giovedì 13 dicembre 2012

Il delirio di Silvio


Il delirio di Silvio



Quello andato in scena ieri, per la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, è stato davvero il delirio di un povero vecchio. Faceva quasitenerezza vedere Silvio Berlusconi, quello che è stato l’indiscusso re della comunicazione, l’uomo capace di vincere campagne elettorali facendo sognare anche solo dai manifesti 6×3, parlare di politica. In un’ora e mezza di discorso comiziante, è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto. Ha usato bastone e carota, ha detto che bisogna trovare l’accordo con la Lega salvo poi minacciare Maroni di far cadere le giunte in Veneto e Piemonte. E’ riuscito a presentare Monti (quello che “ha sbagliato tutto, i fondamentali economici sono peggiorati rispetto quando al governo c’ero io”) come“possibile leader dei moderati”, dimenticando che una settimana fa lui a quel Monti ha di fatto tolto la fiducia. Gioca sui passi indietro e laterali, non sa più che pesci pigliare.
Un elettore del PdL (che non cambierà nome, ma solo simbolo, anzi no, non cambierà niente) dopo aver sentito il “conducator di cui gli italiani si fidano”sa che sarà lui, il Cav. il candidato premier. Però, se Monti decidesse di scendere in campo, lui Cav. si ritirerebbe. Ma è anche possibile che per Palazzo Chigi scelga Alfano. Ovviamente senza primarie, perché “inutili”. Delirio.
Silvio Berlusconi ha un problema: sarà l’età, sarà che non accetta di ritirarsi a Malindi o nei boschetti di Arcore. Ma sta distruggendo ogni giorno che passa ciò che lui stesso ha creato. E’ ridicolo, pietoso. Imbarazzante. Oggi andrà a Bruxelles “a spiegare agli amici del Partito popolare europeo che la giustizia italiana è un cancro per la democraziaNon funziona più. Il guaio è che lui non lo capisce, si presta a figuracce e umiliazioni che presto fanno il giro del pianeta. Quel che è peggio, è che nessuno tra chi gli sta vicino glielo fa capire. No, tra zerbini, lacché, amazzoni e assistenti del squit-squit (Mariarosaria Rossi, in primis), sono tutti pronti in fila a riverirlo e a incitarlo. E lui ci casca, va in giro e dice quel che dice.
Ormai Berlusconi è diventato ingombrante, un tappo per un’area politica (che in Italia è maggioritaria, come è sempre stato dal Dopoguerra) che rischia di disperdersi in mille rivoli. Abbia pietà, faccia un passo indietro. Ma definitivo. Si dedichi ad altro, ma si renda conto che la sua parabola è conclusa. Non sfasci tutto. Ne va del suo ricordo nei libri di storia.

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