mercoledì 18 luglio 2012

LETTERE – E’ morto il Foggia,calcio solo ora piangete per la città?

LETTERE - E' morto il Foggia, solo ora piangete per la città?

LETTERE – E’ morto il Foggia, solo ora piangete per la città?


Lettera aperta di un cittadino foggiano che si scaglia contro le caste, gli opinionisti, i negozianti, i professionisti e i politici: "Il Foggia è morto perché la città è morta da un pezzo (e l'abbiamo fatta morire noi)"




LETTERE - E' morto il Foggia, solo ora piangete per la città?

La città oggi piange, buona parte della città, piange, anche se ha il colpevole contro cui sfogare la propria rabbia, che ha fatto morire il calcio a Foggia.
Ma il calcio è sempre stato il riflesso della società, nel bene e nel male. Leggo e sento per strada tante critiche a Casillo, ma il napoletano non si è mai presentato come Padre Pio, nemmeno col calcio ci ha mai rimesso un centesimo.
Cosa avrebbe fatto pensare il contrario stavolta? Non è riuscito a fare affari e ha preso quello che poteva, lasciando una squadra pare con 5 milioni di debiti. Quale folle oggi avrebbe preso una squadra di C1 con l'onere di 5 milioni di debiti?
Penso alle condizioni in cui versa la mia città e tutto questo piangere sul pallone, in questo momento, mi sembra fuori luogo. Soprattutto se vedo chi piange per la morte del calcio a Foggia. Cosa hanno da piangere quei 50enni - 60enni della Foggia Bene che hanno vissuto beatamente la propria vita curando esclusivamente il proprio giardino fino a oggi, quando hanno tolto loro il giocattolo della domenica?
E le caste foggiane che riempiono (spesso gratis) la tribuna dello Zaccheria, i notai che hanno i figli notai, i farmacisti coi figli farmacisti, i medici coi figli medici, cosa hanno fatto in tutta la loro vita per la propria città? Nulla hanno fatto, hanno fatto finta di non vedere cosa gli capitava intorno, da decenni, ovattati nel loro mondo, del posto fisso, il calcetto il giovedì, l'autolavaggio il sabato, l'estate a Siponto o a Vieste, il pranzo dalla suocera e la braciola. E il Foggia. Dopo la braciola.
E quei negozianti che oggi sono infervorati e vogliono la testa di Casillo non sono quelli che pagano le commesse del proprio negozio a 350 euro al mese? Con la busta paga da 900 "che se non ti sta bene te ne vai, io tanto un'altra la trovo al posto tuo".
E quei professionisti che in tutta la loro brillante carriera non hanno mai fatto la dichiarazione dei redditi? E quegli altri che "sullo scontrino posso mettere di meno?" Cosa ha da piangere tutta questa gente?
E quei grandi opinionisti da salottino, quelli che su facebook pubblicano note ogni 5 minuti, o quegli altri in Tv con la lampada sul tavolino (quanto son colti!!!) dove erano quando una generazione di costruttori ignobili si mangiava la città? Dove erano quando le casse comunali venivano depredate? Speravano in un ciclo di conferenze, in un incarico da ufficio stampa del Comune, sempre pronti a saltare da un potente di turno all'altro. Intanto facevano crescere generazioni di giovani giornalisti convinti che raccontare la città fosse solo saper parlare del Foggia. Che cosa faranno ora?
I potenti di turno poi, i politici che fino a qualche anno fa, erano mani da stringere, a testa bassa, con reverenza, perché "un giorno arriverà anche a me il posto fisso". I politici, potenti nel loro feudo e miseri agnellini a Bari. Hanno fatto solo il comodo dei costruttori e di chi faceva l'imprenditore coi soldi pubblici. Fino a quando non venivano arrestati per truffa. Nemmeno uno sfasciacarrozze se la prenderebbe più questa gente.
E i politici gli altri, i giovani vecchi, quelli che hanno già imparato l'importanza della concertazione e a vivere melliflui, a tirare avanti perché "tanto un giorno avrò il ruolo che mi spetta, devo solo aspettare". Non si ricordano come l'Amica è fallita? Per mano di chi? Anche Marcone è morto senza un mandante né un sicario, anche le bombe che esplodono a Foggia non hanno un nome, mai.
E i giovani di 20 anni che se solo buttassero nel bidone le bottiglie che bevono, sarebbe già un primo passo? E quelli di 30 anni che hanno appreso perfettamente dai propri genitori il disinteresse verso la propria città e si cullano tra il Cervellone, la Multisala e il Pachino?
Quando Foggia giorno dopo giorno, anno dopo anno, scalava le classifiche negative dove erano i foggiani? Il Foggia è morto perchè la città è morta da un pezzo, e l' abbiamo fatta morire noi.
Perché Foggia è una città che la responsabilità tanto è sempre degli altri, salvo piangere, come oggi, quando le si toglie il giocattolo. Basta trovare il colpevole e riprendere il giorno dopo, con il solito incessante e urticante immobilismo. Come ogni giorno da troppi anni


