lunedì 22 ottobre 2012

Corruzione, costi enormi per l'Italia: persi 60 miliardi all'anno e noi dobbiamo stringere la cinghia!!


Corruzione, costi enormi per l'Italia: persi 60 miliardi all'anno


Roma - Presentato il 'libro bianco' del governo sul fenomeno, che riduce dal 25% al 40% il tasso di crescita delle imprese. La percezione dei cittadinicolloca il nostro Paese al pari di Ghana e Macedonia al 69° posto della classifica mondiale. Monti: "Lotta è priorità dell'esecutivo". Ddl anticorruzione, sì del Senato. Severino: ''Noi governo di onesti


Roma, 22 ott. -- Non solo i costi, enormi, della corruzione, che fanno perdere competitività al Paese: 60miliardi di euro all'anno quelli diretti, calcolati dalla Corte dei Conti. Una riduzione dei tassi di crescita delle imprese, che va dal 25 al 40%. Ancora: le classifiche che, per la corruzione percepita, collocano l'Italia accanto a Ghana e Macedonia, e gli indici di percezione da parte dei cittadini, vicini al massimo per la politica. Numeri drammatici, solo in parte bilanciati dalle statistiche giudiziarie, che, riferite alla parte emersa del fenomeno, segnano invece un andamento discendente. E' il quadro tracciato, in 400 pagine, dal 'Rapporto della Commissione per lo studio e l'elaborazione di misure per la prevenzione della corruzione', redatto dal gruppo di lavoro, coordinato da Roberto Garofoli, che fa capo al ministero della Pubblica amministrazione, e presentato oggi a Palazzo Chigi.
Obiettivo, oltre a fornire una fotografia del fenomeno, indicare possibili soluzioni, attraverso un'idea di fondo: la ''diffusivita' e sistematicita''' della corruzione, rendono insufficiente il contrasto repressivo, e dunque necessaria ''l'elaborazione e l'implementazione di una politica di contrasto di tipo integrato e coordinato'' che si avvalga soprattutto di misure di prevenzione. Dunque il Rapporto elenca regole di trasparenza e integrita' della pubblica amministrazione, e una serie di interventi specifici nei settori della sanita', degli appalti pubblici, del governo del territorio, dei controlli.
Una sorta di 'fase due', che prende l'avvio dall'approvazione del ddl anticorruzione, che dovrebbe avere il via libera definitivo alla Camera nelle prossime settimane. Nel testo, infatti, sono confluite in gran parte le proposte contenute nel Rapporto. Si tratta pertanto dell'''approdo di una prima decisiva fase e una buona base per l'avvio di una seconda fase''.
Le statistiche giudiziarie riportate ''riguardano la sola parte emersa del fenomeno, presentando un carattere oggettivo, oltre che dettagliato e disaggregato per settori'', e consentono di ricostruire una ''dinamica discendente non solo per quel che attiene ai numeri dei delitti di corruzione e concussione consumati (dai 311 casi del 2009 ai 223 del 2010), ma anche a quelli riguardanti le persone denunciate (dalle 1821 del 2009 alle 1226 del 2010) e i soggetti condannati per i medesimi reati in via definitiva (dai 341 del 2007 ai 295 del 2008)''
Quanto alla percezione del fenomeno, il 'Corruption Perception Index' (Cpi), in base alle rilevazioni di 'Transparency International', collocano l'Italia al 69° posto (a pari merito con il Ghana e la Macedonia), con un progressivo aggravamento della corruzione percepita negli ultimi anni. ''Nell'ultima rilevazione dell'indice Cpi (che si sviluppa su una scala da 1 a 10, dove 10 individua l'assenza di corruzione), pubblicata il 1° dicembre 2011, all'esito della valutazione di 182 Paesi, l'Italia si e' attestata a 3.9 contro il 6.9 della media Ocse''.
C'e' poi il 'Global corruption barometer' che misura la percezione del fenomeno corruttivo da parte dei cittadini con riferimento a specifiche istituzioni. Per il biennio 2010/2011 in Italia il primato spetta alla corruzione politica, seguita da quella del settore privato e della pubblica amministrazione.
Le stime dei costi della corruzione, spiega il Rapporto, sono inferiori al reale ammontare: al costo annuo euro valutato dalla Corte dei conti vanno aggiunti i costi quelli ''indiretti''. Scrive il rapporto: ''si pensi ai costi connessi ai ritardi nella definizione delle pratiche amministrative, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici e dei meccanismi previsti a presidio degli interessi collettivi ovvero, per citare taluni settori maggiormente esposti al rischio corruzione, alla inadeguatezza se non inutilita' delle opere pubbliche, dei servizi pubblici e delle forniture pubbliche realizzati, al mancato o insufficiente controllo pubblico sull'attivita' di trasformazione del territorio, alla non oculata allocazione delle gia' scarse risorse pubbliche''.
Dunque ''un aumento dei costi strisciante e un rialzo straordinario che colpisce i costi delle grandi opere, calcolato intorno al 40%''.
Secondo un recente studio della Banca Mondiale, inoltre, ''le imprese costrette a fronteggiare una pubblica amministrazione corrotta e che devono pagare tangenti crescono in media quasi del 25% di meno di imprese che non fronteggiano tale problema''. Aspetto ancora piu' preoccupante e' che ad essere piu' fortemente colpite sono le piccole e medie imprese e le imprese piu' giovani: ''tra le aziende costrette a subire fenomeni di corruzione, quelle piccole hanno un tasso di crescita delle vendite di piu' del 40% inferiore rispetto a quelle grandi''.

