sabato 3 marzo 2012

Croce Rossa alla Siria: lasciate entrare gli aiuti ad Homs ..per favore interveniamo presto,,con la libia si sono precipitati tutti adesso li facciamo morire tutti!!!!!!!!!!


Croce Rossa alla Siria: lasciate entrare gli aiuti ad Homs

venerdì 2 marzo 2012 19:22
 
BEIRUT (Reuters) - La Croce Rossa ha detto oggi alla Siria che è inaccettabile che al suo convoglio di aiuti sia impedito di entrare nel quartiere di Homs dove l'opposizione dice che le truppe del presidente Bashar al-Assad hanno commesso un massacro.
Baba Amro è divenuta un simbolo della resistenza ad Assad dopo che le truppe governative l'hanno assediata con carriarmati e artiglieria e bombardata pesantemente per settimane, uccidendo e ferendo i civili che si nascondevano tra le macerie.
I ribelli si sono ritirati ieri, in un momento chiave della rivolta contro Assad, in corso da ormai un anno. Un funzionario del ministro degli Esteri siriano ha detto che l'esercito "ha ripulito Baba Amro da gruppi armati di terroristi sostenuti dall'estero".
La Croce Rossa internazionale ha detto di aver raggiunto la zona bombardata, sotto assedio da 26 giorni, ma di non avere avuto il permesso di accedere.
"E' inaccettabile che persone che si trovano in stato di bisogno e in emergenza da settimane non abbiano ancora ricevuto alcun aiuto"; scrive il presidente della Croce Rossa Jakob Kellenberger in una nota. "Rimaniamo a Homs stanotte nella speranza di entrare a Baba Amro in un futuro molto prossimo".
"Tutti gli uomini tra i 14 e i 50 anni rimasti nella zona sono stati arrestati. Temiamo saranno massacrati. Dove è il mondo?", dice un attivista?
Secondo l'opposizione almeno 40 persone sono state uccise oggi in violenze in varie parti della Siria.
Il Libero esercito siriano (FSA) dei ribelli ha detto ieri di aver lasciato Baba Amro, dove vivevano 100.000 persone. Ne restano circa 4.000 ora.
Secondo l'Onu, le forze governative siriane hanno ucciso oltre 7.500 civili dall'inizio della rivolta un anno fa. Il governo siriano afferma che "terroristi armati" hanno ucciso oltre 2.000 soldati.
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Germania: vende faccia a tatuatori


Germania: vende faccia a tatuatori

Per 100mila euro, c'e' gia' il primo cliente

03 marzo, 16:40
Germania: vende faccia a tatuatori(ANSA) - BERLINO, 3 MAR - Vende la faccia per 100mila euro. Uwe Troeschel, 42 anni, tedesco della Sassonia, ha trovato uno strano modo di fare soldi: ha infatti messo in vendita il suo viso ad eventuali tatuatori interessati. E attraverso Bild, che ha pubblicato la sua storia, avrebbe gia' trovato un cliente. I prezzi sono diversi: 50 mila euro per un tatuaggio sulla fronte, 20 mila per ciascuna delle guance, 5 mila per il mento, 2 mila per il naso e 1.500 euro, infine, per il tratto di pelle delle due mandibole.

J'ACCUSE/ L'aborto post-parto? Un vecchio sogno dei Darwin senz'anima


J'ACCUSE/ L'aborto post-parto? Un vecchio sogno dei Darwin senz'anima

giovedì 1 marzo 2012
J'ACCUSE/ L'aborto post-parto? Un vecchio sogno dei Darwin senz'animaInfophoto

