lunedì 13 gennaio 2014

Milano, il suv parcheggia sulle rotaie e blocca il tram

Milano, il suv parcheggia sulle rotaie 

e blocca il tram

Milano, il suv parcheggia sulle rotaie e blocca il tram

ANCHE MILANO??

ANCHE MILANO??



Lavoro freelance

Lavoro freelance: le opportunità di crowdworking e clickworking

Sono freelance online. Offrono competenze per pochi cent. E vivono alla giornata. Viaggio nella nuova frontiera del lavoro.

di Giovanna Faggionato

Quando le è capitato di dover tradurre in italiano le offerte degli hotel tailandesi a cinque stelle, compagnia femminile compresa come servizio extra, Francesca Carraro non si è scomposta: è un po' arrossita, ma tanto dietro lo schermo del pc non la vedeva nessuno.
Poi, con la necessaria mediazione culturale, ha finito il lavoro entro la scadenza concordata nel contratto digitale sottoscritto con il cliente di Bangkok. A lei, specializzata nelle traduzioni dall'inglese, il portale Odesk.com offre per lo più la redazione di guide turistiche e manuali d'istruzioni.
SI LAVORA PER AGENZIE DI TUTTO IL MONDO. Sul sito, però, ogni freelance può vendere manodopera e competenze di web editing, grafica, indicizzazione, elaborazione software e sviluppo di app a imprenditori e agenzie di tutto il mondo. Qualcuno già lo chiama il lavoro del futuro, altri invece lo intepretano come la consacrazione del precariato.
Di certo è l'ultima frontiera dell'occupazione nel tempo della Rete, inquietante e promettente insieme. E come tutte le frontiere, nell'Italia del boom di disoccupati  e del Jobs Act, ancora poco esplorata.

Assunzioni on demand e controllo degli screenshot: i lavoratori del click

I siti di crowdworking, ultimo sviluppo della sharing economy, funzionano più o meno tutti allo stesso modo. «Ci si registra e si allegano un po’ di certificati: laurea, master e simili», spiega Andrea, editor freelance.
Ci sono annunci 'prendere o lasciare'. O quelli per cui si fa un'offerta, indicando al cliente quanto si vorrebbe essere pagati. Il committente sceglie tra i diversi freelance valutando profili e costo della manodopera. E per gli impieghi più complessi si possono organizzare colloqui via skype.
CENTINAIA DI MIGLIAIA DI CLICKWORKERS. Negli Stati Uniti, il primo mercato toccato dalla rivoluzione, c'è chi lo saluta come la fine del lavoro dipendente.
I siti di questo genere, infatti, si sono moltiplicati rapidamente. Elance.com coinvolge 233 mila programmatori, 30 mila sviluppatori, 170 mila designer e 254 mila tra scrittori e copywriter. Freelance.com altre 165.341 persone, Clickworker.com 450 mila, Odesk.com180 mila.
Tutti hanno slogan che sembrano appartanere a una nuova era: «Utilizziamo il potere della collettività, per impegnare il know how di centinaia di migliaia di clickworker, che ci assistono nel realizzare nel migliore dei modi i tuoi progetti». O ancora: «Assumi on demand e controlla il progresso del lavoro attraverso gli screenshot». Alle imprese viene venduta manodopera flessibile e il vantaggio di non avere costi fissi, al freelance la libertà di non avere capi e di gestirsi in proprio. 
APPESI ALLA REPUTAZIONE ONLINE. A dicembre 2013 il mercato americano ha salutato la fusione dei pionieri del settore Elance.com e Odesk.com, che insieme hanno fatturato 750 milioni di dollari. Poco per le aspettative degli analisti, ma il fenomeno si sta diffondendo rapidamente anche in Gran Bretagna, in Germania e nel nostro Paese (guarda gliscreenshot dei portali).

