lunedì 26 gennaio 2015

Elezione presidente della Repubblica, Zoggia (Pd): «Un errore la scheda bianca nei primi tre voti»

Elezione presidente della Repubblica, Zoggia (Pd): «Un errore la scheda bianca nei primi tre voti»



Il deputato bersaniano critica la strategia renziana. E su Prodi, rilanciato da Civati, frena: «La mia disponibilità c'è, ma non basta. Serve prima un largo consenso»

Elezione presidente della Repubblica, Zoggia (Pd): «Un errore la scheda bianca nei primi tre voti»


Con un partito lacerato alle spalle, Matteo Renzi ha bisogno di compattare i gruppi parlamentari democratici per evitare l’ombra di “imboscate” in Aula nella partita a scrutinio segreto per l’elezione del presidente della RepubblicaEppure, le minoranze dem restano critiche. All’assemblea del gruppo di Montecitorio con il premier, con l’ex segretario Pier Luigi Bersani assente, è stato il “fedelissimo” Davide Zoggia a contestare l’indicazione divotare scheda bianca per i primi tre scrutini, annunciata dall’ex sindaco di Firenze. «Secondo me è un errore non cercare subito l’unità in Parlamento, fin dal primo voto. Anche perché arrivare alla quarta votazione senza un nome potrebbe creare fibrillazione nei gruppi parlamentari».

Guardiola prepara l'addio al Bayern "Allenare qui è stato un sogno"

Guardiola prepara l'addio al Bayern
"Allenare qui è stato un sogno"





«Sono stato molto felice come allenatore qui, è stato un sogno per me»: il tecnico catalano parlando a un club di tifosi di Greding, cittadina bavarese vicino Ingoldstadt, ha usato solo il passato.

«Guardiola pensa già al divorzio?», titola Bild, che parla di una «irritante» presenza del tecnico alla serata dei tifosi. «È stata una grande sfida, per me, mia moglie e i bambini - ha detto Guardiola, parlando della richiesta del presidente del club Karl Heinz Rummenigge di discutere il rinnovo del contratto già da questa estate -. Non importa cosa succederà, ma qui al Bayern ho vissuto un gran periodo».

