mercoledì 12 settembre 2012

La storia della banca Rasini


La storia della banca Rasini


La "Banca Rasini Sas di Rasini, Ressi & C." viene fondata all'inizio degli anni cinquanta dai milanesi Carlo Rasini, Gian Angelo Rasini, Enrico Ressi, Giovanni Locatelli, Angela Maria Rivolta e Giuseppe Azzaretto. Il capitale iniziale è di 100 milioni di lire. Sin dalle sue origini la banca è un punto di incontro di capitali lombardi (principalmente quelli della nobile famiglia milanese dei Rasini, proprietaria del feudo di Buccinasco) e palermitani (quelli provenienti da Giuseppe Azzaretto, uomo di fiducia di Giulio Andreotti in Sicilia).[1]
Nel 1970 Dario Azzaretto, figlio di Giuseppe, diviene socio della banca. Sempre nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi (padre di Silvio Berlusconi) ratifica un'operazione destinata ad avere un peso nella storia della Rasini: la banca acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano nomi destinati a divenire famosi, come Roberto CalviLicio GelliMichele Sindona e monsignor Paul Marcinkus.
Nel 1973 la Banca Rasini diviene una S.p.a., ed il controllo passa dai Rasini agli Azzaretto. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Rasini S.p.a. è costituito da Dario e Giuseppe Azzaretto, Mario Ungaro (avvocato romano e noto amico di Michele Sindona e Giulio Andreotti), Rosolino Baldani e Carlo Rasini.[1]
Ma nel 1974, nonostante l'ottima situazione finanziaria della Banca Rasini (che nell'ultimo anno aveva guadagnato oltre un quarto del suo capitale), Carlo Rasini lascia la banca fondata dalla sua famiglia, dimettendosi anche dal ruolo di consigliere. Secondo gli analisti, le ragioni delle dimissioni di Carlo Rasini sono da cercarsi nella sua mancanza di fiducia verso il resto del Consiglio di Amministrazione, e degli Azzaretto in particolare.
Sempre nel 1974Antonio Vecchione diviene Direttore Generale, ed in soli dieci anni il valore della banca esplode, passando dal miliardo di lire nel 1974 al valore stimato di circa 40 miliardi di lire nel 1984.
Il 15 febbraio 1983 la Banca Rasini sale agli onori della cronaca, per via dell'"Operazione San Valentino". La polizia milanese effettua una retata contro gli esponenti di Cosa Nostra a Milano, e tra gli arrestati figurano numerosi clienti della Banca Rasini, tra cui Luigi Monti, Antonio Virgilio e Robertino Enea. Si scopre che tra i correntisti miliardari della Rasini vi sono Totò Riina e Bernardo Provenzano. Anche il direttore Vecchione e parte dei vertici della banca vengono processati e condannati, in quanto emerge il ruolo della Banca Rasini come strumento per il riciclaggio dei soldi della criminalità organizzata.
Dopo il 1983, Giuseppe Azzaretto cede la banca a Nino Rovelli. Nino Rovelli è un imprenditore (noto soprattutto per la vicenda Imi-Sir) e non ha esperienza nel settore bancario. Nelle inchieste tuttora in corso sulla Banca Rasini, Nino Rovelli è spesso considerato un uomo che ha coperto la vera dirigenza della banca fino al 1992. Tuttavia, non esistono evidenze al riguardo, né ipotesi sui nomi dei veri amministratori della Banca.
Nel 1992 la Banca Rasini viene inglobata nella Banca Popolare di Lodi, ma è solo nel 1998 che la Procura di Palermo mette sotto sequestro tutti gli archivi della banca. I giudici di Palermo, anche a seguito delle rivelazioni di Michele Sindona (intervista del 1985 ad un giornalista americano, Nick Tosches) e di altri "pentiti", indicano la stessa banca Rasini come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa. Tra i correntisti della banca figurava anche Vittorio Mangano, il mafioso che lavorò nella villa di Silvio Berlusconi dal 1973 al 1975.

