martedì 16 ottobre 2012

Un terremoto di magnitudo(Ml) 4.6 è avvenuto alle ore 17:10:57 Costa_calabra_occidentale


Un terremoto di magnitudo(Ml) 4.6 è avvenuto alle ore 17:10:57 italiane del giorno 16/Ott/2012 (15:10:57 16/Ott/2012 - UTC). 
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Costa_calabra_occidentale. 
I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo. 

16/10/2012 15:10:57 (UTC)

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Pitt, un fallimento la lotta alla droga Attore a media Usa, se volessi ne troverei di qualsiasi tipo


Pitt, un fallimento la lotta alla droga

Attore a media Usa, se volessi ne troverei di qualsiasi tipo



Dopo quarant'anni e mille miliardi di dollari spesi, sosteniamo ancora questa farsa chiamata guerra contro la droga": durante la proiezione a Los Angeles del documentario 'The house I live in', Brad Pitt ha parlato con i media statunitensi del suo disaccordo con il governo americano sulla politica contro il traffico e l'uso di sostanze illecite. "Non faccio più uso di droghe, ma se volessi potrei trovarne qualsiasi tipo in qualsiasi città americana in meno di 24 ore", ha detto l'attore definendo la lotta agli stupefacenti "un terribile fallimento". Per la star l'unico modo per risolvere il problema è porre fine al traffico di denaro che sta dietro questo mercato. "Bisogna considerare la possibilità di legalizzare l'uso della droga, lasciando alle persone la decisione se sbagliare o meno, e trattandole più da pazienti e meno da criminali", ha spiegato ancora Pitt. La star qualche mese fa aveva rivelato di aver avuto parecchi problemi con le sostanze stupefacenti all'inizio degli anni Novanta.

Casta, 5 mln per i parcheggi Oltre 5 milioni di euro stanziati dalla Camera.


Casta, 5 mln per i parcheggi(vergognatevi)

Oltre 5 milioni di euro stanziati dalla Camera.


L'aula di Montecitorio sede della Camera dei deputati.

La Camera dei deputati ha deciso di riservare più parcheggi agli onorevoli.
Sono stati infatti stanziati 5.656.000 euro per «favorire la mobilità» dei parlamentari nei prossimi tre anni.
Lo ha segnalato il Messaggero, che ha pure riportato le spiegazioni di Montecitorio: «I deputati devono pur essere messi in condizione di andare a lavorare».
E i politici stessi hanno aggiunto che «dopotutto i mezzi pubblici a Roma non funzionano».
POSTI AUTO GRATUITI. A loro servirebbe dunque un parcheggio sempre a disposizione in piazza del Parlamento, riservato e gratuito.
Il provvedimento eviterebbe anche che gli onorevoli continuino a prendere multe per sosta selvaggia.
RIDURRE I TEMPI DI PERCORRENZA. Al suo interno si legge: «L'attività è diretta a favorire adeguati tempi di percorrenza dei vari tragitti verso la Camera per gli utenti delle sedi».
E l’incremento della disponibilità di posti migliorerebbe l'efficienza di utilizzo tramite una razionalizzazione degli spazi nelle aree interne a disposizione.
PREVISTI CONTATTI COL COMUNE. Finora i deputati hanno avuto a disposizione un parcheggio con una quarantina di posti in via della Missione e uno interrato e convenzionato a Villa Borghese, da cui viene organizzata una navetta per Montecitorio.
Potrebbero usare qualche posto pure su Piazza del Parlamento, ma si lamentano perché da qualche tempo lo occupano quelli del I municipio.
All’interno del documento si apprende che sono in programma ulteriori contatti con il comune della Capitale per «un aggiornamento delle intese relative alle problematiche della mobilità nel centro storico degli utenti delle sedi parlamentari».