Fornero ai giovani:Per il primo impiego non siate troppo esigenti..ma tua figlia??cosa ha fatto??


Fornero ai giovani: ''Per il primo impiego non siate troppo esigenti''

(Adnkronos)


Milano -- Il ministro del Lavoro poi precisa: "I giovani italiani oggi sono disposti a prendere qualunque lavoro. Non sono nelle condizioni di essere schizzinosi". E aggiunge: ''Il sistema accetti il fatto che l'impiego si può perdere''. Alla Cgil: ''Se mi invitano in piazza, vengo. Al mio ministero porte sempre aperte''. Esodati, Mastrapasqua assicura: "Avranno sicuramente la pensione". Camusso: "Le politiche di austerità sono fallite"

 "I giovani escono dalla scuola e devono trovare un'occupazione. Devono anche non essere troppo 'choosy' (aggettivo traducibile con esigente, schizzinoso, ndr), come dicono gli inglesi". Lo dice il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, oggi a un convegno a Milano.

"Lo dicevo sempre - prosegue Fornero - ai miei studenti: 'Prendete la prima offerta, poi da dentro vi guardate intorno'. Bisogna entrare però nel mercato del lavoro. Anche se adesso non è più così in un mercato tanto difficile e debole come quello che abbiamo in questo momento, ma abbiamo visto tutti dei laureati che stavano lì in attesa del posto ideale. Non è così, nel mercato ti devi attivare: devi entrare e magari migliorare, con la formazione, e devi metterti in gioco".
"I giovani italiani - precisa poi il ministro - oggi sono disposti a prendere qualunque lavoro, tanto è vero che oggi sono in condizioni di precarietà. Ho detto che, in passato, qualche volta poteva capitare, quando il mercato consentiva cose diverse. Oggi i giovani italiani non sono nelle condizioni di essere schizzinosi".
Quanto alla riforma del lavoro, "il ministro passa, la riforma resterà per un po' - dice Fornero - Spero che non la cambino, perché gli obiettivi sono buoni". Nei confronti della riforma, "noto qualche cambiamento in positivo. All'inizio - spiega - ho masticato amaro su questa riforma, che è stata presa male dai datori di lavoro, dai sindacati e illustrata abbastanza malamente dai giornali", ma ora "vedo qualche impercettibile cambiamento".
La riforma del lavoro varata dal governo mira a costruire "un percorso lavorativo che sia più inclusivo, ma anche più dinamico, che accetti il dato di fatto che oggi, purtroppo, il lavoro si può anche perdere" sottolinea Fornero, secondo la quale la "concezione proprietaria del posto di lavoro non funziona più. L'associazione tra lavoratore e posto di lavoro va tenuta finché ha un senso economico. Non ha senso usare risorse pubbliche su posti di lavoro che sono ormai scomparsi. Per questo abbiamo creato l'assicurazione sociale per l'impiego: se perdi il lavoro, puoi avere un sussidio, per un periodo di tempo limitato, un anno se hai meno di cinquant'anni, 18 mesi se ne hai più di 50. Ti aiutiamo a riqualificarti e a trovare una nuova occupazione".
Fornero commenta anche le iniziative annunciate dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso per il prossimo 14 novembre. "Se mi invitano in piazza, vengo anche in piazza" afferma il ministro. Tra i sindacati, aggiunge, "qualcuno è più propenso al dialogo, qualcuno meno. Al mio ministero le porte sono sempre aperte, purché arrivino in delegazione e non tutti insieme".
Poi le pensioni. Fornero prevede che il numero di quelle nuove erogate in Italia, calato nei primi 9 mesi del 2012 del 35,5% anno su anno, continuerà probabilmente a seguire l'attuale trend. ''Mi attendo - dice il ministro - che ci sia una continuazione di quello che era già un trend dovuto alle riforme precedenti. Ho sempre detto che la riforma si innestava su quelle precedenti. Quelle precedenti avevano un gradualismo che la crisi finanziaria non ci consentiva di sostenere. Vedo una perfetta coerenza tra i dati di questi giorni e quelli prossimi. La riforma ha dato un'accelerata, non c'è contraddizione''.
Il ministro corregge anche il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua, che oggi ha affermato che tutti gli esodati avranno una pensione. "Beh - risponde a margine del convegno - come potrei non confermare? Tutte le persone che hanno avuto un percorso lavorativo e andranno in pensione, certamente avranno la pensione. Quindi non so come interpretare questo".
"Forse - continua Fornero - possiamo correggere così: tutte le persone che sono state salvaguardate avranno sicuramente la pensione, secondo i vecchi requisiti. Se ci saranno altre salvaguardie, e noi ne stiamo adesso discutendo una che riguarda un certo numero di persone che magari sono arrivate nelle maglie di decreti precedenti un po' troppo severi, anche questi andranno in pensione secondo le vecchie regole, per gli altri potranno andare in pensione con le nuove regole". "Oppure - conclude - gli altri lavoratori potranno andare in pensione con le nuove regole. Questo però dipenderà dai prossimi governi".

