lunedì 12 marzo 2012

A chi Svende l'Italia Monti??


FINANZA/ Sapelli: ecco la legge di Monti per "svendere" l’Italia

lunedì 12 marzo 2012
L’arte del governo è fondata sul segreto. Anche chi non ha letto Machiavelli sa che esiste una sfera di atti e di deliberazioni di fatto che sono prese in ossequio al principio della predisposizione dell’emanazione delle leggi. Anche Montesquieu ne parla e con dovizia, quando illustra il processo di formazione delle leggi. Nulla di strano, dunque, allorquando ci accorgiamo che gran parte del processo legislativo, ossia quella serie di volizioni, prima, e di procedure, poi, che producono l’emanazione della legge o del decreto legge, sono segrete perché segregate, ossia relegate in quello spazio oscuro del potere senza il quale il potere medesimo non avrebbe forma e tridimensionalità: si limiterebbe a essere una semplice cortina di carta più o meno imbellita da fregi e ghirigori come quelli che vediamo sui palcoscenici.
Più inquietante diviene la faccenda quando anche i provvedimenti di legge, una volta emanati, non vengono pubblicizzati, oppure il governo stesso non si preoccupa che l’opinione pubblica - quando c’è - ne sia informata. Mi pare che ciò sia accaduto il 9 marzo e i dì seguenti, allorché il governo ha dato notizia in una scarna nota che aveva aderito, con un decreto legge, al dettato dei dispositivi europei che in riferimento all’Italia avevano di già da tempo aperto una procedura d’infrazione per quel che riguardava la golden share. Ossia quella facoltà governativa d’opporsi in molteplici e variegati modi alla presenza azionaria di investitori stranieri in società dallo Stato o dai privati posseduti che, al di là della loro forma proprietaria, rivestono importanza strategica per i destini della nazione.
L’Europa aveva richiamato l’Italia affinché procedesse speditamente alla predisposizione di misure che abolissero la golden share in merito alle reti e all’energia. Ebbene, il governo l’ha fatto, ma con una dichiarazione che siamo ansiosi di avere sotto i nostri occhi per studiarne il dettato. Con tale decreto lo Stato italiano potrà continuare a possedere quote azionarie nelle società energetiche e nelle reti distributive, ma potrà esercitare i diritti tipici della golden share (per esempio, impedire che si cambi la natura giuridica della società oppure trasformarne la missione) allorché si tratti di società produttrici di armamenti o di strumenti della security, sino a privare della presenza delle reti suddette lo Stato in oggetto, ossia l’Italia, così che non si sia costretti a ricorre ai pozzi per bere e usare l’acqua anziché le reti idriche, ecc.
Ma il bello è, se abbiamo capito bene, che tutto ciò si applicherebbe con più vigore in caso di investitori extraeuropei e con ancor più rigore quando costoro risultassero collegati con organizzazioni criminali oppure tale interventi limitassero la continuità degli approvvigionamenti e l’accesso al mercato dei beni che le società in oggetto producono o distribuiscono (è noto , infatti, che questa è una qualità tipicamente extraeuropea, mentre gli europei non sono avvezzi a simili avventure…). Il fatto che tutto ciò coincida con la separazione di Snam dall’Eni può essere inquietante, anche se il governo anche con un’impeccabile intervista del ministero Passera su Il Sole 24 Ore assicura una presenza azionaria della Cassa depositi e prestiti nella rete senza più padrone a sei zampe che ne scaturirebbe. E questo tranquillizza.
Del resto gli europei non fanno nulla di quelle cattive cose ipotizzate per gli extraeuropei. O mi sbaglio? Ciò che non lascia tranquilli è il fatto che un provvedimento così importante sia stato oggetto di un decreto legge passato in sordina, senza discussione pubblica, senza l’argomentazione tipica dell’agorà della politica, quasi come si fosse degli scolari poco rispettosi degli ordini del maestro. Certo il caso Edf (ma non è una società europea?) ed Edison insegna che siamo stati sempre messi nell’angolo con il cappello da somaro e l’Edison, appunto, l’ abbiamo perduta.
Perdere i gioielli della corona è un tipico vizio italico. Ma almeno un tempo ci si accapigliava e si dimostrava che una percentuale di italiani non si rassegnava a un destino da follower. Uso un termine nicodemistico usando un barbarismo anglistico…Oggi, invece, è il silenzio. Un po’ di paura, confesso, non possiamo non averla: non penseranno di rimetterci nell’angolo dei cattivi con un cappello in testa mentre ci sfilano dal cestino la merendina che ci rimane?

