giovedì 1 agosto 2013

Paradosso italiano:Suicida artigiano in difficoltà A Ventimiglia. E il pdl difende chi ha truffato lo stato

Suicida artigiano in difficoltà

A Ventimiglia. Trovato biglietto che spiega i motivi del gesto



(ANSA) - VENTIMIGLIA (IMPERIA), 31 LUG - Un artigiano edile di 58 anni si è ucciso, sparandosi alla testa, a causa dei debiti contratti dalla sua azienda per la crisi economica.

L'uomo, un piastrellista, si è sparato, questa sera, nella propria abitazione, in una frazione di Ventimiglia (Imperia).

Nella casa gli investigatori hanno trovato un biglietto con cui l'artigiano spiega i motivi che lo hanno spinto al suicidio.

Secondo gli investigatori l'uomo deteneva regolarmente pistole e fucili.
 

Il paradosso italiano:Coppi, Cav. doveva essere assolto subito

Coppi, Cav. doveva essere assolto subito

Sentenza Cassazione attesa nel pomeriggio. Intorno alle 12 collegio in camera di Consiglio


L'attesa davanti alla Cassazione

ROMA - Nonostante l'impegno a contenere la foga oratoria degli avvocati di Silvio Berlusconi e la loro volontà, manifestata ai giudici, di stringere i tempi delle arringhe, il processo Mediaset in Cassazione - che tiene in fibrillazione il clima politico e ipoteca il futuro parlamentare di Silvio Berlusconi - si concluderà solo oggi pomeriggio, quando verrà letto il verdetto davanti alle telecamere di Rai e Sky che rimbalzeranno il segnale gratuitamente anche alle tv di tutto il mondo che stazionano davanti al 'Palazzaccio' ormai da due giorni. Continua dunque l'attesa sulle sorti giudiziarie del 'Cav' che rischia la conferma della condanna a quattro anni di reclusione (tre condonati) e a cinque di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale ai danni dello Stato. Per tre ore i suoi legali, il professor Franco Coppi e l'avvocato e deputato Niccolò Ghedini - che lo difende dal 1998 - hanno cercato di smontare le accuse che lo ritraggono come il 'dominus' di un sistema truffaldino che gonfiava i costi dei film acquistati da Mediaset con un giro fittizio di intermediazioni che finivano negli ammortamenti delle dichiarazioni dei redditi. Hanno chiesto l'assoluzione del 'Cav' e hanno contestato l'esistenza stessa del reato, cercando comunque di smontare il filone della continuità che finora ha contribuito a bloccare la prescrizione.
Secondo Coppi, che ha concluso il tour de force delle arringhe in un'aula piena di afa dove era in vigore un rigido divieto di utilizzo di cellulari e pc, quel che eventualmente ha commesso l'ex premier sarebbe "penalmente irrilevante" e mancherebbe una specifica "norma antielusiva" per sanzionarlo. "Berlusconi, come tutti sanno, - ha proseguito il 'principe' dei penalisti - dal 1994 si dedica interamente alla politica e non si occupa più di gestione societaria. Figuriamoci se si interessava delle quote di ammortamento del 2002 e del 2003 quando ormai da 10 anni aveva accantonato queste preoccupazioni, se mai si fosse occupato di cose del genere!".
Sempre battendo il tasto della discesa in politica del 'Cav' che lo avrebbe allontanato dagli affari, Coppi ha ricordato che Franco Tatò, il manager al quale Berlusconi diede le redini delle sue società, ha testimoniato che con il 'Cav' "era difficile addirittura avere un contatto fisico: si poteva discutere per telefono solo di qualche strategia di carattere generale!". E Tatò - ha proseguito Coppi - "non rese una testimonianza compiacente: infatti non è stato accusato di falsa testimonianza!". Insomma, Berlusconi - ha concluso il legale - "non era il 'dominus' di nessuna catena truffaldina e mi rammarico che, invece, questa tesi sia stata condivisa ieri anche dalla Procura della Cassazione".
Ghedini, che ha rinunciato a svolgere un'arringa 'monstre' che minacciava di durare quattro ore, ha confessato che per lui il processo Mediaset "è un incubo notturno" nel quale alla difesa "è stato impedito di sentire anche uno solo dei 171 testi chiamati a deporre". "Sono sedici anni - ha detto l'avvocato 'onorevole' - che difendo Berlusconi. Sicuramente troppi. E sento dire che dobbiamo difenderci nel processo e non dal processo. Ma come facciamo a difenderci con un tribunale che mi dice: concordate con il pm le domande per i testi?".
Anche ieri è stato Ghedini a tenere i contatti con Palazzo Grazioli. Con un lapsus che fissava la convocazione della camera di consiglio per il primo agosto del prossimo anno, il presidente del collegio della Sezione Feriale Antonio Esposito ha dato appuntamento ai suoi colleghi per oggi a mezzogiorno per iniziare la camera di consiglio di Mediaset. Subito ha corretto la data. Del resto, lo stress che vive la Suprema Corte è palpabile: anche il Procuratore generale Gianfranco Ciani che ha fatto una capatina in udienza lo ha ammesso. Il capo dei 'pm con l'ermellino' ci ha tenuto a ricordare come "solo l'aspetto della pena accessoria sia stato censurato nella requisitoria di ieri del Pg Mura". A fare le spese dello zelo nelle misure di sicurezza - c'è un dispositivo di forze dell'ordine che presidia diversi 'punti' della capitale proprio in attesa del verdetto Mediaset - è stato il vignettista 'Vincino' venuto in Cassazione per ritrarre i magistrati. Il binocolo per guardarli meglio è stato scambiato per un oggetto da 'puntamento', ed è stato 'perquisito' ma subito scagionato e restituito al caricaturista de 'Il Fatto' e del 'Foglio'.