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Evviva i mercati le societa' di rating questa volta hanno cannato!!!!


Spread in calo a 473

Piazza Affari in altalena



ROMA -  Il differenziale tra i Btp e il Bund a 10 anni avvia la seduta in calo rispetto alla chiusura di ieri (481 punti) segnando quota 472,7 punti con un rendimento al 5,9%.

Piazza Affari si muove oscillando fra rialzi e ribassi (-0,05%) con le banche che arrancano e Mediaset che invece vola in rialzo del 4,25 per cento sulle indiscrezioni di una revisione del piano triennale di risparmi, che salirebbe a 400 milioni dai 250 annunciati in precedenza. Bene Eni (+1,39%) che ha concluso la cessione di azioni Snam (-3,69%). Tra le banche Unicredit lascia lo 0,7%, Intesa Sanpaolo guadagna lo 0,92% e Mps perde il 3,24 per cento.

TOKYO CHIUDE A -0,32% - La borsa di Tokyo chiude in calo dello 0,32% dopo un apertura quasi specularmente al rialzo (+0,47%) con l'indice Nikkei a 8.726,74 punti.

ASIA IN RIBASSO, ATTESE TRIMESTRALI IN CALO  - Le dichiarazioni del primo ministro cinese Wen Jiabao preoccupano i mercati. Jiabao mette in guardia su occupazione e sulle attese di utili in calo per le aziende asiatiche. I titoli export vengono invece frenati dalle dichiarazioni della Fed, pronta ad agire a sostegno della crescita "se necessario e se appropriato". Huaneng Renewables ha fatto un tonfo del 14% dopo aver preannunciato un possibile calo degli utili del 50 per cento.

Napolitano riceve Monti 'Incontro urgente'


Napolitano riceve Monti 'Incontro urgente'

Capo dello Stato riduce intervento ad convegno 'Imprevedibili scadenze politico-istituzionali'



ROMA  - Mario Monti è al Quirinale per incontrare Giorgio Napolitano.

'INCONTRO URGENTE' - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avrà oggi "un incontro urgente" con il presidente del Consiglio, Mario Monti. Lo ha detto lo stesso capo dello Stato oggi al Quirinale a margine di un convegno sul Diritto Pubblico e Costituzionale.

"Il mio intervento sarà breve per un improvviso incontro urgente con il presidente del Consiglio Mario Monti come imprevedibili sono l'accavallarsi delle scadenze politico-istituzionali interne ed internazionali", ha spiegato durante il convegno "L'insegnamento del Diritto Pubblico e Costituzionale nella facoltà di Scienze politiche" che si svolge presso la biblioteca del Quirinale.