Qualcuno fermi Sara - 1 - Video - 51813

Qualcuno fermi Sara - 1 - Video - 51813

Approvata la Carta d'intenti, la campagna per le primarie entra nel vivo


Approvata la Carta d'intenti, la campagna per le primarie entra nel vivo



Sabato scorso, a Roma, i leader di Pd, Psi e Sel - Pier Luigi Bersani, Riccardo Nencini e Nichi Vendola - hanno approvato la ‘Carta d’intenti ‘del centro-sinistra. La piattaforma programmatica del cartello elettorale progressista che, a meno di sorprese (si veda alla voce Matteo Renzi), si candiderà al governo del paese nella primavera del 2013. Tuttavia, non tutti hanno salutato positivamente la stesura del Manifesto medesimo. Proprio da Renzi l'attacco più sferzante.
Per l’outsider democratico, infatti, il documento appare “fin troppo generico", e "ciascuno lo riempirà di contenuti propri”. Critiche, poi, anche da Walter Veltroni. Motivo, l’assenza dal documento del riferimento al governo Monti: “C’era nel testo originario della Carta d’intenti (Monti, ndr) che doveva restare. L’attuale governo ha dato prestigio all’Italia e ha riformatrice che superano l’inerzia dei partiti”.
L’eliminazione dalla Carta del ringraziamento a Monti, evidentemente, rappresenta una sorta di pedaggio da corrispondere a Nichi Vendola. A chi nel corso di questi mesi, da sinistra, ha sempre giudicato negativamente le politiche economiche dell’esecutivo. E allora, nell’ottica di un'alleanza più di sinistra-centro che di centro-sinistra, l’accantonamento della figura del premier dal Manifesto programmatico non può che essere in re ipsa.
Ma quali, i principali impegni contenuti nella Carta? ‘Economia’ oltre la crisi, anzitutto. E ‘Lavoro’: “Ridisegnare il fisco alleggerendo il peso su lavoro e imprese e attingendo alla rendita dei grandi patrimoni”. E ancora, ‘Diritti’: riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Sul piano strettamente politico, invece, due gli aspetti di maggior rilievo: “La ricerca di un accordo di legislatura con le forze del centro moderato”. E, last but not the least, la cosiddetta ‘Clausola anti crisi’. Ovvero, ogni soggetto della coalizione sosterrà “in modo leale e per l’intero arco della legislatura l’azione del premier scelto con le primarie”. Un patto, insomma, affinché non si ripetano più gli episodi dell’autunno del 1998 e del gennaio del 2008, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi e drappelli di maggioranza lo fecero cadere.
Sulle regole delle consultazioni, invece, nuove indiscrezioni. Meglio, alcune conferme. Si terranno in due turni: domenica 25 novembre e il 2 dicembre, se nessuno dei candidati riuscirà a ottenere il 50% + 1 dei voti; l’iscrizione all’albo dei votanti sarà possibile dal 4 al 25 novembre e ai gazebo dove si vota; per partecipare, inoltre, necessario versare un obolo di almeno 2 euro. Ancora non chiara la quaestio relativa al voto al ballottaggio per chi non si reca al primo turno. Verranno ammesse delle deroghe, si vocifera. Deroghe, però, ancora non specificate.
Domenica, nel frattempo, Pier Luigi Bersani ha dato il via alla sua campagna elettorale. Dal suo paese natale, Bettola, in provincia di Piacenza. Con un comizio dalla pompa di Benzina che fu del padre ‘Pinu’. “Aggiustamento”, la sua parola d’ordine. In chiara antitesi con la rottamazione di derivazione renziana. Su Monti, Bersani ha giocato la carta dell’ironia: “Ogni mattina mi fanno un prelievo e mi misurano il tasso di montismo, ma il governo Monti l’abbiamo voluto noi, lo stiamo sostenendo, abbiamo promesso lealtà. Di questa esperienza manderemo avanti il meglio”, perché Monti “dovrà continuare a dare un contributo a questo paese”. Nell’ottica, però, di un’agenda Italia, e non Monti o Bersani: “Un’agenda che metta al centro il lavoro e l’attività economica”. Prossima tappa del tour al Cern di Ginevra, venerdì prossimo.
Infine, Veltroni. non si ricandiderà in Parlamento alle prossime politiche. L'ex segretario del Pd lo ha annunciato domenica sera nel corso di un'intervista rilasciata alla trasmissione di Fabio Fazio, Che Tempo Che Fa. "Rinunciare a fare il deputato non significa rinunciare a fare politica. Continuerò a impegnarmi in quello in cui ho sempre creduto, cioè l'impegno civile, la battaglia sui valori e sulla legalità", ha spiegato l'ex sindaco di Roma. Un’auto-rottamazione, per intenderci. Che sia la prima di una lunga serie?
"La mia disposizione è a non candidarmi", sono le parole di Massimo D'Alema. Che, però, aggiunge: "Semmai posso candidarmi, se il partito mi chiede di farlo". No, forse il passo indietro di Veltroni non sarà il primo di una lunga serie.