Asserzioni la cui evidenza, per non dire banalità, è immediata, se affogate nelle oscurità del linguaggio tecnico possono diventare oggetto di dibattito. Ed essere, dunque, messe in dubbio. Come il fatto che uccidere un neonato sia cosa sbagliata. Qualunque persona di buon senso lo sa. Eppure, Alberto Giubilini e Francesca Minerva nell’articolo “After-birth abortion: why should the baby live?” pubblicato sulla prestigiosa rivista“Journal of Medical Ethics”, riescono nell’impresa di sostenere il contrario; con tanto di imprimatur di parte del mondo scientifico che la prestigiosa rivista rappresenta. Il concetto, per loro, è semplice: i neonati sono privi dell’autocoscienza che determina il desiderio di vivere. Tale assenza renderebbe impossibile conferire loro lo status di persona. Per cui, eliminarli, non provoca alcun danno. Abbiamo chiesto al professore Francesco D’Agostino ragguagli in merito al concetto di “aborto post-parto”.
Anzitutto, che peso dare a questo articolo?
A mio avviso, molto limitato. Il fatto che sia apparso su una rivista importante non giustifica le pubblicità che sta avendo. Del resto, si tratta di tesi edite.
Da chi?
Peter Singer ed Hugo Hengelhardt da anni avevano elaborato la teoria secondo la quale gli individui sono esseri umani a pieno titolo solo quando hanno piena capacità di relazione; altrimenti, sono solamente individui e non persone. Ovviamente, in tale categoria rientrano anche gli infermi mentali, i malati di altzheimer e via dicendo. Secondo tali concezioni, inoltre, gli individui che non sono persone non vanno difesi di per sé stessi, ma per difendere in tal modo gli interessi emotivi di chi è persona a pieno titolo. La protezione degli handicappati mentali, ad esempio, è giustificata dalla tenerezza e dai sentimenti che i loro parenti provano per essi.
Quindi, non c’è nulla di nuovo?
Probabilmente, questi autori introducono l’argomento peregrino secondo cui l’infanticidio sarebbe nell’interesse del neonato più che l’adozione. Affermano che è meglio non vivere affatto che finire in mano di genitori adottivi perversi. Questo e nulla più.
Come si confutano tale tesi?
Basterebbe considerare il fatto che, ad esempio, Singer afferma che la persona sia tale solo se dotata di capacità relazionali; ebbene: un’elementare conoscenza psicoanalitica ci dice che il neonato attiva formidabili dinamiche relazionali con la madre e con il padre. Addirittura è noto che, prima del parto, la psiche della madre entri in relazione con quella del feto al punto tale che si parla di psicoanalisi pre-parto. Detto questo, le sue posizioni, dal punto di vista filosofico, sono di una tale banalità, che confutarlo significa concedergli fin troppo onore. Occorre pur sempre, tuttavia, assumere una qualche forma di antropologia. In caso contrario, confutarlo diventa pressoché impossibile.
Cosa intende?
L’argomento antropologico lascia totalmente indifferenti quei biotecisti che hanno una posizione di estremo materialismo. In sostanza, per chi rigetta ogni orizzonte antropologico, non esiste piano di incontro possibile. Sarebbe come contestare chi afferma che la Gioconda di Leonardo non è altro che un insieme di colori spalmati su una tela. Dal punto di vista fisicistico, costui, avrebbe ragione. Se, tuttavia, non fosse in grado di vedere al di là dell’amalgama di colori, non basterebbero anni di lezioni di storia dell’arte per fargli comprendere che cos'è realmente la Gioconda.
L’assenza di un’antropologia, quindi, giustifica qualunque posizione?
Esatto. Addirittura, alcuni bioeticisti arrivano a sostenere che la medicina dovrebbe essere drasticamente darwiniana, abbandonando i soggetti deboli per favorire solamente quelli forti.
In ogni caso, perché una rivista prestigiosa pubblica tesi del genere?

