martedì 31 marzo 2015

Siria, la bimba si 'arrende' al fotografo: la storia dello scatto che commuove il Web

Siria, la bimba si 'arrende' al fotografo: la storia dello scatto che commuove il Web


<p>(Foto Osman Sagır)</p>

E' diventata l'immagine simbolo della terribile guerra siriana. La foto della bambina che, con la paura negli occhi e le labbrucce chiuse come se trattenesse il pianto, alza le manine in segno di resa davanti all'obiettivo di un fotografo credendo che fosse un'arma, è stata condivisa da milioni di persone nel mondo. Ma qual'è la storia che c'è dietro?
Lo ha raccontato alla Bbc il vero padre della foto, il fotografo turco Osman Sagirli, in un articolo intitolato "The photographer who broke the internet’s heart" (Il fotografo che ha spezzato il cuore di internet). L'immagine è infatti diventata virale sui social network lo scorso martedì quando è stata twittata da Nadia Abu Shaban, una fotoreporter a Gaza. "Fotografia scattata a una bambina siriana. Lei crede che ho in mano un'arma e non una macchina fotografica. Per questo si è consegnata", si leggeva nel post.

L'immagine si è diffusa rapidamente, raccogliendo migliaia di commenti. Il post è stato ritwittato più di 11mila volte e condiviso anche su Reddit ricevendo più di 5.000 'Mi piace' e 1.600 commenti. Molti su Twitter hanno chiesto chi aveva scattato la foto e perché era stata pubblicata senza credito. Tra chi sosteneva che l'immagine risaliva al 2012 e chi diceva che la bimba in realtà fosse un maschietto, alla fine si è scoperto che l'autore della foto è Osman Sagırli, un fotoreporter turco che lavora da 25 anni per il quotidiano Türkiye.
Proprio qui, lo scorso gennaio, è stata pubblicata la foto scattata a dicembre 2014 nel campo profughi Atmeh in Siria, a circa 10 km dal confine con la Turchia, dove la piccola Hudea (questo il nome della bambina) è arrivata con la madre e due fratelli dopo un viaggio di 150 km dalla loro casa di Hama. Ampiamente condivisa sui social in lingua turca, l'immagine è però diventata virale solo dopo il tweet in inglese.
"Quel giorno stavo utilizzando un teleobiettivo e la bimba ha pensato che fosse un'arma - ha raccontato il fotografo alla Bbc - Ho capito subito che si era spaventata, perché si è morsa le labbra e ha alzato le mani. Normalmente i bambini scappano, nascondono la loro faccia o sorridono quando vedono una fotocamera".
Secondo Osman Sağırlı, le immagini dei bambini nei campi sono particolarmente rivelatrici. "Sai che ci sono persone sfollate nei campi, ma ciò che hanno sofferto si vede attraverso i bambini. Sono loro che riflettono i sentimenti con la loro innocenza."

Vergogna Ustica, Stato ricorre contro risarcimento familiari vittime: rabbia associazioni

Ustica, Stato ricorre contro risarcimento familiari vittime: rabbia associazioni


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Lo Stato si appella contro il risarcimento deciso nei mesi scorsi dai giudici a favore dei familiari delle vittime della strage aerea di Ustica. L'Avvocatura dello Stato ha infatti presentato alla Corte di appello civile di Palermo una memoria di 150 pagine in cui chiede il rigetto delle domande di risarcimento che il Tribunale aveva concesso lo scorso ottobre a un gruppo di familiari delle vittime della tragedia Itavia del 27 giugno 1980, quando morirono 81 persone.
Non solo. L'Avvocato dello Stato Maurilio Mango nella memoria chiede anche di mettere a carico degli stessi familiari il ''pagamento delle spese". Una notizia che provoca la rabbia dei legali dei familiari. "Desta davvero stupore questa decisione - spiega all'Adnkronos l'avvocato Vanessa Fallica - perché rimettere di nuovo in ballo la dinamica del sinistro obiettivamente è fuori luogo. Perché noi abbiamo già un accertamento effettuato in Cassazione sulla dinamica e le responsabilità dello Stato. Non si può mettere in dubbio la responsabilità dello Stato già accertata".
Per l'avvocato Fallica "bisogna andare avanti per cercare di placare il sentimento di questi familiari che vengono attaccati a distanza di 30 anni solo perché rivendicano un loro diritto di avere risarcita ciò che gli spetta per i parenti morti in modo così assurdo". L'avvocato Fallica spiega poi che l'Avvocatura dello Stato spiega che in questo "modo viene di nuovo messo in gioco tutto come se già non si fosse ottenuto un accertamento del fatto" e ha "messo in gioco che non si ha certezza che si sia trattato di un missile, insomma ha rimesso tutto in ballo eccependo anche la circostanza che i familiari già sono stati sostenuti dallo Stato. Ci sono 150 pagine di memoria che rimettono tutto in gioco. L'Avvocatura dello Stato continua così la sua guerra contro i familiari".
"E' una notizia inaspettata e incredibile. Eravamo certi che lo Stato garantisse il sostegno alle richieste di risarcimento". Commenta così il deputato democratico Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della Strage di Bologna.
"Il punto – prosegue Bolognesi - è che esistono già due sentenze della Cassazione che riconoscono le responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti per la strage di Ustica, il primo per i depistaggi, l’altro per non aver garantito la sicurezza nei cieli. Mi pare dunque un accanimento inutile quello dell’Avvocatura, oltre che un sperpero di denaro pubblico. E, da un punto di vista politico, un atto insensato e inaccettabile". "Apprendiamo, tra l’altro, che l'avvocatura chiede di porre a carico dei familiari il ‘pagamento delle spese di lite oltre che quelle prenotate a debito’: davvero siamo ancora a questo punto?”, conclude Bolognesi.
"E' sconvolgente e vergognoso che l'Avvocatura, dopo due sentenze della Cassazione in sede civile, in uno Stato di diritto, riproponga tesi vecchie e superate", gli fa eco Daria Bonfietti , presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime di Ustica, commentando all'Adnkronos.
"Evidentemente - prosegue - non sono state lette le sentenze della magistratura. Inoltre, è stato richiesto addirittura anche un pagamento delle spese legali ai familiari: questo è un problema che il Governo deve affrontare. E' un problema politico, non possiamo lasciare che le avvocature ricorrano contro condanne arrivate in Cassazione. Non è più pensabile - conclude Bonfietti - che siano aperti dei procedimenti dopo le sentenze. Non possiamo accettare il ricorso di singoli che evidentemente non hanno avuto il tempo di leggere le milioni di pagine che sono state scritte".
Condivide la scelta del ricorso invece il generale Leonardo Tricarico , ex Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare."E' una richiesta -afferma all'Adnkronos- che condivido e sottoscrivo. Doveroso da parte dell'Avvocatura tutelare lo Stato da richieste di questo tipo".
"Non ha alcun senso - prosegue Tricarico, attuale presidente della fondazione Icsa, centro studi che si occupa di sicurezza e difesa - che oggi un giudice monocratico possa decidere su dei risarcimenti che vanno in senso contrario alla verità acclarata da tre gradi di giudizio, che hanno visto tra l'altro la produzione di migliaia di pagine di testimonianze e perizie".

