martedì 5 maggio 2015

La Troika mollerà Renzi, ormai gli italiani credono a Salvini

La Troika mollerà Renzi, ormai gli italiani credono a Salvini


La sera di martedì 28 aprile, tornato a casa dall’ufficio e costatato che il nipotino se ne stava tranquillo, già addormentato fra le braccia di suo padre (mio figlio, che teneva il bambino perché mia nuora era al lavoro), ho fatto una cosa che raramente oso fare, un po’ per “snobbismo” e molto di più per disgusto: ho guardato quasi per intero un talk-show alla tv. Cosa c’è di martedì? “Di Martedì” su La7, appunto, del pessimo ma astuto Giovanni Floris, un ex della Rai a suo tempo soprannominato “il vespino della sinistra”. Ciò che è accaduto nel mondo virtuale di Floris – parte integrante dello spettacolo sistemico – mi ha fatto riflettere, portandomi a trarre conclusioni piuttosto inquietanti. Voglio condividere, di seguito, le mie riflessioni con i lettori di “Pauperclass”, che so essere pochi ma buoni. Mi sono visto il confronto fra Salvini, in collegamento esterno da Strasburgo, e una giornalista radical chic di “Repubblica” (principale rotolo di carta igienica della sinistra euroserva, buonista e pro-troika), tale insignificante Annalisa Cuzzocrea, presente in studio. La querelle era sugli immigrati clandestini che stanno arrivando a frotte nel nostro paese.
L’attacco a Matteo Salvini da parte di Cuzzocrea, per la verità scontato e piuttosto prevedibile, verteva proprio su questo tema. Il segretario leghista ha distinto, come fa ultimamente con un po’ di retorica, fra gli immigrati regolari, che lavorano, pagano le Giovanni Floristasse, mandano i figli a scuola, eccetera, e quelli clandestini che rappresentano un problema, per i populisti ma soprattutto per il popolo. Cuzzocrea, non trovando di meglio, ha obbiettato che anche i regolari possono essere entrati come clandestini, prima di regolarizzarsi con difficoltà. Matteo Salvini si è smarcato abilmente, in perfetta linea con quello che è il “sentiment” popolare di questi tempi, vincendo il confronto (almeno a mio dire) davanti agli occhi della cosiddetta opinione pubblica. Forse un po’ banale, vagamente propagandistico, ma sicuramente efficace: «Possiamo ospitare qualche altro milione di clandestini, in attesa che si regolarizzino e trovino unlavoro che non hanno neanche gli italiani? Vada a spiegarlo, signora, agli immigrati che sono qua regolarmente con i documenti a posto che stanno perdendo il lavoro, che non sanno come tirare a fine mese… Vada a spiegare a loro che l’Italia può ospitare altre migliaia … non so quante, decine, centinaia di migliaia – non so quante, mi dica lei un numero – di immigrati senza nessun tipo di titolo».
E’ intervenuto Floris, a quel punto, forse in soccorso alla debole Cuzzocrea dagli argomenti scontati, cianciando qualcosa a riguardo di quelli che fanno lavorare in nero i clandestini, subito rintuzzato da un Salvini in forma, che non si è lasciato confondere o attirare in tranelli. Del resto, un altro giornalista che ha fatto domande al segretario leghista era Sergio Rizzo del “Corsera”, che però non sembrava intenzionato a mettere troppo in difficoltà Matteo Salvini, il quale ha fatto nel complesso una buona figura. All’inizio dell’intervista, Giovanni Floris dialogando con Salvini non ha “calcato troppo la mano”, lasciando il Matteo anti-Matteo piuttosto libero di dire la sua e anzi concludendo che Salvini «ha fatto una sorta di indice dei temi che tratteremo» (nel lungo talk-show). Bene Salvini, dunque, ma poi? Per farla breve, perché non voglio commentare tutto il lungo talk-show, le veline piddiote di Renzi, Alessandra Moretti, candidata alle regionali in Veneto, e Alessia Rotta della segreteria piddì (mi scappa una battuta, dato il cognome, ma mi trattengo per ragioni di stile), sono state letteralmente contraddette, sbugiardate e persino massacrate dai giornalisti presenti, come Mario Giordano direttore del Tg4 che ha “curato” particolarmente la Moretti, e da altri ospiti, come ad esempio l’agguerrito sindaco forzaitaliota di Ascoli Piceno, Guido Castelli, Salviniche stigmatizzava i drammatici tagli(renziano-piddini) alla spesa degli enti locali, o Massimiliano Fedriga capogruppo leghista alla Camera, che non mancava di assestare i suoi colpetti.