Fondi Campania, Gdf torna in Consiglio

Ai raggi X le spese, in particolare le indennità di missione



 NAPOLI, 16 OTT - Una quindicina di militari della Guardia di Finanza si sono recati stamattina nella sede del Consiglio regionale della Campania per acquisire documenti relativi all'inchiesta su presunte irregolarita' nella spesa delle somme erogate ai gruppi e ai consiglieri. A quanto si e' appreso, gli investigatori stanno acquisendo ricevute e giustificativi riguardanti anche un altro fronte di indagini, che e' quello delle indennita' di missione dei consiglieri.

Ryanair: indagato a Bergamo O'Leary


Ryanair: indagato a Bergamo O'Leary

Danno all'erario per 12 milioni



BERGAMO  - La procura di Bergamo ha iscritto nel registro degli indagati Michael O'Leary, amministratore delegato della compagnia aerea irlandese low cost Ryanair, e il suo braccio destro Juliusz Komorek: secondo il pm Maria Mocciaro avrebbero assunto a Dublino 220 dipendenti della compagnia, in realtà di stanza all'aeroporto bergamasco di Orio al Serio, assoggettandoli così alla tassazione irlandese, molto più bassa di quella italiana. La notizia è riportata oggi dal "Corriere della sera". Questo stratagemma avrebbe comportato un danno all'erario italiano di quasi 12 milioni di euro, stando ai calcoli di Inps e Direzione provinciale del lavoro che, a fine 2011, aveva segnalato proprio all'Inps presunte irregolarità nell'assunzione dei dipendenti della compagnia. Dal canto suo Ryanair ha sempre sostenuto di non dover pagare le tasse in Italia, perché i dipendenti operano a bordo degli aerei irlandesi e non svolgono dunque alcuna attività lavorativa in Italia. Per questo la compagnia irlandese ha disatteso la possibilità di regolarizzare la sua posizione nei 90 giorni a disposizione per pagare i contributi arretrati, estinguendo così il reato. Secondo la procura di Bergamo, invece, Ryanair fa firmare i contratti a Dublino, dove la tassazione degli stipendi è intorno al 12%, mentre in Italia è al 37%, anche se i lavoratori lavorano a tutti gli effetti nel nostro Paese, dove vivono: il domicilio entro un'ora dall'aeroporto è infatti uno dei requisiti per l'assunzione.

Legge di Stabilita', Taglio detrazioni da 2012

In testo finale arrivano 100 mln per gli esodati



Resta confermata l'applicazione retroattiva al 2012, ma con effetti di cassa nelle dichiarazioni del 2013, del taglio alle detrazioni e alle deduzioni fiscali. E' quanto prevede il testo definitivo del Ddl di Stabilità pubblicato dal governo sul proprio sito nel quale si conferma che le misure derogano allo Statuto del Contribuente.

Salta nella Legge Finanziaria la cosiddetta "tassa sugli invalidi". Nel testo definitivo non ci sono più tra le norme fiscali i due commi che prevedevano la tassabilità Irpef delle pensioni e delle indennità di invalidità richiamati anche nel comunicato ufficiale del Cdm di martedì scorso. Tassate invece le pensioni di guerra.

Salta anche la stretta inizialmente prevista sui dipendenti pubblici per i permessi per l'assistenza di parenti disabili (L.104). La norma,inizialmente prevista, non é nel testo definitivo del Governo. Prevedeva la riduzione del 50% della retribuzione per i 3 permessi mensili e nessuna agevolazione per i disabili diversi da coniuge-figli.

