mercoledì 1 agosto 2012

Euro, asse Roma-Parigi. Obama chiama Monti: agire


Euro, asse Roma-Parigi. Obama chiama Monti: agire

Premier oggi a Helsinki: fine del tunnel è vicina. Presidente Usa: serve un'azione decisa per l'Ue




NEW YORK - All'Europa servono azioni decisive per evitare una disfatta dell'euro. Il presidente americano Barack Obama continua il suo pressing sul Vecchio Continente. E chiama il premier Mario Monti, impegnato in una tournee europea, per fare il punto della situazione nell'area euro. Proprio a Monti Obama ribadisce il proprio appoggio per un'azione decisa per risolvere la crisi.
Il presidente e' ''in contatto regolarmente con i leader europei'' afferma la Casa Bianca, sottolineando che il colloquio con Monti fa seguito alle recenti dichiarazioni europee sull'impegno dell'Europa a preservare l'euro''. Con Monti, Obama si sofferma sulla Siria e mette in evidenza la necessita' di una stretta collaborazione fra Stati Uniti e gli alleati europei nel fare pressione sul regime di Assad e nel sostenere la popolazione della Siria.
''Non ritengo che gli Europei lasceranno l'euro'' dissolversi ''ma devono prendere misure decise'' afferma Obama nel corso di un evento di raccolta fondi a New York. ''Trascorro molto tempo a cercare di lavorare con loro. Prima prenderanno azioni decisive, meglio sara''' mette in evidenza Obama. Il timore di Obama, che sull'economia si gioca le elezioni, sono i venti contrari dall'Europa sull'Azienda America, gia' alle prese con una crescita anemica e una disoccupazione elevata, oltre all'impasse di Washington sulla strada da seguire per il risanamento dei conti pubblici americani: il rischio e' che senza un accordo in Congresso scattino il prossimo anno un mix di tagli alla spesa e aumento delle tasse, in grado di far scivolare l'economia in una nuova recessione. Le preoccupazioni di Obama, ''non soddisfatto'' dello stato dell'economia americana e per il quale chiede l'azione del Congresso, sono confermate dalla missione del segretario al Tesoro, Timothy Geithner, in Europa.
La crisi del debito sta rallentando la crescita mondiale, afferma Geithner di ritorno dal Vecchio Continente, mettendo in evidenza che l'Europa e' ''assolutamente impegnata a fare il necessario'' per risolvere la crisi. ''Ha le capacita' finanziarie per farlo'' precisa Geithner, secondo il quale in Europa ci sono delle difficolta' politiche, con crescenti estremismi, ma e' necessario agire con forza e in modo efficace.
Con il Congresso che si avvia alla pausa estiva, le speranze di nuovi aiuti a sostegno della ripresa sono riversate sulla Fed. La banca centrale americana comunichera' domani le proprie decisioni di politica monetaria: l'attesa di nuovi stimoli da Ben Bernanke ha innescato un rally dei listini negli ultimi giorni. Ora i mercati cauti attendono la due giorni ''cruciale'': mercoledi' la Fed e giovedi' la Bce. Un'attesa fatta anche di scetticismo sugli strumenti che Bernanke da un lato e Draghi dall'altro hanno a disposizione. E questo soprattutto perche' le due banche centrali continuano ad agire da sole nella missione crescita, senza contributi da parte della politica. La Fed si presenta alla riunione divisa. Da un lato alcuni membri del Fomc, l'organo decisionale della Fed, premono per misure ''preventive'' per evitare i rischi legati alle crisi europea e a una potenziale crisi globale. Ma i falchi preferirebbero attendere almeno fino a settembre perche' non convinti che l'economia americana abbia perso slancio. Una presa di tempo che consentirebbe a loro avviso di avere un quadro piu' dettagliato del mercato del lavoro.
I dati sulle disoccupazione saranno resi noti venerdi' dal Dipartimento del Lavoro. Il mercato spera in un nuovo round di acquisto titoli da parte della banca centrale, ma la Fed potrebbe limitarsi ad agire solo con la comunicazione, ovvero modificando il linguaggio e impegnandosi a mantenere tassi bassi fino alla fine del 2014 o alla meta' del 2015, quindi oltre il mandato di Bernanke.
