mercoledì 7 marzo 2012

Formigoni: Alfano scarica la Lega? No, è Bossi che ha "rotto"


Formigoni: Alfano scarica la Lega? No, è Bossi che ha "rotto"

mercoledì 7 marzo 2012
«Le elezioni amministrative saranno i titoli di coda di un film che sta per chiudersi». Questa l’immagine usata da Angelino Alfano, nell’intervista pubblicata oggi dal settimanale Chi, per descrivere lo stato dei rapporti tra il Pdl e la Lega. L’asse del Nord sembra ormai sepolto, «anche se – aggiunge il segretario del Popolo della Libertà – nutriamo ancora qualche speranza».  
«Le parole di Alfano non vanno fraintese – spiega aIlSussidiario.net il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni –. La sua infatti è una constatazione, non un auspicio. Il Carroccio insiste nel voler andare da solo alle prossime elezioni amministrative. Noi riteniamo però che questo sia un grave errore. Il compito di un partito infatti non è solo quello di portare a casa i voti dei propri elettori, ma anche quello di offrirgli la possibilità di vincere. E dividere il fronte del centrodestra significa consegnare molte amministrazioni alla sconfitta».

Anche sulla base dei sondaggi a vostra disposizione per il Pdl questa tornata si annuncia come un “dazio altissimo” da pagare per il sostegno al governo Monti?

L’Italia ormai è un paese bipolare: o vince il centrodestra o vince il centrosinistra. E se ci dovessimo presentare divisi, i nostri elettori rischierebbero di perdere la fiducia e di disertare le urne, sapendo che non c’è possibilità di vittoria.
Per questo mi auguro, e continuerò ad augurarmi fino all’ultimo momento, che la Lega torni sui suoi passi. D’altronde molti dei comuni del Nord che sono in gioco ci hanno visto governare bene insieme.
Detto questo, anche da soli garantiremo la presenza dei moderati.

Cosa intende dire?

Che saremo comunque in campo e ci impegneremo ancora di più per trovare dei candidati forti e credibili. A Como, ad esempio, abbiamo fatto le primarie a cui hanno partecipato con entusiasmo migliaia di cittadini. Hanno scelto un volto nuovo, una donna che non viene da precedenti esperienze di partito.
L’impegno da parte nostra quindi non viene meno e l’alleanza resta aperta a tutto il campo moderato. Chi dovesse scegliere di dividerlo con un atto autolesionista se ne dovrà assumere la responsabilità.

Le porte del Pdl restano quindi aperte sia alla Lega che all’Udc? Su questo c’è sintonia al vostro interno?

Assolutamente sì. Ne ho parlato settimana scorsa con Alfano e con gli altri responsabili di partito. Come le dicevo il nostro auspicio è innanzitutto quello di confermare l’alleanza con la Lega, con la speranza che l’Udc (ed eventualmente il Terzo Polo) si unisca a noi.

Umberto Bossi però, fino a qualche settimana fa, minacciava di far cadere la Lombardia.

Guardi, la polemica è assolutamente rientrata. Bossi e gli altri dirigenti leghisti hanno chiarito che non c’è nessuna intenzione di rompere la maggioranza in Regione, riconoscendo i risultati molto positivi che stiamo portando a casa.
La collaborazione quindi continuerà, non solo in Lombardia, ma in tutte le amministrazioni in cui siamo al governo insieme: in Veneto, in Piemonte e in moltissimi comuni.
D’altra parte si tratta di un dovere. Ci siamo presentati davanti agli elettori con un programma e dobbiamo rispettare gli impegni presi.

Guardando verso il centro, rimane aperto il cantiere per costruire la sezione italiana del Partito popolare europeo? 

Assolutamente sì. A Strasburgo noi e l’Udc siamo già uniti e non si capisce perché dovremmo essere divisi in Italia. Da parte nostra c’è la massima disponibilità per favorire questo percorso. Lo abbiamo detto più volte: siamo disposti anche a cambiare nome e siamo pronti a metterci in discussione senza presunzioni, pur sapendo di essere il partito più grande.
Vogliamo creare un soggetto nuovo, aperto ai partiti, ai movimenti e alle persone della società civile che condividono i nostri valori. Questo è il nostro invito, dopodiché, non possiamo obbligare nessuno. Spero però che ciascuno sappia andare al di là delle logiche personali e di partito perché questa è la proposta migliore che possiamo fare per il bene dell’Italia.  

Nel frattempo, come procede il rinnovamento del Pdl? C’è ancora molta strada da fare?

Ho seguito i congressi e devo dire che i segnali sono stati assolutamente positivi. C’è stata una grande partecipazione. A volte si è registrata una convergenza su un candidato unitario, altre volte c’è stato un confronto tra candidati diversi. Ogni volta però il partito è uscito rafforzato perché la dialettica interna e il contributo delle idee favorisce sempre la crescita di un partito.  

A volte però possono prevalere le lacerazioni, come è accaduto a Lecco…

Francamente non riesco a comprendere la scelta di questi amici che hanno deciso, a quanto ho capito, di costituire un nuovo partito ("Forza Lecco" ndr). I congressi si possono vincere o perdere: questa è la democrazia. Mi auguro comunque che possano tornare sui propri passi. Se invece ci trovassimo davanti a una vera e propria scissione, il Pdl non potrà fare altro che essere estremamente chiaro e severo.

Sul territorio non rischiano di prevalere ancora le divisioni tra ex An ed ex azzurri?

È un problema praticamente superato. C’è ancora qualche residuo, ma si tratta degli ultimi ritardatari che non hanno capito che il Pdl è un partito nuovo in cui non ci sono ex, ma soltanto pidiellini al 100%.

Da ultimo, cosa pensa dell’ipotesi ventilata da Silvio Berlusconi di una Grande coalizione per il 2013?

La sua non è stata una proposta, ma un’ipotesi che si potrà verificare solo in caso di necessità. Resto convinto del fatto che ci presenteremo a quell’appuntamento con una proposta chiara e vincente.

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