giovedì 21 giugno 2012

MA I POLITICI NON DEVONO SPENDERE DI MENO??ANCHE LORO SONO DIPENDENTI PUBBLICI??? Spending Review, dipendenti pubblici solo urbane


Spending Review, dipendenti pubblici solo urbane

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi

Roma - Non solo mega-tagli: il governo punta a contenere i mille rivoli della spesa pubblica anche a partire da spese apparentemente meno rilevanti. Come nel caso della Funzione pubblica che annuncia un t aglio alle linee telefoniche della Pubblica Amministrazione, la maggior parte delle quali potrà fare solo telefonate urbane. Una «rivoluzione del buonsenso», spiega il ministro Filippo Patroni Griffi.
I telefoni dei dipendenti pubblici saranno abilitati esclusivamente alle telefonate urbane, ferma restando l’assegnazione al personale dirigenziale delle utenze per le chiamate nazionali e i cellulari. Chiamate all’estero solo per i dirigenti, cui sarà affidata la responsabilità per le spese derivanti dall’utilizzo delle linee assegnate, verificando ed assicurando un corretto utilizzo anche di quelle utenze specificatamente autorizzate.
Per il resto il menù dei tagli inizia a prendere corpo: giro di vite sui dipendenti statali, primi interventi sulle province, accorpamenti e tagli alla spesa per i ministeri, interventi sugli affitti pubblici, altra sforbiciata alle auto blu. Questo a grandi linee il menù del primo intervento di revisione della spesa pubblica che il governo si appresta a varare la prossima settimana, durante un consiglio dei ministri straordinario convocato ad hoc, che dovrebbe tenersi a ridosso dell’Eurogruppo del 28 giugno consentendo così a Mario Monti di recarsi dai partner Ue con la riforma del lavoro “chiusa” in Parlamento e la prospettiva di evitare un ulteriore appesantimento fiscale.
I proventi del piano di spending review sarebbero impiegati prioritariamente per evitare l’aumento dell’Iva già fissato ad ottobre prossimo. Ma una tranche, nel caso l’incasso sia maggiore del previsto, potrebbe essere impiegata anche per rifinanziare le spese inderogabili (ad esempio le missioni di pace). Non resterebbe così molto spazio per ulteriori interventi di spesa anche se l’esecutivo è a caccia di risorse, ad esempio, da destinare alla ricostruzione post-terremoto.
La cifra complessiva è nota: dalla revisione dovrebbero saltare fuori 5 miliardi o poco più a valere sul 2012. Una cifra dovuta a tagli “strutturali”, che produrrebbero il loro effetto anche negli anni successivi e che potrebbe allo stesso tempo aumentare con nuovi interventi da parte del super-commissario Enrico Bondi. L’intervento di revisione, in particolare per province e statali, continuerebbe dunque dopo il decreto con la Legge di Stabilità che arriverà in autunno.
Il ventaglio di ipotesi sul tavolo è ampio: si va dal taglio del 5% della pianta organica delle amministrazioni all’ipotesi di prepensionamenti, coniugati con le norme sul blocco del turnover. La riduzione degli impiegati sarebbe però in gran parte “teorica”, si ragiona, perché riguarderebbe il personale potenziale (la pianta organica appunto) di ciascuna amministrazione e non quello in servizio, il che renderebbe le cifre sugli esuberi nella Pubblica Amministrazione circolate in questi giorni ancora provvisorie e oggetto di futura discussione. Tagli sul personale potenziale sarebbero quindi in grado di portare risparmi a regime, senza incidere direttamente sulla vita delle persone. Altro capitolo, quello del profilo dello Stato: l’intenzione è ridurre il numero delle province, consorziare i comuni, tagliare enti inutili. C’è poi il “pacchetto” Bondi che si concentrerà in particolare sul taglio di beni e servizi.

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