Arrivano 100 milioni per il 2013 in favore dei lavoratori 'esodati' che vengono messi sotto tutela. Le modalità di utilizzo del fondo saranno stabilite successivamente con un decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio di concerto con i ministero del Lavoro e dell'Economia.

Il governo dice no all'ipotesi di un rinvio dei tagli sulle detrazioni fiscali, che avrebbe disinnescato la mina della "retroattività" che tante critiche ha ricevuto negli ultimi giorni. La modifica, studiata dai tecnici ministeriali, avrebbe comportato la cancellazione del calo della seconda aliquota Irpef, quella che dal 27% scenderà al 26%, stravolgendo l'impianto generale della Legge di Stabilità. Per il governo, poi, la misura realizza poi una "falsa retroattività", perché ha effetti di cassa solo nel 2013. Il testo dovrebbe arrivare in nottata, o al massimo domani mattina al Quirinale. Poi la parola passa al Parlamento: le Camere se vorranno potranno modificare la norma ma dovranno trovare coperture per oltre un miliardo di euro. Modifiche, invece, arrivano su altri punti dall'elevato contenuto sociale: non ci sarà la streteta sui permessi dei dipendenti pubblici per assistere i familiari disabili e nemmeno la tassazione delle pensioni di invalidità (confermata invece l'applicazione dell'Irpef su quelle di guerra). La giornata è iniziata con una nuova raffica di richieste di modifica: l'Udc, con Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini, e il Pd con Francesco Boccia, hanno sollecitato una riscrittura della parte fiscale in modo da non colpire le famiglie; Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl in Senato, ha detto che "non ha senso" il calo dell'Irpef che poi viene mangiato dall'aumento dell'Iva; tutto il Terzo settore ha criticato l'aumento dell'Iva per le attività socio assistenziali, così come la tassazione delle pensioni di invalidità e di guerra e il taglio della retribuzione degli statali che usufruiscono dei permessi per assistere i genitori disabili. Anche il ministro del Lavoro, Elsa Fornero ha ammesso che ci sono cose nel capitolo Welfare che non "le piacciono".

Il ministro Vittorio Grilli, tuttavia, ha difeso la sua legge. "A regime - ha spiegato - con la nostra manovra sull'Irpef, rimettiamo 6 miliardi nelle tasche degli italiani e ne riprendiamo 1,2 attraverso la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni". In effetti la Relazione tecnica della Ragioneria generale che accompagna il testo conferma queste cifre. Ma il punto è che il taglio delle detrazioni colpisce per intero le famiglie e le fasce deboli mentre dell'alleggerimento dell'Irpef beneficiano soprattutto i redditi più alti. In continuità con le redistribuzione del reddito nazionale verso i ceti più alti perseguita dalle politiche economiche dell'ultimo decennio, e spesso evidenziata dalla Banca d'Italia. Un motivo che ha spinto il responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina, a dire che Grilli "difende l'indifendibile". Per tutta la giornata gli uffici del Tesoro hanno lavorato a rivedere il capitolo fiscale. Innanzi tutto salterebbero una norma a rischio incostituzionalità, segnalata dal Quirinale: il taglio allo stipendio degli dipendenti pubblici che usufruiscono del permesso per assistere i genitori disabili. Sulla retroattività in un primo momento si è lavorato alla sua eliminazione compensato però dalla rinuncia al taglio di una delle aliquote Irpef. Alla fine si è optato per mantenere il testo inalterato. Se i partiti vorranno tornarci su dovranno trovare loro le coperture. Le modifiche riguarderebbero sia il tetto di 3.000 euro per le detrazioni, sia la franchigia di 250 euro per detrazioni e deduzioni (che comunque non avrebbe toccato le spese sanitarie, le spese per le ristrutturazioni e quelle per gli interventi per il contenimento dei consumi energetici). Questo significa però trovare altre coperture perché, come ha spiegato Grilli - e in serata ribadito anche Palazzo Chigi - l'unica cosa che non si può modificare sono i saldi, in modo da raggiungere il pareggio di bilancio strutturale nel 2013.