martedì 30 luglio 2013

Sesso per alloggio, arrestato assessore

Sesso per alloggio, arrestato assessore

Fatto accaduto a Chieti, domiciliari a esponente dell'Udc



(ANSA) - CHIETI, 30 LUG - Avrebbe chiesto prestazioni sessuali in cambio dell'assegnazione di alloggi popolari: protagonista della vicenda l'assessore alla sanita', politiche della casa e protezione civile del Comune di Chieti, Ivo D'Agostino, di 54 anni, dell'Udc, posto agli arresti domiciliari dagli uomini della Squadra Mobile locale in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Chieti, Paolo Di Geronimo; l'uomo è accusato di concussione, tentata concussione e violenza sessuale.
 

Maltempo: carabinieri contro sciacalli

Maltempo: carabinieri contro sciacalli

Uomini dell'Arma a Grezzago per assistere la popolazione



(ANSA) - MILANO, 29 LUG - Numerosi uomini dell'Arma sono a Grezzago (Milano) per fornire assistenza alla popolazione e prevenire atti di sciacallaggio. Secondo quanto riferiscono i carabinieri, i feriti sono dieci, di cui due in condizioni più serie. La tromba d'aria che ha flagellato la zona ha abbattuto molti alberi e danneggiato tetti e giardini. Circa una decina i capannoni industriali danneggiati e due praticamente distrutti.

Una decina gli autoarticolati ribaltati sul fianco e numerose le auto distrutte.

Svizzera: scontro frontale tra due treni, 40 feriti

Svizzera: scontro frontale tra due treni, 40 feriti

E'successo poco prima delle 19 nei pressi della stazione di Granges-Marnand


Train collision in Western Switzerland

Collisione frontale tra due treni viaggiatori in Svizzera poco prima delle 19.00 nei pressi della stazione di Granges-Marnand, nel cantone di Vaud (Ovest).
Sarebbero 40 i feriti, quattro dei quali gravi, dello scontro. Lo riferisce l'agenzia di stampa svizzera Ats. La collisione è avvenuta tra un treno che arrivava in stazione e l'altro che era appena partito, ha indicato all'Ats Pierre-Olivier Gaudard, portavoce della polizia cantonale. Le immagini mostrano parte di un vagone distrutta e accartocciata.

