S&P mirava a destabilizzare l'Italia. "Destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari", ma anche l' indebolimento dell'euro e un "deprezzamento" del valore dei titoli di Stato italiani. Tutto realizzato attraverso "una serie di artifici" che avrebbero "cagionato alla Repubblica italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità". Questo quanto scrive il pm di Trani, Michele Ruggiero, nell'avviso di conclusione di una prima tranche dell'inchiesta sulle agenzie di rating. 
Il magistrato punta dunque il dito contro la multinazionale americana Standard & Poor's che il 13 gennaio scorso, a mercati ancora aperti, declassò l'Italia e altri paesi dell'Europa con un taglio del rating da A a BBB+. 

L'accusa: manipolazione del mercato continuata e aggravata - Nell'atto di conclusione di indagine, il magistrato accusa il presidente di S&P Financial Service, Deven Sharma, e altri quattro dipendenti al vertice dell'agenzia, del reato di "manipolazione del mercato, continuata e pluriaggravata". Un'ipotesi di reato aggravata anche dalla "rilevante offensività" dei comportamenti "perché commessi in danno dello Stato sovrano italiano".
Pronta la replica dell'Agenzia di Rating che ha ricevuto nei giorni scorsi la notifica dell'avviso di chiusura delle indagini. "Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova - afferma in una nota -. Continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società e delle nostre persone".

Standard & Poor's agiva per destabilizzare l'Italia  - Nell' avviso di conclusione delle indagini si fa riferimento a quattro date chiave  (venerdì 20 maggio 2011, venerdì 1 luglio 2011, lunedì 5 dicembre 2011 e venerdì 13 gennaio 2012) contestualizzando i report dell'agenzia e gli effetti avuti sul mercato. L'accusa è quella di "aver posto in essere una serie di artifici" tanto nell'elaborazione quanto nella diffusione delle comunicazioni. 
In particolare, secondo il pm, l'agenzia utilizzò in fase di elaborazione dei rating dell'Italia "analisti (non identificati) inesperti e incompetenti". Poi decise di fare comunicazioni ai mercati in modo "selettivo e mirato" in relazione "ai momenti di maggiore criticità della situazione politica economica italiana". Per questo il magistrato, in trasferta a Roma, ha consegnato il documento anche alla Consob: l'autorità dei mercati dovrà ora valutare una eventuale sospensione dell'attività di Standard & Poor's in Italia.