Liberata ROSSELLA URRU


ROSSELLA URRU/ Liberata la cooperante italiana. E Fiorello fa festa su Twitter

sabato 3 marzo 2012
ROSSELLA URRU/ Liberata la cooperante italiana. E Fiorello fa festa su TwitterRossella Urru
Rossella Urru è stata liberata. La notizia, su cui la Farnesina sta compiendo verifiche, ma che è stata confermata dalla Questura di Oristano, è stata data dall’emittente televisiva araba Al Jazeera e dal quotidiano on line  mauritano Sahara media, secondo il quale la cooperante italiana sarebbe stata rilasciata oggi insieme ad Aal Ould al-Mukhtar, un poliziotto mauritano rapito nei mesi scorsi nel sud della Mauritania. Secondo il sito mauritano, i due sarebbero stati rilasciati in cambio della scarcerazione in Mauritania di un terrorista Tuareg. La Urru e il poliziotto mauritano arriveranno oggi con un aereo a Bamako, capitale del Mali.
La volontaria italiana di 29 anni, originaria di Samugheo, paese della provincia di Oristano, si trovava in Algeria nei campi profughi Saharawi per prestare la sua missione umanitaria. Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre, mentre cenava è stata rapita da un gruppo di estremisti islamici. Rossella Urru rappresentava il Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (Cisp), un’organizzazione non governativa nata nel 1983 con sede a Roma. Insieme a lei sono stati rapiti anche due colleghi spagnoli: Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione amici del popolo Saharoui, ed Enric Gonyalons, dell’organizzazione Mundobat. Nelle prime notizie che sono giunte non ci sono informazioni e notizie circa la loro sorte.
Proprio ieri il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, aveva detto che aveva parlato della vicenda di Rossella Urru con il suo omologo algerino, il quale aveva promesso che si sarebbe interessato personalmente di seguire il caso. Della cooperante italiana, Terzi aveva anche parlato con Napolitano in diverse occasioni. Era inoltre in corso una missione di Margherita Boniver, impegnata in contatti con le autorità dei paesi coinvolti nella vicenda. A metà dicembre, invece, undici persone, implicate nel sequestro di Rossella Urru e dei suoi colleghi spagnoli, erano state arrestate. Ultimamente l’opinione pubblica si era molto interessata al caso della nostra connazionale, soprattutto per merito di Geppi Cucciari che durante la finale del Festival di Sanremo dello scorso 18 febbraio aveva rivolto un appello in diretta tv per la sua liberazione.
Anche Fiorello, attraverso la sua visitatissima pagina di Twitter, aveva sposato questa causa, pubblicando la foto di Rossella Urru. Appresa la notizia, lo stesso Fiorello ha postato un eloquente messaggio: “È il caso di dire hip hip Urruuuu!”. Ovviamente anche le pagine dei gruppi di Facebook dedicati a Rossella Urru si stanno riempiendo di messaggi di giubilo da parte di tanti italiani.

Vendola cosa chiede per le grandi opere.... Oggi manifestazione a Roma e Bussoleno. Paura per possibili scontri


NO TAV/ Oggi manifestazione a Roma e Bussoleno. Paura per possibili scontri

sabato 3 marzo 2012
NO TAV/ Oggi manifestazione a Roma e Bussoleno. Paura per possibili scontriInfophoto
Le proteste contro la realizzazione della Tav in Val di Susa oggi vivranno un altro momento importante. A Roma è infatti prevista una manifestazione alle 15:00 dei sostenitori dello stop ai lavori della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. C’è un certo timore che ci possano essere scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. In questo senso il Prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, ha spiegato che c’è attenzione, ma non un allarme, anche perché ci saranno manifestazioni analoghe in altre città italiane, senza quindi una concentrazione a Roma. L’importante è che i manifestanti collaborino evitando di non seguire i percorsi autorizzati. Anche perché nella città ci saranno altre due manifestazioni: una dei lavoratori edili un’altra de La Destra di Francesco Storace. La manifestazione dei No Tav partirà da Piazzale Tiburtino per arrivare a Largo Preneste. È prevista la partecipazione di studenti, centri sociali, movimenti di lotta per la casa, indignati ed esponenti della Federazione della Sinistra.
Ovviamente la zona più “calda” resta quella della Val di Susa. Anche perché il leader del movimento No Tav Alberto Perino ha tutta l’intenzione di rispondere alle parole pronunciate ieri dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, il quale ha spiegato che il governo si impegnerà affinché la costruzione della linea ferroviaria proceda. Oggi ci sarà una manifestazione a Bussoleno e domani il movimento tornerà in Val Clarea, la zona dove è stata estesa lunedì l’area del cantiere.
Il governo sembra comunque intenzionato a lavorare sul consenso alla costruzione dell’infrastruttura a livello locale, dove già esiste una “spaccatura” tra i sindaci della Val di Susa. Oltre agli sgravi fiscali, un’ipotesi è quella di poter mettere in campo lo strumento della no tax area, che potrebbe forse convincere anche i cittadini. Resta il fatto che gli amministratori dell’alta valle sembrano inflessibili e impossibili da convincere. Il tema della Tav sta intanto creando divisioni anche nel mondo politico. Ad abbracciare la causa di chi protesta oggi si è aggiunto anche il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, convinto che l’infrastruttura sia un’opera faraonica e con grandi impatti negativi. 
Nichi Vendola, Governatore della Puglia e leader di Sel, ha invece chiesto che le grandi opere siano oggetto di discussioni con la popolazione locale e non calate dall’alto. Posizione criticata oggi dal Vicesegretario del Pd, Enrico Letta, che ha spiegato che il progetto della Tav è stato più volte discusso e modificato in base alla concertazione con gli amministratori locali. 


