giovedì 21 febbraio 2013

Scandalo della carne, la selva dei mattatoi italiani


Scandalo della carne, la selva dei mattatoi italiani

Macelli sequestrati e veterinari collusi. Nonostante il rispetto delle normative Ue, le falle del sistema abbondano

Sulla carta, tutto fila liscio: nei 27 Paesi europei i macelli rispettano il regolamento Ce 853/2004 sulle norme comuni di igiene e sicurezza delle bestie e di (eventuali) alimenti ricavati. Anche i piccoli mattatoi, pena la chiusura, dal 2010 si sono dovuti adeguare ai requisiti del “pacchetto igiene” Ue, per ricevere il bollo obbligatorio Ce.
Nella pratica, come sempre, la situazione è molto più critica. Le falle nel sistema abbondano, soprattutto da quando, con lo smantellamento dei macelli pubblici, il settore è finito per il 90% in mano alla galassia dei privati e la carne ha iniziato a sfuggire alla supervisione dei Comuni.
La globalizzazione, poi, ha fatto il resto e, con il via vai di container da un Paese all'altro, il controllo della carne è diventato, come dimostra l'ultimo scandalo dei surgelati, sempre più impalpabile.
FRODE O CONTAMINAZIONE. Finora non c'è prova che la carne di cavallo finita nelle lasagne precotte sia frutto di illeciti negli impianti di macellazione. Potrebbe trattarsi di frode alimentare nella commercializzazione di carne sana e non di carne contaminata immessa sul mercato con controlli blandi.
Tuttavia, è un dato di fatto che non esistano, dai tempi della mucca pazza, mappe e numeri accorpati dei macelli nei diversi Paesi europei. Lo stesso dipartimento Ue per la Salute dei consumatori ha ammesso una «stima approssimativa di 14 mila macelli approvati, solo nel settore di carne rossa, basata sulle liste nazionali dei singoli stabilimenti».
LA SELVA DEI MATTATOI. Come ha ricostruito Lettera43.it, a detta degli stessi esperti, la realtà resta disomogenea. In alcuni Paesi, come l'Italia, la scoperta di mattatoi illegali è più frequente e non di rado legata alle mafie locali e alla criminalità dell'Est. In altri, soprattutto al Nord Europa, prevalgono gli stabilimenti di grandi dimensioni e gli illeciti sono minori.

Macelli sequestrati e veterinari collusi: l'Italia non brilla nella Ue

Responsabile di certificare la salute degli animali, in ogni macello, è il veterinario delle strutture sanitarie (in Italia le Asl), che appone la bollatura su ogni pezzo di carcassa esaminata.
Solo nel 2012, tuttavia, nei palazzi di Bruxelles si parlava di introdurre nei mattatoi personale ausiliario al posto dei medici ufficiali.
La Commissione bocciò la proposta e i controlli nei singoli Paesi sono rimasti appannaggio di professionisti in grado di accertare se le bestie da abbattere abbiano subito, in passato, trattamenti con farmaci e sostanze dannose.
Tuttavia, questo sistema capillare è tutt'altro che infallibile. Solo in Italia, nel 2012, in Puglia è stata scoperta la collusione di cinque macelli e 13 veterinari, in un giro di carcasse di piccola e media taglia (polli, pecore e maiali in particolare) da animali pronti all'abbattimento per zoonosi e diossina, destinate invece alla produzione di grassi e farine.
CAVALLI DOPATI. Un anno prima, in Emilia Romagna, l'inchiesta “East Horses” del Corpo forestale smascherò 655 passaporti equini falsi dall'Ungheria e dalla Romania, in due mattatoi della Regione, per centinaia di cavalli da corsa, in realtà italiani, destinati alla macellazione dopo essere stati sottoposti per anni a trattamenti sanitari particolari (talvolta anche dopanti), vietati per l'alimentazione umana.
Il business, bloccato dalle autorità, avrebbe fruttato guadagni illeciti per 20 milioni di euro e tra i denunciati ci furono sette veterinari pubblici e privati compiacenti, di sei province del Centro e Nord Italia. Mentre a Trani, sempre nel 2011, fu scoperto dalla guardia di finanza un mattatoio completamente abusivo con 300 chili di carne di cavallo.
ILLEGALITÀ DIFFUSA. Non sono i livelli di illegalità diffusa di Paesi dell'Est come la Romania, dove pare vengano inviati - a fine carriera - i cavalli di diverse nazioni per la macellazione.
Ma certo si tratta di scandali meno circoscritti di quelli, per esempio, scoperti negli ultimi anni in Francia o in Germania: mattatoi casalinghi di pecore o agnelli, messi in piedi con l'aiuto di qualche veterinario nelle piccole aziende agricole, o da qualche comunità di immigrati.
Per Primo Mastrantoni, segretario generale dell'Aduc, l'Associazione per i diritti dei consumatori, «il pericolo si annida soprattutto nei piccoli macelli». I commercianti dichiarano che l'animale non è stato trattato, si chiude un occhio e la carne poi si perde nel circuito. «Altre frodi», ricorda Mastrantoni a Lettera43.it, «possono avvenire durante la commercializzazione. Di certo, i dati sui macelli europei sono frammentati. Le ultime indagini risalgono a più di 10 anni fa e tutto, nel frattempo, può essere cambiato».

