venerdì 19 ottobre 2012

Chi ha rubato il Sogno Americano


Chi ha rubato il Sogno Americano

Le accuse del Pulitzer Hedrick Smith al mondo dell'alta finanza statunitense


Pietra filosofale o semplice miraggio, il Sogno Americano fa tutt’uno con la nascita e la storia degli Stati Uniti. È il concetto a cui si ispira la Dichiarazione di Indipendenza del 1776 (la Costituzione è di poco posteriore, risale al 1787), con i suoi diritti inalienabili di eguaglianza, ivi compreso quello della «ricerca della felicità». È la speranza che ha guidato, e in parte guida ancora, generazioni di emigranti che partono verso il Nuovo Mondo. Oggi il Sogno Americano, materialmente inteso come un posto di lavoro fisso,uno stipendio soddisfacente, un’assicurazione sanitaria, una casa di proprietà, una pensione sicura e la speranza che i propri figli potranno godere un giorno di un futuro migliore è semplicemente crollato. Anzi c’è qualcuno che l’ha rubato, sostiene Hedrick Smith, Premio Pulitzer ed ex giornalista del New York Times nonché autore del saggio-bestseller da poco uscito negli Stati Uniti con il titolo «Who Stole the American Dream?» (Random House, 30 dollari).Chi l’ha rubato? È la prima domanda che rivolgiamo direttamente all’autore, in questa intervista concessa al Corriere del Ticino a Washington.
«A rubarlo sono stati il Big Business, la Corporate America, Wall Street, vale a dire il mondo degli affari, delle grandi imprese, dell’alta finanza, delle banche che nello spazio di trent’anni si sono inghiottiti una ricchezza enorme, al punto che oggi l’1 per cento della popolazione americana, corrispondente a tre milioni di individui, detiene i due terzi della ricchezza nazionale».
Come si è arrivati a questo?
«È stato un processo graduale, di cui la maggioranza degli americani sul momento non si è accorta, ma di cui oggi paga le conseguenze. Tutto partì quasi in sordina dal Memorandum Powell, il documento scritto nel 1971 da Lewis Powell, un avvocato della Camera di Commercio degli Stati Uniti. Si tratta di un documento che in poche righe individua e sintetizza l’origine dell’attacco sferrato al Sistema delle Libere Imprese dalle istituzioni politiche, dai movimenti popolari, dai sindacati. La soluzione ideata da Powell fu di fare sistema tra le varie aziende riunendole sotto una causa comune al fine di riscattarsi e ritornare a detenere quel tipo di potere che le lotte civili stavano loro togliendo. Dopo il Memorandum Powell, prese piede anche la Business Rountable, la più potente lobby politico-economica della Corporate America».
Organismi, quindi, sorti e fatti consolidare in difesa di interessi specifici, corporativi.
«Sì, un complesso di barriere difensive che ha fatto quadrato anche dopo la crisi dei "Subprime", la crisi finanziaria scoppiata com’è noto alla fine del 2006 negli Stati Uniti a causa di una speculazione sui prestiti immobiliari concessi dalla banca JP Morgan e che ha avuto gravi conseguenze, ancora in evoluzione, non solo sull’economia americana, ma anche mondiale».

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