martedì 31 luglio 2012

Zaia ma è Veneto!!Vita da nababbo con Ferrari e hotel di lusso




Vita da nababbo con Ferrari e hotel di lusso

Sconosciuto all'erario, arresta








VENEZIA - Faceva una vita da nababbo, al volante di Ferrari F40 cabrio, in hotel di lusso, ma dal 2006 si era 'dimenticato' di fare la denuncia dei redditi e dichiarare fatture emesse per 8 milioni di euro: per questo Paolo Sartori, 44 anni, di Noale (Venezia) è stato arrestato. Oltre che in Ferrari, Sartori viaggiava in BMW X6, Porsche Cayen, viveva in dimore da favola all'interno di ville venete o golf club, portava abiti e scarpe griffate, faceva spesso viaggi in Messico e soggiornava in hotel di lusso o prestigiosi centri termali, trascorreva serate in locali di tendenza del veneziano o del padovano unitamente ad accompagnatrici piacenti ed ai più prestigiosi champagne e vini. A tradirlo il suo andirivieni nel miranese con un'autovettura supersportiva targata Repubblica di San Marino che ha solleticato la curiosità dei finanzieri.

ricordatevi questo nome Insigne


Napoli: tutti pazzi per Insigne

Imminente la firma del contratto, in azzurro fino al 2017






 NAPOLI, 30 LUG - Tifosi napoletani in delirio per Insigne, accolto da un vero tripudio gia' ieri sera nell'amichevole contro il Bayer Leverkusen. Il giocatore e' stato ancora una volta decisamente il migliore in campo e la sua intesa con Marek Hamsik e' sembrata perfetta. Nessun gol ai tedeschi ma tante magie hanno consolidato un amore che lega ormai di fatto la tifoseria al ragazzo di Frattamaggiore. Ed ora e' anche tutto pronto per la firma del contratto che leghera' Insigne al Napoli fino al 2017.

adesso tocca all'asia???


India: tassi invariati, pil rallenta

Timori per inflazione e stagione piogge insufficiente



(ANSA) - NEW DELHI, 31 LUG - La Banca centrale indiana (Rbi) ha lasciato i tassi di interesse invariati a causa di timori legati al rallentamento della crescita e all'inflazione che rimane alta (7,25% a giugno).Lo ha annunciato oggi il governatore Duvurri Subbarao nel suo rapporto trimestrale sull'economia indiana. La Rbi ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil relative all'anno fiscale febbraio 2012- marzo 2013 dal 7,3% al 6,5% a causa della stagione monsonica che finora e' stata scarsa di precipitazioni.

Fisco: Controlli sugli scontrini, quasi il 40% è irregolare


Fisco: Controlli sugli scontrini, quasi il 40% è irregolare

Più di un caso su 3 degli oltre 20mila controllati





ROMA  - Il 38% dei controlli in materia di scontrini e ricevute fiscali è risultato irregolare: in sostanza più di un soggetto su tre degli oltre 20mila controllati ha evaso il fisco. Sono i dati della Guardia di Finanza relativi ai controlli effettuati nei primi sette mesi del 2012 in diverse città e località di vacanza.
I risultati sono il frutto di un'azione mirata della Guardia di Finanza, che dall'inizio dell'anno ha avviato una serie di controlli 'di massa' in tutta Italia: da Cortina a Capri, da Courmayeur a Milano e Roma, da Napoli a Palermo e alla riviera romagnola. In particolare, i controlli sull'emissione di scontrini e ricevute fiscali hanno interessato 20.634 soggetti: di questi 7.849 - il 38% appunto - sono risultati irregolari. Nel corso delle verifiche, inoltre, sono stati scoperti 1.166 lavoratori in nero, con 24 datori di lavoro completamente inesistenti per il fisco e dunque evasori totali. Per quanto riguarda invece la lotta alla contraffazione e alla pirateria, gli uomini delle Fiamme Gialle dall'inizio dell'anno hanno sequestrato oltre 4 milioni di prodotti falsi, denunciando 264 persone.
PER ESODO CONTROLLI GDF IN DISTRIBUTORI CARBURANTE  - Verificare la qualità del carburante, l'effettivo quantitativo di benzina erogata e la corrispondenza tra il prezzo indicato e quello applicato: è l'obiettivo delle centinaia di finanzieri che dallo scorso week end sono impegnati nei controlli ai distributori di carburante, per evitare sorprese ai cittadini durante l'esodo. Nel fine settimana appena trascorso, la Gdf ha controllato 1.300 distributori, scoprendo 201 irregolarità. I controlli del fine settimana hanno consentito di denunciare 14 gestori delle pompe di benzina e sequestrare 75 tra colonnine e pistole erogatrici e oltre 10mila litri di carburante. Altri 85 gestori sono invece stati multati per violazione della disciplina sui prezzi o per la rimozione dei sigilli che assicurano la corretta taratura degli impianti, mentre in altri 104 casi è stata avviata la procedura per la revisione degli erogatori.