Napoli: ucciso a 18 anni in un agguato

sabato 3 marzo 2012
Napoli, 3 mar. - (Adnkronos) - Carmine Cristiano Mantice, 18 anni, e' stato ucciso la scorsa notte allle 3 in via Profumo, una zona situata alle spalle della centralissima piazza Carlo III a Napoli. La vittima si trovava con alcuni amici quando sono arrivati due killer a biordo di una moto che hanno esploso un colpo di pistola ferendolo al torace. Il giovane, che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo mese, e' morto poco dopo.

Perugia: ucciso durante rapina in villa, banditi scappati con auto vittima



Perugia: ucciso durante rapina in villa, banditi scappati con auto vittima



Perugia, 3 mar. - (Adnkronos) - Sono scappati con l'auto della vittima i tre rapinatori che la notte scorsa, durante un tentativo di rapina in villa a Ramazzano, una frazione alle porte di Perugia, hanno ucciso un trentottenne a colpi di pistola. L'automobile, una Golf, e' stata ritrovata non lontano dall'abitazione in cui si e' consumata la tragedia.

Tra Italia e Usa spuntano le “balle” di Marchionne


 Tra Italia e Usa spuntano le “balle” di Marchionne

sabato 3 marzo 2012
QUALCOSA DI SINISTRA/ Tra Italia e Usa spuntano le “balle” di MarchionneSergio Marchionne (Imagoeconomica)