NAPOLITANO A CONVEGNO SU DIRITTO PUBBLICO  - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha partecipato questa mattina, all'apertura dei lavori dell'incontro di studio sul tema "L'insegnamento del diritto pubblico e costituzionale nelle Facoltà di Scienze Politiche", promosso dall'Università La Sapienza di Roma, nella Biblioteca del Quirinale. Sono intervenuti il Magnifico Rettore dell'Università La Sapienza, Luigi Frati, il Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione dell'Università La Sapienza, Giuseppe Venanzoni, il Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università La Sapienza, Paolo Simoncelli e il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Alberto Capotosti. Il Presidente Napolitano ha quindi rivolto un indirizzo di saluto ai presenti. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

"Il campo di ricerca in cui operate dovrebbe rappresentare il terreno di formazione della classe dirigente del nostro Paese se non si vuole che la politica scada a esercizio dilettantesco che pretende di trarre la sua validità dal consenso elettorale ottenuto e, in sostanza, è funzionale alla conquista ulteriore di consenso elettorale". Ha detto Napolitano intervenendo ad un convegno sull'insegnamento del Diritto Pubblico e Costituzionale.

Finalmente gli investitori ignorano Moody's


Borse ignorano Moody's, Bernanke gela listini

Asta spagnola fa il pieno, spread in tensione



ROMA - Le Borse ignorano gli ultimi affondi di Moody's sull'Italia e in prima battuta tentano il recupero, anche sulla spinta dell'inaspettato successo dell'asta di Madrid e dell'attesa per l'Eurogruppo che dovra' definire il meccanismo dello scudo anti-spread e i dettagli del salvataggio delle banche spagnole. Poi pero' arriva la delusione per il messaggio del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke e i listini azzerano i guadagni, a partire da Wall Street, mentre restano in tensione lo spread (sopra 480 punti), e l'euro.
La piazza peggiore e' Milano che chiude in ribasso dello 0,94%. Fa meglio Madrid che archivia un +0,40% seguita da Francoforte (+0,18%) Parigi (-0,09%) e Londra (-0,59%).
Dal presidente della Federal Reserve non e' arrivato l'aiuto sperato: nell'attesa audizione alla commissione bancaria del Senato Usa, il governatore si e' limitato a ripetere di essere pronto a sostenere l'economia, ma non ha offerto spunti, e soprattutto nessun dettaglio, su concrete misure di stimolo che potessero far prefigurare l'ok a un terzo ciclo di acquisti di Bond. Una misura 'salutare' su cui il mercato scommette da tempo tanto piu' che il quadro economico tratteggiato da Bernanke e' tutt'altro che incoraggiante: crescita ''moderata'', progressi nel mercato del lavoro ''frustranti'', fiducia ''bassa''. E la colpa - dice chiaramente il numero uno della Fed - e' in buona parte dell'''Europa che sta rallentando l'economia mondiale'' e c'e' il rischio che la crisi monti ancora. Il messaggio non e' piaciuto. Le piazze del Vecchio Continente hanno azzerato i guadagni raccolti a fatica e a dispetto del taglio del rating su enti locali italiani e banche comunicato nella notte da Moody's.
Sull'iniziale buon umore dei mercati molto aveva contato l'exploit dell'asta spagnola in cui Madrid ha collocato tutto (3,56 miliardi di euro) riuscendo a strappare tassi in ribasso.
Sulla scadenza a 12 mesi il rendimento medio e' sceso al 3,918% dal 5,074% dell'asta di giugno e per la tranche a 18 mesi il tasso e' calato al 4,242% dal 5,107%.
L'euro e' risalito sopra 1,23 dollari, per poi chiudere in Europa attorno a 1,2280, mentre per lo spread Btp-Bund e' stata tutta una altalena con un picco a quota 490 e un minimo a 471 punti prima di chiudere a 481. A pesare, dicono nelle sale operative, e' stato anche l'allarme default della Sicilia piu' che le prevedibili mosse di Moody's. Bankitalia - nel bollettino mensile - ha tenuto a sottolineare che il taglio del rating dell'Italia annunciato da Moody's la scorsa settimana poco prima di un'asta ''non ha avuto effetti sulla domanda o sui rendimenti''. Anzi - ha rimarcato il dirigente generale del Tesoro, Maria Cannata - si e' registrata ''una forte domanda dall'estero pari al 54% contro il 46% di domanda domestica''.
E se ora gli occhi sono puntati sull'Eurogruppo di venerdi', il capoeconomista della Bce Joerg Asmussen avverte che per garantire il futuro dell'euro serve un' ''ulteriore condivisione della sovranita''' a favore di una autorita' europea per ''correggere politiche non sostenibili'' degli stati membri.

