lunedì 4 giugno 2012

PD/pensavamo di vincere le elezioni?? ma siamo capaci di farci sempre male..Elezioni, scontro nel Pd Fassina: a ottobre. Bersani: nel 2013


Elezioni, scontro nel Pd Fassina: a ottobre. Bersani: nel 2013

Il responsabile economico del partito ha ipotizzato un ritorno alle urne entro l'anno

Pierluigi Bersani e Stefano Fassina
Pierluigi Bersani e Stefano Fassina
Elezioni, scontro nel Pd Fassina: a ottbre. Bersani: nel 2013
ROMA  - ''Il Partito Democratico conferma che l'obiettivo sono le elezioni nel 2013''. Lo chiarisce Stefano Di Traglia, portavoce del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, dopo l'uscita del responsabile economico Stefano Fassina, che ha ipotizzato il ritorno al voto ad ottobre.
FASSINA:  ANTICIPARE FINANZIARIA, POI VOTO IN AUTUNNO -"In questo contesto politico e con questo Parlamento, Monti non ha la forza di portare avanti altre riforme". Lo ha detto, in una intervista alla Reuters, Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd che invita a prendere in considerazione il voto in autunno. Secondo Fassina "dovremmo verificare rapidamente se esiste la possibilità di riformare la legge elettorale e, se questa non c'é, dovremmo considerare la possibilità di anticipare la legge finanziaria per il 2013 e votare in autunno". La fine anticipata della legislatura "dovrebbe avvenire in modo trasparente e con il consenso dell'Unione europea", ha detto ancora Fassina. "In marzo o aprile 2013 - ha osservato - dopo altra recessione e nuova disoccupazione, penso che la situazione politica ed economica sarebbe decisamente peggiore".

Riflessioni

Berlusconi che vuole stampare carta moneta in modo che lo stato possa pagare tutti i suoi debiti con manciate da carta straccia. Non un’idea scaturita da una mente prodigiosa: in economia, per quello che ricordo, si chiama “inflazione indotta” ed è provocata artificialmente immettendo sul mercato carta moneta e cercando anche di accelerare la circolazione (la quantità di moneta sul mercato è uguale al numero materiale di biglietti di banca, moltiplicato per la velocità di circolazione). Così i più furbi (ed informati) e lo stato pagano i loro debiti con il nulla ed i creditori (tra cui e soprattutto i piccoli risparmiatori) se la prendono, come sempre, nel didietro. Poi il desso ha, al solito, detto di essere stato frainteso. Che cosa è un nitrato? Il verso del cavillo.

Alfano e tutti gli altri  cortigiani dicono che occorre far presto, che occorrono da parte del governo decisioni rapide e coraggiose. Loro che per 15 anni non hanno fatto una beata fava e quel poco che hanno fatto ha provocato solo danni ed ha evitato ad alcuni processi e condanne.

Bagonghi (per chi è troppo giovane per ricordarlo, era un famoso clown nano del circo americano Barnum) è partito lancia, opportunamente accorciata, in resta e sguardo fiero e deciso per ammodernare e sveltire la burocrazia. I risultati li vediamo tutti. Quanta presunzione ed arroganza in un metro mezzo di umanoide.

Obama ammonisce l’Europa che tarda ad uscire dalla crisi, mettendo in difficoltà la ripresa del Stati Uniti. Può darsi che io mi sbagli: ma non stati proprio loro a mettere nella merda l’Europa con il valido aiuto della filiale di Wall Street Inghilterra? Mi viene quasi la sindrome di Sansone: andiamo pure in crisi  pur di trascinare anche loro 
nel materiale di cui sopra. Chi più è in alto più male so fa quando cade. Mah.

Continuano a sciorinare i soliti imbecilli che sulla benzina gravano le ACCISE di non ricordo quali guerre (da Annibale in su) e quali disastri. Basta che il Governo ne metta una sola che sommi tutte le altre e siamo a posto. Non cambia nulla (forse addirittura si risparmia semplificando la contabilità) e nessuno avrebbe da tirare in ballo i soliti argomenti fritti e rifritti e persino impanati.

Visto che siamo in temi di risparmi (parata, non parata del 2 giugno) che ne direste se la RAI cominciasse a non inviare più sciami di cavallette - inviati sempre diversi: devono mangiare tutti- nelle zone terremotate a fare sempre gli stessi discorsi, a farci vedere le stesse rovine, a fare le stesse interviste scontate. Fare servizi stringati ed essenziali senza accanimenti. Tanto tra un mese staranno sciamando in cerca di qualche altro fatto di cui cibarsi. Vedi l’Aquila, di cui nessuno parla più.

