mercoledì 10 ottobre 2012

La lunga marcia della Cina tra puritanesimo e rivoluzione sessuale


La lunga marcia della Cina tra puritanesimo e rivoluzione sessuale


Le cose sono molto cambiate dai tempi di Mao, ma gli antichi pregiudizi sono difficili da sradicare



La lunga marcia della Cina tra puritanesimo e rivoluzione sessuale

La società cinese è sicuramente cambiata molto dai tempi di Mao Zedong, ma ci sono aspetti della cultura di un paese che non si modificano tanto in fretta.
La Repubblica Popolare Cinese, oggi, affronta la sessualità in maniera ambivalente: se da un lato il processo di apertura e di liberazione sessuale iniziato quasi trent’anni fa è facilmente riconoscibile, dall’altro rimangono forti resistenze culturali, ancora lontane dall’essere rimosse.
Nello scorso weekend, oltre 30.000 visitatori hanno affollato il decimo festival nazionale della cultura sessuale a Canton, e hanno potuto osservare spettacoli di pole dance, comprare preservativi e sex toys, guardare filmati pornografici.
Tante coppie si sono fatte fotografare con grandi rappresentazioni della virilità, mentre altri visitatori esaminavano delle bambole estremamente realistiche.
Su un palco Ma Jian, autore 78enne, illustra a qualche decina di ascoltatori i segreti per un’attività sessuale soddisfacente. “La Cina ha oltre 2.000 anni di storia, cultura e tecnica sessuale. Ha un’esperienza sul sesso di cui i paesi occidentali non hanno mai saputo nulla”.
“Voglio portare queste conoscenze alle persone qui e a quelle oltreoceano, e rendere tutti gli uomini felici”, ha detto. “Tutte le donne ne beneficiano. Prendo uomini che durano tre minuti e insegno loro ad arrivare a 30″.
Ma Jian era fino a 10 anni fa “un lavoratore clandestino”, che svolgeva la sua attività in segreto, cresciuto nella società sessualmente repressa creata da Mao Zedong. IlPresidente ebbe probabilmente numerose donne, ma sotto il suo governo anche tenersi per mano in pubblico era considerato scandaloso.
Alla fiera di Canton, tuttavia, non è tutto come potremmo immaginarlo: le immagini più spinte risulterebbero decisamente soft per un pubblico occidentale; e anche i tantissimi uomini che osservano e fotografano le modelle non si permettono di fare loro un cenno.
In Cina, oggi, la sperimentazione sessuale e il puritanesimo vanno a braccetto. Nel paese ci sono circa sei milioni di sex workers, eppure la nudità è ancora inaccettabile al cinema, e le retate anti-pornografia sono comuni. La ricostruzione dell’imene per apparire vergini è un’operazione diffusa, e scandali sessuali hanno travolto personalità accademiche o politici come Bo Xilai.
A guidare il cambiamento, più che un movimento generale di liberazione simile a quelli occidentali, è stato il Partito Comunista. Come spiega Pan Suiming della Renmin University, “dopo la Rivoluzione Culturale il controllo del governo si è allentato, e allo stesso tempo la politica dell’unico figlio ha reso evidente che fosse possibile avere una vita sessuale senza l’obiettivo di avere figli”.
Ancora nel 1979, un bacio pubblicato dalla rivista Popular Cinema avviò una polemica nazionale, con ufficiali della propaganda che bollarono la decisione come “decadente, capitalista, un atto volto ad avvelenare la nostra gioventù”, ma anche migliaia di cittadini a supportare la rivista.
Oggi un bacio non è più sovversivo, e il sesso prematrimoniale è diffuso. Molti, tuttavia, ritengono ancora che una relazione sessuale debba portare al matrimonio.
“C’è ancora molta strada da fare. La gente pensa ancora che una donna sia una poco di buono se ha avuto diversi uomini”, ha spiegato Emily Mai, una delle persone intervistate da Pan Suiming. E questo, purtroppo, non succede soltanto in Cina.

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