lunedì 30 luglio 2012

Una Mediobanca forte non avrebbe mai accettato la fusione Unipol Fonsai


 Mediobanca e quell’aria di epurazione

lunedì 30 luglio 2012
FINANZA & POLITICA/ Mediobanca e quell’aria di epurazioneInfophoto
Sale l’aria di epurazione da 25 aprile, con tutti i partigiani dell’ultimissima ora, i trasformismi disperati e le speculazioni da Borsa nera, i tribunali del popolo già in via di auto-convocazione e la voglia di esecuzioni sommarie. Venerdì sera - in contemporanea con la mondovisione olimpica da Londra - pochissimi avranno visto La Grande Storia, su Raitre: “Si salvi chi può. I conti con il fascismo”. Era comunque in prima serata: una dettagliata inchiesta-vademecum sulla “rivoluzione incompiuta” dopo il 25 luglio ‘43.
Senza risparmiare il “responsabile” leader del Pci Togliatti, veniva veicolata una curiosa tesi “para-revisionista” sul governo (tecnico) del maresciallo Badoglio: fu presto spazzato via - diceva il parlato sulle immagini - perché la sua compromissione con il regime mussoliniano fu subito confermata dall’esitazione nell’avviare il “piazza pulita” contro il regime. E poco conta - anche a distanza di settant’anni - che lo stesso Alto commissario all’epurazione, il conte repubblicano Carlo Sforza, riconoscesse per primo che “epurare” il fascismo, in concreto, significasse decretare la morte (civile) della larghissima parte degli italiani. Le “purghe” funzionano nelle dittature ideologiche e arcaiche come lo stalinismo negli anni ‘30, non nelle società liberali, per quanto “imperfette” com’è sempre stata l’Italia.
Anche il recentissimo manifesto elettorale “Fermare il declino”, patrocinato da Oscar Giannino, si apre con un’inappellabile “dichiarazione di fallimento” della “classe politica emersa dalla crisi del 1992-94”: l’ultimo “ventennio” della storia patria. L’immancabile qualunquismo “gianniniano” - nell’Italietta di inizio ventunesimo secolo come in quella dell’immediato dopoguerra - si affretta però a sottrarre alla condanna storica “poche eccezioni individuali”.
Sarebbe curioso apprenderne qualcuna per nome: forse l’attuale presidente della Bce, Mario Draghi, il “privatizzatore del Britannia”? L’ex presidente della Fiat e di Confindustria, Luca di Montezemolo? Lo stesso Giannino, giornalista ubiquo nel “ventennio” tra La Voce Repubblicana e Libero; fra il Riformista e Tempi, fra Finanza e Mercati e Radio24? O addirittura il premier Mario Monti, inviato per la prima volta commissario all’Ue dal primo esecutivo Berlusconi? Non sorprende, comunque, che Repubblica abbia subito gettato il rassemblement in formazione nel più ampio cartello-calderone che - negli intenti - dovrebbe dare una base politica propria a Monti, di fatto candidato premier in vista di una larga coalizione post-elettorale. Ma i “cattolici di Todi” (quanti?) voteranno davvero assieme ai “gianniani” (quanti?)? E l’Udc di Pierferdinando Casini si accoderà con le sue truppe e gli interessi finanziari che lo sostengono? E Monti, infine, vorrà davvero essere il leader politico di questo “piccolo compromesso”, quanto “storico” lo si vedrà?
Nel frattempo, il vento dell’epurazione sembra soffiare più forte anche su Mediobanca. La sconfitta riportata contro il gruppo Salini nel “testa a testa” finale in assemblea Impregilo è oggettiva: per di più è costata la presidenza a Fabrizio Palenzona, vicepresidente di UniCredit, uomo forte in Piazzetta Cuccia nel proteggere una sostanziale continuità dopo la morte di Enrico Cuccia, la brusca fuoriuscita di Vincenzo Maranghi e i tentativi di Cesare Geronzi di ridimensionare il management interno (Renato Pagliaro e Alberto Nagel). Questa stessa continuità, tuttavia, ha - altrettanto oggettivamente - trasformato in un “cahier des doléances” quello che per decenni era stato - o almeno sembrato - un forziere pieno di tesori.
Sotto i riflettori, in queste settimane, la metastasi del gruppo Ligresti: per la prima volta nella sua storia, Mediobanca si è ritrovata a subire, non a imporre le sue posizioni multiple (azionista, partecipata, creditrice, advisor). I fari imbarazzanti della Procura sulla faticosissima fusione-salvataggio fra FonSai e Unipol sono solo un riflesso mediatico-giudiziario di problemi strutturali, squisitamente finanziari e imprenditoriali.
Più simbolica, ma non meno rilevante, la crisi delle Generali: la grande compagnia non solo ha costretto per la prima volta la banca d’affari controllante ad accusare minusvalenze sulla partecipazione, ma ha forzato il management Mediobanca a estromettere il loro “fratello di latte” al vertice del Leone. E Giovanni Perissinotto è stato per la prima volta sostituito con un top manager esterno alla tradizione triestina (Mario Greco).
E Telecom? Dopo aver protetto l’Opa di Colannino, nel ’99 e la lunga parentesi di Tronchetti Provera, Mediobanca è ora uno dei custodi del binario morto in cui arrugginisce un’ex Azienda-Paese. Mentre Rcs - di cui Piazzetta Cuccia resta azionista-leader - è sempre meno “media company” e sempre più specchio della guerriglia feudale fra i potentati finanziari del Paese. Metafora ultima di una Mediobanca “in cerca d’autore” è stato il singolare armistizio siglato - nella sala-convegni di Piazzetta Cuccia - con gli stati maggiori delle Fondazioni bancarie italiane.
Un approccio “epurativo” duro e puro difficilmente risparmierebbe Mediobanca, oggi, dal finire appesa in Piazzale Loreto: certamente è questo il punto di vista di una delle firme di punta del manifesto gianniniano, l’ultra-liberista Luigi Zingales. Ma chissà se Giannino - antico figlio della vasta “famiglia allargata” che ha sempre avuto in Via Filodrammatici il suo tempio focolare - “epurerebbe” davvero l’istituto che fu di Enrico Cuccia in nome delle “eccezioni individuali”. Anzi: forse la categoria dell’“eccezione individuale” è stata pensata proprio attorno a Cuccia, caso esemplare di transito indolore e vincente da una ventennio all’altro.
Funzionario della Comit salvata di peso da Mussolini attraverso l’Iri durante la crisi degli anni ‘30, Cuccia lavorò anche agli uffici valutari del sottosegretariato alle Colonie. Ciò non gli impedì - in pieno periodo “epurativo” - di partecipare alla famosa missione italiana del 1944 negli Stati Uniti, guidata dal Egidio Ortona, fino ad allora alto diplomatico mussoliniano a Londra, transitato nei ranghi badogliani.
Mediobanca, fondata nel 1946, nasce in realtà quei mesi fra New York e Washington, assieme a un nuovo reticolo di relazioni economiche “atlantiche” della futura Repubblica: tessute da uomini come Cuccia e Raffaele Mattioli, che nel ventennio “fallito” avevano costruito le loro carriere. Sui libri di storia - sempre transitori - resiste l’idea che quel sistema di banche Iri fu decisivo - anche se non da solo - per la ricostruzione industriale e il boom. E andrebbe sempre ricordato che nei primi anni il presidente del collegio sindacale di Mediobanca era Giordano Dell’Amore, cattolicissimo rettore della Bocconi e poi presidente della Cariplo: mezzo secolo prima che le Fondazioni puntellassero l’azionariato e il management di Mediobanca.