In particolare Alessia Rotta è stata ben maciullata da uno scatenato Andrea Scanzi, del “Fatto Quotidiano”, che l’ha persino definita una dei “droidi televisivi” di Renzi, senza che il furbo e controllato Floris s’inquietasse più di tanto. Tutti, o quasi, contro la Moretti e la Rotta, questa ultima anello più che debole della catena renziana, soprattutto davanti a un “professionista della polemica” come Andrea Scanzi. Tanto più che Scanzi, di certo non favorevole alla Lega, ha detto che quelli di sinistra potrebbero riconoscersi nelle parole di Salvini, che ha accennato a problemi reali come quello degli esodati e della “legge Fornero”, della pressione fiscale insostenibile, degli studi di settore, eccetera. Massimiliano Fedriga, leghista, dichiarava di apprezzare le uscite di Scanzi, e Mario Giordano, in collegamento esterno, si inseriva per tirare qualche mazzata anche lui. Ebbene, mi sono chiesto perché mai uno come Floris, apparatchik massmediatico al servizio del potere, ha graziato il “cattivo” Salvini, che nel complesso ne è uscito bene, e ha permesso che dei professionisti del talk-show, molto agguerriti come Scanzi e Giordano, assieme ad altri soggetti più o meno ostili alle veline renziane, facessero a fettine i “droidi televisivi” di Renzi (secondo l’indovinata espressione del giornalista del “Fatto Quotidiano”).
Intuendo che uno come Floris difficilmente rischierebbe la sua brillante e remunerativa carriera se non avesse ricevuto qualche input dall’alto, posso concludere che l’aria, forse, sta cambiando e il futuro ci riserverà qualche sorpresa. Anzitutto, ci sono sondaggi segreti – non diffusi mediaticamente, ma a uso e consumo delle sub-élite italiane – che avvertono di un vero e proprio collasso nei consensi per Renzi e per il piddì? E’ possibile che sia così e ciò non potrebbe essere ignorato dai manovratori sopranazionali e dai loro collaborazionisti locali, che dovrebbero correre ai ripari. Non è che in questi sondaggi segreti, molto più aderenti alla realtà di quelli a uso e consumo della neoplebe, Salvini stia crescendo più di quello che mediaticamente i sondaggisti ammettono? Anche questo è possibile, nonostante oggi si sbandieri – sempre a “beneficio” del popolo bue – una certa ripresa di consensi per l’esausto Grillo. Cosa ancor più importante, c’è un’incertezza che riguarda la sorte della martoriata RenziGrecia. Nonostante Tsipras abbia abbassato la testa davanti alla troika (come avevo previsto), da bravo mentitore sinistroide addirittura sostituendo il fido Varoufakis, la Grecia potrebbe riservare nuove sorprese e innescare una violenta crisi in Europa.
La crisi colpirebbe inevitabilmente, con brutali impennate dello spread e degli interessi sul debito, anche la sottomessa Italia. E le menzogne renziano-piddine non avrebbero più l’effetto imbonitore, sul volgo, che oggi osserviamo. Si diffonderebbe la paura, mista a un senso di totale impotenza politica che caratterizza i nostri anni, e il famigerato governo-troika commissariale, con la presenza di “tecnici”, stranieri e commissari europei potrebbe diventare, in poche settimane, una realtà. Con o senza il passaggio delle elezioni politiche. Si sta avvicinando per Renzi – parliamo più ragionevolmente di mesi che di settimane – il momento di lasciare il governo, anticipatamente rispetto al 2018? Forse. Potrebbe essere “in cantiere”, per decisione degli occupatori dell’Italia, il passaggio dai governi-Quisling (gli ultimi tre) al governo-troika terminale. I segnali più potenti saranno quasi sicuramente, da un punto di vista economico-finanziario, l’innalzamento repentino dello spread con il bund (non necessariamente e non soltanto “per colpa” della Grecia), che potrà arrivare a quattro volte il livello attuale, e pesanti attacchi speculativi internazionali, accompagnati da una campagna terroristica dei media per impaurire la popolazione e farle accettare, senza reagire, il governo-troika deciso nelle capitali che contano.