PARIGI - Mario Monti e Francois Hollande uniti a difesa dell'euro. Mentre diventa ufficiale il nuovo record di disoccupazione europea (11,2%) e i mercati cominciano ad anticipare il contraccolpo da delusione per eccesso di aspettative sulle prossime mosse della Bce, Francia e Italia rafforzano l'asse anti-crisi dichiarando che le prospettive di stabilità della zona dell'euro "si stanno schiarendo" ma richiedono l'applicazione immediata delle misure prese al vertice Ue di fine giugno. "La posta in palio è talmente vitale che non è possibile neanche un minuto di disattenzione", ha avvertito Monti all' Eliseo dopo un incontro con il presidente Francois Hollande, il primo di un tour europeo che lo porterà domani ad Helsinki, 'covo' del rigorismo europeo, e giovedì - proprio mentre a Francoforte si riunirà il consiglio dei governatori della Bce - a Madrid.
In mattinata, parlando a Radio anch'io, il premier si era mostrato più che ottimista: "La fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi. Noi e l'Europa siamo vicini alla fine del tunnel". Ed aveva aggiunto: "E' molto importante che tutti in Europa ci impegniamo a far sì che l'euro non sia fattore di disintegrazione. La chiave di volta deve essere l'attuazione senza ritardi delle decisioni prese a Bruxelles".
Al termine della colazione di lavoro all'Eliseo, Hollande ha usato più o meno le stesse parole: "Oggi abbiamo riaffermato la nostra volontà di impegnarci e di fare tutto il possibile affinché le decisioni del Consiglio europeo siano applicate e la zona euro sia difesa, preservata, consolidata". E annunciando un vertice bilaterale Italia-Francia ad "inizio dicembre a Lione", Hollande ha sottolineato che la "qualità" delle relazioni tra Roma e Parigi "é un elemento molto importante per regolare le questioni che sono di nostra responsabilità, nei giorni a venire, per rafforzare e consolidare la zona euro". Negli stessi momenti però, da Berlino, il ministero tedesco delle Finanze gelava le aspettative di chi si era illuso che le aperture della cancelliera Merkel sull'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce potesse preludere ad un cambiamento di linea ancora più radicale.
Oltre a ribadire il no agli Eurobond, Berlino ha confermato l'opposizione all'ipotesi di concedere una licenza bancaria al fondo di salvataggio europeo Esm, che consentendogli di rifinanziarsi presso la Bce ne moltiplicherebbe praticamente all'infinito la potenza di fuoco (ora limitata a 500 miliardi). "Il trattato costitutivo dell'Esm non prevede per il fondo una licenza bancaria - ha dichiarato all'ANSA il portavoce tedesco - e noi non ne vediamo del resto alcuna necessità". Il portavoce ha inoltre smentito che "sul tema ci siano attualmente discussioni" o "riunioni segrete". Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, nonostante l'opposizione di Berlino e Bundesbank, trattative per concedere la licenza bancaria all'Esm sarebbero invece in corso con il sostegno di Francia, Italia e di membri dell'Eurotower. Un super Esm consentirebbe alla zona dell'euro di tenere sotto controllo la 'febbre' da spread e di ridurre le enormi disparità dei costi di finanziamento dei debiti pubblici tra i 17 stati che condividono la moneta unica.
In una dichiarazione scritta, diffusa al termine dell'incontro, Monti e Hollande si sono "felicitati" per le recenti dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi (che ha annunciato un intervento senza condizioni e tabù) ed hanno ricordato che "diversi Paesi della zona euro devono oggi rifinanziarsi a tassi di interesse troppo elevati, malgrado stiano portando avanti le difficili ma necessarie riforme economiche". Un riferimento diretto a Italia e Spagna. L'eurosummit ha individuato un meccanismo di stabilità per gli spread legato ai fondi salva Stati (oggi all'Efsm e poi all'Esm, la cui entrata in vigore è condizionata ad una sentenza della Corte costituzionale tedesca prevista per il 12 settembre).
"I meccanismi di stabilità sono stati precisati e ora devono essere applicati", ha insistito oggi Hollande. Ma lo 'scudo' può essere avviato solo se un Paese ne fa richiesta. La scorsa settimana il governo spagnolo ha ammesso di non potere continuare a finanziare il proprio debito ai tassi attuali (sopra il 7%) ma ha anche giurato e spergiurato che non farà alcuna richiesta di assistenza all'Efsf, che gli toglierebbe altra sovranità in politica economica. Rajoy continua a rifiutare il pressing discreto dei partner. Punta piuttosto in un intervento calmieratore della Bce in agosto in attesa che dopo settembre possa muovere i primi passi l'Esm, rafforzato dalla licenza bancaria. Una scommessa ancora tutta da vincere.