Bossi/ dopo quello che hai combinato parli ancora di seccessione??è meglio che i ladri come te vadano via dall'italia

Bossi: non possiamo restare in Italia, secessione


 

 

GOLASECCA (VARESE) - Di fronte a quello che considera il fallimento dello Stato italiano, il presidente della Lega Umberto Bossi e' convinto che ''il punto di non ritorno e' gia' passato, non possiamo restare in Italia: c'e' solo una strada, la secessione''. Bossi lo ha detto intervenendo a una festa del Carroccio in provincia di Varese.
''Abbiamo chiamato una societa' americana per controllare i conti della Lega e finora non e' emersa alcuna mancanza''. Lo ha detto il presidente della Lega Umberto Bossi, che a una festa del partito in provincia di Varese ha ribadito la sua convinzione che le inchieste siano state frutto di un complotto e che nella revisione affidata alla PriceWaterHouse non siano emerse criticita' come invece risulta da un rapporto consegnato nei giorni scorsi alla Procura di Milano (benche' Bossi non ne abbia fatto cenno).

Berlino, la crisi divide il governo il ministro dell'Economia sfida Merkel

Berlino, la crisi divide il governo
il ministro dell'Economia sfida Merkel

Il presidente della Bce Mario Draghi

 

Eurotower sotto pressione dopo le parole di Draghi. In arrivo
un vertice con la Bundesbank.
Roesler: la Bce sia indipendente

ROMA
L' uno-due assestato alla speculazione da Draghi prima e da Merkel-Hollande poi con le dichiarazioni a sostegno dell'euro ha riportato un po' di calma sui mercati. Ma la strada da percorrere per ridare stabilità all'eurozona è ancora lunga e resta in salita, come dimostra l'altolà alla Bce arrivato oggi dal ministro dell'Economia tedesco Philipp Roesler, che nella partita tutta interna alla Germania tra falchi e colombe si schiera con la Bundesbank: «La Bce deve restare indipendente", il suo compito è assicurare la stabilità dell'euro, non finanziare l'indebitamento degli Stati, ha avvertito.

A Bruxelles, tra la ristretta pattuglia di funzionari e diplomatici rimasti a presidiare istituzioni già in clima vacanziero, si respira un clima di attesa alla vigilia di un'altra settimana densa di incognite e appuntamenti importanti.

Nei prossimi giorni il presidente del Consiglio Mario Monti volerà prima a Parigi e poi a Helsinki, per approdare infine a Madrid, per un tour che si inquadra nella girandola di incontri e contatti tra le cancellerie per dare seguito alle decisioni del vertice Ue di giugno sullo scudo anti-spread e l'unione bancaria. Mentre il presidente della Bce - che affila le armi per combattere la speculazione - incontrerà il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner e il collega della Bundesbank, Jens Weidmann, prima della riunione del Consiglio dell'istituto di Francoforte, fissata per giovedì, su cui sono puntati tutti i riflettori.

Nel frattempo si vedrà se la tregua tra speculazione e eurozona reggerà. C'è chi dice che dietro la dichiarazione congiunta franco-tedesca ci sia un finalmente ritrovato spirito comune che testimonia la volontà politica di Angela Markel e Francois Hollande di sostenere insieme l'Europa. Ma la Spagna continua ad essere fonte di grande preoccupazione e instabilità. Ed anche se il ministro delle Finanze tedesco Walfgang Schaeuble ha oggi categoricamente smentito che esista un piano per l'acquisto di titoli pubblici spagnoli da parte del fondo salva-Stati Efsf, in molti ritengono che solo così Madrid potrà superare le attuali difficoltà. C'è poi la questione della Grecia. Un grande nodo politico destinato ad arrivare al pettine al più tardi a settembre, che però sta già facendo sentire i suoi effetti destabilizzanti. Un gruppo formato da almeno sei Paesi è infatti fortemente contrario all'ipotesi di un nuovo salvataggio e questo scenario rilancia l'ipotesi di una possibile uscita della Grecia dall'euro. In attesa degli sviluppi della situazione, il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, sottolinea che gli eventi di questi ultimi giorni hanno dimostrato come, davanti a segnali «forti» lanciati dalla politica (Francia-Germania) e dalle istituzioni (Bce), «la speculazione fa marcia indietro. È un fatto importante che ci fa ben sperare. Bisogna far capire che c'e una strategia condivisa da tutti - istituzioni e Paesi membri - per difendere la moneta unica».

Una strategia che deve però fare i conti quotidianamente con i `distinguo´ e le prese di distanza che arrivano da più parti, in primo luogo dalla Germania. Dove il ministro dell'Economia, il liberale Roesler, già fonte di tensioni a causa delle sue dichiarazioni sulla possibile uscita di Atene dall'euro, è nuovamente sceso in campo al fianco della Bundesbank per sottolineare la sua contrarietà all'acquisto, da parte della Bce, dei titoli di Stato dei Paesi sotto attacco. Un'ipotesi che spaventa anche il settimanale `Spiegel´, il quale agita lo spettro più temuto dai tedeschi, ovvero quello di un'inflazione fuori controllo come risultato di una politica Bce troppo accomodante.

Roma i Politici non ti danno una mano per non farti coinvolgere dalla malavita organizzata/«Ex banda della Magliana diventa consulente al Campidoglio» Pd: interrogazione al ministro

«Ex banda della Magliana
diventa consulente al Campidoglio»
Pd: interrogazione al ministro

Polemiche su Lattarulo, ex Nar. Belviso: era riabilitato, si occupò del reinserimento degli ex detenuti dal 2008 al 2010

 

 ROMA - È polemica a Roma per il contratto di consulenza stipulato dal Campidoglio con l'ex componente della Banda della Magliana e dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) Maurizio Lattarulo tra il 2008 e il 2010. Lattarulo ha lavorato nell'amministrazione del sindaco Gianni Alemanno come consulente per le politiche sociali a 1.500 euro al mese. «Era riabilitato», dice il vicesindaco di Roma Sveva Belviso, che è anche l'assessore interessato. «Una vergogna» secondo il segretario Pd di Roma Marco Miccoli. Belviso accusa l'opposizione di voler strumentalizzare la vicenda in vista delle elezioni comunali del 2013. Il presidente della Commissione Politiche sociali del Comune, Giordano Tredicine (Pdl), smentisce che Lattarulo sia ora il suo segretario particolare o che abbia mai lavorato con lui. 