Barnard: la City, che macina il mondo e le sue comparse

Barnard: la City, che macina il mondo e le sue comparse


Ci sono, in piedi come un moscerino dell’aceto nel mezzo del più potente polo finanziario del mondo, la City di Londra. Si mangia Wall Street, ve lo garantisco. Pioviggina, e mi guardo intorno. Il grattacielo della Lloyds, una meraviglia che ricorda le creazioni dell’immenso Hans Giger del film Alien. Ho vissuto qui per 11 anni. Mi schiacciano peggio che se fossi un moscerino dell’aceto, io, la Mosler Economics… Gesù. Voi non capite. Voi non capite chi sono questi, come si muovono, voi non sapete che hanno vinto. Hanno vinto da 25 anni. La periferia. Suoni tipo scricchiolii di un infisso, come Renzi, Cgil, Italia, Grecia, Tsipras, Rai, giornalismo, gente, gruppi, associazioni… Qui neppure li sente il barista della tavola calda sotto il palazzo della Hsbc. Non esistiamo, sapete? Non so, Bruno Vespa, Unicredit, Grilli, Padoan, la Mogherini… qui sono scricchiolii, forse qualcuno vagamente ci ha fatto caso, pochi sinceramente. Loro macinano il mondo.
La produttività della Germania e della Finlandia è sotto le scarpe, ci dice la City. L’Eurozona… che successo. Il Cancelliere britannico George Osborne ridacchia quando sente parlare Hollande di “tagli ai deficit di bilancio”, cioè le ricette Merkel e City of LondonDraghi (e della puzzetta Renzi). Ridacchia, è sul Financial Times, non me lo sto inventando. La City… Li ammiro, hanno perso le colonie e hanno vinto il mondo. Il Parlamento Europeo ha tentato la riforma dei Mercati Valutari, ne è uscito un pasticcio che finisce sempre, sempre, per penalizzare la gente. La City ride. La City. La Bce stessa, nonostante le giubilanti dichiarazioni di Draghi che tenta di tutto per mentire, ammette che la disoccupazione nell’Eurozona rimarrà oltre le due cifre % anche se ci sarà la millantata “ripresa”. E allora? Ma che cazzo ce ne frega della “ripresa” se ci terremo il 12, 14% di disoccupazione in Italia col 44% per i giovani?
Draghi è riuscito nell’immensa… ehm… impresa di portare i mercati monetari in euro a guadagni negativi, cioè chiunque abbia investito nella nostra orrenda moneta unica non solo non ci guadagnerà nessun interesse, ma finirà per pagarealla banca che Paolo Barnardglieli custodisce un tasso d’interesse. Di sicuro cresceremo, ma certo, ma di sicuro. Il mondo non vede l’ora di investire in un posto dove deve pagare per aver messo soldi… Ma la City… Sta bene. Io no. E qui piove. Io mi bagno, loro no. La City guadagna sempre, sì, sanno chi è Draghi, hanno vagamente sentito il nome Renzi. Ma loro decidono i tuoi tassi, le commodities, il Libor, l’Euribor, cioè la tua vita, stolto; informati imprenditore, informatevi famiglie, e stanno bene perché manco per il cazzo che sono entrati nell’euro. Non sono scemi alla City. Non sono scemi alla City. E io mi bagno, qui, sotto la pioggia. Voi non capite, le associazioni non capiscono. La City ha vinto il mondo. Sono immensi, infiniti, The Machine. Voi non capite chi sono. Notte.