Un mio interlocutore, tale Maurizio, ha ipotizzato che i signori della finanza che manovrano Renzi e il piddì potrebbero seguire una strada ancor più tortuosa e subdola, per chiudere definitivamente nella morsa l’Italia. L’Italicum dovrebbe essere approvato in breve, a colpi di fiducia, senza nuovi passaggi al Senato per modifiche indesiderate nel testo; ma anche questo non è certo, nonostante la viltà e la malafede delle “opposizioni” interne al piddì e visto il voto segreto. Comunque sia, niente è irreversibile e l’Italicum emana un forte tanfo d’incostituzionalità, cosa che potrebbe fargli fare la fine del Porcellum (ma più rapidamente), nonostante lo straordinario “allineamento astrale” di tutte le istituzioni sotto l’egida della troika. Il “percorso” potrebbe essere quello di permettere una vittoria elettorale – più che di Grillo, il quale ha già vinto senza ottenere risultati – dell’“astro nascente” dell’opposizione parlamentare a Renzi, cioè Matteo Salvini. Si tratterebbe, poi, di affondare il suo governo Grillo“populista” e “euroscettico” (e ovviamente il suo consenso) a colpi di spread e di speculazione finanziaria, imponendo a stretto giro di posta un governo-troika, con il paese scivolato nel panico e attraversato dalla paura, da commissariare definitivamente.
Le ipotesi che ho presentato fin qui sembrano inverosimili? Non credo, perché le élite finanziarie che tirano i fili del piddì si sono mostrate prive di scrupoli in molte occasioni, e lo saranno anche nei confronti dell’Italia. Se Renzi dovrà lasciare la presidenza del Consiglio (e probabilmente la segreteria piddina) lo farà obbedendo agli ordini. Se Salvini dovrà essere utilizzato come “vittima sacrificale” per arrivare al governo-troika commissariale, non avrà modo di evitarlo, e così Grillo con il cinque stelle, nel caso in cui i maggiori consensi dovessero riversarsi su di lui e non sul segretario leghista. Oppure, in modo meno indiretto, se ci dovesse essere un brutto Grexit, Renzi potrebbe essere costretto a mollare la poltrona a causa dello spread alle stelle (ironia della sorte, lo stesso pretesto usato contro Berlusconi) e l’occasione sarebbe ghiotta per imporre all’Italia un governo di commissari della troika.

La Bibbia alla lettera: dal cielo nessun Dio, solo guerrieri

La Bibbia alla lettera: dal cielo nessun Dio, solo guerrieri


“Quelli là”. Li chiama proprio così, Mauro Biglino, gli dei che i libri antichi hanno tramandato fino a noi. Nei testi vedici, nell’epica mesopotamica, nella poesia greca, nella Bibbia, riconosce gli stessi protagonisti: individui arrivati da un altromondo, per dominare il nostro. Esseri assai avanzati dal punto di vista tecnologico, ma per nulla spirituali. Anzi. Fin troppo materiali, iracondi, vendicativi, passionali, gelosi. Tutto, fuorché entità trascendenti. Biglino ha espresso queste sue teorie nei vari saggi che ha scritto fino ad oggi: “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia”, “Il Dio alieno della Bibbia”, “Non c’è creazione nella Bibbia”, e l’ultimo, “La Bibbia non è un libro sacro”. Teorie che ripete nelle sue conferenze, in giro per l’Italia, sempre affollatissime. Le ha elaborate traducendo il Codice di Leningrado, scritto in ebraico masoretico: da questa pergamena, risalente all’XI secolo, derivano tutte le Bibbie che noi abbiamo in casa. Scartando le interpretazioni teologiche, metaforiche, allegoriche, simboliche e concentrandosi solo su quella letterale, lo studioso è arrivato ad una conclusione scioccante: nell’Antico Testamento di Dio non c’è traccia.
«Sì, esattamente. Tra i tanti dubbi che ho, questa è una delle mie poche certezze: la Bibbia non parla di Dio. Quando parla di Jahwè, intende un individuo che fa parte di un gruppo di individui chiamati Elohìm, guidati da uno che chiamava Eliòn. Questi Mauro Biglinoindividui hanno avuto un rapporto con l’umanità, ma un rapporto speciale, nel senso che se la sono un po’ fabbricata. Jahwè era uno di questi, tra l’altro anche uno dei meno importanti. Emerge insomma una realtà che è confermata dai libri sacri degli altri popoli, di tutti i continenti della Terra, che nella sostanza ci raccontano esattamente le stesse cose: ovviamente con una terminologia diversa perché sono lingue diverse, culture diverse, ma la realtà è sempre quella». Una visione sconcertante e destabilizzante, come ho avuto modo di dire più volte allo stesso autore. In sostanza, in quelle pagine che abbiamo letto e studiato più o meno tutti a catechismo, sarebbe raccontata una storia ben diversa da quella che ci hanno spiegato.