Stipendi d´oro: ecco i manager più pagati in provincia di Foggia


Stipendi d´oro: ecco i manager più pagati in provincia di Foggia 


Continua la polemica sulle ricchissime retribuzioni dei manager della pubblica amministrazione in Puglia, che ha preso avvio dalla rivelazione dello stipendio del segretario generale della Camera di Commercio di Foggia, Matteo Di Mauro, con 315.429 euro all'anno. Di Mauro non è il manager pubblico più pagato di Capitanata, ma solo il secondo in Puglia, preceduto da Marco Franchini, direttore generale di Aeroporti Puglia, che percepisce 323.360 euro all'anno. Nell'elenco degli stipendi d'oro pugliesi, una dozzina di posizioni sono riservate a postazioni foggiane. La parte del leone la fa sempre la camera di Commercio di Foggia: i due vicesegretari di Matteo di Di Mauro, Giuseppe Santoro e Michele Villani guadagnano rispettivamente 177mila euro e 129mila euro. Il manager più pagato in provincia di Foggia dopo Di Mauro è Nino Falcone, commissario dell'autorità portuale diManfredonia, con un compenso di 160mila euro all'anno. 130mila euro per il Commissario aggiunto della stessa Autorità, Guido Capurso. Ottimi stipendi anche per i manager delle  disastrate aziende del Comune di Foggia: Marcello Iafelice, direttore generale di Amgas, con 134mila euro, Michele Simone, dirigente della fallita Amica spa, con 130mila, Massimo Dicecca, presidente di Ataf, con 120mila. Tra i manager super pagati non potevanomancare quelli della sanità: Tommaso Moretti e Attilio Manfrini, l'uno alla guida degli Ospedali Riuniti, l'altro della Azienda sanitaria, incassano un compenso annuo di 113mila euro. Chiude la top ten a sei cifre il direttore generale dell'Università Costantino Quartucci.
 Un gradino sotto il segretario generale dell'Ente Fiera, Raimondo Ursitti, che si ferma a 93mila euro l'anno. 

Ma paghiamo il canone per le schifezze razziali !! o va via il giornalista o noi non paghiamo il canone..


Il web si indigna per il razzismo del Tg Rai

Prima della partita Juventus-Napoli un giornalista chiede se "i napoletani li distinguete dalla puzza"; su Twitter e Facebook gli utenti chiedono le sue dimissioni


Il web si indigna per il razzismo del Tg Rai










Cresce l’indignazione, soprattutto sul web, per un servizio del Tg regionale del Piemonteandato in onda sabato, che avrebbe dato l’ennesima prova di un vecchio classico italiano, ilrazzismo nei confronti dei napoletani.
Nel servizio sulla partita Juventus-Napoli, realizzato fuori dallo stadio prima del match, non mancavano gli esempi di cori piuttosto imbarazzanti (“Vesuvio lavali tu”, ad esempio).
Ma il passaggio incriminato è un altro: dopo aver parlato con un tifoso juventino dei supporter avversari, il giornalista Giampiero Amandola dice (in tono probabilmente sarcastico, va detto): “E [i napoletani] li distinguete dalla puzza, con grande signorilità”.
Le reazioni indignate non si sono ovviamente fatte attendere. Su YouTubeFacebook eTwitter sono tantissimi quelli che chiedono il licenziamento del giornalista colpevole o l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti.
Il Comitato di redazione della sede regionale della Rai di Torino si è già scusato, sottolineando come “il collega protagonista dell’episodio abbia riconosciuto di essere incorso in un incidente dovuto alla fretta con la quale ha dovuto montare il servizio”.
Ma agli indignati le scuse non sono evidentemente bastate. Su Facebook i gruppi che chiedono il suo licenziamento proliferano con vario successo.