Golpe in vista, gli Usa si preparano a rovesciare l’Ungheria

Golpe in vista, gli Usa si preparano a rovesciare l’Ungheria


Il clima è teso, a Budapest. Non è la prima volta che avvengono proteste contro il governo per le strade della capitale in cui tutti urlano in coro “Più democrazia!” e “Orban, vai via!”. L’ultima dimostrazione ha avuto luogo il 2 gennaio. La prossima è in programma per il 1° febbraio – il giorno della visita di Angela Merkel. Gli oppositori di Viktor Orban dicono di voler mostrare al cancelliere tedesco che gli ungheresi scelgono l’Europa e non l’Asia (intendendo la Russia). Al di là dei fallimenti economici, l’opposizione accusa il primo ministro di “abuso geopolitico” per il suo legame con l’Est, includendo i piani intesi a sviluppare una cooperazione con la Russia e la Cina. La Russia è un importante punto di commercio per l’Ungheria e un partner economico fuori dall’Ue. Entrambi i paesi hanno firmato un accordo sulla struttura generale delle due nuove unità da costruire dell’impianto di energia nucleare Paks situato a 100 chilometri da Budapest. L’impianto è responsabile del 42% dell’energia totale prodotta nel paese.
L’Ungheria ha firmato un accordo dal credito di 10 miliardi di euro con la Russia per un potenziamento di Paks. Per la restituzione del prestito è stato stabilito un periodo di 21 anni. Dall’inizio l’Ungheria prese una posizione molto cauta riguardo Viktor Orban potrebbe essere rovesciatoalle sanzioni contro la Russia imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. Secondo Orban, l’Europa «si è tirata la zappa sui piedi da sola» con le misure punitive. Il primo ministro ungherese ha appoggiato il South Stream. Ha espresso il suo pentimento riguardo al fatto che il progetto di conduttura del gas sia diventato preda dei meccanismi geopolitici in atto. Ha criticato duramente l’Ue: ad esempio, ha affermato che «il progetto che chiamiamo Unione Europea è in fase di stallo». Da fedele cattolico e padre di cinque figli, rifiuta la libertà di rapporti sessuali non tradizionali diffusi inEuropa e si dichiara a favore dei valori della famiglia tradizionale.
Gli Stati Uniti non ci hanno messo tanto a rispondere. Il senatore John McCain ha detto che l’Ungheria è un «paese importante», in cui Orban ha concentrato troppo potere nelle sue mani. Successivamente, a sei individui ungheresi presumibilmente coinvolti nella corruzione e vicini al primo ministro, è stato vietato di entrare negli Stati Uniti. La riconciliazione di Budapest con Pechino ha causato una reazione negativa da parte di Washington. L’Ungheria è una zona strategica per la collaborazione tra Cina ed Europa, affermò il ministro degli esteri cinese Wang Yi quando incontrò la controparte ungherese Peter Szijjàrtò in ottobre. Budapest è la zona del Centro Europa più interessata dagli investimenti cinesi (attorno ai 4 miliardi di dollari). Il ministro degli esteri della Cina pose particolare attenzione sul fatto che il legame di Orban con l’Est corrisponde perfettamente alla diplomazia cinese “New Silk Road”. Il ricavo derivato dal commercio tra Cina e John McCain, specialista dei "regime change"Ungheria è aumentato di 6 volte. Washington ha quindi deciso che Budapest stava andando fuori controllo e non stava rispettando le regole stabilite per i membri della comunità euro-atlantica.
I leader del movimento di opposizione al governo hanno affidato le loro speranze a Gyurcsàny Ferenc, il leader della cosiddetta Coalizione Democratica, che non ha mai cercato di rovesciare l’attuale governo: «Se questo regime non viene rovesciato, prima o poi ci seppellirà con sé», ha affermato. «La democrazia parlamentare ungherese è morta, tutto ciò che ci rimane è democrazia e resistenza diretta», disse alla festa post-conferenza tenutasi a Budapest a novembre. L’incaricato d’affari statunitense in Ungheria, Andrè Goodfriend, fu visto tra i rivoltosi. Quando gli fu chiesto un parere riguardo ai 6 ungheresi a cui fu vietato di entrare negli Stati Uniti, rispose che troppe persone appartenenti al partito di Orban erano coinvolte nella corruzione. Secondo lui, questo avvenimento ha avuto un impatto del tutto negativo sulle relazioni tra Stati Uniti e Ungheria. Gli organi di stampa occidentali affermano apertamente Goodfriend, l'uomo Usa a Budapestche l’Ungheria potrebbe seguire l’Ucraina e affrontare un cambio di regime vista la propensione di Orban in senso dittatoriale, vedendo abusi di potere diventare una moda allarmante.
La Germania aspira a una supremazia regionale nell’Europa centrale e orientale. Quando si tratta dell’Ungheria, infatti, la Germania gioca a tutt’un altro gioco. Forse la visita di Angela Merkel in Ungheria il 1° febbraio diventerà un passo in più per realizzare quel tipo di politica. La dottrina dell’Atlantismo che prevale negli Stati Uniti e in Europa ha fatto in modo che i paesi dell’Europa centro-orientale – Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria, Serbia, Slovacchia – stessero lontani dalla cooperazione dell’Eurasia, nonostante la convenienza fosse più che ovvia. Questi Stati devono allineare le loro attività all’obiettivo di dominio statunitense in Europa. La “Transatlantic Trade and Investment Partnership” (Ttip) è il nuovo strumento per fare in modo che la missione vada a buon fine. L’Ungheria sta per assistere a drammatici eventi, che potrebbero prendere il sopravvento. Né la Nato e né i membri dell’Ue garantiscono agli Stati europei che non ci saranno attentati mirati a rovesciare il governo, in caso vadano oltre i limiti stabiliti per l’indipendenzapolitica.