A partire dalla stessa Genesi, racconto simbolico – ci hanno insegnato – di come dal nulla Dio abbia generato l’intero creato, umanità inclusa. Ma Biglino dissente in toto, in virtù dell’etimologia del verbo ebraico utilizzato per descrivere la nascita dell’Universo. «Creazione è un termine improprio, perché il termine “barà” non ha quel significato, non soltanto nell’Antico Testamento, ma proprio come radice semitica: non significa mai creare né tantomeno creare dal nulla. Significa intervenire su una situazione già esistente per modificarla, che è esattamente quello che hanno fatto questi signori. Cioè hanno introdotto un pezzettino del loro Dna all’interno di esseri che hanno trovato già su questo pianeta per modificarli e per renderli, per loro, utilizzabili. Ci hanno reso capaci, diciamo così, di capire ed eseguire degli ordini», dice il ricercatore, condividendo di fatto l’idea che noi uomini – così come siamo ora – saremmo il prodotto di un intervento di ingegneria genetica. Una affermazione Statue assiregià sostenuta nei suoi libri da Zecharia Sitchin, sulla base di quanto descritto dai testi mesopotamici: basta sostituire il termine Annunna (o Annunaki) con Elohìm, e tutto corrisponderebbe.
Sarebbero vari i passi “incriminati” dai quali emergerebbe una realtà tutt’altro che divina di queste entità – “quelli là”, direbbe Mauro Biglino. Ad esempio, vengono citati i mezzi sui quali si spostavano nel cielo, con precise caratteristiche materiali: sono pesanti, metallici, lucenti e pure pericolosi. Descrizioni – al di là delle traduzioni teologiche – che sembrano coincidere con i moderni “Ovni”, oggetti volanti non identificati. «Certo – conferma lo studioso delle religioni – oltre alla Genesi ci sono altri libri dell’Antico Testamento che danno indicazioni completamente diverse: penso al Libro di Ezechiele, piuttosto che al Libro di Zaccaria, in genere interpretati come allegorie e metafore, ma che al contrario sono di una chiarezza evidente. Questi libri in particolare ci raccontano degli strumenti sui quali questi signori si muovevano». Tutto molto inquietante. E assurdo. Ma a voler credere all’interpretazione – letterale – del testo ebraico così come lo traduce Biglino, allora quelli lì, gli Elohìm, chi erano? Se davvero si trattava di creature in carne ed ossa, da dove erano arrivate? E cosa volevano?
«Purtroppo la Bibbia non ce lo dice, ma erano sicuramente individui dotati di tecnologia superiore, inarrivabile per i tempi, forse in parte inarrivabile anche per noi. Si sono spartiti la Terra, come afferma il Libro del Deuteronomio, come ci racconta Platone nel “Crizia”, come ci tramandano i popoli di tutti i continenti della Terra. Insomma, si sono suddivisi il pianeta e l’hanno governato comportandosi come normali colonizzatori. Jahwè era uno di questi. Tra l’altro, Jahwè è definito dalla Bibbia “uomo di guerre”, quindi combatteva». Uno dei libri più noti di Mauro Biglino, non a caso, ha un titolo emblematico: “Il Dio alieno della Bibbia”. Fino a poco tempo fa, a tutti coloro che gli domandavano quale ne fosse il pianeta d’origine, lo scrittore rispondeva sempre di ignorarlo e di voler parlare solo delle cose che conosceva, ovvero quelle scritte dagli autori Sabrina Pieragostiniveterotestamentari. Ma proprio da quel testo e da analogie scoperte in altre culture antiche, adesso è giunto quanto meno ad una ipotesi, per spiegare la provenienza di questa presunta stirpe di dominatori extraterrestri.
«C’è un’indicazione del termine Nephilim, un termine plurale, che indica però una razza diversa rispetto a quella degli Elohìm. Il termine Nephilà al singolare, in aramaico, indica la costellazione di Orione. Questo mi fa venire in mente quello che c’è scritto nei testi vedici, dove si parla di una possibile provenienza di questi qui da una zona vicino alla stella Betelgeuse, che corrisponde alla spalla destra della costellazione di Orione, una zona che veniva chiamata Mrigashira – ovvero, testa d’antilope – perché il cacciatore Orione se la portava sulla spalla destra. Quindi ci sarebbe una corrispondenza tra dei possibili Orioniani, diciamo così, o comunque provenienti da quella parte del cielo, indicati dal termine Nephilìm, e almeno una parte di quegli altri che in Oriente dicevano provenire dalla stessa porzione di cielo. È solo un’ipotesi, ovviamente. Tra l’altro Betelgeuse – ed è una cosa molto curiosa – deriva dall’arabo Ibn al-Jawzā. Ma Beth El significa Casa di El, cioè Casa dell’Elohim. Chissà…».