Il web si indigna per il razzismo del Tg Rai

Norma “anti Gabanelli”, appello di Articolo 21: oltre 5mila firme in 24 ore

Norma “anti Gabanelli”, appello di Articolo 21: oltre 5mila firme in 24 ore

L'associazione per la libertà di stampa: "Se dovesse passare toglierebbe ogni paracadute ai giornalisti, rischiando di colpire chi tenta di fare il mestiere del cronista e stroncando il giornalismo d'inchiesta. Il nostro è un no a nuovi bavagli contro chi, come Report, non esita a contrastare mafie, logge e intrecci"

Norma “anti Gabanelli”, appello di Articolo 21: oltre 5mila firme in 24 ore
Oltre 5mila firme in meno di 24 ore per dire no all’emendamento “ammazza Gabanelli“. Le ha raccolte finora l’associazione Articolo 21. L’emendamento, presentato dal senatore del Pdl Giacomo Caliendo (ex sottosegretario alla Giustizia) nel quadro della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, porta il nome della conduttrice di Report perché, come spiegano il direttore e il portavoce di Articolo 21 Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti “se dovesse passare renderebbe ‘nulle’ tutte le clausole contrattuali che prevedono che l’editore tuteli il giornalista accollandosi le conseguenze economiche delle sanzioni in seguito al lavoro giornalistico”. Un appello (“Nessuno tocchi la Gabanelli e l’articolo21 della Costituzione”) che è possibile sostenere firmando su www.articolo21.it.
Si tratta, aggiungono Corradino e Giulietti, di una “grande manifestazione di solidarietà in rete e profondo dissenso nei confronti di una norma sulla responsabilità civile che toglierebbe, in pratica, ogni paracadute ai giornalisti, dipendenti o collaboratori esterni, rischierebbe di colpire chiunque tenti di fare davvero il mestiere del cronista e di stroncare il giornalismo d’inchiesta azzerando addirittura i free lance, colpendo non solo nomi famosi ma anche chi indaga contro criminalità e corruzione”. “Il nostro – concludono – è un netto no a nuovi bavagli contro quelli che, come Report, non hanno mai esitato a contrastare mafie e logge di ogni sorta e i loro intrecci perversi. Ad Acquasparta il 9, 10 e 11 novembre metteremo a punto una specifica proposta su questo tema che presenteremo a tutte le forze politiche”.

Ragazzini violentati per anni,un arresto Nel milanese in manette 26/enne, svolge attivita' in parrocchia

Ragazzini violentati per anni,un arresto

Nel milanese in manette 26/enne, svolge attivita' in parrocchia 

 

 22 OTT - Un giovane di 26 anni e' stato arrestato con l'accusa di aver violentato per anni 3 ragazzini, 2 dodicenni e un tredicenne. Il giovane, incensurato, abita nello stesso quartiere in cui vivono i ragazzi e svolge attivita' sociali nella stessa parrocchia. La notizia e' emersa oggi dopo che i carabinieri di Seregno (Monza) hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare. I tre, secondo le indagini, subivano violenze sessuali da almeno 3 anni.

Allora perche' la riforma Fornero?? per preparare l'italia al super capitalismo??Pensioni: Superinps, -35,5% nuovi assegni in 9 mesi 2012 Non c'e' ancora effetto Fornero. Tra Inps e Inpdap gli assegni sono stati 199.555

Pensioni: Superinps, -35,5% nuovi assegni in 9 mesi 2012

Non c'e' ancora effetto Fornero. Tra Inps e Inpdap gli assegni sono stati 199.555

 

 Crollo delle nuove pensioni nei primi nove mesi del 2012: gli assegni liquidati dall'Inps, compresi quelli dell'ex Inpdap, sono stati 199.555 con un calo del 35,5% rispetto ai 309.468 dello stesso periodo del 2011. Il dato e' l'effetto della finestra mobile e dello scalino scattati nel 2011 mentre la riforma Fornero ha effetti dal 2013.