Politici e auto blu: la classifica in chilometri


Politici e auto blu: la classifica in chilometri


Se si dovessero sommare tutti i chilometri macinati dalle auto blu dei politici nell'ultimo anno verrebbe fuori circa un quinto della circonferenza della Terra. La Pubblica Amministrazione ha divulgato i dati che riguardano l'utilizzo delle auto blu a disposizione dei politici: il risultato è una classifica dei primi quindici "viaggiatori" e dei chilometri che hanno percorso nell'ultimo anno. Si parte con Gianfranco Fini, il quale avrebbe dichiarato di possedere due auto blu a sua completa disposizione, con cui ha percorso 48.138 km in un anno. Una media di 132 chilometri al giorno, festivi inclusi. Sono cifre importanti, che insinuano il dubbio sull'utilizzo pubblico che il presidente della Camera dei deputati avrebbe fatto del mezzo.


Ma Fini non è il caso più eclatante, come dimostrano le cifre riguardanti il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente: 250mila chilometri in un anno. Partendo dal presupposto che causa terremoto il sindaco si sia mosso in più occasioni per recarsi a Roma e che il capoluogo abruzzese non è dotato di aeroporto e che la rete ferroviaria, in generale nella ragione, è pressoché assente, facendo quindi tutte queste doverose premesse, i chilometri percorsi rimangono davvero molti. Ma è contemplato il beneficio del dubbio su questi dati o la fedeltà dei dati è inappuntabile? Libero parla di numerose correzioni già apportate dal Formez, poiché pare che i questionari dalle amministrazioni pubbliche siano stati compilati erroneamente in diversi punti.


Giuseppe Scopellitti, presidente della regione Calabria, figura al secondo posto con "soli" 136.800 chilometri, seguito dal leghista Luca Zaia, presidente del Veneto con 7 beneficiari dei mezzi (lui più altri sei assessori), con 86.070 chilometri. E poi a seguire dai 72.500 ai 46.267 chilometri, i politici che utilizzano maggiormente le auto blu sono sempre sindaci o presidenti di Regioni. Un bel tiro mancino alle casse pubbliche, su cui il Governo Monti sta lavorando per tagliare le spese superflue e riportare in positivo il bilancio del paese. Senza contare che mancano all'appello i presidenti delle regioni Lazio, Puglia, Umbria e Toscana. Questa volta, quindi, lo scandalo è trasversale e non riguarda solo il Governo Berlusconi (come nel caso dei consulenti): un motivo in più per preoccuparsi dei dati divulgati e dei soldi pubblici mancanti.

Redditometro per cani

Caro Befera 


a proposito del redditometro e della ventilata ipotesi di inserimento in esso delle spese veterinarie per il possesso di cani (o altri animali) nessuna ripetizione di quanto già detto da animalisti, veterinari e gente più preparata di me dal punto di vista del trattamento degli animali.

Quello che le domando in tutta onestà è come si possa far fare all'Agenzia delle Entrate una figura di cacca così eclatante in un momento in cui le si chiede (e per ciò si plaude) il massimo rigore nei confronti degli evasori e quindi la massima serietà e trasparenza, per ottenere il favore e la collaborazione dei cittadini (tanti) che le tasse le pagano.

Voglio sperare che il responsabile dell'idea sia già stato passato a mansioni più adatte alla sua capacità intellettiva.

I nostri Maró



Il governo indiano non fa passi indietro: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno giudicati dalla legge dell'India. I due fucilieri del battaglione San Marco, da una settimana rinchiusi nel settore di massima sicurezza del carcere di Trivandrum, hanno superato il primo shock della detenzione e si dicono ottimisti:
"Speriamo solo che finisca il più in fretta possibile, sappiamo che il governo sta facendo ogni sforzo, abbiamo fiducia"
Sulla vicenda si è mobilitata anche l'Unione Europea: l' Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell' Ue, la britannica Catherine Ashton, ha assicurato che l'Europa farà "tutto il possibile" per risolvere il caso. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi afferma di avere avviato alcune trattative, sulle quali però mantiene il più stretto riserbo:
"Sarei ingenuo se raccontassi tutta l’azione che stiamo facendo in modo molto discreto con tutta una serie di partner e non solo di partner, ma anche di personalità, influenti o che possono essere influenti in questa vicenda. È un argomento delicato che può essere strumentalizzato dai due lati, quello italiano e quello indiano, quindi ritengo necessario mantenere la riservatezza"
Anche Silvio Berlusconi, in visita in Russia, ha chiesto l'aiuto di Putin per favorire la liberazione dei due militari italiani. Margherita Boniver, attuale collaboratrice del ministro degli Esteri ha dichiarato: "Sono certa che dati gli eccellenti rapporti tra Berlusconi e Putin, il tentativo russo ci sarà".

