sabato 19 gennaio 2013

Giorno Memoria: quest'anno dedicato alla resistenza ebraica

Giorno Memoria: quest'anno dedicato alla resistenza ebraica

Riccardi, tema Shoah cresciuto in coscienza nazionale


ROMA - La Shoah non fu accettazione passiva di un atroce e folle disegno: gli ebrei si ribellarono e arrivarono anche a prendere le armi contro i loro carnefici. A questo tema, cioé alla Resistenza ebraica e alle rivolte nei ghetti e nei campi di sterminio, è dedicato quest'anno il Giorno della Memoria, che si celebrerà il 27 gennaio.
Il tema della Shoah "é un tema che mi sta molto a cuore e che é molto cresciuto nella coscienza nazionale" ha detto il ministro per l'Integrazione e la Cooperazione, Andrea Riccardi, presentando stamani a Palazzo Chigi gli eventi previsti quest'anno e patrocinati dal Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
"Quest'anno - ha spiegato Riccardi - la giornata è dedicata agli ebrei che resistettero con le armi ai nazisti. E' importante far conoscere ai giovani aspetti meno noti della storia della distruzione degli ebrei in Europa. E' giusto ricordare chi partecipò alla Resistenza europea e italiana".
Una scelta, quella del tema di quest'anno, che deriva anche dalla concomitanza con il 70.mo anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia del 1943. Una rivolta, ha sottolineato lo storico della Shoah Marcello Pezzetti, che non è stata l'unica fatta dagli ebrei. "Non è vero, come dicono alcuni, che gli ebrei si sono fatti mandare al massacro come pecore" ha detto, spiegando che le ribellioni nei ghetti erano cominciate già nel 1942, per poi sfociare nelle rivolte del '43 e del '44, non solo nei ghetti ma anche nei campi di sterminio.
Una rivolta che "é stata prima civile, ad esempio facendo fuggire i bambini o insegnando loro la lingua ebraica, e poi armata". Secondo Riccardi, "non bisogna dividere la resistenza attiva da quella passiva. Ciascun gruppo resiste come sa e come può. La resistenza degli ebrei è stata nel difendere i propri figli, nell'allontanare la morte, nel far sopravvivere i valori, nella stessa preghiera, nell'autodifesa. Bisogna far emergere, come senso di questa giornata, come si possa resistere anche a mani nude". "Obiettivo del Giorno della memoria è non dimenticare per non ripetere" ha aggiunto il ministro.
"Gli ebrei del Ghetto di Varsavia scelsero di morire con le armi in pugno invece che passivamente - ha ricordato a sua volta il presidente delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna - anche se sapevano che era una lotta senza speranza. Gli scontri durarono ben cinque mesi. E i nazisti hanno vinto sul piano militare, ma secondo noi la vittoria morale va ai combattenti del ghetto, che hanno dimostrato che lottare contro il nazismo era possibile".

 

 

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