ROMA - La coesione dell'Ue e la fine della tempesta sui mercati saranno decisivi per la ripresa in Italia che quest'anno, se lo spread si manterra' elevato a 450 punti, sara' colpita da un calo del pil del 2% e una recessione che finira' solo a inizio 2013. Il prossimo anno il prodotto scendera' comunque dello 0,2% e la disoccupazione salira' a oltre l'11%. Anticipata dal governatore Ignazio Visco all'assemblea dell'Abi la scorsa settimana, la revisione al ribasso delle stime contenuta nel bollettino economico della Banca d'Italia e' pesante e riflette l'allarme lanciato anche nell'ultimo bollettino della Bce e che ha giustificato il taglio dello 0,25% dei tassi.
Il ribasso del rating di Moody's per Via Nazionale non ha influito sull'asta dei titoli triennali da 3,5 miliardi tenuta il giorno successivo, venerdi'. E anche il direttore del Tesoro Maria Cannata rileva come la ''domanda estera'' e' forte e nell'ultima emissione e' stata pari al 54%, confermata anche nell'asta degli operatori specialisti di lunedi'. Per questo non rispondono al vero le ricostruzioni di stampa che parlavano di pressioni sulle banche dal Tesoro, avvisato dall'agenzia di rating del downgrade. ''C'e' un obbligo di riservatezza'' spiega e rileva come le entrate vanno bene e siamo ricchi di liquidita''' e per questo e' stata cancellata come d'abitudine l'asta di agosto.
Per il nostro paese pero', come avvisa la Banca d'Italia, il quadro economico non brillante a livello internazionale si innesta, in una situazione di ''elevata incertezza'' e per questo sono cruciali le modalita''' dell'attuazione del vertice europeo di fine giugno e le misure su ''liberalizzazione, di stimolo dell'attivita' economica e di riforma del mercato del lavoro'' che 'incideranno positivamente sulle capacita' di crescita della nostra economia, con effetti soprattutto nel medio periodo. Nel frattempo pero', quest'anno e il prossimo, ''l'attivita' economica continuerebbe a essere caratterizzata da un'accentuata debolezza della domanda interna'' con una significativa contrazione dei consumi delle famiglie gravate dalle misure di correzione dei conti del governo e dalla disoccupazione.
La Banca d'Italia segnala infatti che ''a fronte di un significativo aumento della partecipazione al mercato del lavoro, gia' osservato nella prima parte del 2012, il tasso di disoccupazione si porterebbe al di sopra dell'11 per cento nel 2013''.
L'agenzia Moody's taglia il rating di tre compagnie assicurative italiane. Il ratign di Assicurazioni Generali e' stato tagliato a Baa1 da A1 con outlook negativo. Il rating di Allianz Spa e' stato ridotto ad A3 da A1 con prospettive negative. Il rating di Unipol Assicurazioni e' stato ridotto a Baa2 da A3. Il taglio e' legato al downgrade dell'Italia deciso lo scorso 13 giugno. Il rating di Assicurazioni Generali, nonostante il downgrade, si mantiene di un gradino superiore a quello dell'Italia.

Liguria contro vendita Ansaldo a Siemens,ma il governo sa cosa ha fatto la siemens in lombardia???è da folli vendere l'ansaldo alla siemens!!


Liguria contro vendita Ansaldo a Siemens

Consiglio ha approvato documento che chiede 'controllo italiano'



ANSA) - GENOVA, 17 LUG - Il Consiglio regionale della Liguria ha detto no alla vendita di Ansaldo Energia a Siemens. All' unanimita' e' stato approvato un documento che impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo ''per evitare la cessione al colosso tedesco della quota maggioritaria di Ansaldo Energia''.