Sicilia, Lombardo si dimette. Cosa succede adesso?


Sicilia, Lombardo si dimette. Cosa succede adesso?


Lo aveva annunciato ai quattro venti già da mesi, lo aveva ribadito a Monti nell’incontro della scorsa settimana, ora Raffaele Lombardo si è dimesso da governatore della Sicilia. Una decisione che non sembrava scontata, nonostante tutto, perché dall’ormai ex presidente siciliano era lecito aspettarsi un colpo di teatro all’ultimo momento. Che in un certo senso è arrivato.

Alla convocazione della giunta, Lombardo ha deciso di aggiungere altre due nomine alle innumerevoli che hanno accompagnato quest’ultimo tratto del suo mandato, dall’annuncio delle dimissioni a oggi, e così ha nominato un nuovo assessore e un commissario dell’Asp di Siracusa, scelti tra i suoi fedelissimi. Nel frattempo, l’assemblea regionale cassava la spending review che lo stesso Lombardo aveva annunciato a Monti per evitare il rischio default. Cosa succede adesso?

L’attuale giunta resterà in vigore per il disbrigo degli affari correnti, poi l’isola andrà al voto il28 e il 29 ottobre per eleggere il nuovo presidente (tra i candidati dovrebbe esserci l’ex viceministro berlusconiano Micciché), ma nel frattempo non è chiara la situazione dei conti pubblici siciliani. Nelle scorse settimane era stato lanciato l’allarme per il rischio default della Regione, ma Lombardo aveva smentito tutto portando a Monti un piano di risanamento che prevedeva, fra le altre cose, riduzioni dell’organico con duemila pensionamenti.
Ora tutto questo è saltato, l’assemblea ha approvato solo un assestamento del bilancio per coprire 2 milioni e mezzo di disavanzo, che dovrebbe bastare a evitare il rischio immediato ma che non avrà effetti sul lungo periodo, soprattutto viste le spese mostruose della regione.
Nel frattempo il presidente uscente non ha perso occasione per lanciare strali al governo, dando la colpa delle sue dimissioni al centralismo romano e non all’inchiesta per mafia che lo ha colpito:

Le foto del tuo profilo Facebook non saranno più le stesse da oggi


Le foto del tuo profilo Facebook non saranno più le stesse da oggi

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Giusto in tempo per l’annuale caricamento di massa delle foto delle vacanze, il social network rinnova il layout e lo rende più agile e personalizzabile.

Le foto del tuo profilo Facebook non saranno più le stesse da oggi
Grafica minimal e immagini più grandi: il restyling della sezione foto di Facebook si basa su queste due caratteristiche, che ripuliscono e svecchiano la presentazione. Un post su Newsroom, la sezione di Facebook in cui vengono ufficialmente annunciate le novità, spiega che vi si può accedere come prima, cliccando sull’icona “foto” al di sotto dell’immagine cover di ogni profilo, arrivando così agli album e alle foto in cui la persona è taggata.
Anche la navigazione presenta delle novità: grazie a un menù è possibile visualizzare a piacere le foto caricate dall’utente, quelle in cui è taggato e i suoi album. Cliccando infine sull’anteprima di ogni singola foto si può decidere di contrassegnarla come preferita e portarla all’attenzione degli amici, personalizzando così il layout della propria pagina foto; gli altri utenti a loro volta non avranno più bisogno di entrare nella foto o nell’album di riferimento per inserire commenti o cliccare il “mi piace”.

