venerdì 8 giugno 2012

Morelli, rischio protesta civile esondi


Morelli, rischio protesta civile esondi

Italia a limiti frustrazione, 42 aziende al giorno chiudono

08 giugno, 11:10
Morelli, rischio protesta civile esondi(ANSA) - SANTA MARGHERITA LIGURE (GENOVA), 8 GIU - ''Disoccupazione che cresce, imprese che falliscono, tensione sociale''. Per i giovani di Confindustria l'Italia e' ''ai limiti della frustrazione'' e, dice il leader Jacopo Morelli, ''la protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili'', ''42 aziende al giorno chiudono''.

Fon Sai..Speriamo che vada bene,Sator e Palladio rilanciano Ligresti non rinunciano a manleva


Sator e Palladio rilanciano
Ligresti non rinunciano a manleva

Di Annalisa Vilardo

Sator e Palladio rilanciano<br>Ligresti non rinunciano a manleva
Sator e Palladio non hanno ancora gettato la spugna. I due fondi hanno infatti presentato al cda Fonsai una nuova offerta per la ricapitalizzazione della società, che prevede un aumento di capitale per un importo non inferiore agli 800 milioni di euro, 400 dei quali riservati agli investitori con un prezzo di emissione tra i 2 e i 2,5 euro, il resto in opzione a tutti i soci.

Il titolo Fonsai, che aveva accelerato al rialzo dopo le prime dichiarazioni, ha ritracciato e al momento sale dello 0,25% a 1 euro. Tra gli altri titoli della galassia,Premafin sale del 2,35% a 0,2175 euro e Milano Assicurazione del 4,04% a 0,2934 euro. Unipol, invece, perde l'1,74% a 18,62 euro, risentendo della proposta concorrente al progetto di fusione con Fonsai-Premafin. Oggi si terrà il cda della holding Premafin per l'approvazione dei concambi.

La nuova offerta di Sator e Palladio, dopo quella scaduta il 18 maggio, sulla qualeFonsai si era detta interessata a fare approfondimenti, arriva anche alla luce di un incontro avuto il 30 maggio tra i rappresentanti della compagnia e quelli degli investitori. Se Fonsai dovesse essere disponibile a valutare l'operazione entro 10 giorni, saranno definiti gli ulteriori aspetti dell'operazione entro i 15 giorni successivi.

Anche la precedente proposta indicava una ricapitalizzazione da almeno 800 milioni, ipotizzando però per i due investitori un prezzo di sottoscrizione inferiore e, nel dettaglio compreso, tra 1,5 e 2 euro. Lo schema di sottoscrizione, spiegano ora i due fondi, consente di strutturare un'operazione in cui il maggior valore rispetto alle quotazioni di borsa non viene riconosciuto solo a Premafin, ma a tutti i soci della compagnia.

Le stime di Sator e Palladio vedono Fonsai con un margine di solvibilità sopra il 120% grazie alla ricapitalizzazione, raggiungibile anche in uno scenario di stress dei mercati che porti il margine pre aumento al 70%: il margine salirebbe infatti di altri 51 punti, considerando il contributo dei risultati attesi nel 2012 da Fonsai e i minori requisiti patrimoniali richiesti per la riduzione dei volumi delle attività assicurative.

Quanto a Premafin, secondo Sator e Palladio, grazie all'aumento Fonsai avrebbe un valore del proprio attivo in linea con il proprio indebitamento netto e potrebbe sostenere un piano di ristrutturazione del debito ex art. 67 che preveda il semplice riscadenziamento dell'attuale posizione debitoria agli stessi termini e condizioni del primo piano di finanziamento senior che era previsto nel piano di risanamentoPremafin, attualmente in corso di approvazione.

Intanto Jonella Ligresti e il fratello Gioacchino Paolo hanno comunicato che non intendono rinunciare alla manleva nell'operazione Fonsai. I due fratelli hanno inviato oggi a Premafin e Unipol una comunicazione sulla loro decisione "irrevocabile" di non rinunciare agli impegni di manleva concessi da Unipol lo scorso 29 gennaio.

Anche Giulia Maria Ligresti, presidente e ad della holding Premafin che controlla a cascata FonSai e Milano Assicurazioni, ha deciso di non rinunciare alla manleva concessa da Ugf ai membri della famiglia con side letter dello scorso 29 gennaio. E' quanto ha appreso MF-Dowjones da una fonte vicina alla vicenda.