Nel nostro Paese oltre il 70% dei capi viene macellato al Nord

Nel 2000, furono proprio l'Aduc e la rete sindacale Cgil-Cisl e Uil a rilevare che, in Italia, su circa 2.200 mattatoi, solo 330 potevano fregiarsi del bollo Ue, con standard su condizioni igieniche e controlli veterinari. «L'industria della macellazione bovina si presenta ancora polverizzata, tecnicamente e tecnologicamente arretrata», concludeva lo studio, precisando che al conto andavano aggiunti circa 700 impianti di altre specie animali.
Con il rinfocolare dell'allarme sul morbo della mucca pazza (Bse), gli esperti notavano come, «nonostante una progressiva diminuzione degli impianti» (nel 1993 oltre 6 mila), accorpati in strutture di maggiori dimensioni, «l'Italia non fosse ancora ai livelli degli altri Paesi europei».
FANALINO DI CODA IN UE. Solo il 15% del totale presentava il bollo, mentre la Spagna era al 38%, la Francia al 77% e Olanda, Germania e Danimarca, per lo più con impianti medio-grandi, sfioravano il 100%. In prospettiva, se l'Italia si fosse adeguata al modello francese «sarebbero bastati 244 macelli» e «soltanto 40 seguendo l'esempio dei Paesi Bassi».
Da allora, risalire ai numeri aggiornati è pressoché impossibile, anche se il bollo è diventato obbligatorio. Allo stesso dipartimento Ue per la Salute dei consumatori, contattato daLettera43.it, si fa riferimento ai numeri nazionali delle singole filiere - dal manzo al pollo, dal maiale alla selvaggina - e non a una banca dati centrale di macelli e veterinari incaricati.
EFSA: CONTROLLI INADEGUATI. Lo stesso meccanismo settoriale è impiegato per i controlli. Tanto che, nel 2012, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), sulla base di ispezioni a tappeto negli allevamenti e nei macelli di pollame, denunciò, a livello europeo, una rete di controlli e di tutele igieniche ancora inadeguate, per «batteri e possibili contaminazioni alimentari» nel comparto dei volatili.
Di certo, si sa che in Italia oltre il 70% dei capi viene macellato al Nord, tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, dove si trovano anche i maggiori impianti di macellazione industriale.
In Germania - dove pure scandali da diossina e carenza di controlli nella filiera alimentare non mancano - i quattro maggiori macelli suini controllano circa l'80% dei mercato e il Paese è al primo posto in Europa per produzione di carne maiale e al secondo per carne bovina.
ETICHETTATURA PARZIALE. L'accorpamento, nonostante tutto, è garanzia di maggiore individuazione delle frodi. Per Alessandro Mostaccio, responsabile del settore alimentazione del Movimento consumatori, il nodo sulla trasparenza nei macelli europei non è di facile risoluzione, purtroppo, «perché pone problematiche giuridiche, biologiche e produttive diverse da Paese a Paese».
All'obbligo di etichettatura (cioè alla tracciabilità) delle carni fresche nell'Ue, in fondo, si è arrivati solo nel 2011, «ed è stato necessario lo scandalo della mucca pazza», ha ricordato Mostaccio a Lettera43.it.
Ma dall'elenco sono ancora esclusi coniglio e cavallo, oltre a vari derivati. E il miraggio dei consumatori è arrivare, un giorno, a un «sistema integrato di sicurezza alimentare».