L'opposizione attacca. Sul caso denunciato da “Repubblica” è polemica. «Ormai il Campidoglio di Alemanno è diventato una succursale lavorativa per ex terroristi di destra, fascisti e boss della malavita», dice Miccoli. La deputata romana del Pd Ileana Argentin annuncia un'interrogazione al
ministro dell'Interno. Per il senatore Idv Stefano Pedica «con Alemanno la malavita è entrata in Campidoglio». 

Athos De Luca ha presentato una interrogazione sul caso«per sapere se sono stati rispettati i requisiti morali previsti dall'art 90 del regolamento comunale sulle assunzioni». «È una vicenda che ha dell'incredibile» afferma in una nota il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli che chiede le dimissioni del sidnaco.

«Scelta inopportuna». «Ma come è possibile che il vicesindaco Belviso abbia scelto proprio il braccio destro di De Pedis per affidargli una consulenza esterna? Non si può nascondere dietro l'importanza del recupero dei detenuti e il loro reinserimento nella società per giustificare l'ennesimo scandalo che espone - ancora una volta - il Comune a attacchi e polemiche» afferma in una nota Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio che parla di «scelta inopportuna». 

La replica del vicesindaco Belviso. Il vicesindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso, commenta: «Lattarulo per il reato di banda armata legata ai Nar è stato prosciolto in fase istruttoria 20 anni fa e mai gli è stato imputato alcun reato di usura così come riportato dal quotidiano. Quando l'ho conosciuto, all'inizio del mio mandato - aggiunge Belviso - si è presentato dicendo che aveva avuto problemi con la giustizia, precisamente per un reato associativo generico, e che, a quella data, nessun carico pendente risultava in tribunale e che era iniziato il suo percorso riabilitativo, conclusosi poi nel 2010 con sentenza definitiva di riabilitazione». 

«Lattarulo quindi, nel 2008, - dice la Belviso - era un cittadino come tanti, nel pieno dei suoi diritti. Proprio per il suo passato, ho pensato potesse rappresentare un esempio concreto di persona riabilitata alla quale dare un'occasione nuova di vita. Possibilità quest'ultima, fra l'altro contenuta nelle competenze dirette dell'assessorato alle Politiche sociali previste dalla Legge 381 del 1981, dedicata proprio al reinserimento lavorativo di detenuti, tossicodipendenti ed ex detenuti». 

«Si occupava del reinserimento degli ex detenuti». «Ricordo inoltre - prosegue Belviso - che le politiche a favore dell'inclusione sociale sono state e sono tutt'oggi, un fiore all'occhiello dell'amministrazione capitolina che, con la delibera 60 del 2010, ha previsto la riserva del 5% (finanziamenti riservati alle cooperative di tipo B) per le persone in stato di fragilità e per le categorie sociali sopra menzionate. È dello stesso periodo poi anche la nascita del programma Retis, progetto che ha le stesse finalità sociali». «Per quanto detto sopra - continua Belviso - Lattarulo quindi è stato inserito nello staff dell'assessorato alle Politiche sociali a tempo determinato, con uno stipendio di 1.500 euro mensili con l'incarico di occuparsi del reinserimento degli ex detenuti e dei rapporti con il garante regionale dei detenuti Angiolo Marroni (padre del capogruppo del Pd in Consiglio Comunale) che, conoscendo anch'egli Lattarulo per l'incarico avuto da me, non potrà che confermare le mie parole».

«Lattarulo - ricorda Belviso - ha poi lasciato spontaneamente l'assessorato nel 2010, dicendo che aveva trovato una soluzione lavorativa più stabile. Attualmente non conosco il suo impiego lavorativo. Alla luce di quanto fin qui ricostruito, appaiono dunque davvero vergognosi e strumentali gli attacchi verso il Sindaco, che non conosce Maurizio Lattarulo, oggi riabilitato di fronte alla legge e competente nell'incarico che gli era stato assegnato, da parte di una sinistra ipocrita e falsa che prima fa dell'inclusione sociale una bandiera e poi, quando una amministrazione comunale concretamente si attiva per il reinserimento sociale degli ex detenuti, non indugia a strumentalizzare l'accaduto, citando anche notizie palesemente false».

Il Pdl. Il capogruppo del Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio parla di «polemiche squallide e strumentali» perché «dal 2010 Lattarulo non fa più parte dello staff dell'assessore alle politiche sociali». «L'idea che una decina di parlamentari di centrosinistra, al solo scopo di fare un po' di propaganda estiva, definiscano terrorista una persona che non è mai stata condannata per terrorismo, o che parlino di un contratto circoscritto e limitato nel tempo e ampiamente spiegato e giustificato dal vicesindaco Belviso con tono sobrio e pacato con cui Caifa trattava le cause nel sinedrio, è uno spettacolo francamente penoso» dichiara il senatore del Pdl, Andrea Augello.

La Destra. «La sinistra rimprovera Alemanno per un consulente ex Nar, poi finito nella malavita. Chi assunse la Baraldini? Veltroni parla», si chiede invece il leader della Destra Francesco Storace, riferendosi alla ex terrorista di sinistra incarcerata a lungo negli Stati Uniti, poi estradata in Italia e che nel 2003 ottenne una collaborazione con il Campidoglio.

Pareri contrastanti tra i garanti dei detenuti di Roma Capitale e del Lazio. Secondo il garante dei detenuti di Roma Capitale, Filippo Pegorari, «l'iniziativa del Campidoglio è lodevole» perché il «reintegro sociale dei detenuti è un diritto costituzionale». Di parere contrario il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo il quale la Belviso fece una scelta azzardata», «faceva molte chiacchiere, ma per quello che ho potuto vedere non combinava niente

 

sabato 28 luglio 2012

ritrovato il ‘sarcofago di Aquino’


Archeologia: ritrovato il ‘sarcofago di Aquino’, era stato trafugato oltre 20 anni fa

ultimo aggiornamento: 19 luglio, ore 16:53
Roma, 19 lug. (Adnkronos) - Ritrovato dopo oltre 20 anni il sarcofago delle quadrighe, inestimabile reperto archeologico trafugato nel settembre del 1991 dalla Chiesa della Madonna della Libera di Aquino.

