martedì 8 maggio 2012

Easyjet: rifiutati a bordo perché napoletani. Episodi di oridinario razzismo


Easyjet: rifiutati a bordo perché napoletani. Episodi di oridinario razzismo

Ha destato grande scalpore l'episodio verficatosi pochi giorni fa nell'areoporto Marco Polo di Veneziaquattro passeggeri napoletani in procinto di imbarcarsi sul volo Easyjet diretto verso il capoluogo partenopeo si sono visti sbattere in faccia le porte del gate, nonostante fossero arrivati con largo anticipo.
Al rifiuto immotivato è scattata la protesta dei passeggeri: "E' una vergogna!", hanno protestato, e poi qualche frase in dialetto che ha scatenato la reazione dell'addetta all'imbarco: "Imparate a parlare italiano. Se Napoli non ci fosse sarebbe molto meglio".
Le vittime dell'insulto, quattro giornalisti, non hanno pazientato oltre e, giustamente, hanno querelato prontamente l'impiegata: "Ci siamo rivolti alla polizia – racconta Massimo Tito, uno dei napoletani – che ci ha identificato. Abbiamo sporto denuncia, quindi gli agenti hanno identificato l'addetta, per poi raccogliere letestimonianze. Tutte a nostro favore. Tra lo stupore, tra l'altro, di alcuni turisti francesi".
In realtà è ancora da verificare se il desk fosse gestito direttamente da Easyjet o da un handler in subappalto ma, ad ogni modo, non è la prima volta che arrivano notizie di episodi di razzismo e di discrimanzione che hanno come protagonista la nota compagnia aerea low cost e i suoi impiegati.
Come giustamente fa notare il giornalista (anch'egli napoletano) Gennaro Carotenuto in un articolo di commento alla deplorevole vicenda, varie volte la compagnia britannica è balzata "agli onori della cronaca per comportamenti discriminatori".
Carotenuto rammenta alcuni spiacevoli episodi:
"Nel novembre 2010, all’aeroporto di Palermo, Easyjet rifiutò l’imbarco ad una bambina disabile perché incapace di riporre autonomamente il bagaglio a mano nella cappelliera. Poi Easyjet s’è scusata. Nell’agosto 2009 all’imbarco di un volo Easyjet a Bari, era toccato ad una signora obesa vedersi richiedere il pagamento di un doppio biglietto per essere imbarcata. Poi Easyjet s’è scusata. Nel dicembre 2011 una signora cieca, che volava con EasyJet da Gatwick, si è vista rifiutare l’imbarco al suo cane guida. Poi Easyjet s’è scusata. Di nuovo a Gatwick, a gennaio di quest’anno, un passeggero disabile non è stato imbarcato su di un volo Easyjet perché “non poteva raggiungere a piedi l’uscita d’emergenza”. Poi Easyjet s’è scusata ma il passeggero, un uomo d’affari inglese, ha lamentato un trattamento odioso, scortese e discriminatorio."
D'altra parte, commenta Carotenuto: "La verità è che il trasporto aereo low-cost per essere profittevole richiede una standardizzazione che va ben oltre i bagagli contingentati, i servizi spartani, l’uso di slot periferici. Il trasporto aereo low-cost richiede anche passeggeri standardizzati, in grado di scattare sull’attenti anche se portatori di handicap, e silenti se ritengono violati i propri diritti".
Ma c'è poi da meravigliarsi? Trattasi di episodi di ordinario razzismo e sottile discriminazione di cui son piene le cronache italiane. Difficile credere, ahimé, che si possa garantire quel minimo di civile rispettoalmeno da chi indossa un'uniforme di lavoro.


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