La decisione della terzogenita dell'ingegnere di Paternò sarebbe stata assunta, sempre stando a quanto riferisce la fonte, "in quanto riveste il ruolo di presidente e ad della holding: avrebbe creato evidente imbarazzo se avesse impugnato la penna per parlare nel contempo anche come azionista. In questo momento ha ritenuto che il ruolo ricoperto nel board Premafin fosse preminente".

Inoltre le società Hike Security e Limbo Invest non intendono assumere alcun impegno in merito all'esercizio del diritto di recesso conseguente alla fusione di Premafin inFondiaria Sai. La decisione, spiegano i Ligresti, è stata presa "considerando particolarmente le continue modifiche e le crescenti problematiche intervenute nell'operazione di integrazione tra il gruppo UnipolPremafin e il gruppo Fondiaria Sai, quali ad esempio, le criticità evidenziate da advisor indipendenti riguardo alla situazione patrimoniale di Unipol, allo stato non chiarite né risolte, e il fatto che, con lettera del 6 giugno 2012 inviata a Premafin, a Fondiaria Sai e a Milano Assicurazioni, Ugf abbia nuovamente rilanciato in tema di concambi, pretendendone una sostanziale modifica". Tutto ciò al fine della considerazione di soluzioni alternative, nell'interesse dei soci di PremafinFondiaria SAI e Milano Assicurazioni, così come dei collaboratori, degli agenti e degli assicurati.

Terremoto e gas!! bravo il bigotto Giovanardi

Dopo diversi esposti di cittadini, gli accertamenti del pm modenese Musti riguardano ipotetiche attività di fracking soprattutto attorno la zona di Rivara. Lì era in progetto un enorme deposito di gas della Erg, fortemente appoggiato da Carlo Giovanardi, ma in via di sospensione secondo il ministro dell'Ambiente Clini


La Procura di Modena ha avviato un’indagine per verificare se sono state effettuate trivellazioni nelle zone interessate dal terremoto. Gli accertamenti, aperti formalmente dopo esposti di cittadini che segnalavano alcune attività di perforazione, rientrano nel fascicolo senza ipotesi di reato (a modello 45) aperto dal procuratore aggiunto Lucia Musti dopo la prima scossa del 20 maggio.
L’inchiesta si affianca ai filoni principali di Ferrara, Modena e Bologna coordinati dal procuratore generale Emilio Le Donne, sulla violazione delle norme antisismiche e urbanistiche relative ai capannoni crollati anche il 29 maggio in un terremoto infinito che ha già provocato 25 vittime. Le nuove verifiche si inseriscono in una materia incandescente oggetto di dibattito scientifico. Molti esperti del settore, la parte maggioritaria dei geologi e le compagnie petrolifere, garantiscono che il problema non esiste perchè le tecniche di perforazione più invasive non sono autorizzate in Italia e, ove praticate, non risulta un collegamento con terremoti di sesto grado della scala Richter.
Tuttavia alcuni studi hanno evidenziato una relazione tra sisma a bassa magnitudo e trivellazioni con la tecnica della frantumazione, dall’inglese fracking o hydrofracking. Si tratta dello sfruttamento della pressione di fluidi di tipologia chimica iniettati in uno strato roccioso per creare una frattura nei giacimenti di petrolio e di gas. Le fratture sono tenute aperte introducendo materiali come sabbia e ghiaia per impedire alle rocce di richiudersi con l’abbassamento di pressione. Tra i possibili effetti dei cedimenti del terreno ci sarebbero anche le oscillazioni sussultorie e ondulatorie denominate ‘scosse’ di assestamento.
Uno studio del professor Franco Ortolani, ordinario di Geologia dell’università Federico II di Napoli e direttore del Dipartimento di Scienza del territorio, ritiene opportuni approfondimenti, fra gli altri, “sull’incidenza che possono avere le reiniezioni di fluidi in pressione nelle rocce serbatoio ad alcuni chilometri di profondità in corrispondenza di faglie attive: equivale al ruolo che può avere una mosca che si appoggi su un edificio pericolante oppure all’impatto che può derivare da un elicottero che atterri sullo stesso edificio pericolante? Tali considerazioni vanno fatte con l’apporto di studi scientifici indipendenti e qualificati”.
L’ampia indagine conoscitiva della Procura di Modena, in via preliminare, mira a verificare se vi siano state perforazioniabusive sul territorio, che ad esempio nella Bassa presenta giacimenti petroliferi, mentre nella provincia di Ferrara è ricco di gas. La multinazionale inglese Erg Rivara Storage srl (Ers), giocando d’anticipo, in questi giorni ha garantito di non aver effettuato perforazioni in relazione al progetto di un maxi-deposito sotterraneo di gas a Rivara di San Felice sul Panaro. Il progetto, appoggiato in particolare dal senatore Carlo Giovanardi e una parte del Pdl e avversato in questi anni da ambientalisti, Rifondazione comunista e Movimento Cinque Stelle, è stato bocciato dalla Regione Emilia Romagna e nei giorni scorsi dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini che pure esclude un collegamento con il terremoto.
Le trivellazioni autorizzate nel 2008 avevano sollevato le perplessità dell’assessore provinciale all’Ambiente Alberto Caldana (Pd), interpellato da Stefano Lugli (Fed) sulle attività condotte dall’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e sul progetto di ricerca per idrocarburi della multinazionale americana Forest Oil-Cmi Spa. Caldana, poi costretto alle dimissioni per la vicenda riguardante una dirigente del suo ufficio condannata per il rimborso indebito di 30 euro di buoni pasto, pur chiarendo che si trattava di “sondaggi su terreni agricoli privati effettuati all’interno di un progetto di ricerca autorizzato” e non concernenti il maxideposito di gas, esprimeva perplessità, in generale, per “un evidente assalto al territorio di Finale Emilia e della bassa finalese”.