Viaggiando fuori dalla mente


Il racconto della domenica di Jacopo Fo: 

Viaggiando fuori dalla mente


di Jacopo Fo
Vendevo generatori solari nelle campagne tra Siena e Citta' di Castello.
Giravo a bordo del mio furgone giallo alimentato da un micro gassificatore di scarti legnosi. Era un lavoro che mi piaceva. Ogni generatore che riuscivo a piazzare in una fattoria o in un ecovillaggio era un piccolo calcio negli stinchi al sistema delle multinazionali del petrolio e della guerra.
In un tardo pomeriggio mi trovai a risalire una stradina di terra battuta, ripida come il collo di un asino. In cima c'era una casa colonica di pietra dalla forma stranamente ottagonale. "Podere Falco", diceva una scritta dipinta sopra un grande masso di pietra lavica, quasi nera. I miei clienti li trovavo inviando centinaia di mail ad aziende agricole e agriturismi, centri culturali, comunita' ecologiche o religiose. Ex comunisti, buddisti, cristiani risvegliati, protestanti, inarco-hippy. Chiunque fosse fuggito dalle citta' con l'idea di vivere in maniera diversa era un mio potenziale cliente. 
Il mio furgone faticava a prendere la salita per il verso giusto. I sassi schizzavano da sotto le ruote facendo perdere la presa dei pneumatici sul terreno. Spingendo lo sguardo in cima all'altura vidi che il cielo si stava guastando e si addensava la tempesta. Lo trovai strano perche' fino a quel momento era stata una giornata serena. Arrancavo su per il pendio tenendomi fisso sulla prima marcia, senza variare la pressione sul pedale del gas. Sulle strade bianche in salita, se non mantieni regolare la velocita', finisci con le ruote che perdono aderenza. 
Arrivato alla casa notai che il tramonto era arrivato d'un tratto, senza che me ne accorgessi. Era quasi buio quando mi avvicinai alla porta massiccia. Stavo cercando il campanello in mezzo all'edera che avvolgeva la parete esterna quando la porta si spalanco' inondandomi di luce. Misi a fuoco l'immagine e vidi davanti a me una donna di una bellezza strana e imbarazzante, i capelli neri, gli occhi neri, un viso ovale, naso deliziosamente minuto e labbra piene. Ma c'era qualche cosa di inspiegabilmente asimmetrico nel suo viso. Era vestita con un abito tra il blu, il grigio e il nero, una specie di tunica che poteva fare di lei una giovane figlia dei fiori con la passione per l'oriente o una donna sbucata da qualche meandro medioevale. 
Mi presentai: "Buona sera, sono Flavio Santagata, vi ho scritto per proporvi l'acquisto di un generatore solare..." 
Lei mi sorrise, provocandomi un fremito di emozione mentre mi faceva accomodare in una grande cucina-soggiorno. Intanto che le descrivevo i vantaggi della tecnologia rivoluzionaria che ero venuto a proporre, non potei non fantasticare sui possibili sviluppi di quell'incontro. In effetti nel mio lavoro a volte capitava di arrivare in case nelle quali le donne si interessavano piu' al venditore che alla merce proposta. Un marito in citta' o lontano nella macchia a lavorare offrivano opportunita' di nuove esperienze, in quei luoghi piuttosto monotoni. Alcune afferravano al volo l'occasione con grande soddisfazione da parte mia. E piu' di una volta ero capitato in comunita' che praticavano una forma non teorica di liberta' sessuale o che avevano un senso sacro e molto aperto dell'ospitalita'. Ma quella donna non mi degno' di nessun segnale che comprendesse qualche forma di invito, di approccio o di promessa. 
Mi ascolto' attentamente mentre le spiegavo la differenza tra un generatore solare Stenton e un pannello fotovoltaico tradizionale. Lo Stenton usa il calore dei raggi per dilatare alcune barrette di metallo, poi raffreddate da una reazione chimica indotta anch'essa dal calore del sole. Si produce cosi' un susseguirsi di allungamenti e contrazioni che hanno una potenza molecolare e producono una quantita' di energia notevole. 
Lei decise di acquistare 3 generatori grandi, ognuno della potenza di dieci chilowatt. Mi stupi' la richiesta di una tale potenza elettrica. Vendere piu' di un sei chilowatt in un piccolo podere e' raro. Provai a chiederle se ne era sicura. Per tutta risposta mi firmo' un assegno e mi chiese di installare subito i generatori. Ne avevo giusto tre nel furgone. Impiegai un'ora a scaricarli e assemblarli nell'annesso dietro a casa. Poi collegai i cavi elettrici al contatore. 
A quel punto era ormai ora di cena. Fuori diluviava. La donna mi disse che a momenti lei e il marito si sarebbero seduti a tavola e mi invito' a mangiare con loro. Mi offrì anche ospitalità per la notte, così che il giorno seguente avrei potuto terminare il mio lavoro. Dopo aver venduto tre generatori da dieci chilowatt e verificato sul mio portatile che l'assegno fosse coperto, mi sembrava scortese rifiutare. E poi mi piaceva l'idea di restare ancora un po' al cospetto di quella bellezza. Se fosse dipeso da me avrei potuto restare la' anche per anni. Ma probabilmente il marito non sarebbe stato d'accordo... 