Mercoledì, 20 Febbraio 2013

Una vera opposizione, contro l’euro-fascismo di Monti


Una vera opposizione, contro l’euro-fascismo di Monti


La differenza tra destra e sinistra è l’unica cosa in cui possiamo ancora credere. Destra e sinistra oggi sono più vive che mai e si vede benissimo. La destra, in questo momento, significa Europa, Monti, banche e messa in ordine dei conti. Uno schieramento che domina perché ha il controllo dei media. La sinistra, invece, significa più politica sociale, meno disuguaglianze, sostegno ai diritti civili e una patrimoniale seria. Il patto con la Svizzera per il rientro dei capitali, noi non l’abbiamo fatto. L’hanno fatto Inghilterra e Francia, tassandoli al 20 per cento. La destra ha una natura darwiniana e razzista: vuole usare le differenze naturali per lo sviluppo. La sinistra vuole correggere le differenze naturali in modo che tutti possano competere cominciando dallo stesso livello. La situazione è tale che in virtù del ‘voto utile’ Bersani incastra persino Vendola, facendogli balenare, con estremo cinismo, l’idea delle nozze gay.
Bersani si appresta ad allearsi con Monti, Casini e Fini. E lo dice perfino: anche se avessimo il 51 per cento dei voti, cercheremmo l’alleanza con loro. Gianni VattimoOltretutto è quello che ha votato tutti i provvedimenti del governo Monti. Ha continuato a dire che la legge Fornero va bene così. Cosa pretende? Questa non è sinistra. L’unica speranza sarebbe un’affermazione di Ingroia tanto grande da convincerlo a stare da quest’altra parte. Purtroppo è un’ipotesi poco verosimile. C’è chi sostiene che Vendola sposterà Bersani a sinistra. E’ vero semmai il contrario: è Bersani che tira Vendola al centro. Mi aspetto un crollo di consenso per lui. Contro montismo, bersanismo e napolitanismo i più vicini a Rivoluzione Civile, tra tutti, sono in questo momento i grillini. Loro, però, vogliono godersi la loro verginità politica.
Non sono proprio di sinistra i grillini? Ma per sbattere le cose in faccia a Bersani vanno bene. La speranza possibile della sinistra è che si costituisca un grande movimento di opposizione. Negli anni ‘50 e ‘60 la Dc non ha mai compiuto le porcate di Berlusconi, perché c’era un partito comunista che la limitava. Se si va avanti con l’agenda Monti, temo non regga il tessuto sociale. Sono molto preoccupato di quanto può succedere. Economisti come Gallino, che condannano l’agenda Monti e poi annunciano di votare per Sel, Matteo Renzidovrebbero tenerne conto. Lui, che è tra i promotori di “Cambiare si può”, dovrebbe sapere quale rischio si corre tenendo bordone a Bersani.