Chi è stato Amministratore delegato della Fiat, sia pure per cento giorni finiti male, il veleno dal dente non se lo toglie più: anche per questo, probabilmente, Carlo De Benedetti ha scolpito il suo epitaffio sulla “cura Marchionne” alla crisi della Fiat in Italia, con il sarcasmo dell’outsider perenne che l’Ingegnere ha scelto di essere, dicendo: “Quando sento dichiarare che torna in Italia se l’Italia gli fa fare le automobili, io vorrei sapere cosa fa lui per fare le automobili che si vendono”. E la staffilata capita proprio nel giorno in cui il mercato europeo dell’auto piomba ai livelli minimi da ventotto anni (28!) e la quota delle marche Fiat si riduce ulteriormente, addirittura al 28% in Italia.
Più passano i giorni e più l’intervista con cui il capo del gruppo automobilistico ha annunciato di puntare sulle esportazioni dall’Italia agli Usa come unica condizione per poter mantenere attivi tutti gli stabilimenti italiani Fiat appare come un preannuncio di chiusura per due di essi: probabilmente non Mirafiori e Pomigliano, dove recentemente Marchionne ha conseguito il risultato dell’accordo sindacale senza Fiom-Cgil per la massima flessibilità; non Atessa, dove si producono in partnership internazionale soprattutto veicoli commerciali; ma se il mercato non tira e i modelli non piacciono, l’aria diventa cattiva per Melfi e per Cassino, fabbrica iper-robotizzata ma povera di modelli di successo.
Perché questa è sicuramente una parte di verità: Marchionne ha salvato la Fiat da un fallimento sicuro, tra il 2004 e il 2007, intervenendo a cuore aperto su un’azienda schiacciata da costi inutili e da una situazione finanziaria insostenibile. Poi però ha ritenuto di non poter o di non dovere puntare sul rinnovo profondo della gamma di prodotti e ha lasciato che in un mercato complessivamente fiacco le quote migrassero lentamente a favore dei concorrenti, soprattutto tedeschi.
La sua attenzione si è spostata invece su due fronti: uno sacrosanto, dove ha ottenuto un altro successo straordinario, cioè l’espansione internazionale, con l’acquisizione di una Chrysler anch’essa semifallita, la sua ristrutturazione, il risanamento e un accrescimento del valore per il gruppo torinese nell’ordine di almeno 10 miliardi di dollari; l’altro fronte, quello nazionale, ossessivamente concentrato in uno scontro con la Fiom-Cgil sulle regole della flessibilità in deroga al contratto nazionale di categoria che si è via via radicalizzato, conducendo alla clamorosa uscita della Fiat dalla Confindustria. Secondo Marchionne, infatti, la permanenza del gruppo tra le imprese rappresentate dalla confederazione la obbligava a rispettare il contratto nazionale che a suo avviso è incompatibile con le esigenze della competitività.
Ed è su questo fronte che la linea dura del manager italo-canadese ha mostrato molte crepe. Perché, pur se imitato da qualche altro gruppo nella polemica anticonfindustriale - per esempio, la Piaggio Aeronautica, Cartiere Pigna, Amplifon, Nero Giardini - Marchionne non è diventato un leader ideologico sulla linea della “fuga dall’Italia”. Perché asserire che con il costo del lavoro italiano e le regole sindacali del nostro Paese non sia possibile essere competitivi è, semplicemente, falso: almeno, non è vero per tutti. Aziende come la Piaggio motoveicoli, colossi internazionali come l’Ibm o la Saint Gobain, la stessa Brembo del marchionniano Alberto Bombassei - per non parlare del gruppo Mapei del favorito alla Confindustria Giorgio Squinzi - continuano a investire e produrre in Italia, con profitto.
È vero, piuttosto, che la capacità produttiva nel settore automobilistico mondiale è eccedentaria, almeno in questa fase storica, e che non c’è spazio per tutti. Ma lo spazio residuo lo conquista non solo e non tanto chi produce ai costi più bassi - perché allora le case tedesche avrebbero dovuto già chiudere - ma chi fa belle macchine, un po’ come nel settore della moda, dove il look conta tantissimo. E la Fiat, che nel suo genere fa ancora macchine molto belle, non ha però diversificato la gamma svecchiandola e orientandola ai segmenti più remunerativi del mercato, quelli medio-alti, appannaggio ormai quasi esclusivo dei tedeschi. E ne paga le conseguenze.
La linea-Marchionne, però, accredita l’idea che i problemi del Lingotto siano tutti “di sistema” e non, anche, di prodotto. E qui risiede una componente davvero grave della sua comunicazione: è profondamente ingiusto, cioè, addebitare al sistema-Paese ancora più responsabilità di quante già non abbia. Che il fattore-Italia sia un handicap, almeno rispetto a paesi dal basso costo del lavoro come il Brasile o la Turchia o la Serbia, è vero, anzi è ovvio. Ma che questo sovracosto sia un fattore insuperabile non è vero, perché tante aziende manifatturiere continuano a superarlo agilmente. Ed è anche se non illusorio certo molto ambizioso vagheggiare la possibilità di produrre in Italia auto da vendere poi negli Usa, perché è un’operazione mai riuscita nella storia, ed economicamente quasi insostenibile.
La stessa Fiat ci ha provato con la Cinquecento, ottenendo un risultato pari alla metà dell’obiettivo. Oltretutto, il costo del trasporto oceanico incide circa il 3% sul prezzo finale. E i prezzi di listino delle vetture sul mercato statunitense sono tradizionalmente più bassi che in Europa. Per esempio, la Bmw 328i, uno dei modelli-cardine del colosso tedesco, viene venduta in Europa (con differenze minime tra Germania, Italia e gli altri paesi) a 38.950 euro. Negli Stati Uniti, la stessa vettura, con l’allestimento più “difensivo” imposto dalle normative locali, viene venduta a 34.900 dollari. Pari a 26.400 euro. La stessa Fiat Cinquecento, nella versione più diffusa, viene venduta in Italia tra gli 11 e i 12 mila euro; negli Stati Uniti tra i 15 e i 16 mila dollari, pari appunto a circa 11-12 mila euro.
Insomma, il mercato europeo dell’auto ha il valore medio unitario più alto del mondo. E nel nostro continente, a vendere auto - quelle poche - si incassa più che in America. Dove, peraltro, il costo del lavoro è più alto che da noi: con un rapporto di 142 contro 100. Insomma, nell’insieme si potrebbe dire che è come se nel settore automobilistico il cambio euro-dollaro fosse in parità 1 a 1.
Le vetture europee più vendute in Nordamerica sono quelle di marca tedesca. Ma la Bmw si limita a fabbricare in Europa solo i motori destinati agli Stati Uniti, le automobili le produce (e assembla il tutto) nello stabilimento americano di Spartasburg. La Mercedes produce in Alabama. La Volkswagen in Messico. Toyota e Honda producono in loco con i loro “transplant”.
Ma allora? Se la sfida di produrre in Italia e vendere in America sarà persa, o magari neanche giocata, cosa accadrà a due dei cinque stabilimenti italiani della Fiat? L’ha già fatto capire Marchionne, anticipando di fatto lo scenario della prossima emergenza: il problema dell’eccesso di capacità produttiva in Europa, ha detto, “richiede uno sforzo congiunto coordinato dei paesi europei, non può essere lasciato a soluzioni nazionali”. Insomma, la palla passa a Bruxelles. Per risolvere i problemi della Fiat come quelli della Psa e della Renault. A meno di miracoli, è questione di mesi.