Non vorrei innestare discussioni “dilanianti”, ma la mia distorsione professionale mi fa dire: “E perché. di tutti gli intervistati, uno solo ha detto di “essersi messo il cappello per tempo”, cioè di esser assicurato? E gli altri?”. Non voglio essere cattivo ma tutte le infinite volte che ho proposto l’assicurazione terremoti, alluvioni ecc., mi sono sentito dire quasi sempre: “No, guardi, qui non è mai successo niente e poi è troppo cara”. Ma fuori c’era una Mercedes nuova fiammante. In 35 anni ho fatta solo una, dico una, danni da interruzione d’esercizio. Non so quali siano le vostre esperienze, ma tutti questi “industriali” che corrono col cappello in mano a chiedere aiuti allo stato, che siamo noi tutti, compreso quelli senza che la “macchina” non l’ hanno mai avuta e che le vacanze le sognano solo, mi fanno pena sino ad un certo punto. Anzi, mi fanno un po’ di rabbia, se vogliamo dirla tutta. Pensare che i danni, col sistema delle riassicurazioni, sarebbero stati polverizzati in tutto il mondo. Probabilmente anche la Cina avrebbe concorso a pagarceli. Oltretutto per le aziende è detraibile come spesa d’esercizio. Ho sentito dire che lo stato, torno a sire noi, ha speso 136 miliardi di euro in eventi catastrofali dal terremoto del Friuli in poi e ne ha ancora tanti in sospeso, Belice compreso.

Così Berlino avvicina l’Italia alla Grecia


Così Berlino avvicina l’Italia alla Grecia

lunedì 4 giugno 2012

FINANZA/ Così Berlino avvicina l’Italia alla Grecia
Berlino - A meno di due settimane dalle elezioni in Grecia, e subito dopo che il Fiscal Compact è stato approvato, in Irlanda, sul filo del rasoio e in grande misura grazie all’astensione al referendum, al ristorante Einstein di Berlino (covo di politici in quanto quasi continuo con il Ministero delle Finanze) il libro di cui si parla di più è il saggio di Thilo Sarrazin L’Europa non ha bisogno dell’euro.Sarrazin è, notoriamente, un estremista, quali che siano i suoi meriti accademici. Poco più di un anno e mezzo fa è stato costretto a dare le dimissioni dal vertice della Bundesbank per un lavoro secondo il quale il tasso di natalità degli immigranti musulmani era così più elevato di quello dei tedeschi da mettere in dubbio quale sarebbe stato il colore della pelle e la religione della Repubblica federale tra un paio di generazioni.
Nel nuovo studio, sostiene la tesi secondo cui “il sostegno della Germania all’unione monetaria deriva dalla convinzione che i tedeschi si potrebbero purificare dall’Olocausto unicamente quando avranno messo i loro interessi in mani europee”. Il Ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, afferma che si tratta “di un’enorme fesseria”, ma altri avventori di Einstein ritengono che la “fesseria” vada almeno discussa. E che meriti animate discussioni all’ora di pranzo.
Tutto ciò, in una Berlino diventata insolitamente fredda in questi ultimi giorni dopo settimane tiepide e piene di sole, può sembrare una boutade degna di Dagospia, ma rileva quanto Giuliano Amato afferma, a ragione, da tempo: non è tanto la “pancia” di una Germania operosa, ma poco colta quanto il ceto intellettuale (e industriale), a sostenere oggi (come lo ha sostenuto negli anni Novanta) che i Paesi del ”club Med” (Grecia, Italia, Spagna e Portogallo) avevano e hanno un Dna troppo diverso da quello degli altri per condividerne la moneta e le politiche che un’unione monetaria comporta.
Lo stesso Wolfgang Schäuble, d’altronde, sottolinea che la Grecia di oggi ha molti punti in comune con i cinque Länder orientali nel 1989: ampie partecipazioni statali da privatizzare, un sistema previdenziale troppo generoso, disincentivi a migliorare la produttività. Ultrich Blum dell’Università di Halle mette l’accento su come la Grecia oggi e la Ddr (Repubblica democratica tedesca, ossia Germania Est) di ieri sono “Stati alla bancarotta con strutture istituzionali del tutto inappropriate”. Cita il sistema giudiziario e il groviglio di diritti di proprietà nella Repubblica ellenica e fa comprendere all’interlocutore italiano che a Sud delle Alpi i nodi istituzionali che frenano produttività e crescita non sono molto differenti da quelli che travagliano la Grecia.
Ancora più duro Wilehlm Hankle, professore emerito all’Università di Francoforte e buon conoscitore dell’Italia (ha insegnato al Bologna Centre della Johns Hopkins University): indica come nel giro di pochi anni i Länder dell’Est siano stati sostanzialmente integrati nella Repubblica federale, mentre a 150 anni dall’Unità d’Italia il Mezzogiorno non solo resta in ritardo di sviluppo, ma non riesce spendere neanche quanto assegnato alle Regioni dall’Ue :”né bene, né, neppure, male”.
Insomma, il clima è pessimista - almeno per quanto attiene al mantenimento dell’unione monetaria quale definita dai Trattati e dal Fiscal Compact. La Grecia - riconoscono tutti - sarà un test fondamentale. Non solo perché se la Grecia lascia l’euro o non applica quanto concordato in marzo, saliranno alle stelle i tassi sulle nuove emissioni di titoli di Stati ad alto debito (Italia) o a sistema bancario a pezzi (Spagna). Ma perché il bivio che ha fronte a sé la Grecia è analogo a quello che hanno Italia e Spagna.
In breve se seguire la strada dei cinque Länder dell’Est o quella dell’Argentina. Lo dice, e lo scrive, a tutto noto un columnist molto seguito, Peter Gumbel. Il percorso della Germania orientale comporta molti sacrifici per diversi anni e profonde riforme istituzionali, giudiziarie, tributarie, ma può essere accompagnato e sostenuto da finanziamenti europei. Quello argentino implica svalutazione competitiva. Ma è stato possibile perché l’Argentina produce ed esporta prodotti di base e allora l’economia mondiale tirava. Oggi, quel che pensa Gumbel, a mio avviso non è fattibile: Grecia, Italia e Spagna perdono da anni quote di un mercato mondiale in rallentamento a ragione di una recessione che si sta espandendo in tutto il mondo.