In questa situazione internazionale bancaria ed europea, grandi aspettative che un governo di sinistra possa fare qualcosa di serio non ce ne sono. Se la sinistra estrema andasse al potere metterebbe in atto la patrimoniale. Ma riusciremmo davvero a farla? Oggi la rivoluzione francese sarebbe impossibile: a salvare Luigi XVI interverrebbe la Nato. Il capitalismo può essere estremizzato, come nel caso di Monti e delle banche, e trasformarsi così in fascismo, in governo di destra. Oppure può essere un capitalismo morbido, come quello che Bersani e Renzi ci propongono, in cui ci sono un po’ più di soldi per università e stato sociale: non so però fino a che punto potrà essere realizzabile. Se restiamo nell’ambito del sistema bancario internazionale, dei vincoli europei, pagando il debito, non so se ce la faremo. Guardiamo a quanto succede in Grecia, di cui parliamo troppo poco: tutti i giorni là c’è uno sciopero generale. L’Italia o si adatta a diventare una terra di sfruttamento, una specie di colonia, oppure vivrà un capitalismo ‘dal volto umano’.
Questa prospettiva, tuttavia, è difficile da immaginare stando l’ordine mondiale così com’è. Il debito: come facciamo a pagarlo? Come rispettare le norme dell’agenda Monti, senza sputare sangue nei prossimi dieci anni? Non esiste un’alternativa rivoluzionaria al riformismo. Questo è il problema. La sinistra deve inventare una forma di opposizione dura e robusta per limitare i danni di questi governi euro-bancari. In Europa, ad esempio, si potrebbe tentare con Hollande e con la Spagna la trasformazione della Bce in una banca come la Federal Reserve. Immagino in ogni caso una situazione di lungo conflitto sociale o perché non si riesce a fare la maggioranza governativa o perché si riesce a farla con le forze cosiddette europeiste, quindi reazionarie, conservatrici e bancarie. Davvero occorre prepararsi alla resistenza. No Tav è un esempio: lì c’è un’iniziativa antieconomica, Mario Montiantipopolare. E’ qualcosa che continuano a volere imporre dall’alto ed è un banco di prova dell’attuale capitalismo di rapina.
Tutta l’insistenza di Monti sul fatto che ci ha salvati dal baratro è una retorica terroristica. La discesa dello spread vantata da Monti ha provocato un aumento dei disoccupati: 100 mila nuovi disoccupati nell’anno del suo esecutivo sono frutto della sua politica. Ci ha salvati, da cosa? Altro che discontinuità con le politiche precedenti. Monti ha fatto quella politica che Berlusconi non ha avuto il coraggio di fare. Tanto è vero che il Pdl ha approvato senza alcun problema tutte le sue iniziative. A sinistra abbiamo recalcitrato, ma poi abbiamo accettato lo stesso. La domanda è: perché non siamo andati a votare subito dopo la caduta diBerlusconi? Avremmo risparmiato tempo e fiato. Cosa ci abbiamo guadagnato a sospendere la democrazia e ad aumentare i disoccupati? Tutto questo solo per l’immagine internazionale dell’Italia che è costruita da quegli stessi media che, se lo volessero, potrebbero cambiarla.
(Gianni Vattimo, dichiarazioni rilasciate a Rossella Guadagnini per l’intervista “Elezioni, Vattimo: un voto di resistenza antimontiana”, pubblicata da “Micromega” il 18 febbraio 2013).