Legami con la mafia

La Banca Rasini deve la sua fama tra gli studiosi della storia d'Italia, soprattutto alle dichiarazioni di Michele Sindonadel 1984. Quando il giornalista del New York TimesNick Tosches, chiese a Sindona (poco prima della misteriosa morte di quest'ultimo): «Quali sono le banche usate dalla mafia?». Sindona rispose: «In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in Piazza dei Mercanti». In effetti, le indagini successive alla retata dell'Operazione San Valentino dimostrarono ampiamente il ruolo della Banca Rasini nel riciclaggio dei soldi della mafia, ed i contatti dell'istituto coi più alti vertici mafiosi. Il Commissario di Polizia Calogero Germanà ha ipotizzato che l'istituto, al pari della Banca Sicula di Trapani, fosse uno dei centri per il riciclaggio del denaro sporco di Cosa Nostra. [2]

Legami con la famiglia Berlusconi

Tra i personaggi famosi con cui la Banca Rasini ebbe dei legami va citato l'imprenditore e uomo politico Silvio Berlusconi. Il padre di Silvio Berlusconi, Luigi Berlusconi fu prima un impiegato alla Rasini, quindi procuratore con diritto di firma, ed infine assunse un ruolo direttivo all'interno della stessa[3]. La Banca Rasini, e Carlo Rasini in particolare, furono i primi finanziatori di Silvio Berlusconi all'inizio della sua carriera imprenditoriale. Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, così come numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi iniziò a costruire la sua fortuna.
La Banca Rasini risulta anche nella lista di banche ed istituti di credito che gestirono il passaggio dei finanziamenti di 113 miliardi di lire (equivalenti ad oltre 300 milioni di euro nel 2006) che ricevette la Fininvest, il gruppo finanziario e televisivo di Berlusconi, tra il 1978 ed il 1983.
Il giornale inglese The Economist cita ripetutamente la Banca Rasini nel suo noto reportage su Silvio Berlusconi[4], sottolineando che Berlusconi ha effettuato transazioni illecite per mezzo della banca. È stato infatti accertato che Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca ventitré holding come negozi di parrucchiere ed estetista. Anche per fare chiarezza su questi fatti nel 1998 l'archivio della banca è stato messo sotto sequestro.

Lettera a Sallusti

Egregio sallusti,

l’altro ieri ho letto il suo editoriale sul "Club dei Miliardari" a Cernobbio, tutti servi di Monti!  E Marina Berlusconi presente? 

sallusti, ho poi letto : il Club dei Miliardari ha detto : il popo­lo ci ha rotto, bisogna tagliare le gambe a questa sua assurda pretesa di voler decidere il suo futu­ro. Qui comandiamo noi...!!!

sallusti ha poi concluso il suo editoriale scrivendo : Meglio una stagione da populista che una vita da servo!!!

Ma tu sai di che parli? Conosci il significato delle parole?? Qualche volta ascoltati quando parli (meglio sparli) e poni mente a ciò che ti fuoriesce dalla bocca : senz’altro converrai, come ha scritto qualcuno,  che non esiste letamaio più repellente della tua bocca!!!! Il vero Regno del lecca lecca e della servitù!!!

sallusti, qualcuno ha detto che sarai convinto di essere un giornalista italiano fin quando non aprirai un dizionario e leggerai il vero significato della parola giornalismo. Solo allora capirai di essere un comico fallito : solo una ristretta minoranza degli italiani ti considera un pessimo scrittore, tutti gli altri pensano che tu sia semplicemente un povero PIRLA, ovvero la realizzazione umana del Lecca Lecca!!!

P.S. Che strano giornalista sallusti, nipote di biagio sallusti tenente colonnello della repubblica di Salò ma a detta del pseudo giornalista non fascista! Repubblichino, ma non fascista. E ti pareva che non rispuntava la logica!!!!

Lettera a Vittorio Feltri

Egregio Vittorio Feltri,

sere fa, l’ho ascoltata in TV durante il suo intervento sul debito pubblico in cui ha indicato ladefunta (defunta?) Tina Anselmi come colpevole principale della voragine del debito a causa della sua riforma del sistema sanitario!!!
Ancora una volta, come sempre d’altronde, e come i migliori al mondo, lei si è mostratogiornalista sempre sulla notizia, magari ottenuta dalla parrucchiera davanti casa, soprattutto quando la notizia non esiste, oppure è una cazzata!!

 “inFELTRIto!!!” e non da poco!!

Ecco perché, a suo tempo, Pippo, Pluto, Paperino, Qui, Quo, Qua, Topolina, Paperina, la Banda Bassotti, eccetera si rifiutarono di fare cartoni se Feltri avesse continuato a recensire gli stessi!!! RICORDAAA??? Ha cercato di rovinare anche gli interpreti dei cartoni!!! Neanche alla Banda Bassotti lei andava bene, il che è tutto dire!!!!!

P.S. In allegato la foto insieme a Sallusti stile Totò, Peppino e la Valbrembana : "siete la  Notacoppia più .. Notascodinzolante del mondo...Nota"          

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