mercoledì 2 maggio 2012

Ikea metteva ai "lavori forzati" i prigionieri politici della Germania Est?


Ikea metteva ai "lavori forzati" i prigionieri politici della Germania Est?

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Il colosso svedese dell'arredamento low cost cerca di placare gli animi: secondo un'inchiesta condotta dal canale televisivo Sveriges Television, Ikea avrebbe sfruttato i prigionieri politici della Germania dell'Estdurante gli anni Settanta e Ottanta per produrre mobili, chiedendo alla Stasi elenchi e nominativi dei papabili come forza lavoro. 
Negli anni Settanta, Ikea contava una massiccia presenza in Germania orientale, con 65 fabbriche che producevano componenti e mobili. Secondo precedenti rivelazioni, tra i vertici dellaRepubblica Democratica Tedesca e quelli dell'azienda esisteva una forte "cooperazione" che potrebbe aver fatto sì che numerosi prigionieri politici venissero impiegati in una delle linee di produzione della catena svedese.
Jeanette Skjelmose, responsabile sociale e ambientale di Ikea cerca di chiarire:
“Finora non vi sono evidenze del fatto che avremmo chiesto che i prigionieri politici della Germania Est potessero essere utilizzati nella fabbricazione dei mobili. Quello che stiamo esaminando adesso è se questo possa essere accaduto in ogni caso, a nostra insaputa". 

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