Sos futuro: serve un’economia sociale e democratica


Sos futuro: serve un’economia sociale e democratica


Inutile negare che l’economia sia un potente motore dell’umanità, come comunità sociale: ma il problema è che, oggi, proprio l’economia è diventata il grande tabù della politica. «L’economia non può essere un vincolo per la politica, se contemporaneamente la politica non lo è per l’economia», sostiene Enrico Guglielminetti, direttore della rivista “Spazio filosofico”. «Se – come osserviamo – sempre più spesso l’economia prevarica sulla politica, l’alternativa non sta semplicemente in un ristabilimento dei confini reciproci, ma in forme diverse, e questa volta virtuose, di contaminazione». Ovvero: «L’economia deve farsi politica e la politica economia». Attenzione: «Non nel senso che i banchieri debbano governare gli Stati», cosa che peraltro avviene oggi, dalle parti dell’Eurozona, «ma nel senso che il capitalismo dovrebbe imboccare con decisione la propria fase sociale di sviluppo».
«Così come la seconda metà del Novecento è stata l’epoca della costruzione del welfare, grazie alla collaborazione traeconomia e politica – continua Paul KrugmanGuglielminetti – così oggi le forme dell’attività economica dovrebbero assumere il momento politico democratico come costitutivo della propria ragion d’essere». Esattamente il contrario di quanto avvenuto finora, per gradi, anche in Italia, col paese – come altri, nell’infelice Unione Europea – ridotto ormai al lumicino e messo alla frusta da grigi “contabili” della cosiddetta crisi. “Spazio filosofico” non lo esplicita, ma è evidente che – come predicato dai teorici della sovranità monetaria, in primis Warren Mosler, ma anche un altro americano come Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia – solo la restituzione di sovranità vitale allafinanza pubblica può far diventare “politica” l’economia, ed “economica” – in senso democratico – la politica. Lo afferma anche un sociologo impegnato come Luciano Gallino: si esce dalla crisi occupazionale solo mettendo lo Stato nelle condizioni di investire direttamente sul lavoro, specie dei giovani.
«La sostenibilità politica, e più generalmente sociale – aggiunge Guglielminetti su “Spazio Filosofico” – dovrebbe diventare il primo requisito di ogni attività economica, una sorta di tabù, così come la sostenibilità economica è ormai un tabù per la politica». Politica ed economia dovrebbero insomma “tabuizzarsi” a vicenda. «Questo reciproco tabù – conclude Guglielminetti – rappresenterebbe per così dire un vincolo costituzionale condiviso, che consentirebbe alle “parti” della politica e dell’economia di affrontarsi in una dialettica aspra ma corretta, che affondi le proprie radici nel riconoscimento reciproco». Prendano nota, i sostenitori del Fiscal Compact e del pareggio di bilancio – cioè, in pratica, l’intero Parlamento uscente: il “vincolo costituzionale condiviso” non può essere la brutale amputazione dello Stato e il suo potere di spesa pubblica per i cittadini, ma l’impegno a scrollarsi di dosso quella che oggi viene definita la “dittatura” della finanza, l’arma letale dell’economia privata, quella dei grandi monopoli, socialmente irresponsabile fino al massimo livello criminale, da Lehman Brothers al martirio della Grecia.

Totti festeggiato a Trigoria «In 20 anni alla Roma è la cosa più bella»


Francesco Totti

Totti festeggiato a Trigoria
«In 20 anni alla Roma è la cosa più bella»

ROMA - Applausi scroscianti, cartelli giallorossi con la scritta sei unico, persino il lancio del riso. Il matrimonio tra Francesco Totti e la Roma è una delle certezze che da 20 anni fanno ormai parte del calcio italiano.Un rapporto, quello del numero 10 con i colori giallorossi, che questa mattina i dipendenti di Trigoria hanno voluto festeggiare dopo lo splendido gol realizzato dal capitano alla Juventus.

Accompagnato dal responsabile organizzativo della Roma, Maurizio Cenci, nel piazzale davanti al ristorante del centro sportivo Totti si è ritrovato "accerchiato" da chi quotidianamente lavora a Trigoria. La sorpresa, immortalate dalle telecamere di Roma Channel, ha visibilmente emozionato l'attaccante («così mi fate vergognare») che ha poi ammesso come «in vent'anni che sono alla Roma, è la cosa più bella che è successa qui a Trigoria. Però non finisce qui. Adesso allora ne devo fare un altro».

Con un altro gol. Totti toccherà quota 225 reti in Serie A, eguagliando il record di Gunnar Nordahl, secondo giocatore più prolifico nella storia del campionato italiano alle spalle di Silvio Piola.

Corruzione, la Corte dei Conti: «In Lombardia più grave di Tangentopoli»


Corruzione, la Corte dei Conti: 
«In Lombardia più grave di Tangentopoli»


MILANO - «Nel corso del 2012 l'azione della Procura ha riscontrato una serie sconcertante di fenomeni corruttivi e concussivi nella pubblica amministrazione». Lo ha detto Antonio Caruso, procuratore regionale della Corte dei conti all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2013. «La piaga della corruzione - ha detto - ben più grave rispetto a 20 anni fa, si è ormai annidata nel profondo del tessuto sociale e costituisce una intollerabile distorsione del sistema». 