La Liguria vuole puntare sul coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti ''mantenendo il controllo italiano'' di una azienda che continua a offrire ''opportunita' occupazionali alla nostra realta' produttiva''.

Spending review Ma gli stipendi dei senatori e dei deputati quando li toccate??sapete che li abbiamo eletti noi??


Spending review: addio a 1.884 auto blu, -19,4% in sei mesi

Sindacati convocati dal ministro per la Funzione pubblica il 25 luglio



Con una sforbiciata netta, nei primi sei mesi del 2012 si concretizzano i primi risultati dei decreti di agosto 2011 e gennaio 2012 per la riduzione delle auto blu.
Che scendono sotto quota ottomila (7.837), con 1.884 vetture in meno a fine giugno, -19,4% rispetto da inizio 2012. Mentre il ministro Filippo Patroni Griffi ''esprime soddisfazione'' per il trend ''stabilizzato al ribasso'' e avverte: ''Adesso bisogna fare di piu''', preannunciando l'arrivo a breve di ''nuove indicazioni per l'uso sempre piu' limitato delle auto di servizio, affinche' sia chiaro a tutti che non si tratta di uno status symbol ma solo di uno strumento per lavorare meglio''.
La riduzione delle auto della P.A. ''procede in modo spedito'': ''e' un capitolo importante del piano di spending review del governo'', ha ricordato il ministero, comunicando i dati per i primi sei mesi del 2012 del censimento permanente sulle auto blu, quelle di rappresentanza che nella pubblica amministrazione sono state assegnate personalmente ai vertici delle amministrazioni o sono comunque guidate da un autista, che ''scendono significativamente''. Ed e' ''in calo anche il totale delle vetture pubbliche'', con un parco auto che al 31 giugno e' di 60.551 (comprese le 124 in uso a organi costituzionali).
''I dati del censimento delle auto della Pubblica amministrazione sono positivi. E desidero esprimere soddisfazione per quanto e' stato fatto nelle amministrazioni centrali dello Stato'', commenta il ministro. La sforbiciata e' infatti ''piu' accentuata nelle amministrazioni centrali rispetto a quelle locali'' (anzi, in alcuni enti locali il dato sarebbe anche in controtendenza, con un aumento delle auto di rapresentanza), rileva il ministero. Mentre il quadro nazionale ''continua vedere uno sbilanciamento della presenza percentuale delle auto con autista nelle regioni del Sud'', con percentuali di auto blu sul totale del parco auto pubblico che oscillano dal 25,3 al 33,6% in Molise, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata a fronte di percentuali, nel Nord, che vanno dal 2,5% dell'Emilia Romagna all'8,2% della Lombardia. ''Ma proprio al Sud - indica il ministero - si iniziano a registrare alcuni casi di contrazione''.
Il ministero rendera' noti ''tra qualche giorno'' anche i dati del monitoraggio sui costi connessi all'uso di auto blu.
Nei primi sei mesi del 2012 sono state 582 le dismissioni di auto blu; negli altri casi sono cambiate le ''classificazioni'': per adeguarsi alle nuove disposizioni piu' stringenti sono state destinate ''ai servizi operativi senza autista vetture precedentemente assegnate ad personam''.