Grillo: nuova incursione su palco in Sardegna, ma e' un fan L'uomo gli ha urlato 'Ti voglio bene'. Sabato comizio interrotto da sacerdote per disturbo messa


Grillo: nuova incursione su palco in Sardegna, ma e' un fan

L'uomo gli ha urlato 'Ti voglio bene'. Sabato comizio interrotto da sacerdote per disturbo messa

03 giugno, 22:29
Grillo: nuova incursione su palco in Sardegna, ma e' un fan
CAGLIARI - Ieri, ad Alghero, il parroco della vicina chiesa aveva interrotto il comizio di Beppe Grillo, reo di aver disturbato la messa. Oggi, a Quartucciu, nel secondo comizio sardo in vista delle Comunali del 10 e 11 giugno, un'altra incursione, dopo pochi minuti.
Dal pubblico è saltato sul palco un giovane, all'inizio momenti di imbarazzo, poi l'uomo ha abbracciato Grillo e gli ha urlato "Ti voglio bene". Lo show era iniziato con Grillo preoccupato che ha sussurrato: "Speriamo non ci sia una messa qui vicino".
GRILLO:NUOVA INCURSIONE SU PALCO,DOPO IL PRETE SALE UN FAN - Dopo Alghero, Quartucciu, cittadina di 12 mila anime alle porte di Cagliari. Nuovo bagno di folla questa sera per Beppe Grillo, giunto in Sardegna per sostenere i candidati a sindaco del Movimento 5 stelle alle Comunali del 10 e 11 giugno (si vota in 64 Comuni sardi). E dopo che ieri sera il parroco della vicina chiesa aveva interrotto il comizio di Beppe Grillo, reo di aver disturbato la messa, oggi il comico genovese e leader del M5S è salito piano piano sul palco, fingendosi timoroso, si è guardato intorno e ha sussurrato al microfono: 'Speriamo non ci sia una messa qui vicino''.
Ma un'incursione sul palco, dopo pochi minuti, c'é stata lo stesso, da parte di un fan di Grillo che, dopo un momento di imbarazzo reciproco, lo ha abbracciato e gli ha urlato "Ti voglio bene". Nessun commento, invece, da parte del comico genovese, prima e dopo il comizio, sulle parole di don Tonino Manca, il sacerdote sardo di 67 anni che ad Alghero aveva interrotto il comizio, iniziato prima quando la messa, nella chiesa adiacente alla piazza, non era ancora finita.
"Io ero serenissimo quando sono salito sul palco, Grillo un po' meno perché è la primadonna che fa spettacolo e non è capace di dialogare. Solo che la politica non è spettacolo. Non ho fatto altro - ha detto il parroco della Mercede - che fare quello che faccio sempre. Quando i ragazzi urlano troppo quando giocano o quando suonano col complessino dell'oratorio, io chiedo di abbassare la voce per la messa. Loro hanno iniziato presto a fare chiasso, ben prima di quando ci avevano detto impedendoci anche la recita del rosario". Per Grillo, a Quartucciu per sostenere il candidato sindaco del M5S Bruno Flavio Martingano, il solito show di battute e invettive contro la casta e l'appello ai sardi a ribellarsi ad una sorta di colonizzazione.
"Dicono che siamo il secondo partito nazionale, ma noi siamo il primo movimento di cittadini in Europa - ha detto Grillo - siamo un miracolo, un movimento di persone oneste, si stanno iscrivendo migliaia di persone, carabinieri, poliziotti. I nostri candidati sono incensurati, non ci sono estremisti tra di noi"
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Un piano segreto per salvare l’euro