«La corruzione -dice Roberto Formigoni, governatore lombardo, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2013 della Corte dei conti stamane a Milano- riguarda tutta Italia, riguarda il campo della finanza, riguarda le banche, i più grossi scandali sono nelle banche. Pensiamo al Monte dei Paschi di Siena, che è una banca pubblica che avrebbe pagato 2 miliardi di euro di tangente. Riguarda il mondo dell'economia, riguarda lo stesso mondo della magistratura e delle forze dell'ordine, riguarda certamente il mondo della politica. Occorre che il paese compia una riflessione su se stesso e abbia uno scatto di responsabilità. Dopodichè io invito sempre, nel riconoscimento di questi fenomeni che ci sono, a distinguere quando si tratta di ipotesi e quando si tratta di certezze. Quando ci sono indagini in corso sono soltanto delle ipotesi e abbiamo visto molto stesso che indagini in corso approdano a sentenze assolutorio nei confronti delle persone».

Il professore è alla frutta,Bersani, gaffe di Monti sulla Merkel Schulz agli italiani: 'Non votate Berlusconi' Smentita di Berlino alle parole di Monti sui timori della Merkel per una vittoria del Pd. Bersani: 'Una gaffe


Bersani, gaffe di Monti sulla Merkel Schulz agli italiani: 'Non votate Berlusconi'

Smentita di Berlino alle parole di Monti sui timori della Merkel per una vittoria del Pd. Bersani: 'Una gaffe


Martin Schulz e Silvio Berlusconi

Il presidente del parlamento Europeo, Martin Schulz, ha messo in guardia gli italiani dal votare nuovamente per Silvio Berlusconi. L'ex premier ha "già mandato una volta l'Italia in fondo al baratro con un'azione di governo irresponsabile", e difendendo interessi personali, ha detto il politico tedesco intervistato dal tabloid Bild.
Per Schulz nelle elezioni di domenica e lunedì "molto è in gioco, anche il fatto di non perdere la fiducia" che il Paese ha acquisito con l'attuale capo del governo Mario Monti. "Ho grande fiducia - ha concluso il presidente - negli elettori e nelle elettrici italiane, faranno la scelta migliore per il loro Paese".
BERSANI, DA MONTI GAFFE, IMPOSSIBILE INIZIATIVA MERKEL -"Mi è dispiaciuto, mi è sembrata più una gaffe del Professore che un'iniziativa della Merkel: i governi europei si rispettano reciprocamente, un intervento del genere della Merkel è impensabile". Così Pier Luigi Bersani, a Radio 2, commenta il caso Monti-Merkel. "Sono stato in Germania e non ho visto nessun problema", aggiunge.
MONTI, NON MI SERVE LA BENEDIZIONE DELLA MERKEL - "Né a me né a Bersani serve la benedizione della Merkel", puntualizza il presidente del Consiglio Mario Monti a 'Corriere.tv' dopo le sue parole di ieri e la smentita di Berlino. "So bene che lei non interferisce nelle elezioni italiane né in quelle di altri Paesi. Non solo non è vero ma non è neanche verosimile - sottolinea il premier tornando sulle polemiche di ieri - per questo ho voluto smentire ciò che ha detto Berlusconi, cioé che io avrei fatto un accordo con Bersani con la 'benedizione della Merkel'".