campagna raccolta firme per l’acqua bene comune e diritto umano

campagna raccolta firme per l’acqua bene comune e diritto umano



oggi si tiene la giornata nazionale di raccolta delle firme on-line ( www.right2water.eu/it ) nell’ambito della campagna promossa da EPSU ( Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici ) a sostegno dell’Iniziativa dei Cittadini Europei ) per l’acqua bene comune e diritto umano.
La Funzione Pubblica CGIL è impegnata attivamente in detta campagna, in quanto componente EPSU ma anche in coerenze con le posizioni da sempre assunte e le battaglie condotte sulla materia.
Vi invitiamo, pertanto, ad assicurare la vostra firma on-line nella giornata odierna e di promuovere quella del maggior numero possibile di persone, senza escludere, naturalmente, i vostri contatti su facebook, affinché  risulti tangibile l’impegno della Puglia al monitoraggio che oggi sarà effettuato ( sul nostro sito è visionabile un apposito video ), a tal proposito la Funzione Pubblica Nazionale ha creato un apposito evento facebook che potete trovare al seguente link: https://www.facebook.com/events/481367085237366/.
L’impegno continuerà, comunque, nelle prossime settimane.

Niente soldi, suore si incatenano,Chiesa perche' non intervieni??non aiuti i poveri ??e gli emarginati??

Niente soldi, suore si incatenano

Istituti verso la chiusura per mancanza di fondi 



Assistono più di duemila persone, tra bambini e anziani. Ma i circa 40 istituti di assistenza e beneficenza di Napoli - sia cattolici che laici - rischiano la chiusura perché non hanno più soldi in cassa per pagare i dipendenti e provvedere alle primarie necessità e non ricevono da mesi quanto dovuto dagli enti locali.
Per questo suore, operatori, mamme e bambini da diverse ore stanno protestando dinanzi al portone di Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli.
Alcune suore hanno deciso di incatenarsi ad un palo della pubblica illuminazione. "Siamo allo stremo - dice Lucio Pirillo, presidente dell'Uneba, l'associazione degli istituti di beneficenza ed assistenza - si va verso la chiusura. Gli istituti non hanno più un soldo in cassa ma vantano un credito di circa 40 milioni di euro". Anni di rette arretrate che hanno messo i gestori in seria difficoltà.
Finora per andare avanti, in alcuni istituiti religiosi, le congregazioni hanno messo mano ai propri beni mentre alcune suore anziane hanno deciso di mettere a disposizione le loro pensioni. "Occorre una risposta urgente, con un piano definito di rientro da attuare senza alcun rinvio", aggiunge Pirillo.
L'obiettivo è scongiurare la chiusura, con il rischio concreto che migliaia di ragazzi finiscano per strada ma anche che centinaia di addetti perdano il loro posto di lavoro.

L’autunno delle donne tradite dalle rivolte arabe


L’autunno delle donne tradite dalle rivolte arabe




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Con la primavera araba e la caduta di alcuni regimi dittatoriali i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa si trovano alle prese con una difficile transizione verso la democrazia. Un processo che per avere successo passa attraverso il rispetto dei diritti delle donne. Uno studio commissionato dal Parlamento europeo indica in quale modo la Ue possa favorire il rispetto della diversità di genere nei governi nascenti. Non è facile se teniamo conto che la presenza marginale delle donne nella politica e nella vita pubblica durante i regimi dittatoriali può tramutarsi in una totale esclusione nei governi di impronta islamica. Come attuare, dunque, il rispetto delle pari opportunità nei Paesi arabi dove la religione ha un ruolo predominante?