La donna, che aveva firmato l'assegno col nome di Damiana Assati, mi fece accomodare a tavola offrendomi un aperitivo leggermente alcolico che sapeva di frutti sconosciuti. Quando il marito entro' nella stanza mi stupii della sua enorme corporatura. Era piu' alto di due metri e largo come un armadio a due ante. Mi saluto' con cortesia ma senza calore, scrutandomi con due occhi piccoli e ravvicinati sotto a sopracciglia spesse e unite. Non era certo un uomo gradevole e mi chiesi quale qualita' nascondesse per tenere vicino a se' una donna cosi' attraente, in un posto sperduto come quello. Mi venne in mente la storia della bella e della bestia.
In compenso la cena fu deliziosa. Non avevo idea di quando la donna l'avesse cucinata. Si assentava per pochi istanti e tornava dalla cucina con piatti fumanti. Stupito le chiesi se ci fosse una cuoca ai fornelli. Lei rise e disse che in quella casa vivevano solo loro due. Finita la cena il marito si ritiro' scusandosi perche' doveva rispondere ad alcune e-mail. 
Restai seduto a finire un bicchiere di grappa mentre Damiana sparecchiava. Osservavo i suoi movimenti aggraziati non riuscendo a non immaginarla nuda. Provai a chiedermi di che colore potessero essere i suoi capezzoli sotto gli strati di indumenti. Per un istante lei si blocco' e mi guardo' come se avesse letto nei miei pensieri. Nel suo sguardo lessi un'angoscia infinita. Subito lei interruppe il contatto con i miei occhi. Appoggio' il vassoio che aveva tra le mani e disse: "L'accompagno alla sua camera." 
Si incammino' oltre la porta, prendendo le scale ampie che salivano a destra. Fu un'uscita rapida e dovetti alzarmi alla svelta e affrettarmi a seguirla. Sentivo la sua agitazione. Giunta in cima alle scale percorse il corridoio mentre le luci si accendevano automaticamente al suo passaggio. Il suo modo di camminare somigliava a una danza. Si fermo' di fronte all'ultima porta a destra. La socchiuse indicandomela: "Questa e' la sua stanza." Non aggiunse altro, anche se ebbi la sensazione che avrebbe desiderato farlo. Sentivo in lei forze contrastanti dibattersi. La stanza era ampia, ben illuminata e aveva un odore gradevole di fiori secchi. Una stretta porta immetteva in un bagno rivestito di piastrelle blu scuro fino al soffitto laccato di rosso. Mi tolsi i vestiti, mi sciacquai e mi misi a letto spegnendo la luce. Mi addormentai velocemente. 
Stavo sognando qualche cosa di inquietante quando venni svegliato da un tocco leggero sulla mia fronte. "Che succede?" chiesi al buio. Per tutta risposta sentii la voce di lei che mormorava '"Non dire una parola!" Scivolo' nel letto, era nuda. Quello che segui' fu un amplesso nel quale persi ogni coscienza razionale travolto dalle emozioni e dal suo modo di amarmi, selvaggio e quasi disperato, famelico.
Improvvisamente la porta si spalanco', la luce si accese, il marito entro' e io vidi torreggiare su di noi la massa enorme del suo corpo. Fece un movimento rapido come lo scatto di un serpente e mi trovai a sentir bruciare tutti i nervi del mio corpo sotto la pelle. Ero completamente paralizzato. Potevo muovere soltanto gli occhi. Vidi che Damiana si allontanava da me senza guardarmi in viso. Se ne stava, nuda, in fondo alla stanza quasi avesse perso ogni volonta' e interesse. Osservava suo marito mentre si avvicinava a una parete e la spingeva di lato apparentemente senza sforzo. Intravvidi una specie di stanzino dove era posta una poltrona metallica simile a quella di un dentista. L'uomo mi sollevo' come fossi stato un bambino, mi sistemo' sulla seduta e inizio' a legarmi e ad attaccarmi fili e tubi a varie parti del corpo. Degli aghi mi penetrarono le carni mentre condotti flessibili mi entravano nella bocca, nel naso e nell'ano. Quel bestione agiva in modo asettico, professionale, senza emozioni. Ero furente ma non potevo reagire in nessun modo. Quando ebbe finito fece scorrere di nuovo la parete e io mi trovai da solo al buio in quella situazione assurda. Mentre la parete stava per serrarsi intravidi per un istante gli occhi della mia amante cercare i miei per un ultimo contatto. Poi fu il buio. 
Non potevo sapere quanto tempo fosse passato. Cercavo di arginare la paura e l'ansia che mi attanagliavano usando le molte tecniche che avevo imparato per gestire le emozioni negative. Ma era difficile e dovevo affrontare crisi di panico che mi agitavano costringendomi a immaginare le possibilita di sviluppo piu' terribili. Ero completamente in balia di forze sconosciute e non avevo la minima idea di cosa intendessero fare di me. E mi sembrava assurdo e incomprensibile l'essere tenuto prigioniero la' dentro. Ma la stessa esistenza, in quella casa, di quella stanza nascosta dietro a una parete scorrevole mi pareva intrinsecamente piena di presagi di orrore. Passarono ore o forse giorni senza che succedesse niente. Poi accadde che la parete si mosse, la luce mi feri' gli occhi e la mia mente venne risvegliata dal torpore animale nel quale si era perduta. Faticai a riconoscere la mia ex amante. Ma poi non potei non notare che era bellissima. Aveva con se' una bacinella di acqua e una pezza di tessuto.