Monti ci prendi in giro??PIANO FAMIGLIA... un annuncio già spazzato via dall'Imu


PIANO FAMIGLIA... un annuncio già spazzato via dall'Imu

venerdì 8 giugno 2012
PIANO FAMIGLIA/ Campiglio: un annuncio già spazzato via dall'Imu
Una nuova riunione del Consiglio del ministri e una nuova proposta: niente meno che “Un piano nazionale per la famiglia”. Il comunicato del Governo contiene una serie di annunci di interventi che sarebbero di estremo interesse, probabilmente di grande sollievo per le famiglie italiane, che nel giro di tre anni, tra le manovre Tremonti e Monti, dovranno  pagare 8400 euro in più di tasse e il resto. Mentre le famiglie della Francia,  dove c'è una tradizione giacobina e antireligiosa, c'è stato Napoleone “l'anti-Cristo”, e ora una repubblica laicista, le famiglie pagheranno circa 350 euro in più. Ma attenzione, deve ancora arrivare l'Imu, perché i calcoli sono ancora più complicati per tutti gli italiani. Tra i promotori di questa versione finale del Piano, il ministro per l'integrazione Andrea Riccardi, che già nel “question time” al Senato, aveva spiegato: “Il Fattore Famiglia? Era mio desiderio attuarlo nella sua completezza, ma sarebbero stati necessari 15 miliardi: per il momento non ci sono le risorse”. Il professor Luigi Campiglio, docente di Politica economica all'Università Cattolica di Milano, che segue con rara attenzione i problemi della famiglia, non sembra così entusiasta di questo nuovo annuncio. In realtà, sarebbe il primo a essere felice di un autentico intervento a favore delle famiglie. Immediato o in un tempo ragionevolmente breve. «Io spero che ci stupiscano. Magari ci stupiranno davvero, ma fino a che non si vedono le risorse, che non si trovano, si possono fare tanti annunci, ma non ci si può fare illusioni. L'elenco degli interventi a favore delle famiglie è lungo, dettagliato e tutti ce l'hanno presente. Ma io non credo che riusciranno ad attuarlo da adesso, perché non c'è alcuna risorsa».

La si può prendere almeno come una dichiarazione di buona volontà.

Questo senz'altro. Abbiamo visto in questi giorni il passaggio del Papa a Milano. Abbiamo sentito i suoi discorsi, abbiamo ascoltato come è stato affrontato il tema della famiglia. Probabilmente anche nel Governo ci si è accorti che una politica per la famiglia in questo Paese è quasi assente, da molto tempo. 

E questo è un momento dove le famiglie sono ancora più colpite, ancora più in difficoltà.