Il dato che tiene conto delle pensioni Inpdap, dal 2012 incorporato nell'Inps, è il risultato soprattutto dell'introduzione nel 2011 della finestra mobile (12 mesi di attesa per i dipendenti, 18 per gli autonomi una volta raggiunti i requisiti) e dello "scalino" previsto dalla riforma Damiano sempre per il 2011 per la pensione di anzianità con le quote (da 59 a 60 anni l'età minima a fronte di almeno 36 anni di contributi). Gli effetti della riforma Fornero invece si avvertiranno dal 2013 quando si esauriranno la gran parte delle uscite con le vecchie regole (chi ha raggiunto i requisiti entro il 2011 e poi ha atteso le finestre). Nei primi nove mesi dell'anno, secondo i dati che l'ANSA è in grado di anticipare,l'Inps ha liquidato 140.616 pensioni nel settore privato (-37,4% rispetto alle 224.869 erogate nello stesso periodo del 2011) e 58.939 nel settore pubblico, quello finora gestito dall'Inpdap, ora incorporato nell'Inps (-22,2% rispetto alle 84.599 erogate nello stesso periodo del 2011). Nel complesso i nuovi assegni liquidati sono stati 110.000 in meno rispetto a quelli liquidati nei primi nove mesi dell'anno scorso dai due enti L'età media di uscita dal lavoro nel settore privato è cresciuta di un anno (da 60,3 anni a 61,3 anni) mentre nel settore pubblico si è passati da 60,8 anni a 61,2 anni. Il calo più consistente è stato registrato per le pensioni di anzianità nel privato (-44,1%) passate da 127.855 dei primi 9 mesi del 2011 a 71.491 dei primi nove mesi del 2012. Le pensioni di vecchiaia, sempre nel privato, sono diminuite del 28,7% passando da 97.014 a 69.125. Sono diminuiti soprattutto i nuovi assegni per i lavoratori autonomi mentre per i dipendenti (sempre del privato) il calo è stato del 21,69% (da 132.801 nuove pensioni liquidate tra vecchiaia e anzianità nei primi nove mesi del 2011 a 103.996). Per i coltivatori diretti il calo nel periodo è stato del 67,6% da 20.526 a 6.637 mentre per gli artigiani si è avuto un crollo del 59,6% (da 38.567 assegni a 15.580). Per i commercianti si è passati da 32.975 assegni liquidati a 14.403 (-56,3%). Nel complesso del settore privato (140.616 nuovi assegni) il risultato delle nuove pensioni è stato migliore anche rispetto al previsto (148.948 assegni per i primi 9 mesi). E' probabile, visto quanto accaduto nel 2011, che la percentuale di calo complessiva si rafforzi per la fine dell'anno. Dall'anno prossimo si esauriranno le uscite di coloro che possono andare in pensione con le vecchie regole e si comincerà ad uscire con le regole previste dalla riforma Fornero. Per le donne dipendenti del settore privato bisognerà avere compiuto almeno 62 anni e tre mesi nel 2013 (o 62 anni nel 2012 ma a quel punto si poteva uscire con le regole precedenti avendone 61 nel 2011 e avendo quindi anche scavallato la finestra mobile).
MASTRAPASQUA, CONTI IN SICUREZZA - I dati sull'andamento delle pensioni nei primi nove mesi del 2012 (-35,5% sullo stesso periodo del 2011) confermano che "le riforme funzionano" e che i conti "sono stati messi in sicurezza". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua in un colloquio con l'ANSA.
L'Inps non è in grado di garantire tutti i servizi e di tenere aperte le sedi sul territorio con un taglio degli organici di 4.000 persone così come previsto dalla spending review (su 33.000 lavoratori complessivi nel SuperInps). A dirlo e' Mastrapasqua spiegando di aver chiesto al Governo un confronto perché l'Inps sia escluso dal taglio degli organici nella PA. "In assenza di un tavolo,ha detto,non mando la delibera sul taglio organici. Penso che i nostri interlocutori ci ascolteranno".
Nei primi 9 mesi del 2012 l'età media di uscita dal lavoro è stata di 61,3 anni, un anno in più rispetto allo stesso periodo del 2011 (60,3 anni). Lo sottolinea il presidente dell'Inps. "Penso che l'anno prossimo - afferma in un colloquio con l'Ansa - raggiungeremo e supereremo la Germania". I tedeschi in media vanno in pensione a 61,7 anni ma il loro tasso di sostituzione é del 58,4% dell'ultima retribuzione mentre per i lavoratori italiani, grazie all'uso del metodo retributivo, si aggira ancora sull'80%. In Francia l'età media di uscita dal lavoro è 59,3 anni ma il tasso di sostituzione è del 60,8% rispetto all'ultima retribuzione.