Il decreto dismissioni, ora all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, potrebbe confluire nella spending review (esame alla Bilancio) in un maxiemendamento da presentare all'aula. Proposta sulla quale verrebbe poi posta la fiducia. Sarebbe questo da quanto si apprende l'orientamento. Questo anche per 'comprimere' i tempi d'esame a Palazzo Madama (l'esame della spending review iniziera' in aula da mercoledi' prossimo) e consegnare i due provvedimenti 'unificati' a Montecitorio per consentirne il varo definitivo in aula entro la prima settimana d'agosto, prima della pausa estiva. E anche qui si ricorrerebbe al voto di fiducia.
I lavori sulla spending review sono intanto 'sospesi' in commissione in attesa dell'arrivo degli emendamenti fissato a giovedi' prossimo. Poche le modifiche che intanto verrebbero approvate al decreto dismissioni: i relatori (Cosimo Latronico, Pdl e Giuliano Barbolini, Pd) insieme al governo lavorerebbero all'ipotesi di modificare il testo nella parte che riguarda l'accorpamento delle agenzie fiscali (il Territorio nell'Agenzia delle Entrate e i Monopoli nelle Dogane). Accorpamento che slitterebbe. Ma non sarebbe uno slittamento 'lungo', se ne parlerebbe in autunno. Si modificherebbe anche la tempistica per l'operazione che riguarda Cassa Depositi con l'acquisto di Simest, Sace e Fintecna: il relativo decreto del ministero dell'Economia dovrebbe arrivare entro 60 giorni dall'esercizio del diritto di opzione. Non verrebbero invece modificate le misure sui cosiddetti Monti-bond per Mps.
Tornando alla spending review in versione 'originaria' Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione lavoro alla Camera, chiede che con il decreto si affronti il problema degli esodati. Risponde il relatore, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl): ''se il Governo trova i soldi...''. Nessuno lo conferma ma c'e' anche l'ipotesi che l'annunciato accorpamento delle festivita', se venerdi' prossimo sara' esaminato in consiglio dei ministri, possa arrivare come emendamento alla revisione della spesa.
Infine il relatore del Pd, Paolo Giaretta, spiega le sue priorita' di modifica anche perche' ''il provvedimento ha una sua urgenza anche per dare un messaggio oggettivo ai mercati.
Cercheremo di migliorare alcune norme come quelle sui Comuni che stanno dando dei problemi''. E modifiche arriverebbero anche su sanita' e farmaci. Bisogna poi ''dare piu' tempo e coinvolgere di piu' i territori per esprimere il loro parere'' sull'accorpamento delle province. Va infine approfondita la questione delle societa' in house ''perche' oltre ai 'carrozzoni' ci sono societa' che supportato seriamente i comuni''.

Vergogna Ciclismo!! Schleck positivo e fuori dal Tour


Schleck positivo e fuori dal Tour
Poi si consegna alla Gendarmerie

PAU (Francia), 17 luglio 2012

Nelle urine del lussemburghese trovate tracce di un diuretico

. La RadioShack lo esclude nonostante non fosse obbligata: 

"E' la cosa giusta da fare". In serata si è arreso alle forze dell'

ordine, che interrogano tutti i corridori che falliscono un controllo

 antidoping alla Grande Boucle

Frank Schleck era 12° nella generale a 9'45
Frank Schleck era 12° nella generale a 9'45" da Wiggins. US Presswire
Torna l'incubo doping sul Tour de France nel secondo e ultimo giorno di riposo. Frank Schleck, 32enne lussemburghese che era 12° nella generale a 9'45" dalla maglia gialla Bradley Wiggins, è stato escluso dalla corsa dopo essere risultato positivo ad un controllo antidoping. Nelle urine di Schleck sono state trovate tracce di Xipamide, un diuretico, subito dopo la tappa del 14 luglio a Cap d'Adge. Il lussemburghese è stato escluso dalla corsa dalla sua squadra, la RadioShack, e in serata si è consegnato alla polizia di Pau, la cittadina francese ai piedi dei pirenei in cui il Tour sta osservando la sua seconda giornata di riposo.
IL COMUNICATO — A comunicare la positività di Schleck è stata l'Uci, che in serata ha diffuso la notizia attraverso un comunicato. Per regolamento il lussemburghese, che rischia da una reprimenda a due anni di stop, non poteva essere sospeso, ma l'Uci ha fatto sapere di "aspettarsi che la sua squadra prenda le misure necessarie per permettere al Tour de France di continuare serenamente e permettere al corridore di difendersi in maniera appropriata".
 