lunedì 29 luglio 2013

Rogo in ospedale a Magenta, no feriti Evacuati alcuni reparti, nessun paziente fuori dalla struttura

Rogo in ospedale a Magenta, no feriti

Evacuati alcuni reparti, nessun paziente fuori dalla struttura



(ANSA) - MILANO, 28 LUG - Un incendio senza conseguenze si è sviluppato oggi all'interno dell'ospedale di Magenta (Milano) intorno alle 19. Secondo le prime ricostruzioni, avrebbe preso fuoco del materiale su un montacarichi. Il rogo è stato subito spento dai vigili del fuoco, ma il fumo ha invaso almeno un paio di piani della struttura. Alcuni reparti (ostetricia-ginecologia, pediatria, patologia neonatale) sono stati evacuati, ma non c'è stato bisogno di portare i pazienti all'esterno dell'ospedale.

Bus in scarpata sulla Napoli-Bari in Irpinia

Bus in scarpata sulla Napoli-Bari in Irpinia Almeno 38 morti e 10 feriti dopo gita amici

Mezzo caduto per 20-30 metri in una scarpata, 2 bambini sono gravi. Tra vittime anche l'autista. Inchiesta per omicidio colposo plurimo. Polstrada, nessuna traccia frenata

Il luogo della tragedia

Cento metri contro il guardrail e poi il volo dal viadotto, un salto di 30 metri e poi lo schianto: quello che doveva essere un fine settimana di festa alle terme, con un pellegrinaggio a Pietralcina nella terra di Padre Pio, si è trasformato in una strage di innocenti: 38 vittime e 10 feriti, molti dei quali in gravi condizioni per un bilancio che non è ancora definitivo.
I Vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte per estrarre le vittime e i superstiti dalle lamiere contorte dell'autobus ormai ridotto a rottame che ieri sera è precipitano da un viadotto della A16 a Monteforte Irpino. Lungo la provinciale che porta a Taurano, proprio sotto il viadotto dell'autostrada, sono state allineate 36 bare, accanto a vestiti e lenzuoli insanguinati, bagagli ed effetti personali delle vittime, pezzi di sedili dell'autobus e della barriera new jersey dell'autostrada travolta dalla folle corsa del bus.
I corpi delle vittime sono poi stati portati nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino, trasformata in una camera ardente dove sono già arrivati diversi familiari e amici.
Urla, pianti, disperazione sui volti. "Erano amici che andavano in gita spesso, si conoscevano quasi tutti - racconta uno di loro -. Avevano deciso di trascorrere un fine settimana a Telese Terme e poi un giorno a Pietralcina. Ad organizzare era sempre la stessa persona, Luciano Caiazzo, salumiere di Pozzuoli".
Le operazioni di soccorso non sono ancora concluse: all'appello, dice il comandante dei Vigili del fuoco di Avellino Alessio Barbarulo, manca una persona: "La stiamo cercando, se è sotto le lamiere del bus cercheremo di trovarla il prima possibile, ma speriamo che qualcuno ci dica che non era sull'autobus".C'erano invece almeno cinque o sei bambini su quel pullman e al momento non sono miracolosamente tra le vittime: cinque di loro sono ricoverati all'ospedale Santobono di Napoli, due dei quali in gravi condizioni, mentre il sesto si trova sempre a Napoli ma al Cardarelli. Sia il bilancio dei feriti che quello dei morti non è però ancora definitivo e solo nelle prossime ore si potrà avere un quadro più chiaro.
Come non è assolutamente possibile, allo stato, stabilire le cause dell'incidente, che dovranno essere chiarite dall'inchiesta della procura di Avellino. Alcuni testimoni hanno riferito ai soccorritori di aver visto l'autista del mezzo sterzare verso destra una volta resosi conto che sarebbe finito contro le auto incolonnate davanti a lui. Manovra, questa, che avrebbe portato il bus prima a strusciare per un centinaio di metri contro il guardrail fino a romperlo e precipitare nella scarpata. Altre voci, che non hanno trovato alcuna conferma ufficiale, parlano invece di una gomma esplosa mentre una delle prime ipotesi avanzate è quella di un guasto ai freni.