Certo, non saremo ridotti come la Grecia, ma forse qualcuno dovrebbe cominciare a rendersi conto che non  si rinuncia solo più ad alcuni consumi generici, oggi si comincia già a rinunciare ai consumi delicati, come quello per le medicine, per le spese dei figli. E' questo che sta capitando nelle famiglie italiane. Al momento resta una politica di austerità durissima. Prima delle vacanze estive ci arriva il regalo della prima rata dell'Imu, così non si va in vacanza, a Natale arriverà il conto finale come regalo.

Lei sta dicendomi che si fa solo una politica di annunci?

Questa è la vecchia politica italiana dei “due tempi”, prima si fanno gli annunci, poi si aspetta a realizzare le riforme. Non mi sembra che ci discosti di molto da questa prassi vecchia e consolidata. Adesso mi metterò a leggere dettagliatamente questo Piano per la famiglia. Ma credo che risorse non ce ne siano e quindi che risultato si può ottenere?

In fondo, la “politica dei due tempi” è stata ripetuta, secondo il vecchio schema italiano. anche con l'annuncio dell'austerità e poi della crescita.

Appunto. E di crescita non se ne vede l'ombra, non si realizza, non si materializza per nulla. Per ora si vedono solo i risultati dell'austerità, con il crollo dei consumi, un minor gestito fiscale sull'Iva, le imprese in difficoltà e le famiglie in affanno. A volte penso che il governo voglia solo perseguire come obiettivo un suo motivo di merito: l'avanzo primario. L'impressione è che se va avanti in questo modo rischia di non raggiungere neppure questo.
  
Ci sono dati anche a livello internazionale che non promettono nulla di buono.

Anche questo è da tenere presente. Una politica di austerità, basata su un rigido risanamento dei conti pubblici che poi avrebbe permesso, attraverso le esportazioni, una ripartenza e quindi una crescita, è una strategia che non sembra molto incoraggiante. E' in frenata il commercio mondiale ormai e quindi anche chi lavora sull'export vede solo un rallentamento. Per quanto riguarda il mercato interno dovremmo essere costretti purtroppo solo a ripetere le stesse cose che diciamo da tempo.

Prospettive dure, in conclusione, malgrado l'annuncio di piani nazionali.

Io ripeto: spero che mi stupiscano. Ma sto aspettando da sette mesi che mi stupiscano.



Media e Abc regalano l'Italia a Grillo, Mentana e Gerry Scotti


 Media e Abc regalano l'Italia a Grillo, Mentana e Gerry Scotti

giovedì 7 giugno 2012
IL CASO/ 1. Riotta: media e Abc regalano l'Italia a Grillo, Mentana e Gerry Scotti
«La direzione è sbagliata» scrivevano ieri Alberto Alesina e Francesco Giavazzi tirando le orecchie a Mario Monti nell’editoriale del Corriere della Sera. Il Professore è stato «bocciato in Economia», la «ricetta delle tasse è fallita» replicavano i giornali di centrodestra. D’altra parte, al premier i conti non tornano: mancano all’appello 3,5 miliardi di euro.
«È tutto vero, ma i giornali rischiano di commettere un altro grave errore – spiega a IlSussidiario.net Gianni Riotta, editorialista de La Stampa e già direttore de Il Sole 24 Ore –. Prima si sono illusi che la “ricetta Monti” fosse come prendere la tachipirina quando si ha la febbre. Oggi rischiano di far montare la delusione.
Questo però è un Paese che non cresce e non innova la sua struttura industriale da un quarto di secolo e non riforma la scuola da 40 anni. Il nostro sistema economico non funziona più: la scala mobile sociale è bloccata, la meritocrazia anche, e due terzi delle aziende non hanno un piede nel mercato globale. Pensare che un governo tecnico potesse risolvere i problemi in sei mesi era semplicemente assurdo».

Se il governo fa fatica e i giornali sbagliano, la politica non dà l’idea di saper fare di meglio. 

Credo che i partiti siano completamente senza strategia. Basta guardare cos’è successo riguardo alla nomine dei garanti per l’authority sulla privacy e dei membri dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom ndr). Credere che si potessero scegliere in rete è un’ingenuità, ma tra questa ipotesi e la lottizzazione probabilmente una via di mezzo c’era. In questo modo fanno soltanto campagna elettorale per Beppe Grillo.