(Parte seconda)
E cosi' vagai per gli spazi infiniti tra i pianeti, nelle terre di confine tra il passato e il futuro. E scoprii che potevo visitare regioni lontane e vedere come vivevano esseri di altre galassie prima che si scoprisse come fondere i metalli e dopo che furono inventate macchine che sapevano tradurre i pensieri in immagini. Ed entrai nei corpi di altre creature e sentii le loro sensazioni spiando le emozioni che sconvolgevano il loro respiro. E fui un guerriero Hang che combatteva enormi insetti senzienti e amava una donna dalla carnagione blu. Fui un giove, che viveva nelle campagne fuori Acerra, la' dove ci sono montagne di rifiuti tossici. E lessi dai suoi occhi un documento ufficiale dove era scritto che la' c'era piu' diossina che a Seveso. E mentre morivo avvelenato mi chiedevo perche' Seveso fosse stata evacuata mentre nelle campagne inquinate di Acerra nessuno era stato sgombrato, nessuno aveva neppure portato via quell'immondizia che uccide. 
In quel tempo la mia regione era governata da un uomo famoso per la sua probita', un paladino dei deboli. Ma egli non fece nulla per impedire che la diossina ci uccidesse tutti insieme alle nostre pecore e alle nostre bufale. Morendo non riuscivo proprio a spiegarmi perche' non avessero mandato uomini con tute bianche impenetrabili a sgombrare uomini e animali, a recintare la zona e a cospargere il suolo con schiuma assorbente. 
Fui un vecchio Eburone, l'antico popolo celtico, e vidi la mia gente sterminata fino all'ultimo essere dai banditi protetti dai soldati di Giulio Cesare. E poi fui una bimba, che studiava la gloria di Roma e l'augusta esistenza dei cesari. Una bimba che poi scopri' di essere ebrea e venne deportata a Therensiestadt, dove una donna strana, Friedl Dikers-Brandeis, prima di passare attraverso la camera a gas, ottenne dal direttore del campo di sterminio carta, colori e pennelli per poter insegnare ai bambini condannati a morte a dipingere. Ma quella bambina sopravvisse e divento' una grande pittrice e si ricordo' sempre la frase scritta dalla sua insegnante: "In questo momento terribile l'unica cosa che mi sembra veramente importante e' l'arte." 
E fui un soldato italiano in Serbia. E mi chiedevo perche' i soldati inglesi venissero li' dove noi eravamo appostati, con l'elmetto e la giacchetta mimetica, mentre loro avanzavano con tute spaziali anti radiazioni. Quando i primi quaranta di noi morirono di una rara forma di tumore, si inizio' a capire cosa preoccupasse gli inglesi: li' dove noi eravamo dislocati, con addosso soltanto la tuta mimetica, avevano sparato con proiettili all'uranio impoverito. Tutti lo sapevano. Anche il capo del nostro governo lo sapeva. Anche lui era conosciuto come un paladino del popolo... Ma nessuno fece niente per impedire che restassimo contaminati. E cosi' anch'io morii ascoltando le mie ossa esplodere lentamente. 
E fui un vecchio vietnamita che per combattere i soldati americani si procuro' una divisa statunitense e costrui' un manichino dotato di un braccio che impugnava un bastone. Inizio' a girare per la foresta e a nascondersi in buche per terra e con una corda muoveva il braccio del manichino in modo che colpisse un alveare. Cosi' insegno' a milioni di api ad attaccare chiunque vestisse quella divisa. E le api lo insegnarono alle loro figlie. 
E fui una giovane somala, stuprata con tante altre dai soldati italiani ai tempi di internet. Ci tenevano in un capannone e ogni sera venivano a prendere un gruppo di noi e ci violentavano decine di volte. Anche i giornali italiani parlarono di questi stupri. Una giornalista, una notte, era stata testimone di quell'orrore e ne aveva scritto. E non c'erano solo stupri. Anche torture con i cavi elettrici su prigionieri legati per terra con le braccia a croce. Ci fu un piccolo scandalo. Poi la giornalista fu uccisa e tutto fu presto dimenticato. 
E vidi altre epoche e altre terre. Fui con gli indiani Seminole, uno di quei nativi americani che non furono mai sconfitti dalle giubbe blu. Ma nessun regista di Hollywood racconto' mai la nostra storia. Neanche quelli piu' di sinistra. 
E vagai sui monti di Hillion, dove vivono gli uomini dalla pelle verde come lo smeraldo. E fui un servo della gleba Urriano, tenuto in schiavitu' dai Dalton con quattro braccia che maneggiavano spade di ossidiana. 
E vidi le navi della regina di Inghilterra, ai tempi delle locomotive a vapore, cannoneggiare la citta' cinese di Nanchino per conquistare la liberta' di vendere l'oppio ai cinesi. 
E navigai sulle astronavi prigione di Surma, immense scatole che vanno alla deriva nello spazio mentre gli umani che trasportano si divorano tra di loro.
E iniziai a chiedermi perche' l'umanita', in tutte le galassie, fosse cosi' folle. Perche' l'uso della capacita' di pensare non avesse dato a nessuna specie "intelligente" la capacita' di scegliersi governanti onesti, intelligenti e generosi. 
E iniziai a chiedermi cosa ci fosse dentro di noi di sbagliato. 
E fui un bramino che si interrogava sulle scritture e piangeva contemplando la carenza di pieta'. 
E fui un gladiatore mandato a combattere contro i leoni di Baath, nell'arena, per divertire i cittadini del Potentato. 
E poi entrai nella mente di Oklan la strega, che meditando sul significato dei 22 simboli comprese intimamente la sacralita' dell'esistenza. Essa vide chiaramente che ogni istante era qualche cosa di travolgente proprio perche' la vita e' cosi' aleatoria, fragile e momentanea. Se lo capisci provi un senso di vertigine. A essere viva. 
E diventai un vecchio commerciante di libri di Axxion che studiava tutte le manifestazioni dei demoni. E intuii che qualche cosa scattava in una parte nascosta della mia mente. E restai dentro di lui e lo spinsi a leggere tutto quanto era stato scritto su cio' che questi mostri sono capaci di fare. 
Intanto il mio corpo era immobile, nella cella dove non arrivavano ne' luce ne' suoni. Non potevo sapere da quanto tempo fossi imprigionato. 
Solo ogni tanto lei, di cui non ricordavo piu' neppure il nome, veniva da me riempiendo quella stanza di luce, mi lavava con una pezza bagnata, risvegliava la mia virilita' e poi prendeva il suo piacere unendosi a me. 
E una notte lessi sopra un libro di carta di riso, dell'esistenza di un demone che aiutato da una succube attirava giovani uomini nella sua dimora e li imprigionava per succhiare loro l'energia vitale fino a che, lentamente, morivano. E allora ebbi una grande paura. Perche' anche se la materia e' illusione e solo le emozioni sono reali, non ero pronto a finire di vivere. Cosi' costrinsi il mio ospite a uscire di casa nella notte e a vagare per i sobborghi della citta' alla ricerca di una strega che sapesse come sconfiggere quel tipo di demone. E Ouluck la Nera, mentre esplorava il sub-universo in stato di possessione, mi rivelo' che a causa delle inestricabili leggi che regolano le corrispondenze tra microcosmo e macrocosmo e a causa degli obblighi di gemellizzazione ai quali ogni entita' esistente e' sottomessa, vi era un solo modo per sconfiggere il demone e liberare il prigioniero. Bisognava trovare il suo gemello che viveva esattamente a 1111 anni luce di distanza in direzione di Vega. 
Bisognava sfidare questo gemello e batterlo. Fu allora che abbandonai il corpo del vecchio commerciante di libri. E vagai per gli empori di schiavi alla ricerca di un guerriero delle province che fosse abile con tutte le armi e privo di paura. Penetrai la sua mente e lo indussi a cercare il demone gemello. E alla fine lo trovai. Era un gladiatore famoso a Shantoon. Nessuno poteva fronteggiarlo e lui godeva divorando i corpi dei suoi nemici. E lo attaccai fuori dall'arena, cogliendolo alle spalle in un vicolo. Ma la reazione del demone fu spaventosa e il guerriero che mi ospitava fu travolto e fatto a pezzi. Mentre spirava io usai però la sua bocca per ringhiargli in faccia: "Tornero' per avere i tuoi occhi"! 
Dovetti armare le mani di dieci guerrieri che furono spazzati via. E di altri dieci che fecero la stessa fine. Capii che nessun uomo avrebbe potuto sconfiggere quel mostro. Cosi' presi il corpo di una giovane donna e la indussi ad avvicinare il demone gemello facendogli credere che potesse diventare sua succube. E dopo che il demone l'ebbe posseduta lei aspetto' che si addormentasse e poi appoggio' sulla sua fronte un cubo di rame nativo. Cosi' il suo cranio esplose. 
Istantaneamente mi ritrovai nella mia cella. Ma i lacci d'acciaio che mi immobilizzavano erano aperti. Mi liberai dei tubi e degli aghi, barcollando dopo tanta immobilita', mi appoggiai con tutto il mio peso alla parete scorrevole e riuscii a smuoverla. Ero libero. Scesi le scale con grande difficolta', aprii la porta e mentre uscivo, tremando per lo sforzo, vidi il demone che nel soggiorno si trasformava in una piovra crescendo a dismisura. Mi misi a correre. La casa esplose. Quasi non potevo crederci quando vidi che il mio furgone giallo era ancora la'. La terra si stava aprendo, le fiamme si levarono dalla casa. Misi in moto. 
Stavo per partire quando vidi affiancarsi al finestrino la succube del demone. Piangeva. Mi imploro' di portarla via. Ingranai la marcia, lasciai andare la frizione e fuggii. Avrei voluto portarla con me ma non ero abbastanza coraggioso. Nessuno e' capace di essere quello che vorrebbe essere...