Sharon, inglese, costa 11,11 dollari l'ora. L'indiana Maitri 3,33

Prima di diventare freelance, Francesca era responsabile della formazione di venditori per una grossa multinazionale. Ha sempre avuto contratti precari e per sei anni non ha potuto costruire un progetto di vita. Era senza tutele, aveva capi a cui rispondere e che chiedevano sempre di più, turni nei weekend e straordinari non pagati compresi.
«Mi sono licenziata, avevo messo da parte dei soldi e volevo tornare a studiare. Poi su Odesk.com ho trovato datori di lavoro seri. Più di quelli che ho conosciuto in carne e ossa», racconta a Lettera43.it. 
I tempi di pagamento, spiega, sono proporzionali alla scadenza del contratto. Online si può trovare il ragazzo che chiede la revisione della tesi entro una notte come la multinazionale che coordina per mesi un gruppo di persone per lanciare un nuovo portale. Tutto dipende dall'accordo stipulato (e di cui il sito si fa garante). 
COMPETERE SUL MERCATO GLOBALE. La vera difficoltà è ottenere le commesse più redditizie. Francesca conosce perfettamente le regole del gioco: «L'importante è imparare a vendersi. E giocarsi le competenze migliori: ottenere impieghi in lingua inglese è l'obiettivo più ostico, perché la maggioranza dei freelance viene dal Subcontinente indiano».
L'India, infatti, è il più grande bacino di manodopera intellettuale a basso costo del mercato anglofono.
Basta dare una scorsa al portale Odesk.com: Sharon R., britannica, si propone per 11,11 dollari l'ora. L'indiana Maitri S. per 3,33. «Io cerco committenti inglesi per madrelingua italiani: il costo della vita nel nostro Paese impone un certo standard e quindi la concorrenza non può essere così al ribasso: si crea una sorta di cartello spontaneo».
Poi ci sono il profilo e la reputazione da costruire. Alla fine del rapporto, datore e freelance ricevono un feedback. Il punteggio legato a ogni utente sale e scende a seconda della qualità del lavoro svolto: «Se diventa troppo basso», spiega Andrea, «è impossibile accedere a certi tipi di ingaggio». Ma anche chi paga in ritardo viene segnalato e può essere bannato dalla piattaforma.
DA 1,5 A 2,5 CENT A PAROLA. All'inizio è dura si inizia con il data entry per entrare nel giro. Oggi Francesca si fa pagare da 1,5 cent a 2,5 cent a parola: quasi quanto guadagna un cronista sul mercato italiano.
E scrive di tutto. «Ogni tanto provo a cercare su Google i miei articoli», racconta. I suoi testi sono disseminati per le praterie del web: appaiono su portali per gli affitti con grandi flussi di traffico e su siti che si occupano di salute (ne snocciola almeno tre, tutti con nome simile). E poi ci sono gli scritti per i portali delle organizzazioni ambientaliste e le boutique di moda. E persino per blogger troppo impegnati per aggiornare i propri diari online. Alla fine la Rete è fatta di parole, creative e non. E tutti han bisogno di qualcuno che le scriva. 

 

Pagati in centesimi di dollaro all'ora

Su ClickworkerItalia si trovano molti impieghi a cottimo. Per esempio, 40coupon da scrivere per Groupon, al prezzo di 2 euro l'uno, o 30 traduzioni per un altro sito di shopping online. «I lavori vengono svolti da chi li accetta per primo e devono essere portati a termine subito, non si possono “prenotare” e svolgere in un secondo momento», precisa Andrea. «In genere sono testi commerciali che prevedono l’utilizzo di determinate parole chiave e una taggatura stile pagina web». Il testo viene revisionato da un altro clickworker e approvato o rimandato indietro all’autore per le correzioni. Più si è veloci, più si guadagna.
«Bisognerebbe riuscire a scrivere almeno cinque coupon in un'ora. Ma non è così facile», commenta il freelance.
LAVORI SENZA SFORZO INTELLETTUALE. Sullo stesso portale si trovano anche altri impieghi, come quelli dell''Universal Human Relevance System', attraverso cui, per esempio, il colosso Microsoft punta a migliorare la qualità del suo motore di ricerca, Bing.
«Si tratta di valutare “a mano” la bontà dei risultati o dei suggerimenti dati all’utente. Si lavora all'interno di un'interfaccia e la paga si calcola in centesimi di dollaro per ogni step che si compie», aggiunge l'editor. «Non è molto, ma non servono grossi sforzi intellettuali».
Su Odesk.com si trovano anche compiti più impegnativi per cui si può optare per avere un fisso all'ora. Ma, in questo caso, i metodi di controllo sono orwelliani. Per monitorare che chi ha ottenuto la commessa non perda tempo, c'è un programma che scatta uno screenshot dello schermo del freelance ogni 5 minuti. «Se qualche volta appare la homepage personale di Facebook, non è un problema», assicura Francesca, «basta non esagerare».

«Se accetti tutto sei destinato a essere perdente»

L'importante, assicura la traduttrice-copywriter, è capire la logica: «Quello che è certo è che se accetti tutto sei destinato a essere perdente». Ma i ragazzi italiani, osserva Francesca, sono tutti iperqualificati e possono farsi valere.
La riprova l'ha avuta quando ha coinvolto un amico farmacista, costretto a fare il tirocinante in ospedale senza intascare un soldo: «Ha iniziato a scrivere articoli scientifici: ha una competenza non da poco che gli permette di farsi pagare anche 60 euro a testo e per lui è stata la salvezza».
LE GARE AL RIBASSO. A Serena, grafica part time 30enne, non è andata altrettanto bene. Dopo aver partecipato alla prima asta, e aver visto la velocità con cui le offerte andavano al ribasso, ha chiuso la finestra del browser. Non era per lei.
«Le commesse scompaiono nel giro di poche ore», conferma Andrea, «riescono a competere solo i liberi professionisti che stanno spesso online e possono permettersi di interrompere quello che stavano facendo per dedicarsi ad altro».
FINO A 600 EURO AL MESE. Francesca, però, pensa ci siano opportunità da cogliere: «Io lavoro per siti diversi. E prendo il meglio, solo quello in cui posso essere efficientissima, così non diventa alienante. Impegnando 4-5 ore al giorno si possono mettere via anche 600 euro al mese». Ovviamente a patto di rimanere sotto il tetto dei 5 mila euro l'anno, se no le tasse si mangiano il grosso del guadagno. E i paradossi non sono finiti. 
«Mi hanno pagato 5 euro per un impiego di otto secondi: volevano la traduzione di tre frasi in inglese. E mi è pure capitato di essere contattata su Linkedin da una mia ex committente (a volte Francesca dice capa, come se fosse un vero ufficio) che era appena stata licenziata e voleva avere informazioni più dettagliate su come trovare lavoro online. È un mondo fluido», conclude, «e tutto può succedere».