Dimmi come usi Twitter e ti dirò chi sei


Dimmi come usi Twitter e ti dirò chi sei

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Scoppiata la moda dei 140 caratteri, è tempo di classificare le personalità sui social network. E tu in quale ti identifichi?

Dimmi come usi Twitter e ti dirò chi sei

I 140 caratteri stanno conquistando davvero tutti: dai politici ai giornalisti, passando per Vip e sportivi per arrivare infine al panettiere sotto casa. Ma chi si nasconde dietro a questi account? Social media manager, geek o semplici curiosi? Proviamo a classificarli:
1) Il PR
Tipicamente un’azienda, un brand o un utente che si iscrive a Twitter con un intento promozionale, motivato dalla necessità di aumentare la propria brand awarness. Sfrutta i 140 caratteri per promuovere i propri servizi o prodotti e per tenersi in contatto con gli amici.
2) Il social media manger
I professionisti dei social media sono stati senza dubbio i primi a sbarcare sulla piattaforma di micoroblogging mossi dalla curiosità di sperimentare il nuovo mezzo. Si tratta di utenti “modello”: vogliono essere riconosciuti come esperti, mettono in campo la loro competenza nel settore e usano Twitter per promuovere il loro lavoro e costruire una rete di relazioni.
3) Il giornalista
Per i giornalisti e gli editori, Twitter è una piattaforma di condivisione di messaggi e notizie e un mezzo di interazione con i lettori. Un passione che è scoppiata solo recentemente in Italia e che ha portato molti giornalisti ad usarlo non solo come amplificatore dei propri articoli.
4) Il politico
I politici hanno scoperto Twitter solo recentemente, come mezzo di diffusione dei loro messaggi e programmi politici agli elettori. Anche in Italia partiti e candidati stanno scoprendo la possibilità di comunicare istantaneamente e di influenzare l’agenda dei media.
5) L’artista o lo sportivo
Sempre più celebrità del mondo dello sport e dello spettaccolo approfittano di Twitter per mettere in piazza la loro vita privata. Non appena attivano il loro accont, con un solo tweet raccolgono migliaia di followers in pochissimo tempo. Lady Gaga, per esempio, può vantare un recond mondiale con i suoi 27 milioni di followers. Cristiano Ronaldo invece si ferma a 12 milioni.
6) Lo stalker
Gli stalker sono gli zombie di Twitter: seguono un numero impressionante di utenti ma pubblicano pochissimi tweet o sembrano del tutto assenti. Il loro obiettivo è collezionare quante più informazioni possibili.
7) Lo spammer
Universalmente odiato, lo spammer, in modo apparentemente casuale, bersaglia gli utenti con tweet che solitamente consigliano l’acquisto del viagra.
8) L’utente medio
Il classico privato cittadino che incuriosito dalla moda del momento che è sbarcato su Twitter proprio perché lo fanno tutti. I suoi followers sono generalmente amici e conoscenti e spesso il vero motivo della loro presenza sul sito di microblogging è dettata della voglia di entrare in contatto con il loro idolo del mondo dello sport o dello spettacolo.
9) I bisognosi
Sono quegli utenti che sono sempre alla ricerca di consigli di lettura, recensioni di film, diritte e suggerimenti per organizzare una gita o che si rivolgono ai propri followers per essere rassicurati in ogni decisione.
10) Le twitt-star
Non si tratta di vip, ma di persone comuni, blogger o esperti di social media che con i loro tweet sarcastici e pungenti sono delle vere e proprie celebrità della Rete.
E tu, che utente Twitter sei? Raccontacelo!