Obama, 'Scioccante'


Afghanistan, talebani: 'Ora vendetta'. Obama, 'Scioccante'

Sale tensione tra Afghanistan e Usa all'indomani dal massacro compiuto da un marine: 16 vittime

12 marzo, 08:09
Kandahar, alcune vittime del massacro Kandahar, alcune vittime del massacro
Afghanistan, talebani: 'Ora vendetta'. Obama, 'Scioccante'
KABUL  - I talebani hanno giurato oggi di vendicare il massacro dei 16 civili afghani compiuto ieri da un soldato americano nel sud dell'Afghanistan, promettendo di intensificare i loro attacchi contro "i selvaggi americani malati mentali".
I talebani "vendicheranno ognuno dei martiri uccisi selvaggiamente dagli invasori", si legge su un sito internet dei ribelli islamisti. "La maggior parte delle vittime sono bimbi innocenti, donne e anziani, massacrati dai barbari americani che hanno rubato le loro preziose vite senza ritegno, macchiandosi le mani del loro sangue", recita ancora il comunicato online dei talebani. Quello di ieri sarebbe stato il gesto inspiegabile di un militare Usa, secondo l'Isaf; la follia di soldati ubriachi, invece secondo fonti locali. Omicidi intenzionali, li ha definiti il presidente afghano Karzai; un incidente scioccante, lo ha definito Obama.

MERKEL IN VISITA A SORPRESA A MAZAR-I-SHARIF  - La cancelliera tedesca Angela Merkel è arrivata oggi in Afghanistan per una visita a sorpresa alle truppe tedesche a Mazar-i-Sharif. Lo ha annunciato un suo portavoce. La Merkel si sarebbe dovuta recare a Konduz, ma ha dovuto cambiare destinazione a causa delle forti nevicate.

L'ultima visita della cancelliera tedesca in Afghanistan risaliva a dicembre 2010, per incontrare i soldati tedeschi alla vigilia del Natale. La Germania ha circa 4.900 soldati impegnati attualmente nella Repubblica islamica: è la terza forza Isaf dopo Stati Uniti e Gran Bretagna. Un ritiro totale dell'esercito tedesco dall'Afghanistan è previsto entro il 2014.

SOLDATO USA FA STRAGE DI DONNE E BIMBI - Una carneficina, compiuta a sangue freddo, porta per porta, di donne, bambini di due-tre anni e vecchi, mentre in piena notte dormivano nell' intimità delle loro case; sangue dappertutto, almeno 16 corpi (17 secondo una fonte) crivellati di pallottole e poi cosparsi di benzina e incendiati. Questo è accaduto in due villaggi della provincia afghana di Kandahar; questa la scena che si è presentata ai testimoni dopo l'incursione notturna di un (o più d'un) soldato americano. Un nuovo macigno sui difficili rapporti fra Stati Uniti e Afghanistan, con il presidente Hamid Karzai che grida all' "omicidio deliberato", chiedendo spiegazioni a Usa e Nato.
Una strage con due diverse versioni dei fatti: è opera di un soldato americano in forza all'Isaf, un killer solitario, forse in preda a un esaurimento nervoso, uscito di nascosto dalla vicina base in piena notte e poi riconsegnatosi a essa, dove ora é sotto custodia, per gli Stati Uniti e per la forza di coalizione Nato; il lavoro di un gruppo di soldati americani "ubriachi" che "ridevano" e "sparavano all'impazzata" secondo i testimoni locali, fra i quali un uomo, un anziano del villaggio, Haji Samad. Il quale era fuori casa e che, rientrando, ha trovato i cadaveri di undici membri della sua famiglia, fra cui figli e nipoti. I soldati "hanno versato liquido infiammabile sui corpi e tentato di dare loro fuoco", racconta in lacrime. Quattro le case "visitate" dall'assassino, nei due villaggi di Alokozai e Garrambai, entrambi nel distretto de Panjwayi, culla spirituale ed ex roccaforte dei talebani, a 500 metri da una base Usa.
Sul luogo del massacro si è precipitato un cronista della France Presse, che ha fornito una preziosa testimonianza di prima mano, che mostra analogie con la descrizione di Samad: "Sono entrato in tre case e ho contato 16 morti, inclusi bambini, donne e uomini anziani", racconta. "In una delle abitazioni c'erano i corpi di dieci persone, fra cui donne e bambini, che erano stati tutti uccisi e bruciati in una stanza. Un'altra donna invece giaceva morta all'entrata della casa. Sono stati uccisi e bruciati. Ho visto almeno due bambini di età fra i due e i tre anni, che erano stati bruciati". "In un'altra casa", in un secondo villaggio, "c'erano quattro persone morte. Ho visto i loro cadaveri stesi in una stanza. Fra loro c'erano due uomini anziani e una donna". Ci sono inoltre almeno cinque feriti, che vengono curati in una struttura Isaf. L'efferatezza del massacro rischia di far precipitare i rapporti, già tesi, fra Kabul e Washington e di far deflagrare l'ostilità popolare nei confronti delle truppe straniere, già esacerbata dal rogo del Corano e da uno stillicidio di episodi di gratuito disprezzo e di civili morti, vittime di azioni militari fuori bersaglio.
E ora gli americani temono una nuova ondata di violenze e hanno invitato i concittadini a stare all'erta per possibili rappresaglie. "Abbottonato" e laconico il commento della Forza Nato: "Uno dei nostri soldati ha ucciso e ferito un certo numero di civili in un villaggio adiacente alla sua base", ha dichiarato il vicecomandante dell'Isaf, gen. Adrian Bradshaw, che ha detto di non essere "in grado di spiegare le ragioni del suo gesto", aggiungendo che "Un'inchiesta è in corso". Sull'identità, il corpo d'appartenenza o anche il grado (é solo trapelato che si tratterebbe di un sergente maggiore) non esce una parola. Il governo afghano per bocca del ministro per gli affari tribali nelle sue dichiarazioni mostra di aver metabolizzato la "verità" ufficiale del killer solitario, mentre quello della difesa sembra invece aver fatto sua la versione dei fatti fondata sui testimoni locali. Ed è senza appello la condanna lanciata nel pomeriggio dal presidente Hamid Karzai, che pure non si pronuncia sul numero degli esecutori: "Il governo (afghano) ha condannato a più riprese le operazioni condotte sotto la denominazione di 'guerra al terrorismo' e che causano perdite civili. Ma quando gli afghani vengono uccisi deliberatamente dalle forze americane, si tratta di un assassinio e perciò di un'azione imperdonabile", ha dichiarato il presidente afghano in un comunicato, nel quale si chiedono quindi "spiegazioni al governo americano".

