venerdì 7 dicembre 2012

Famiglie, reddito indietro di 20 anni Redditi tornati ai livelli del 1993. Lo rileva il Censis. Boom di chi cerca lavoro: +34% rispetto al 2011.


Famiglie, reddito indietro di 20 anni

Redditi tornati ai livelli del 1993. Lo rileva il Censis. Boom di chi cerca lavoro: +34% rispetto al 2011.

Spese natalizie in calo per le famiglie italiane.

Una vera e propria lotta per la sopravvivenza quotidiana.
È quello che affrontano ogni giorno le famiglie italiane così come è emerso dal quarantaseiesimo rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese.
REDDITI DEL 1993. Per contrastare la crisi hanno venduto i «gioielli» di famiglia, oro, mobili e opere d'arte, hanno eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, mentre i redditi sono tornati indietro di vent'anni.
Nello studio si legge che «negli anni '90 il reddito medio pro-capite delle famiglie è aumentato, passando da circa 17.500 a 18.500 euro, si è mantenuto stabile nella prima metà degli anni 2000, ma a partire dal 2007 è sceso ai livelli del 1993: -0,6% in termini reali tra il 1993 e il 2011».
SMOTTAMENTO CETO MEDIO. Inoltre secondo il Censis, «2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300 mila famiglie mobili e opere d'arte, l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, il 73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi». Dati che configurano, nella definizione del Censis, un vero e proprio «smottamento del ceto medio».
FORMAZIONE TECNICA. Gli italiani però non si sono rassegnati. Se si chiede loro qual è la reazione alla crisi della politica, indicata come la causa prima del disastro attuale, la risposta prevalente è «rabbia», per il 52,3%.
La rabbia è anche superiore alla voglia di reagire (20,1%), che però non manca. Gli italiani stanno cercando faticosamente di «riposizionarsi».
I giovani si orientano verso «percorsi di formazione tecnico-professionale dalle prospettive di inserimento occupazionale più certe». 

Sempre meno under 35 al lavoro: 26,4%

Il settore lavoro è quello più preoccupante. Tra primo semestre 2011 e il primo semestre 2012 il numero delle persone in cerca di occupazione è aumentato di oltre 700 mila unità, a 2,75 milioni.
«Incremento davvero eccezionale, +34%», ha rilevato il Censis nel rapporto annuale.
Inoltre nei primi sei mesi del 2012 il numero degli occupati ha registrato una flessione dello 0,3%. In sostanza «sono stati bruciati più di 240mila posti di lavoro destinati ai giovani».
SALGONO LE LAVORATRICI. Mentre è definita «anticiclica» la dinamica dell'occupazione femminile, con 110mila nuovi posti tra 2010 e 2011, +1,2%.
Tendenze destinate a consolidarsi ancora di più nel 2012, con un saldo di +118mila unità nel primo semestre. In controtendenza anche l'occupazione nelle coop.
La crisi «ha dato una netta accelerazione ad un processo di invecchiamento già in corso da tempo». La quota di under 35 al lavoro scende al 26,4% nel 2011 dal 37,8% di dieci anni fa.

Si cerca di risparmiare su benzina e viaggi, meglio la bici

I consumi delle famiglie, incapaci di elaborare strategie innovative di sopravvivenza e prostrate dalla crisi, sono ritornati ai livelli del 1997:.
Si tratta di 15.700 euro annui pro capite, complice anche una flessione tendenziale del 2,8% nel primo trimestre di quest'anno, e del 4% nel secondo.
La propensione al risparmio si è ridotta al lumicino, passando dal 12% del 2008 all'attuale 8%.
PANE E GELATI FATTI IN CASA. L'83% delle famiglie ha riorganizzato la spesa alimentare cercando offerte speciali e cibi meno costosi, il 65,8% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare sulla benzina, il 42% ha rinunciato ai viaggi e il 39,7% all'acquisto di abbigliamento e calzature.
Le parole d'ordine sono «risparmio, rinuncio, rinvio». Con qualche operazione straordinaria di sopravvivenza: 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi, 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi e verdura per l'autoconsumo, 11 milioni di italiani preparano tutto in casa, dal pane ai gelati.

Nessun commento:

Posta un commento