Le domande scomode dello Zen a Profumo che "condannano" gli adulti


Le domande scomode dello Zen a Profumo che "condannano" gli adulti

sabato 3 marzo 2012
IL CASO/ Le domande scomode dello Zen a Profumo che condannano gli adulti
“Ministro, ma tu manderesti qui i tuoi figli, o i tuoi nipoti?”. La domanda, lanciata a bruciapelo da un bimbo di quinta elementare, coglie di sorpresa il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, in visita all’istituto “Falcone” nel quartiere Zen2 di Palermo. Cos’ha di tanto strano quella scuola da suscitare una simile domanda? I bambini provano a spiegarlo con una letterina: i bagni e i vetri delle finestre sono rotti, la palestra è fuori uso, i bidelli sono soltanto tre e non riescono a fare le pulizie, mancano i riscaldamenti. E ancora: l’istituto scolastico è oggetto di continue scorribande dei vandali del quartiere.

Il ministro annota, e promette maggiore attenzione e risorse. Ma passata l’eco della visita governativa, i vandali tornano in azione nell’istituto “Falcone” allo Zen. E le autorità, a loro volta, tornano a promettere i vigilantes agli ingressi.
Ma i problemi della scuola - allo Zen di Palermo, o a San Cristoforo di Catania - non sono soltanto di ordine pubblico. E non si risolvono inviando l’esercito. Piuttosto, avrebbe detto lo scrittore Gesualdo Bufalino, occorrerebbe inviare “un esercito di maestri”, adulti motivati, insegnanti capaci di prendere a cuore la vita dei loro ragazzi.

Nelle scuole dei quartieri degradati del Sud non mancano, infatti, solo i termosifoni o le palestre. Spesso mancano gli stessi alunni. In Sicilia il tasso di abbandono scolastico è superiore al 25%. Uno studente su quattro in età dell’obbligo non frequenta le lezioni. In molti casi l’assenza da scuola è vissuta dai ragazzi come occasione per un apprendistato: nel mondo del lavoro o, circostanza che si sta dilatando a macchia d’olio, nel mondo dello spaccio della droga e dei furti di rame.

Ognuno di quei “minori a rischio”, come li definisce il linguaggio della burocrazia, possiede un tesoro di intelligenza, di umanità e di fantasia sepolto da una montagna di cinismo, che si alimenta del disinteresse degli adulti.
Bisognerebbe riflettere di più sul perché il dato sugli abbandoni scolastici non sia uniforme. E chiedersi perché mai alcune scuole in quartieri di periferia  siano, invece, dei veri e propri luoghi di resistenza dell’umano.
Dove operano educatori degni di questo nome, i ragazzi rifioriscono e ritrovano speranza e voglia di tornare a scuola.

“Se ti dimentichi di noi come facciamo?”, ha detto un ragazzino dello Zen al ministro Profumo prima che se ne ritornasse a Roma. E’ la stessa domanda che migliaia di ragazzini siciliani fanno ai loro insegnanti. Non c’è crescita umana, né sviluppo sociale, infatti, dove non ci sono adulti che prendono a cuore la condizione delle giovani generazioni. Per questo motivo Bufalino sosteneva la priorità del fattore istruzione nello sviluppo dell’Isola. Ma, ancora oggi, sono in pochi coloro – politici e non - che sono disposti a scommettere sull’educazione come fattore di sviluppo.