Scintille tra Pdl e Lega Bossi: 'Mi fate pena'


Scintille tra Pdl e Lega Bossi: 'Mi fate pena'

'Per la Lega impossibile accordo Amministrative. Meglio soli che male accompagnati'

11 marzo, 20:37
Bossi con  Cota al congresso nazionale del Piemonte della Lega Bossi con Cota al congresso nazionale del Piemonte della Lega
Scintille tra Pdl  e Lega Bossi: 'Mi fate pena'
dell'inviato Renato Botto
COLLEGNO (TORINO) - La Lega sbatte la porta al segretario del Pdl Angelino Alfano per un accordo elettorale alle Amministrative di maggio. Il massimo che concede Umberto Bossi, dopo un esplicito "Corriamo da soli. Meglio soli che male accompagnati", è un piccolo spiraglio: "Ci potrà essere qualche eccezione, se ne vale la pena. In ogni caso - taglia dritto - sarò io a decidere".
Il senatur, oggi a Collegno (Torino) per il congresso della Lega Nord Piemont che ha rieletto Roberto Cota alla guida del partito nella regione, lancia l'affondo anche a Berlusconi: "Mi fa pena. Va a votare il contrario di quello che faceva prima, per questo l'accordo non è possibile". E pone l'aut l'aut a Flavio Tosi, il sindaco di Verona che vuole presentarsi alle elezioni con una lista a suo nome: "Se lo fa - dice il leader del Carroccio - si mette automaticamente fuori dalla Lega". Lega da sola, dunque, e Bossi ripete: "Faremo la Padania, a tutti i costi. E Monti è un dramma, risponde solo alle richieste dell'Europa e delle banche". Ricucire il rapporto con il Pdl sembra oggi impossibile: "Mi pare - dice il presidente del Senato Renato Schifani - che la rottura sia irreversibile".
Ignazio la Russa, coordinatore del Pdl, si rammarica per lo strappo: "Mi dispiace perché avremo meno chance, come le avrà la Lega, a cui Bossi dice di tenere ma solo a parole e non nei fatti". Per Osvaldo Napoli, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, il Carroccio "é vittima di un 'cupio dissolvi' tipico di quelle formazioni politiche che considerano esaurita la loro missione o irraggiungibile il loro progetto". Lega contro tutti, quindi, almeno per ora.
E Roberto Calderoli, il coordinatore delle segreterie del Carroccio, dà all'appuntamento elettorale di maggio la valenza di un test eccezionale: "Per la prima volta dopo tanti anni andiamo a contarci. Si vedrà finalmente se il popolo del nord ha capito da che parte deve stare o se continuerà ancora a votare per il Pdl o per il Pd". Anche Calderoli lancia una frecciata all'ex alleato Berlusconi: "Con il suo candore ripropone l'ammucchiata per le elezioni del 2013 dopo avere partecipato all'inciucio che più inciucio non si può".
Per l'ex ministro della Semplificazione, la Lega Nord e" rimasta l'unica cosa anomala nella politica italiana. Cercheranno di farci fuori con qualsiasi strumento e l'ultimo che useranno è la legge elettorale, ma se toccano la legge elettorale cercando di fare il bipartitismo, rischia di finire come a piazzale Loreto". Cota guarda lontano: "Siamo - dice il presidente della Regione Piemonte - l'unico movimento politico ad avere un progetto, gli altri si sono ritirati, sono scappati per non metterci la faccia e hanno messo un governo tecnico".