Nel Pdl nel frattempo si discute su come rinnovare il partito. Quale prospettiva la convince di più?

C’è un vuoto di direzione evidente, non credo che il Popolo della Libertà sopravviverà nelle stesse forme che conosciamo oggi. In questi anni molte personalità politiche si sono alternate al suo interno, ma il Pdl è rimasta una creatura a immagine di Silvio Berlusconi. Credo che ci sia da aspettarsi rassemblement diversi. Quello che però la sinistra e i grillini non capiscono è che il Pdl può anche sciogliersi, ma il suo blocco sociale rimarrà e bisognerà tenerne conto.

Nel Pd si fanno avanti invece quelli che sperano in un voto anticipato.

La posizione di Fassina a mio avviso non va sottovalutata. Non credo che sia un gioco delle parti tra lui e Bersani, come hanno scritto alcuni illustri colleghi. Secondo me esiste invece una parte importante del Partito Democratico che guarda alle elezioni anticipate come una strada da percorrere per tenere bassa l’influenza di Grillo e assicurarsi la vittoria. Detto questo, credo che il segretario del Pd sia sincero e sosterrà Monti fino al 2013.

Ma ha ragione Fassina quando dice che i risultati delle amministrative ci hanno consegnato lo stallo del Parlamento e della maggioranza, con il rischio che non si portino a termine le riforme necessarie? 
Il rischio c’è, ma non possiamo certo permetterci di galleggiare fino all’anno prossimo. A mio avviso imaître à penser della politica italiana, da Berlusconi a Casini, da D’Alema a Maroni dovranno trovare un accordo davanti a Napolitano per decidere alcuni obiettivi fondamentali da raggiungere nei prossimi mesi.

Quali sono secondo lei le priorità?

Vede, lo scenario è talmente complesso che i dieci maggiori economisti del mondo propongono dieci ricette opposte per uscire dalla crisi. E questo avviene mentre i media italiani si battono per proporre la propria soluzione, come se si potesse ridurre tutto a uno scontro tra chi vuole il rigore e chi la crescita. In realtà sono come l’acceleratore e il freno di un automobile. Servono entrambe, ma non è così semplice. Servirebbe un dibattito di più ampio respiro, come avevo provato a fare al Sole 24 Ore.
Nel frattempo la politica dovrebbe identificare delle misure da adottare subito. Ne propongo alcune: dare respiro alle aziende, un piano per i giovani che incoraggi la creazione di start up e lo sblocco dell’ascensore sociale che premi percorsi d’eccellenza. Un giovane povero deve poter frequentare un’università d’élite e diventare un benestante. 

Serve perciò uno scatto d’orgoglio della classe politica?

Lasciamo perdere l’orgoglio, basterebbe il buon senso. O la politica dà un minimo segno di risveglio oppure dobbiamo aspettarci di vedere Grillo al 30%, Gerry Scotti alla guida del Pdl e Mentana, che da ragazzo era il segretario dei giovani socialisti, a leader del “Partito dei Giovani”. Ovviamente non è questa la strada…




Il maestro D'Orta: così il '68 e la camorra stanno svuotando le scuole del Sud


 Il maestro D'Orta: così il '68 e la camorra stanno svuotando le scuole del Sud

venerdì 8 giugno 2012
SCUOLA/ Il maestro D'Orta: così il '68 e la camorra stanno svuotando le scuole del Sud
Sono allarmanti i dati sulla dispersione scolastica diffusi oggi da Save the Children: 114mila alunni fra i 14 e i 17 anni abbandonano la scuola e il 20% è rappresentato da studenti che vivono in Campania e 1.283 nella sola città di Napoli: ragazzi che dopo un percorso scolastico discontinuo, costellato da assenze e ripensamenti decidono di non frequentare più le lezioni. Dati che stridono con la riforma del merito fortemente voluta dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo che punta, attraverso incentivi di vario genere, a premiare gli alunni che si sono distinti per bravura e costanza. Riconoscimenti formali, come la nomina dello studente dell'anno nella propria scuola, oppure, premi tangibili come vacanze premio. Un metodo che per molti, premia i più diligenti ma inevitabilmente abbandona al proprio destino chi già fatica a seguire le lezioni o addirittura ad entrare in sintonia con il mondo della scuola.
“Una volta si diceva: prenditi u'pezzeccarta che non puoi nemmeno fa o'scopartore”. Ci ride sopra ma è serissimo il maestro Marcello D'Orta, già autore del best-seller “Io speriamo che me la cavo” e che ben conosce la realtà delle scuole napoletane e dei piccoli scugnizzi che le frequentano. O meglio, che faticano a frequentarla. “Un tempo questa era l'ammonimento per i ragazzi: oggi, però, non vale più questa regola, purtroppo. Sia perchè il lavoro non è più garantito nemmeno dalla laurea, figuriamoci dalla licenza media, sia perché le famiglie stentano a svolgere il proprio ruolo”.
Maestro, i tempi sono cambiati?