Polstrada, nessuna traccia frenata - Nel luogo dove ieri sera e' avvenuto l'incidente la polizia autostradale non ha rilevato segni di frenata da parte dell'autobus.Il mezzo secondo una prima ricostruzione si e' strascinato lungo una barriera di cemento ed ha poi sfondato il guardrail finendo nella scarpata. La polizia sta valutando ogni possibile causa dell'incidente: dal funzionamento dell'impianto frenante del bus all'ipotesi dello scoppio di uno pneumatico formulata da alcune persone fino alla velocità dell'autocorriera. Ieri sera la Società Autostrade per l'Italia ha riferito che l'autobus prima di finire nella scarpata ha tamponato alcuni veicoli essendo giunto ad una velocità superiore a quella consentita su un cantiere segnalato con i display e con la segnaletica verticale ed orizzontale.
La polizia stradale ha sequestrato tutta la documentazione relativa al bus Volvo precipitato. Secondo quanto si apprende, gli uomini della Polstrada si sono recati nella sede della "Mondotravel" di Giugliano e oltre ai documenti relativi al pullman, hanno sequestrato anche i documenti degli altri mezzi della ditta, per verificare che tutto fosse in regola.
Accertamenti tossicologici saranno effettuati sul cadavere dell'autista del bus. I test per verificare l'eventuale presenza di droghe o alcol nel sangue, secondo quanto si apprende da fonti investigative, saranno effettuati attraverso l'analisi dei liquidi biologici.
L'inchiesta avviata dalla procura di Avellino sull'incidente è per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. L'indagine - e' stato spiegato all'ANSA - sarà "a tutto campo". Gli accertamenti giudiziari saranno finalizzati a far luce non solo su eventuali responsabilità dell'autista, che è morto nell'incidente, ma anche sulle condizioni tecniche dell'autocorriera. Inoltre, sarà verificato il corretto segnalamento dei cantieri autostradali presenti nella zona. L'inchiesta potrà poi riguardare anche la qualità tecnica della barriera di protezione che è stata abbattuta dall'autobus.
Prima di finire nella scarpata l'autobus ha urtato altre sei automobili, provocando il ferimento di 14 persone che erano nelle vetture. Nessuna di queste é in gravi condizioni. Al bilancio di 38 morti e 10 feriti tra le persone che erano a bordo del bus devono aggiungersi altri 14 feriti lievi.
Secondo quanto rende noto il prefetto di Avellino, Umberto Guidato, il bilancio della strage del bus finito in una scarpata è di 38 morti e di 10 feriti. Il prefetto ne ha parlato alla camera ardente. Secondo Guidato, non ci sarebbe nessun disperso. Il prefetto di Avellino non si sbilancia sulle cause che hanno potuto determinare il gravissimo incidente. ''Sono qui per assicurare la mia vicinanza ai parenti delle vittime - ha detto al suo arrivo alla camera ardente di Monteforte Irpino - bisogna dare il tempo necessario perché si possa comprendere la causa di questa tragedia''. Il prefetto ha anche sottolineato che dalla scorsa notte è in continuo contatto con il ministero degli Interni e il governo.
Letta annulla visita acropoli Atene - Il premier Enrico Letta ha annullato questa mattina una visita privata all'acropoli di Atene in segno di lutto per la tragedia stradale in Irpinia. Il presidente del Consiglio, in missione in Grecia, proseguirà la sua agenda della mattinata con gli impegni ufficiali, che lo vedranno tra l'altro incontrare il primo ministro Antonis Samaras.