martedì 6 novembre 2012

Spero che vinca Obama


Voto Elezioni USA 2012- Obama o Romney, chi vincerà?



“Ma guarda un po’! Un’urna per il voto! Mi solleva sempre il cuore vedere quello splendido simbolo del nostro glorioso sistema politico!”
Finalmente chi non ha votato ancora si prepara a farlo. I sondaggisti non sanno più cosa fare per dare l’impressione di essere indispensabili e più informati del grande pubblico. Armeggiano con i numeri (ma i margini rimangono esigui, si può far poco), consultano il tempo (farà bello o pioverà?), emettono previsioni campate prevalentemente in aria, dato che neppure le macchine più sofisticate funzionano sempre come si vuole o si prevede e gli esseri umani si adeguano ancora meno delle macchine alle aspettative di osservatori nervosi.
Sappiamo che l’ansia e la rabbia di vincere sta causando qua e là nei seggi elettorali una lotta sorda e pertinace controllata a malapena dagli ufficiali elettorali e dagli osservatori dei due partiti. In una contea dell’Arizona imperversa uno sceriffo alla western, Joe Arpaio, che è diventato famoso per le uscite e le azioni ostili ai latinos numerosissimi in quello Stato. Proprio nel suo distretto degli ufficiali preposti alle votazioni hanno diffuso la bella notizia che si vota in inglese il 6 novembre e in spagnolo l’8. In Ohio e in Colorado si mettono barriere alle votazioni o rifiutando di contare certi tipi di voto o lesinando sul numero di apparecchiature elettorali per i quartieri di etnia mista. I Democratici nel frattempo riprendono una frase di Obama che i Repubblicano hanno subito furiosamente criticato. Dicono infatti ai propri elettori che “votare è la migliore vendetta”.
Detto questo, bisogna anche costatare che nonostante la situazione economica e sociale difficile, nonostante i disastri naturali, nonostante le differenze abissali fra i due candidati alla presidenza e nonostante le profonde divisioni che lacerano il paese, questa è ancora una nazione che mostra qualche fiducia in un sistema democratico zoppicante quanto si vuole. Un ottimista metterebbe l’atteggiamento popolare sul conto della forte tradizione democratica del paese, un pessimista lo attribuirebbe alla remissività di cittadini indifferenti o inconsapevoli. Certo rimangono incomprensibili sia questa ragione che quella.


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