Un piano segreto per salvare l’euro




Mario Draghi
Bruxelles - Un piano segreto per rafforzare l’euro 
dimostrare al mondo che, dopo due anni di crisi, l’Unione europea può dire di avere imboccato la strada giusta: per ora non c’è niente di ufficiale, ma secondo il domenicale tedesco Welt am Sonntag la Banca centrale europea (Bce) e la Ue stanno mettendo a punto questa sorta di superpiano per una «nuova Europa».
I leader dell’Eurozona hanno incaricato il presidente della Bce Mario Draghi e tre altri leader europei di produrreuna bozza di `masterplan´ per la fine di questo mese. Stanno lavorando al progetto, oltre a Draghi, il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy: sarà quest’ultimo a presentarne gli «elementi chiave» al summit dei 27 di fine giugno, che dovrebbero essere inclusi nella dichiarazione finale del vertice.
Successivamente, entro fine anno, i capi di Stato e di governo dei 27 dovrebbero trovare un accordo su una `roadmap´, un documento che secondo il domenicale ha il potenziale di essere «rivoluzionario». Quattro le aree principali del progetto: riforme strutturali comuni, politica di bilancio integrata, unione bancaria e unione politica.
Si prospetta quindi un mese caldo per l’Unione europea, durante il quale anche il presidente del Consiglio Mario Monti dovrà affrontare scadenze cruciali, a partire da un possibile consiglio dei ministri straordinario - forse già mercoledì - per varare il piano sulla crescita.
Un tema, questo, che sta a cuore anche alla Ue. Non a caso, sottolinea il domenicale tedesco che parla di fonti della Bce e della Ue non meglio precisate , il `masterplan´ non dovrà essere presentato sotto l’ottica dell’austerity, ma come insieme di misure per favorire lo sviluppo economico. Come è emerso ieri, la Commissione europea farà un altro passo avanti verso l’unione bancaria mercoledì, quando approverà una direttiva volta a spianare la strada al meccanismo salva-banche della Ue. Ma, a quanto sembra, questo è solo uno dei tasselli che i 27 hanno in mente per una risposta di lungo periodo alla crisi.
Già da domani, comunque, i commissari Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, e al Mercato interno, Michel Barnier, incontreranno a Bruxelles il ministro delle Finanze francese. Su questo incontro la commissione non si pronuncia, ma non è escluso che servirà anche a fare il punto in vista del G20 del 18-19 giugno. Rimane in primo piano, intanto, l’emergenza Spagna, con la Germania che insiste sugli aiuti e il premier Mariano Rajoy che continua a dire di poter farcela da sola e, per dimostrarlo, si prepara a mettere all’asta - giovedì - titoli di Stato con scadenza ottobre 2014, ottobre 2016 e gennaio 2022.
Intanto, Mario Monti si prepara ad affrontare forse il mese più difficile per il suo governo. Oltre al G20, che si terrà in Messico, infatti, c’è l’appuntamento a Bruxelles del 28 giugno, dove appunto Van Rompuy dovrebbe presentare la bozza di `masterplan´ per l’Unione europea a tutti i 27, inclusa a una cancelliera Angela Merkel che continua a opporsi agli eurobond. Ma prima del summit europeo Monti dovrà preparare il vertice con la stessa Merkel, il presidente francese Francois Hollande e Mariano Rajoy, che ospiterà a Roma il 22 giugno.



Nigeria, aereo si schianta vicino aeroporto di Lagos: "Non vi sono sopravvissuti"


Nigeria, aereo si schianta vicino aeroporto di Lagos: "Non vi sono sopravvissuti"

Foto da Twitter di Dana PlaneFoto da Twitter di Dana Plane
ultimo aggiornamento: 03 giugno, ore 19:58
Lagos - (Adnkronos/Ign) - A bordo c'erano147 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio. Ci sarebbero anchevittime a terra. L'aereo della Dana Airlines è precipitato su un edificio di due piani che si trova nel quartiere densamente popolato di Ishaga
Lagos, 3 giu. (Adnkronos/Ign) - Un aereo è precipitato oggi in Nigeria, nella regione sud occidentale diLagos. A bordo c'erano 147 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio. Secondo il capo dell'Aeronautica civile Harold Demuren non ci sarebbero superstiti. E ci sarebbero anche vittime a terra.

L'aereo della Dana Airlines, identificato come un Boeing MD83, è stato gravemente danneggiato nella caduta: ha colpito una linea elettrica e si è schiantato su un edificio di due piani che si trova nel quartiere densamente popolato di Ishaga.
Nel frattempo l'aeroporto internazionale di Lagos è stato chiuso e ai passeggeri in attesa di imbarcarsi è stato detto di tornare a casa.