Grande Renzi..lascia perdere Libero che sono degli spazzini..scusa operatori ecologici della stampa


Firenze la prima wikicittàPDFStampaE-mail
Venerdì 02 Marzo 2012 14:23
Firenze prima Wikicittà
Grazie a un accordo tra l'amministrazione comunale di Firenze e l'associazione Wikitalia è nato il portalehttp://opendata.comune.fi.it/ . All'interno ci sono tutte le informazioni, liberamente consultabili, che riguardano la vita della città. Dalle spese dell'amministrazione alle opere pubbliche in cantiere, dall'istruzione al turismo, per un totale di 180 aree tematiche. Ogni giorno viene inserito un dato nuovo. L'idea è del sindaco Matteo Renzi.

Good morning poesia ore 8


Good morning poesia ore 8PDFStampaE-mail
Venerdì 02 Marzo 2012 14:24
Liceo Scientifico Gino Segrè di TorinoDal 21 marzo il Liceo Scientifico Gino Segrè di Torino sarà la prima scuola d'Italia a iniziare la giornata con una poesia. Ogni giorno, pochi minuti prima delle 8 uno studente leggerà una poesia che sarà trasmessa nel cortile della scuola. L'iniziativa è dell'associazione Culturale Cascina Macondo .
“Con l'ascolto ogni giorno di poesie diverse si forniscono a tutti gli studenti dell'Istituto stimoli culturali in modo piacevole. Il coinvolgimento affettivo e intellettuale, senza il peso del dovere, farà apprezzare autori nuovi, antichi e moderni, stili diversi, che possono suscitare interessi, approfondimenti, riflessioni.” ha dichiarato Pietro Tartamella, scrittore e poe
ta.

Terza età Terza età Terza eta'


Terza età


Venerdì 02 Marzo 2012 14:27
PokerA Nicosia, Cipro, inizia il processo alla bisca clandestina delle vecchiette, scoperta dalla polizia due anni fa. Alla sbarra ci sono 40 signore di una certa età con la passione del poker. La più anziana ha 98 anni, due, purtroppo, sono decedute di vecchiaia l'anno scorso mentre altre due si sono già condannate all’ospizio. 

Audiweb, i dati audience dei siti di informazione. Male i big, la sorpresa è il Post



Audiweb, i dati audience dei siti di informazione. Male i big, la sorpresa è il Post 

Audiweb, i dati audience dei siti di informazione. Male i big, la sorpresa è il Post
© CARL DE SOUZA/AFP
Non sono positivi i dati Audiweb riferiti a gennaio 2012 per i principali siti di informazione italiani. Italia Oggiriporta una tabella con i numeri di quotidiani online e portali dalla quale si evidenzia il calo di utenti rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Scendono i numeri diRepubblica.it - che dai quasi 1,6 milioni di utenti attivi al giorno in media passa al milione e 450 mila (-8,9%) - diCorriere.it - giù del 2,6% - e di TgCom24.it (-4,5%). Tra i big va meglio solamente La Gazzetta dello Sport, capace di guadagnarsi l'attenzione del 4% di utenti in più rispetto al gennaio 2011. Significativa anche la crescita del sito web dell'Ansa (+20,2%) e del Sole 24 Ore (+47%).
Vero e proprio exploit quello del Post di Luca Sofri, che fa segnare un +60% per quanto riguarda gli utenti attivi giornalieri (arrivati a quota 45.000) e che supera di slancio Lettera43 (ferma a 40.000). "Numeri micro se confrontati con i primi della classe" fa notare Luca Conti su Pandemia, secondo cui sarebbe comunque opportuno valutare "il numero di visitatori diviso il numero di redattori pesato per gli anni di lavoro" per veder cambiare qualche rapporto di forza.
Continuano a macinare grandi numeri i portali, con Msn/WindowsLive/Bing in calo ma comunque sopra quota 4 milioni, Virgilio in crescita del 22% e Libero del 6,8%.