No tu no!!!La leader della Cgil dice sì alla TAV: "In Italia c'è bisogno di investimenti"


La leader della Cgil dice sì alla TAV: "In Italia c'è bisogno di investimenti" 
Cara Susanna,è vero che in Italia abbiamo bisogno di investimenti ma:con il dramma economico che stiamo passando chi vuoi che viaggi in alta velocita' per i prossimi 10 anni??Se si vuole investire  perche' non potenziano i trasporti locali??Perche' non investono nella ricerca??Perche' non investono nella cultura??

Ma lo sai quanti altri campi di applicazione si possono trovare??

Anch tu hai ceduto alle sirene??

No Susanna No ..rifletti

La leader della Cgil dice sì alla TAV:
© LAPRESSE/ROBERTO MONALDO
"La nostra posizione favorevole alla Tav l'abbiamo espressa al congresso: il Paese ha un disperato bisogno di investimenti. Dopodiché sarebbe meglio avere regole su come si decide. E comunque va ricostruito il dialogo: è impensabile fare i lavori per anni con la valle contro"
Intervistata dal Corriere della SeraSusanna Camusso, segretario generale della Cgil, dichiara di essere favorevole alla realizzazione dell'alta velocità ferroviaria Torino-Lione, anche alla luce della presenza di un gruppo di manifestanti No Tav alla manifestazione dellaFiom lo scorso 9 marzo. 
E sulle proteste, la Camusso dichiara:
"Nessuna forma d'iniziativa legittima può prevaricare la vita degli altri e sconfinare nella violenza"
Si torna poi a parlare di riforma del Lavoro e dell'Articolo 18, argomento caldo delle ultime settimane, e di un possibile sciopero generale: 
"Ho impressione che qualcuno abbia già messo in conto un nostro sciopero generale: una fiammata e via. Ma non può essere così: si aprirà una fase non breve di lotta"
E, alla domanda "Il governo Monti l'ha delusa?" il leader sindacale replica:
"L'esecutivo Monti ha scelto di avere il piglio di chi vuole fare riforme strutturali, ha usato termini ambiziosi, come "cambiare la mentalità degli italiani". Ma poi questa intenzione si è tradotta nella continuità di politiche che penalizzano il lavoro. [...] Non c'è ancora una sintesi ma le proposte del ministro di far costare di più la flessibilità, eliminando quella cattiva, vanno nella giusta direzione. [...] Al momento non ci sono risposte. Non si è mai nemmeno parlato di pubblico impiego dove la precarietà dilaga. Nè mi è piaciuto lo spettacolo del blocco dell'assunzione di 10 mila insegnanti". 


La "pista lunare" sull'affondamento del Titanic

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© TIMOTHY A. CLARY/AFP
L'ipotesi lunare arriva da Donald W. Olson, fisico della Texas State University, che sulle pagine del mensileSky & Telescope prova a dire la sua sull'affondamento del Titanic.
Solo una marea di incredibili proporzioni, come quella causata dall'allineamento di Luna e Sole quattro mesi prima del disastro, avrebbe potuto spostare quell'iceberg fatale  dalla barriera naturale dei fondali tra Terranova e Labrador lanciandolo alla deriva verso sud, dove intercettò la rotta del Titanic.
Dopo che la rotta era già stata spostata verso sudproprio per evitare collisioni con iceberg, il comandante Edward Smith non diede molto peso alla possibilità di incontrarne uno sul proprio cammino: sarebbe dunque in un certo senso la Luna il "colpevole" dell'incidente del 15 aprile 1912 secondo il fisico statunite