Di recente è uscito un libro che ho scritto, dal titolo Era tutta un'altra cosa: i miei e i vostri anni 60, epoca in cui la famiglia era ancora in grado di trasmettere valori. Dopo il '68 è cominciato un periodo di calo del ruolo familiare che dura tutt'ora: è venuto meno il nucleo portante della società. La famiglia, nell'infanzia, è quell'istituzione che passa il testimone al maestro elementare che, per primo, è insignito del ruolo di educatore “esterno” al nucleo familiare. Oggi non è più così: scuola e famiglia non sono più alleate nell'educazione dei ragazzi ma si fanno la guerra. Non solo le famiglie seguono poco i propri figli ma, quando lo fanno, prendono la strada sbagliata, difendendo l'indifendibile. Una nota, una sgridata da parte di un professore può causargli guai, se non una denuncia o un ricorso al Tar. Capirà bene che i ragazzi sono disorientati perché a casa non c'è supporto educativo, a scuola non ci vogliono andare e il risultato e che sono abbandonati a se stessi.

Vuole dire che i genitori sono d'accordo con i ragazzi se decidono di abbandonare la scuola?

Io parlo per le situazioni che ho vissuto: ho insegnato a classi di 45 ragazzi, in scuole fatiscenti dove mancavano persino le lavagne e i termosifoni. Lei pensa che i genitori fossero contenti di mandare i propri figli in istituiti del genere? In più, al sud c'è anche un altro grosso problema che incentiva gli studenti a lasciare le aule: il lavoro nero. Spesso, le famiglie hanno disperato bisogno di un aiuto economico e mandano i ragazzi al lavoro anziché in classe. Ricordo un ragazzo che lavorava di notte in una panetteria e quando andai a parlare con il padre per farlo tornare a scuola, questi mi disse “Me li da di tasca sua i soldi che mio figlio guadagna ogni mese?”. Vede? Il futuro dei ragazzi del Sud è già segnato se per i genitori la scuola non conta nulla ma serve solo a distrarli da possibilità di guadagno. Poi, naturalmente, si sente il peso della camorra, che adesca i ragazzi in strada per farli diventare “muschilli” cioè moscerini, corrieri della droga. Il che significa guadagni facili di cifre importanti.

Secondo lei sono efficaci contro la dispersione scolastica gli incentivi in denaro proposti agli studenti?

E' un errore gravissimo: il denaro e i premi non devono entrare nella sfera educativa. I ragazzi in questo modo non danno più valore all'essenza dello studio e il rischio è quello che la nostra società si trasformi in calvinista, dimenticando le proprie radici puramente cristiane. I calvinisti sono infatti convinti che Nostro Signore guardi con benevolenza chi riesce a raggiungere il successo premiando l'arrivismo più spinto: in quel tipo di società si giustifica di tutto, anche chi calpesta i valori fondamentali che stanno alla base della civile convivenza. In Italia non può funzionare in questo modo, occorre premiare i ragazzi con una pacca sulle spalle e ricordando loro che hanno solo il proprio dovere.

La riforma del merito attualmente allo studio punta a valorizzare chi è più bravo o a lasciare definitivamente indietro chi è già in difficoltà?

Esistono, soprattutto nel meridione, situazioni frustranti di disagio sociale e culturale come la povertà e l'immigrazione che impediscono a molti di poter fare bene nonostante la buona volontà. Io sono sempre a favore della buona e vecchia borsa di studio, perché per lo studente non è il fine ultimo ma un mezzo per poter continuare un percorso già intrapreso. Ricordo addirittura che nel 2007 il sindaco di New York lanciò la proposta di premiare gli studenti meritevoli con un cellulare: secondo me, non è questo il metodo giusto. E' la morte della scuola e della famiglia. Noi dobbiamo tenerci ben stretti i valori cristiani, sui quali e fondata la nostra società: indipendentemente dalla fede, il senso della solidarietà, il rispetto, il sacrificio e l'amore reciproco sono valori universali. Esiste anche un altro aspetto che va a braccetto con la dispersione scolastica.