Mario Monti smentisce "che ci sia una conversazione o un accordo tra me e il Pd in vista di un accordo. E' falso. Come è falso che la signora Merkel sia minimamente coinvolta. Proteggo la signora dall'arbitrario coinvolgimento nelle elezioni italiani che Berlusconi le attribuisce", puntualizza Monti. "E poi, Berlusconi e Merkel appartengono alla stessa famiglia, quella del Ppe: non si vede perché lei dovrebbe appoggiare il Pd. Non è vero né verosimile".
LA DICHIARAZIONE SULLA MERKEL E LA SMENTITA DI BERLINO - Bersani alla guida del governo? Si',da ministro e' stato bravo, ma da premier va 'testato''; e poi non lo vuole nemmeno la cancelliera Merkel. L'affondo di Mario Monti ieri ha tirato in ballo nella campagna elettorale italiana il capo del governo tedesco, senza il suo consenso, tanto che il suo portavoce ha smentito ''ingerenze''. Ma le parole di Monti hanno fatto emergere anche il peso che le elezioni italiane avranno sugli equilibri continentali e nel determinare le politiche economiche dell'Ue.
In mattinata, parlando a Radio Rai, Monti aveva espresso apprezzamento verso il segretario del Pd, messo a paragone di Berlusconi. ''Berlusconi ha fatto tante promesse - ha detto Monti - che dice di aver mantenuto, ma gli italiani sanno che non e' cosi'. Bersani credo che possa governare molto bene, ma al di la' dei ministeri che ha retto in passato, anche lui non e' comprovato e dovra' essere comprovato come presidente de lConsiglio''. Gli apprezzamenti su come Bersani ha operato da ministro dello Sviluppo hanno spinto Monti, successivamente, a chiarire che tali espressioni non erano ''ne' una dichiarazione di alleanza ne' di dialogo in vista di alleanze, ne' endorsement o benedizioni di cui Bersani non ha bisogno da parte mia''. Insomma su eventuali alleanze post elettorali vale il principio di sempre, e cioe' che esse potranno eventualmente nascere solo su ''programmi'' riformisti.

Si Vede che i professore non capisce nulla del sociale,lui sa solo di chi guadagna € 1.000.000,00 in su!!Monti: 'Temo successo Grillo, sarebbe colpa dei partiti'


Monti: 'Temo successo Grillo, sarebbe colpa dei partiti'

'Se avessero fatto una riforma elettorale decente le piazze del Movimento 5 Stelle sarebbero meno piene'