Jacopo Fo

Terremoto sul Gargano

Terremoto Gargano 28 luglio 2012 provincia di Foggia
Terremoto Gargano 28 luglio 2012 provincia di Foggia
Terremoto sul Gargano: scossa tra San

Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis



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Il sisma di magnitudo 3.1 è stato avvertito alle 9.51 anche nei comuni di Cagnano Varano, Rignano Garganico e San Nicandro Garganico. E' la 24esima scossa registrata nel 2012 in provincia di Foggia



Terremoto Gargano 28 luglio 2012 provincia di Foggia
Continua a tremare la terra in provincia di Foggia.
Un'altra scossa di terremoto registrata questa mattina nel distretto sismico "Promontorio del Gargano" con epicentro tra San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis.
Il sisma di magnitudo 3.1 è stato avvertito alle 9.51 anche nei comuni di Cagnano Varano, Rignano Garganico e San Nicandro Garganico.


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venerdì 27 luglio 2012

La verità della Corte dei conti Usa sugli F-35


La verità della Corte dei conti Usa sugli F-35

27 luglio 2012

Enrico Piovesana
I nostri politici, ‘tecnici’ e non, forse non hanno letto l’ultimo rapporto della Corte dei conti statunitense (il Gao) sul programma F-35 Joint Strike Fighter, reso pubblico lo scorso 20 marzo. O forse lo hanno ignorato, come hanno fatto del resto i mass media italiani.
Nel rapporto viene detto che i nuovi cacciabombardieri (di cui l’Italia vuole comprare 90 unità a un costo di almeno 10 miliardi di euro) sono gravemente difettosi e richiederanno modifiche progettuali che ne faranno lievitare ulteriormente i costi. Dalla lettura del documento del Gao emerge chiaramente che gli Usa, e noi alleati, stiamo gettando miliardi in un pozzo senza fondo per delle macchine che ancora non funzionano perché non collaudate”.
“Lo sviluppo dei sistemi che garantiscono la capacità di combattimento del Joint Strike Fighter rimane in ritardo e a rischio: ad oggi – si legge nel documento – solo il 4 percento dei requisiti sono stati verificati (…). I caschi dei piloti con i display integrati si sono rivelati il problema più rischioso (…). Altri problemi ci sono con i radar, con il processore integrato, con gli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione e con le capacità di guerra elettronica” (…). “Lo scorso ottobre i collaudatori hanno denunciato problemi anche con il sistema di visione notturna e con la manovrabilità del velivolo e in generale una scarsa affidabilità”
“Lo sviluppo del software di bordo, il più complesso mai realizzato, sta prendendo più tempo del previsto e pone rischi tecnici sgnificativi” (…). “La variante del velivolo per le portaerei non si è dimostrata adatta all’imbarco per problemi con l’uncino di coda, richiedendo una riprogettazione” (…). “Vanno ancora fatti i collaudi sul volo a bassa quota, sul funzionamento dei sistemi d’arma e di attacco in picchiata e potrebbero riservare altre sorprese”.
Il rapporto spiega come le modifiche resesi necessarie finora per “rimediare alle deficienze emerse nel corso dei collaudi” abbiano già fatto raddoppiare dal 2001 a oggi il costo complessivo del programma (da 183 a 312 miliardi di euro) e di ogni singolo aereo (da 63 a 127 milioni di euro): ma il peggio, lascia intendere il Gao, deve ancora venire.
“Il numero di modifiche al programma rimarrà molto elevato fino al 2019 (…). Con il passaggio alla fase di sviluppo dei software più complessi e delle capacità avanzate, il Jsf presenterà problemi costosi. Con la maggior parte dei collaudi di volo ancora da fare, il programma subirà ancora molte revisioni progettuali e continue modifiche del processo produttivo (…) con prevedibile ulteriore crescita dei costi”.