L'ESCLUSIONE — La risposta della RadioShack è arrivata poco dopo attraverso un comunicato: "La nostra squadra da grande valore alla trasparenza. Dopo essere stati informati della presenza dello xipamide nel campione di urine di Schleck lo scorso 14 luglio, la squadra ha deciso di far immediatamente ritirare il corridore dal Tour. Anche se un valore anomalo nel campione A non richiede misure di questo tipo, la squadra e Franck Schleck ritengono che questa sia la cosa giusta da fare, per assicurare che il Tour possa continuare in modo sereno e che Franck Schleck possa preparare la sua difesa nei tempi legalmente concessigli. Per quanto riguarda la xipamide, il team può solo dire che non è una sostanza presente in alcuna medicina fornita dalla squadra. Il motivo per cui è finita nel campione di urine di Schleck ci è ignoto. La RadioSchack non può quindi spiegare cosa è successo ma è determinata a collaborare in pieno alle indagini delle agenzie antidoping per risolvere la questione".
LA POLIZIA — Subito dopo l'addio al Tour, Schelck si è consegnato al commissariato di Pau, secondo quanto riferito dalla RadioShack. Il lussemburghese si è consegnato di sua spontanea volontà per anticipare l'iniziativa delle forze dell'ordine, che da diversi anni prendono in consegna tutti i corridori che risultano positivi all'antidoping durante la Grande Boucle. Schleck ha 4 giorni di tempo per richiedere le contranalisi all'Uci.

La TAV non è necessaria,visto la crisi e l'mpoverimento dei cittadini,e tu Passera insisti??Vedi la Francia !!!


Tav: Passera nomina Virano capo delegazione italiana

ROMA (MF-DJ)--Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado
Passera, ha designato nei scorsi giorni Mario Virano quale Capo della
delegazione italiana in seno alla Commissione Intergovernativa per la
realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. 

La nomina di Virano, informa una nota, giunge in seguito alle dimissioni
di Rainer Masera, formalizzate lo scorso 28 giugno, alla scadenza del suo
incarico. Il ministro Passera ha sentitamente ringraziato Masera per
l'importante lavoro fin qui svolto e ha confermato a Virano il forte
appoggio suo personale e dell'intero Governo per la realizzazione della
Tav.

Monti e la Sicilia a rischio fallimento

Monti e la Sicilia a rischio fallimento

18/07/2012 - Il premier convoca Lombardo

Monti e la Sicilia a rischio fallimento

Mario Monti convoca Raffaele Lombardo per le sue dimissioni del 31 luglio. Il Corriere della Sera ci racconta cosa sta succedendo:

Per gran parte del mondo politico è un invito a sloggiare da Palazzo d’Orleans, ma Lombardo s’è affrettato a far sapere di una immediata telefonata con Monti e di un vertice già fissato per martedì prossimo a Palazzo Chigi: «Mezz’ora al telefono. Gli ho spiegato che c’è in corso una interessata ed erronea campagna mediatica sui conti da noi messi a posto. Che non deve lasciarsi fuorviare. Porterò i conti al premier, lo convincerò e se ci riuscirò allora non ci sarà neanche bisogno di dimettermi».
Dichiarazione dirompente, echeggiata fra pochi fidati collaboratori in un palazzo dove per appagare la curiosità dei cronisti erano stati convocati gli assessori all’Economia Gaetano Armao e alla Sanità Massimo Russo, il magistrato da qualche giorno nominato vice di Lombardo, il più duro contro Lo Bello e quanti parlano di default:
«Da settimane rappresentano la Sicilia come una sorta di pubblica canaglia sulla base di luoghi comuni e inesattezze. Per questo sentiamo il bisogno di tutelare la dignità di questa terra». Il buco? «Abbiamo un indebitamento, in un bilancio di 27 miliardi di euro, di circa 5miliardi e 400 milioni. È come dire che se guadagno 27 mila euro all’anno e poi compro casa e faccio spesucce con la Findomestic, mi indebito per 5.400 euro, in pratica circa un quinto delle entrate».