattolicesimo prospera in Sud America e nelle comunità africane. Terre di poveri e di esclusi.

Questa è la missione. Probabilmente Francesco utilizzerà soprattutto i Sinodi, i Concistori e le Conferenze episcopali come strumenti per rinnovare il quadro della cattolicità apostolica. La politica politichese interesserà sempre meno la Santa Sede e meno che mai quella italiana. L'importanza delle Conferenze episcopali sarà sempre più connessa alla spiritualità e alla pastoralità e molto meno alla temporalità. E poiché la Cei è la sola il cui presidente viene nominato dal Papa anziché dai vescovi, è assai probabile che dall'imminente nomina esca un nome che interpreti questi elementi di novità. Ho cercato di indicare quelli che a me sembrano i contenuti più probabili del nuovo pontificato, che interessano i credenti, i fedeli di altre confessioni e religioni e i non credenti che dell'amore del prossimo e delle anime pellegrine fanno gran conto.

Cina: recuperati 7.545 maiali morti Autorita' Shanghai, situazione sotto controllo


Cina: recuperati 7.545 maiali morti

Autorita' Shanghai, situazione sotto controllo



(ANSA) - SHANGHAI - E' salito a 7.545 il numero delle carcasse di maiale recuperate nel fiume Huangpu a Shanghai. Lo riferisce lo Shanghai Daily. Ieri pomeriggio sono stati estratti dal fiume altri 944 animali morti. Il portavoce del governo di Shanghai, Xu Wei, ha dichiarato che la situazione e' sotto controllo e che le autorita' stanno monitorando strettamente la qualita' dell'acqua. Inoltre ha aggiunto che sono stati ulteriormente rafforzati i controlli sulla carne di maiale venduta nei negozi e nei supermercat

Ripartiti italiani bloccati in Ungheria Tre pullman con 150 persone fermi nella neve da ieri pomeriggio


Ripartiti italiani bloccati in Ungheria

Tre pullman con 150 persone fermi nella neve da ieri pomeriggio



(ANSA) - ROMA, 15 MAR - Sono riusciti a riprendere il viaggio intorno alle 5 di questa mattina i tre pullman con a bordo circa 150 italiani, in gran parte originari della Toscana, rimasti bloccati da 13 ore su un'autostrada a circa 200 chilometri da Budapest, a causa di una bufera di neve. Sulla direttrice, ha riferito uno degli autisti, si era verificato anche un incidente ma i mezzi di soccorso non erano riusciti fino a poco fa a prestare i soccorsi e sgombrare la strada.

Papa: Dalai Lama, 'elezione storica' 'Non vedo l'ora di incontrarlo. Toccato da scelta nome'


Papa: Dalai Lama, 'elezione storica'

'Non vedo l'ora di incontrarlo. Toccato da scelta nome'



(ANSA) - SHANGHAI - Un'elezione 'storica' quella di di Papa Francesco. Cosi' il Dalai Lama ha espresso, in un messaggio pubblicato sul suo sito, il suo saluto e il suo ''senso di gioia' augurandosi di poter incontrare presto il nuovo capo della Chiesa di Roma. Il leader dei buddisti tibetani ha scritto di non essere un esperto di santi cattolici ma, essendo anche stato ad Assisi per l'incontro interreligioso, conosce San Francesco e si e' detto ''toccato'' dalla scelta del cardinale Bergoglio di assumere quel nome