giovedì 22 marzo 2012

il popolo della rete non perdona, un tumblr contro la generalizzazione delle opinion


il popolo della rete non perdona, un tumblr contro la generalizzazione delle opinioni

#ilpopolodellaretenonperdona, un tumblr contro la generalizzazione delle opinioni
© JUAN MABROMATA/AFP

#ilpopolodellaretenonperdona è un tumblr creato dai giornalisti Sergio Ragone e Valentina Di Leo che ha lo scopo di raccogliere titoli e articoli, dalla carta stampata e dal web, che scrivono del "popolo della Rete" come se fosse un'entità con un'opinione ben precisa. Da “Il ricordo di Biagi passa anche attraverso Twitter” fino a“Valerio Scanu: il nuovo taglio di capelli fa scatenare Twitter, che lo paragona a Lady Oscar”.
"Stanchi anche voi degli articoli sul "popolo-della-rete? Raccogliamoli insieme su ilpopolodellaretenonperdona.tumblr.com" spiegava su Twitter Valentina Di Leo che insieme a Sergio Ragone ha creato il tumblr per mostrare come sia diventato ironico, ma anche esagerato l’abuso di luoghi comuni e frasi fatte quando si parla di Internet.
“Molti colleghi per la fretta di chiudere un pezzo o la pagina non fanno altro che fare un lavoro di copia e incolla dei commenti e per caricarli anche di senso hanno coniato, ad esempio, oltre al popolo del web, la rivolta su twitter e il web che si infiamma. È un fenomeno di metagiornalismo che, a differenza di alcuni mesi fa, inizia a irritare lettori e iscritti ai social media. Questo tipo di informazione contribuisce anche a demonizzare le piattaforme, di fatto utilizzate solo per dimostrare l’esistenza di una protesta, che sia contro un’opera pubblica come la Tav o contro i bamboccioni. Raramente si scrive, ad esempio, di movimenti e opinioni a sostegno di un partito. Come i gruppi online pro tav, ad esempio, scomparsi a fronte di quelli contro"
ha spiegato Sergio Ragone. SI tratta di un evidente problema di generalizzazione delle opinioni, che non tiene conto la Rete sia un luogo complesso, uno spazio infinito di sfumature.
"Si può generalizzare solo nel caso in cui, su un argomento specifico, intervengano online gli addetti ai lavori, ad esempio. In ogni caso, i giornalisti che fanno questo uso del web sono stati paracadutati su twitter. Non conoscono il mezzo, guardano i trending topic e pretendono di sosituire il sentire comune con i tweets che leggono”

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