Le autrici dello studio, tutte accademiche tra cui spicca l’italiana Roberta Aluffi dell’Università di Torino, mettono in chiaro sin dalle prime pagine il grande paradosso: le donne sono agenti attivi dei processi rivoluzionari ma una volta che la rivoluzione è finita vengono messe ai margini ed escluse dal processo decisionale. (nella foto alcune manifestanti puliscono piazza Tahrir durante la rivolta contro il regime)
La democrazia trascina dunque con sé, nel contesto islamico, le grandi domande legate all’uguaglianza: per le donne e le minoranze etnico-religiose, che spesso sono discriminate. Ciò avviene perché democrazia significa soluzione del conflitto fra maggioranza e minoranza: non trattare nello stesso modo, sul piano giuridico e politico, maggioranza e minoranza, in qualunque contesto storico-culturale,significa impedire la realizzazione stessa della democrazia. Il ruolo dell’Unione Europea è quello di porre l’attenzione sul rispetto dei trattati internazionali che devono essere in qualche modo bilanciati con i precetti dell’Islam, ma anche di dare voce alle donne che hanno un’interpretazione femminista della religione musulmana. “Moltissime magrebine — si legge nello studio — si meritano di essere incoraggiate e ascoltate in Occidente e in altri Paesi della regione”. Oltre a questo sono raccomandate politiche per promuovere la consapevolezza dei diritti di genere tra le categorie professionali più coinvolte come gli avvocati, i funzionari governativi e i poliziotti. E ovviamente è necessaria una campagna di informazione tra i ragazzi e le ragazze sui diritti umani.
Un altro tema fondamentale è quello della violenza contro le cittadine dei Paesi della primavera araba. In tutta la regione si sono registrati stupri e atti di ostilità commessi dalle milizie, dai soldati, dalla polizia e talvolta anche dai dimostranti.Chi può dimenticare l’immagine della ragazza egiziana spogliata a forza da un soldato in piazza Tahrir e lasciata a terra coperta solo da un reggiseno blu? La giustizia transizionale dovrebbe occuparsi di questo tema, facendo passare il messaggio che la violenza di genere non è più accettabile né tollerabile. La Ue, dal canto suo, può «incoraggiare e monitorare ogni azione che dia supporto psicologico e aiuto alle vittime, oltre a provvedere a un regolare finanziamento di questo approccio»
Insomma, la parola d’ordine è cooperazione: cercare di capire l’Islam politico, incontrare la società civile, le Ong e le organizzazioni locali per instaurare un dialogo critico sul tema dell’uguaglianza di genere. E, come sempre, dare il buon esempio: cioè assicurarsi che le delegazioni dell’Unione Europea in visita nei Paesi in transizione siano composte anche da donne e siano in grado di sottolineare l’importanza del tema a tutti gli incontri di alto livello politico.

D’Alema,il solito furbetto,: «Torno solo se me lo chiede il partito»..spero che il mio partito si svegli e dica no!!!!basta!!!


D’Alema,il solito furbetto,: «Torno solo
se me lo chiede il partito»



Napoli - «La mia disposizione è a non candidarmi. Semmai posso candidarmi se il partito mi chiede di farlo». Lo ha detto l’esponente del Pd Massimo D’Alema intervenendo a Napoli a margine della presentazione del libro di Enrico Morando.
«È giusto il ricambio, e sarà promosso largamente, è il Pd che deve decidere se ci sono personalità che è opportuno che restino, derogando al regolamento» ha detto D’Alema rispondendo alle domande dei giornalisti sulla possibilità che si ricandidi alle prossime Politiche. «In un Parlamento - ha aggiunto - dove torneranno Berlusconi, Dell’Utri e Cicchitto, pensare che il rinnovamento consista nell’eliminare il gruppo dirigente del Pd è una visione un pò faziosa».
«Le ragioni del mio impegno politico sono rafforzate dal sostegno e dalla solidarietà di centinaia di intellettuali, sindaci e accademici» ha sottolineato D’Alema commentando l’appello pubblicato oggi per una sua ricandidatura. «Che poi l’impegno politico - ha aggiunto l’esponente del Pd - debba manifestarsi con la candidatura o meno, è un problema che vedremo».
A D’Alema viene ricordata la richiesta di Rosi Bindi di una presa di posizione del partito sugli attacchi di Renzi: «Assolutamente no - è stata la risposta - non è il partito, ma gli elettori che ci difendono. Come vedete - ha sottolineato - io sono stato difeso dagli attacchi di Renzi dai sindaci, dai rettori e dagli elettori: sono loro che mi difendono»
NB.si dice che delle 600 firme che sono state raccolte per la sua riconferma ,molte sono false