Quale?

Molti hanno capito che oggi anche con un diploma o con una laurea non è consequenziale trovare un lavoro. E quindi, incentivati dalla famiglia, i ragazzi tentano di trovare un impiego in anticipo senza perdere tempo sui libri, risparmiando tempo e guadagnando denaro da subito. Purtroppo, lo studio non serve soltanto a fornire il famoso “pezzo di carta” ma a formare cittadini del mondo consapevoli, che sappiano relazionarsi con i problemi della vita. E tutto questo dovrebbe essere sottolineato, in primis, dalle famiglie.

Rinnovare la didattica potrebbe servire a far tornare in classe gli alunni?

Più che la didattica dovrebbero innovarsi gli insegnanti perché l'alunno che frequenta la scuola e il giovane fuori dall'orario scolastico sono la stessa persona. I professori devono saper inquadrare la situazione sociale e familiare dell'allievo e, partendo da quella, creare un piano didattico ad hoc. Questa è la base per poi cominciare ad insegnare matematica, storia, geografia e tutte le altre materie.

Professor Monti!Lo sapevi?Confcommercio: calano i consumi fisco insostenibile, crollo auto e cibo


Confcommercio sull'Iva: 'L'aumento sarebbe un colpo mortale'

07 giugno, 19:32

Confcommercio: calano i consumi fisco insostenibile, crollo auto e cibo
ROMA - I consumi tornano ai livelli di sei anni fa. In tempi di crisi e di tasse crescenti gli italiani tagliano dove possono e così, secondo gli ultimi dati della Confcommercio, ad aprile la spesa si è ridotta del 2,8%. Ben quattro quinti del reddito medio delle famiglie, calcola del resto la Confesercenti, vengono "prelevati dal fisco", il cui peso sta diventando sempre più insostenibile. "Se prendiamo una famiglia tipo con un reddito lordo di 55.000 euro, - ha denunciato il presidente dell'associazione Marco Venturi all'assemblea annuale - quasi 40.000 di questi vengono assorbiti da contributi, tasse varie, dirette e indirette, nazionali, regionali, locali". Solo con le manovre Iva lo Stato scarica su ogni famiglia "680 euro l'anno". E non va meglio alle imprese, appesantite da "una valanga di prelievi": fra Irpef, Ires, Irap e contributi sociali, sulle pmi ogni anno grava un onere di oltre 160 miliardi.
Da aggiungere ci sono quindi gli oneri burocratici ed amministrativi statali che comportano costi "per 26 miliardi l'anno". "Siamo di fronte a una deriva", ha insistito Venturi, con "ben 694 scadenze fiscali con cui devono confrontarsi le imprese e 100 balzelli frutto della scatenata inventiva del nostro fisco". "Noi continueremo a condannare senza se e senza ma ogni atto intimidatorio contro Equitalia e contro i suoi dirigenti - ha quindi puntualizzato - ma questo non può diventare un alibi per non rivedere norme e comportamenti che colpiscono imprenditori esasperati dalla crisi e da una pretesa fiscale ormai insostenibile che troppo spesso dà la spallata finale a migliaia di imprese, spingendole verso la chiusura". Stretti tra tasse, riduzione del potere d'acquisto e effetti della crisi, gli italiani cercano quindi di cavarsela come possono, tagliando le spese, se necessario anche alimentari. Il calo dei consumi segnalato dalla Confcommercio, il peggiore da marzo del 2011, mostra infatti una riduzione del 4% sia della spesa per il cibo che di quella per l'abbigliamento e addirittura del 16% per il segmento mobilità, ovvero per l'acquisto di auto. "Un eventuale ulteriore aumento dell'Iva sarebbe un colpo mortale per famiglie e imprese", commenta il presidente, Carlo Sangalli. Il dato di aprile "conferma infatti la drammaticità e la profondità della crisi" che va superata con "provvedimenti per accelerare la crescita e rilanciare i consumi e la domanda interna, che vale l'80% del pil"
.