Mario Monti

E' il successo di "Grillo" il maggior tema di preoccupazione per Mario Monti. Tuttavia, spiega, "il fenomeno Grillo merita tutta la nostra attenzione e capisco che i titolari dei partiti tradizionali possano sentirsi a disagio e hanno ragione: ma se avessero fatto una riforma elettorale decente le piazze di Grillo sarebebro meno piene".
"Considero molto preoccupante una vittoria di Berlusconi per quel che rappresenterebbe come tolleranza degli italiani verso una vita pubblica non rigorosa, non seria e poco credibile", aggiunge il premier a 'Corriere tv'. "I comportamenti privati di Berlusconi non li giudico. Tanti elettori del Pdl troveranno che la nostra proposta è quella più simile, ma tolto il capitello imbarazzante".
"Auguro a Oscar Giannino che non perda neanche un voto, anche se dovrei augurargli il contrario visto che i voti che escono da lì non possono andare ad altri che a noi. In ogni caso, i voti di Giannino non vanno a Berlusconi", afferma Monti. "La mia simpatia umana, intellettuale e politica per lui - dice - è aumentata dopo questa sventura. E mi auguro che questa disavventura, che pure non prendo troppo alla leggera, non gli porti via dei voti".
"Né a me né a Bersani serve la benedizione della Merkel", puntualizza il presidente del Consiglio Mario Monti a 'Corriere.tv' dopo le sue parole di ieri e la smentita di Berlino. "So bene che lei non interferisce nelle elezioni italiane né in quelle di altri Paesi. Non solo non è vero ma non è neanche verosimile - sottolinea il premier tornando sulle polemiche di ieri - per questo ho voluto smentire ciò che ha detto Berlusconi, cioé che io avrei fatto un accordo con Bersani con la 'benedizione della Merkel'".
Mario Monti smentisce "che ci sia una conversazione o un accordo tra me e il Pd in vista di un accordo. E' falso. Come è falso che la signora Merkel sia minimamente coinvolta. Proteggo la signora dall'arbitrario coinvolgimento nelle elezioni italiani che Berlusconi le attribuisce", puntualizza Monti. "E poi, Berlusconi e Merkel appartengono alla stessa famiglia, quella del Ppe: non si vede perché lei dovrebbe appoggiare il Pd. Non è vero né verosimile".
LA DICHIARAZIONE SULLA MERKEL E LA SMENTITA DI BERLINO - Bersani alla guida del governo? Si',da ministro e' stato bravo, ma da premier va 'testato''; e poi non lo vuole nemmeno la cancelliera Merkel. L'affondo di Mario Monti ieri ha tirato in ballo nella campagna elettorale italiana il capo del governo tedesco, senza il suo consenso, tanto che il suo portavoce ha smentito ''ingerenze''. Ma le parole di Monti hanno fatto emergere anche il peso che le elezioni italiane avranno sugli equilibri continentali e nel determinare le politiche economiche dell'Ue.
In mattinata, parlando a Radio Rai, Monti aveva espresso apprezzamento verso il segretario del Pd, messo a paragone di Berlusconi. ''Berlusconi ha fatto tante promesse - ha detto Monti - che dice di aver mantenuto, ma gli italiani sanno che non e' cosi'. Bersani credo che possa governare molto bene, ma al di la' dei ministeri che ha retto in passato, anche lui non e' comprovato e dovra' essere comprovato come presidente de lConsiglio''. Gli apprezzamenti su come Bersani ha operato da ministro dello Sviluppo hanno spinto Monti, successivamente, a chiarire che tali espressioni non erano ''ne' una dichiarazione di alleanza ne' di dialogo in vista di alleanze, ne' endorsement o benedizioni di cui Bersani non ha bisogno da parte mia''. Insomma su eventuali alleanze post elettorali vale il principio di sempre, e cioe' che esse potranno eventualmente nascere solo su ''programmi'' riformisti.
Poi Monti ha tirato per la giacchetta Frau Merkel, dicendo che la Cancelliera ''teme l'affermarsi di partiti di sinistra'' e che ''non ha nessuna voglia di vedere arrivare il Pd al governo''. Ovviamente la cosa non e' piaciuta in casa Democratica: ''Non so se e' un problema della Merkel o di Monti, non l'ho capito'', ha risposto secco Pier Luigi Bersani. Poi Monti ha spiegato che il suo ragionamento era una risposta all'affermazione di Berlusconi secondo il quale c'e'gia' una intesa tra lui e Pd e che questa e' ''benedetta'' dal Cancelliere tedesco, al netto della smentita serale del portavoce della Cancelliera che ha escluso in modo categorico qualsivoglia ingerenza nelle elezioni 'altrui'.

Monti,Grilli ha chiarito su Finmeccanica A me è sufficiente,agli italiani no!


Monti,Grilli ha chiarito su Finmeccanica

A me è sufficiente



(ANSA) - ROMA, 21 FEB -''Il ministro Grilli ha fornito a me da tempo e pubblicamente tutti i chiarimenti per quanto riguarda la vicenda nella quale ricorre il suo nome. A me e' sufficiente'. Lo dice il presidente del Consiglio Mario Monti.

Maroni,Monti è un 'cacciaballe'


Maroni,Monti è un 'cacciaballe'

Voleva unirsi a centrodestra senza Lega e Berlusconi



(ANSA) - COMO, 21 FEB -''Monti e' un 'casciaball', un cacciaballe'': lo ha detto il segretario della Lega Nord Roberto Maroni, candidato presidente della Regione Lombardia, a margine di un comizio in un distributore di benzina di Como. ''Monti ha detto che avrebbe voluto unirsi al centrodestra senza noi e Berlusconi? E che centrodestra e' mai? Monti e' un professore e un cacciaballe, l'ultima che ha detto e' quella di ieri sulla Merkel e si e' preso una smentita''.

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